• Non ci sono risultati.

II CAPITOLO La Russian Art Week

II. 8 Dopo la Brexit

Il 23 Giugno 2016 si è tenuto in Regno Unito il referendum che ha chiamato i cittadini a votare circa la possibilità di lasciare l‟Unione Europea: l‟espressione deriva infatti dall‟accostamento della parola Britain al termine exit.

Il risultato, piuttosto inaspettato, è stato un 53% per il leave che ha avuto la meglio sul restante 47% che ha invece votato per il remain. Naturalmente l‟effetto non sarà immediato e si stima che ci vorranno all‟incirca un paio di anni perché la decisione del Regno Unito venga effettivamente messa in pratica. Le conseguenze immediate si sono invece percepite sui mercati finanziari non solo europei, ma del mondo intero. Nel giro di pochi giorni dal referendum la sterlina ha perso quasi un 11% rispetto al dollaro americano e la paura più grande è quella che banche e aziende possano

70

decidere di spostare i propri capitali altrove196. Lo scenario appena descritto e il conseguente crollo delle azioni inglesi sono le prime conseguenze della ormai diffusa convinzione che il Regno Unito sia destinato a un grave rallentamento economico in seguito alla Brexit.

Fermo restando che è certamente ancora prematuro azzardare una valutazione delle reali conseguenze, pare giusto domandarsi che tipo di ricadute avrà questa scelta nel mercato dell‟arte e, nello specifico, nel mercato delle aste inglesi e della Russian Art Week, dal momento in cui Londra non farà più parte dell‟Unione Europea. In un‟intervista rilasciata alla piattaforma on-line Insideart Massimo Sterpi, esperto in diritto e mercato dell‟arte, ha dichiarato che saranno molte le cose a cambiare nel sistema britannico ma che non è attualmente possibile capire con certezza quali, visto che tutto dipenderà dalle nuove leggi che verranno emanate dal Regno Unito in sostituzione di quelle attualmente vigenti. Se da una parte è possibile che, una volta svincolatasi dalle normative conformi ai parametri europei, il Regno Unito emani leggi ulteriormente vantaggiose rendendosi sempre più competitivo, non va esclusa la possibilità di una recessione una volta perse una serie di esenzioni e di facilitazioni fiscali legate all‟appartenenza comunitaria197

. L‟avvocato aggiunge che i problemi maggiori potrebbero insorgere in ambito di esportazione, non tanto per il Regno Unito che aveva già implementato le norme europee riguardanti l‟export in maniera piuttosto liberale, quanto per qualsiasi comunitario che volesse vendere all‟asta le proprie opere a Londra. Infatti, esportare e vendere in un paese extra-comunitario vuol dire essere sottoposti a controlli e restrizioni molto più rigidi198.

Molto meno pessimiste sono le dirette interessate, ossia le principali case d‟asta londinesi e, in particolar modo, Christie‟s e Sotheby‟s le quali, intervistate dalla rivista Artribune199, hanno dichiarato di voler restare lucide e aspettare il momento

196

- M. Longo, “Brexit, ecco come funziona il contagio globale”, Il sole 24 ore Finanza e Mercati, http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-06-29/il-contagio-e-globale-

063816.shtml?uuid=ADVKj6k, 29 Giugno 2016.

197

- A. Caruso, “Brexit, gli effetti sull‟arte”, Insideart, http://insideart.eu/2016/06/28/brexit-gli-effetti- sullarte-1/, 28 Giugno 2016.

198

- Ibidem.

199

- M. Bucolo, “Brexit e mercato dell‟arte. Per Christie‟s e Sotheby‟s si rivelerà un vantaggio”,

Artribune, http://www.artribune.com/2016/06/brexit-mercato-arte-aste-christies-sothebys-innes- goss/, 27 Giugno 2016.

71

del leave effettivo prima di sbilanciarsi con previsioni troppo azzardate. Intanto a prevalere è la positività nei confronti dell‟immediato futuro poiché la svalutazione della sterlina comporterà un vantaggio economico per i potenziali acquirenti. Anche Silvia Stabile, grande conoscitrice di diritto dell‟arte, ritiene che tutte le potenziali conseguenze negative derivanti dalla Brexit non debbano necessariamente togliere a Londra la leadrship nel mercato dell‟arte a livello europeo200. Infatti, secondo il TEFAF Art Report 2016, analisi dell‟andamento del mercato dell‟arte globale del 2015, il Regno Unito possiede il 21% del volume di affari del mercato dell‟arte mondiale. Si tratta di una cifra considerevole, soprattutto se si pensa che, nel mondo, è seconda solamente agli USA, che dominano con il 43% del giro di affari nel campo. Limitando il terreno alla sola Europa, l‟Inghilterra possiede circa il 64% del mercato; per rendersi conto della portata del dato, basti pensare che al secondo posto troviamo la Francia con il 19%, seguita dalla Germania che gestisce soltanto il 5% del mercato in questione201.

64% 19% 5% 3% 9% Regno Unito Francia Germania Italia Altro

Figura 6: Quote percentuali del mercato dell‟arte europeo.

200

- “Brexit, gli effetti sull‟arte”, Insideart, http://insideart.eu/2016/07/08/brexit-gli-effetti-sullarte2/, 8 Luglio 2016.

201

72

Purtroppo però si torna a temere per l‟arte contemporanea: secondo il gallerista Michele Casamonti, proprietario della galleria d‟arte moderna e contemporanea “Tornabuoni arte”, intervistato dalla rubrica ArtEconomy24202

, la tendenza sarà quella di mettersi al sicuro, indirizzandosi soprattutto verso gli old masters con un solido mercato alle spalle. Anche M. Casamonti tende però a escludere drastici effetti diretti della Brexit sul mercato dell‟arte londinese considerando che le maggiori case d‟asta operano da sempre a livello globale, abituate alla molteplicità di monete e al continuo variare della loro forza.

Molto più sfiduciato è infine Brendor Grosvenor, storico dell‟arte britannico ed esperto in mercato dell‟arte. Dopo la grande fortuna delle prime aste, il vantaggio della diminuzione della spesa per l‟acquirente grazie al nuovo valore della sterlina, verrà accostato allo svantaggio del venditore dovuto ai costi derivanti dal dover vendere ed esportare in un paese ormai extra-comunitario, per poi guadagnare cifre meno consistenti perché aggiudicate in sterline inglesi. Che ne sarà poi del diritto di seguito e dell‟Iva sulle importazioni? Intervistato dal giornale dell‟arte, B. Grosvenor ritiene che probabilmente il primo verrà mantenuto e la seconda verrà applicata anche ai lotti provenienti dall‟Unione Europea, causando non pochi danni alle case d‟asta di Londra che fanno grande affidamento sulle consegne provenienti da tutta Europa203.

Si tratta comunque di ipotesi che soltanto il tempo potrà confermare o smentire.

202

- M Pirrelli, “Limiti e opportunità della Brexit per l‟arte. L‟analisi del gallerista Michele Casamonti, titolare di Tornabuoni Art”, ArtEconomy24,

http://www.arteconomy24.ilsole24ore.com/art/cultura-tempo-libero/2016-06-25/limiti-opportunita- brexit-larte-153852.php, 25 Giugno 2016.

203

- B. Grosvenor, “Brexit, „Abbiamo preferito la via di Hogarth a quella di Turner”, Il Giornale

73

Documenti correlati