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Queste le due cose che abbiamo voluto subito accennare; cose che possono, di per se stesse, darci

un’apertura di dialogo già sufficiente per chiacchie­

rare un anno, ma che conducono, naturalmente,

ad affrontare tutti i problemi del centro sociale

come edificio e con questo tutti i problemi dei rap­

porti fra l’individuo e lo spazio, che sono appunto

quelli che ci hanno portato a considerare, nono­

stante il parere diverso della critica classica, l’ar­

chitettura e l’urbanistica una forma di lavoro sociale.

L. Q.

Deve quindi saper portare la popolazione stessa a sentire i propri problemi in modo tale da poter chiarire i caratteri che deve avere il suo centro sociale.

Documenti

Riportiamo in questa rubrica anche alcuni passi di verbali e rela­

zioni di lavoro dei Gruppi UNRRA-CASAS, spesso accompagnati da

brevi note di commento.

Il commento cerca di far emergere problemi o metodi di lavoro. I Gruppi prendano la nostra iniziativa come un invito a vedere nelle

relazioni non solo un semplice rapporto amministrativo, ma un con­

tributo che attraverso l'indicazione dei risultati sperimentati o degli insuccessi concorra alla individuazione dei problemi comuni e alla loro trattazione su un più vasto piano di scambio.

Quanto agli altri lettori, ci auguriamo che sappiano valutare come

segno della piena maturità di un ente questo atteggiamento, sia nel suo

aspetto di autocritica, sia in quello che mira a rendere di pubblica

utilità Vesperienza di tanti anni di lavoro.

In ogni caso contiamo che le questioni da noi poste in evidenza stimolino i lettori ad esporci i loro quesiti e le loro esperienze.

L’assistenza in segreto « L ’assistente fa notare la mancanza negli assegnatari dei principi basilari del v i­ vere sociale; i meno abbienti devono venire assistiti in se­ greto, per non dare origine a gelosie fra quelli che v i­ vono in condizioni più agia­ te... ».

(dal verbale di un Gruppo Assistenza, giugno 1954) Gli aiuti dati in segreto ge­ nerano sospetti e non elimi­ nano le gelosie che l'assistente vorrebbe evitare. Solo per gli aiuti, che forniamo pagando di tasca nostra, vale il prin­ cipio evangelico della destra che non sa ciò che fa la sinistra. Nel nostro caso si tratta di danaro pubblico. Tutti devono sapere in che modo e per chi spendiamo questo danaro. Se l’assistente sociale sa lavorare con intel­ ligenza, non le riuscirà dif­ ficile far comprendere i criteri, in base ai quali vengono di­ stribuiti tali aiuti. L'Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo è riuscita ad affiliare l'amministrazione di questi aiuti agli stessi fre­ quentatori dei centri. Il senso

della giustizia è assai più diffuso di quanto si creda, così i « principi basilari del vivere sociale ». Un noto mo­ ralista francese dice che è più comune sbagliare per eccesso di diffidenza, che per eccesso di fiducia nel prossimo.

L’azione superflua « L ’assistente fa presente che, per esempio, nel centro di Brescia un’azione non può avverarsi, considerando in primo luogo l’insofferenza palese che quegli assegna­ tari dimostrano nei confronti dell’assistente e poi perché queste persone hanno rag­ giunto un grado di autosuf­ ficienza. Il Villaggio inoltre è inserito nella vita della città, ove non si ravvede l’opportunità di istituire un centro sociale, perchè gli interessi e le esigenze sono soddisfatte con i servizi che Brescia mette a disposizione dei suoi cittadini. Così dicasi di Castelmaggiore nei sob­ borghi di Bologna... quando l’azione dell’assistente si pre­ senta in un certo senso su­ perflua, considerata la si­ tuazione di autosufficienza

economica, psicologica e so­ ciale di queste comunità, bisogna porre fine all’azione dell’assistente sociale ed ave­ re il coraggio di abbando­ narli, anche per aver modo di rilevare i risultati del la­ voro eseguito e le reazioni per aver cessata la nostra opera... ».

(idem, giugno 1954)

Molto giusto. I l problema delle assistenti che hanno più Villaggi è di decidere che tipo di lavoro svolgere e a quali necessità dare la prefe­ renza o la precedenza. Fanno eco a queste parole, quelle di un funzionario della sede cen­ trale, che a proposito di que­ sto problema scriveva-.

« ... il lavoro è consistito solamente in una presenza amministrativa delle assi­ stenti sociali (raccomanda­ zioni, qualche pratica, bol­ lettini di pagamento), p o ­ sta indiscriminatamente nei confronti di tutti i Villaggi. Cioè non si è cercato un limite, che consentisse un minimo di lavoro socialmen­ te efficace, tanto più in un ambiente difficile come quel­ lo di questo Distretto.

Ora questo fatto resta, sebbene vi siano villaggi nei confronti dei quali ogni ope­ ra di assistenza risulta inu­ tile; villaggi di gente capace, qualificata, ormai sul piano sociale del comune, nei con­ fronti dei quali l’opera del CASAS, per forza limitata, e così impegnata con tutti i suoi mezzi in ambienti m ol­ to più depressi, non può e non deve trovare campo; ed altri Villaggi, ormai total­ mente compromessi da una indiscriminata opera di assi­ stenza, che bisognerebbe ab­ bandonare.

Guardie e bambini « L ’assistente di... per le colonie estive ha avuto a disposizione una guardia per accompagnare i bambini... ».

(dal verbale di un Gruppo Assistenza, luglio 1954)

Guardie e assistenti « Non so più a qual propo­ sito la Capozona ha riferito circa un suo ricorso al m a­ resciallo allo scopo preciso di fare una ” ramanzina ” ad un assegnatario ubria­ cone. La maggioranza delle a. s. approvava questo tipo di intervento, affermando che il ricorso alle autorità è necessario: da notare che non si trattava di una ” col­ laborazione ” con i carabi­

nieri, per risolvere u n caso

(per esempio necessario ri­ corso al Tribunale dei m i­ norenni), ma si pensava che il prestigio e quindi l’effi- cacie educativa di una ’ ’ p a ­ ternale » del m aresciallo, avesse più valore dell’azione dell’a.s. ».

(da una relaz. per la Sede Centr.)

Carabinieri e Casework «... infatti il maresciallo l ’ha fatto avvicinare da un suo carabiniere più adatto per questi casi e per non dare alla cosa carattere pu­ nitivo, o comunque troppo rigido, il carabiniere gli ha parlato a lungo, in base a quanto riferitogli, invitan­ dolo al bar per una birra. Il P. stesso, in seguito ha riferito di essere stato trat­ tato tanto bene da carabi­ nieri e che allo stesso tem ­ po l’hanno invitato per il

suo bene, a non bere tanto, perché se avesse fatto qual­ cosa ai suoi vicini o fami­ liari loro sarebbero stati c o ­ stretti, sebbene dispiacenti, a fare il loro dovere.

La cosa che ha colpito il P. è stato il tono di ami­ cizia con cui è stato avvici­ nato dal carabiniere, tanto

che ora, in ogni occasione, non fa che nominare e van­ tare “ il suo amico carabi­ niere ” ».

(dalla relazione dell’assistente Capozona di cui sopra)

Beneficenza e Polizia stradale « Alle ore 10 di ieri mat­ tina, agenti della Squadra Traffico hanno bloccato in località Settecamini tre au­ tomezzi provenienti da Vico-

varo e da Cantarano e

diretti a Roma. Gli auto­ m ezzi con ten evano co m ­ plessivamente otto quintali di pane del tipo ’ ’casereccio” . Poiché gli automezzi sono risultati non igienicamente idonei a tale trasporto il pane è stato sequestrato e sarà distribuito gratuita­ mente ad istituti di benefi­ cenza ».

(dalla cronaca di un giornale) V iaggi... « L ’assistente sociale trova che l’unico centro di interes­ se sul quale può svolgere una attività collettiva orga­ nizzata è quello di viag­ giare... Sull’elemento interes­ se è sorta ima vivace discus­ sione: sono tutti validi gli interessi? O in certi casi è

meglio soffocare piuttosto

che potenziare la loro insor­ genza? ».

(dal verbale di nn Gruppo Assistenza, giugno 1954) D iscu terem o am piam ente il problem a dei cen tri d ’in te­ resse, rea li, fittizi, naturali, im p osti, ecc. Q uanto al v ia g ­

giare è p rop rio il caso d i

d ire che ogni p u n to d i p a r ­

ten za... p er u n lavoro ed u ­

cativo è accettabile.

. . . e gite « C. ra m m en ta l ’ id ea espressa in altra occasione dalla L. di formare una cassa per le gite.

C. G. - L ’idea è buona, ma l’assistente non deve pren­

dersi l’incarico di tenere il danaro.

L ’incarico può essere dato a qualche assegnatario di fiducia; devono imparare ad organizzarsi da soli- ».

(idem, luglio 1954)

Centri sociali « In complesso è stato af­ fermato che in comuni ove esistono molte organizzazio­ ni preformate partitiche, cul­ turali, ricreative, confessio­ nali, sportive, ecc. come sono nella quasi totalità i centri della Romagna, la costitu­ zione di centri sociali è resa oltremodo difficile e potreb­ be nascere il dubbio che essa non fosse affatto oppor­ tuna. Per il fatto poi che, per ragioni evidenti, ogni iniziativa d e ll’U N R R A è soggetta a controlli, e molti, a priori, assumono atteggia­ menti critici nei suoi con­ fronti, è doppiamente disa­ gevole agire in un tal clima e deve in ogni caso essere assicurato il successo della iniziativa per la salvaguar­ dia della dignità stessa del nostro ente... ».

(idem, luglio 1954) I paesi dove queste esperien­ ze hanno ormai una lunga tradizione, sono proprio quei paesi (Inghilterra, P a esi Scandinavi, Germania, eco.) ove fiorisce una ricca vita associativa. Chi avesse occa­ sione per es. di aprire un elenco telefonico tedesco, ve­ drebbe che la voce « Verein » (associazione) comprende cen­ tinaia di voci, anche in città di pochi abitanti. Si associano « gli amici dei fiori », i « fila­ telici », « le vedove », « le fa­ miglie numerose », « le cop­ pie senza figli », i « cultori di scienze occulte », « gli amici dei gatti », ecc. Non si può dire che tutto questo sia in concorrenza con il centro so­ ciale. A l contrario il centro sociale si propone di far incontrare e collaborare per­ sone di interessi, di gusti,

di esperienze, di opinioni di­ verse. Pertanto in quei paesi il centro sociale accetta que­ sta situazione preformata e spesso comincia con l’ospi­ tare le associazioni locali, mettendo a disposizione di tut­ ti una attrezzatura, che le sin­ gole associazioni, per conto proprio, non sarebbero in gra­ do di fornire, o dando ‘altre fa­ cilitazioni. Il centro sociale si propone di favorire questi incontri. A ognuno di noi manca « il pezzo » necessario allo sviluppo della propria personalità. Il lavoro di grup­ po si realizza nella ricerca reciproca di questi « pezzi ».

Quanto al « complesso » dell’ UN E R A CASAS, non sono del tutto evidenti le ragio­ ni per cui un’iniziativa del- l’ UNRRA CASAS dovrebbe essere soggetta a particolari controlli. Comunque si tratta di creare dell eopportunità, di fornire delle occasioni, di far sentire certi bisogni. Questi sono i limiti della nostra iniziativa.

Il successo non è mai assi­ curato. Se una cosa non rie­ sce significa o che non era necessario intraprenderla o che non abbiamo saputo fare.

Chi assisterà gli assistenti ? «... affermando che anche se si liberasse un apparta­ mento, lei, ” per coscienza ” , non si sentirebbe di usu­ fruire nemmeno di una stan­ za, « dato che ci sono tante famiglie senza tetto, ecc. ». Più o meno decisamente molte condividevano questo punto di vista.

H o cercato con varie d o­ mande di guidare la discus­ sione in modo da portarle a riconoscere che il CASAS non è in grado di provvedere un tetto a tutte le famiglie che ne sono sprovviste; ma ha ormai il dovere di migliorare le condizioni sociali di quel limitato numero di fam i­ glie a cui ha potuto dare una casa e quindi la neces­ sità di provvedere ai ser­

vizi sociali, scuole materne, ecc. per non creare « un’ag­ glomerato » asociale, invece di una comunità ».

(da una relaz. della Sede Centrale)

Monopoli « Tutti rilevano con ram­ marico che i due designati alla Conferenza Internazio­ nale di Servizio Sociale di Toronto non sono assistenti sociali ».

(dal verbale di un Gruppo Assistenza, luglio 1954) A Toronto (Canadà) si è discusso sulla « formazione del Benessere Sociale mediante l’Auto-aiuto e la Cooperazio­ ne ». Credono davvero le no­ stre assistenti di dovere e po­ tere monopolizzare questi di­ scorsi? O non ritengono molto vantaggioso anche per il pro­ prio lavoro, che ne discutano quanti si occupano di servizio sociale in senso lato?

Centri sociali ed Enal « Nel paese esistono due gruppi: uno formato dagli enalisti e da tutti gli ade­ renti alla politica di sini­ stra con recapito al Circolo ENAL, situato in un locale di proprietà del Comune. L ’altro gruppo è formato dalla destra e da tutti coloro che desiderano non fare del­

la politica, con recapito

presso un caffè situato nella piazza centrale. Apparten­ gono a questo gruppo i partecipanti al Centro di Lettura, che sono bene af­ fiatati e si può considerare come gruppo vero e proprio »

(idem , lu g lio 1954)

L ’assistente si propone di aprire un centro sociale « e di ospitare il Centro di Let­ tura utilizzando il gruppo già ben costituito, come pri­ mo nucleo per le attività ri­ creative e culturali ».

Un giardinetto... « L ’assistente che conosce da anni l’ambiente è molto scettica sulla eventualità di un avvio all’attività di grup­ po, in quanto l’ambiente è politicamente diffìcile. Quin­

di l’assistente si riduce a raccogliere le persone del Villaggio in un giardinetto di un assegnatario, svolgen­ do quelle attività di gruppo che le consente il luogo... ».

(idem , lu glio 1954)

. . . e un pallone «...quanto alla cura fìsica del corpo, l’Ente ci ha for­ nito un pallone che passa di villaggio in villaggio... ».

Conclusione «... Una giornata di stu­ dio e conversazione su pro­ blemi interessanti la gioven­ tù (cinema, ballo, sport,

lettura, amore) è stata

tenuta alle gióvani del cir­ colo ricreativo. La « tre gior­ ni delle madri » che aveva lo scopo di mettere le mam­ me di fronte alla loro re­ sponsabilità morale nei ri­ guardi della educazione dei figli, ha dato buoni risultati ... A conclusione le bambine del villaggio hanno cantato con m olto im pegno alle mamme convenute la can­ zone delle mamme... ».

(idem, luglio 1954)

Addomesticatori « Gli assistenti sociali scel­ gono i film che i contadini debbono vedere, i libri che i contadini dovrebbero leg- gere; non c ’ è insomma m o­ mento della vita dei fortu- nati abitanti del Borgo, che non sia sottoposto all’azione « educatrice » di quei bene­ fattori... I contadini chie­ dono l’appoggio e l’aiuto dei tecnici e degli intellettuali; ma non vogliono e non sop­ portano di essere « educati » e « addomesticati ».

(dall’artìcolo I Riformatori di Met­

terà nel settimanale comunista

« Tl Contemporaneo », 30 luglio 1954).

Ci pare di dover conside­ rare questo estratto che con­ densa tutta una serie di obie­ zioni che generalmente si fanno al servizio sociale. Sia chiaro che il servizio sociale non ammette sopraffazione dell’altrui coscienza o l’impo­ sizione di qualsiasi principio, giacché discende da un rap­ porto accettato liberamente ed

in ogni momento scindibile. In seguito, quando l’assi­ stente sociale sceglie film o libri, sostituisce la sua in i­ ziativa, controllata dalla sua capacità educativa, a quella inespressa o scadente del cliente, proponendosi tutto un ciclo di educazione.

In ogni caso si tratta dì una educazione assolutamente libera, condizionata solo alle capacità assimilative di co­ loro ai quali si rivolge e che spontaneamente l’accettano.

Un’iniziativa Sul problema « manutenzio­ n i» l'ing. Lastrico, del D i­ stretto di Castel di Sangro, « espone un piano d ’inter­ vento dell’Ufficio Lavori con brevi cicli di lezioni e dim o­ strazioni pratiche agli asse­ gnatari e con la prepara­ zione più accurata di un elemento versatile (capace) di eseguire delle piccole ri­ parazioni nel Villaggio. Con questo si sopperirà, almeno in parte, alla mancanza di artigiani locali riscontrata in tutti i piccoli centri... del Distretto... L ’ing. La­ strico propone inoltre, al termine del breve ciclo di lezioni, di preparare un opu- scoletto che illustri in for­ ma chiara e semplice gli argomenti trattati, da distri­ buire agli assegnatari ».

Seguiamo questa ottima ini­ ziativa con molto interesse.

Principi elementari « C. si domanda se è op­ portuno fissare i giorni per le visite ai villaggi.

L. dice di no, cita il caso di assistiti che possono far trovare l’alloggio pulito ed in ordine soltanto in quel­ l’ occasione, perché sanno che viene l ’assistente.

C. - In questo problema vi sono dei prò e dei contro. Gli assistiti potrebbero te­

nere sempre pulito, proprio perché non sanno quando viene l’assistente e d’altra parte non è giusto prenderli di sorpresa-.

C. G. - Trova utile fissare le giornate sia agli effetti del lavoro che della assi­ stenza. Gli assistiti non de­ vono sentirsi controllati fi­ scalmente. Il fatto che sen­ tano il dovere di tener pu­ lito, quando viene l’assi­ stente, sarebbe già un buon successo...

C. aggiunge che dobbia­ mo avere il senso del ri­ spetto degli assistiti e non abbiamo il diritto di co ­ glierli in fallo.

C. G. - È pure giusto che gli assistiti sappiano dove e quando possono trovare l’assistente, se ne hanno b i­ sog n o- ».

(dal verbale d i un Gruppo Assistenza, luglio 1954)

XJn espediente per formarsi un sano criterio di giudizio in problemi che, solo appa­ rentemente, sono di dettaglio, è quello di agire in tutto e per tutto come se fossero gli assegnatari delle case a met­ tere insieme il danaro per pagare lo stipendio dell’assi­ stente del villaggio e dei vil­ laggi; in questo caso per esempio, le assistenti non avrebbero aspettato tanti anni per scoprire la necessità di fissare in modo preciso il diario settimanale per i turni di presenza nei vari villaggi. Suggeriamo questo piccolo espediente, anzitutto perché la situazione di dipendenti dalla comunità degli assegnatari, non è tanto lontana dalla realtà (gli assegnatari, come cittadini italiani e come con­ tribuenti pagano in qualche modo anche per questi ser­ vizi); secondariamente perché l’ipotesi ci avvicina al più probabile e desiderabile degli sviluppi futuri del servizio sociale UNRRA. -CASA S : la condotta comunale.

Notizie

Viaggio di studio in Danimarca Nel quadro del program­ ma di aggiornamento del proprio personale di servi­ zio sociale, l’U N R R A CA- SAS Prima Giunta ha di­ sposto la partecipazione dei seguenti assistenti sociali: Giuseppina Furilo - Capo Zona del Gruppo di B olo­ gna;

Anna Is e p p i - Dirigente

del Gruppo di Carrara;

Vittoria Pi l l a - Assistente

sociale del Gruppo di Car­ rara;

Magda Co s t e l l i - Capo

Zona del Gruppo di Matera;

Albino Sa c c o - Assistente

sociale del Gruppo di Ma­ tera;

Rino Ca r m e r ò - del Grup­

po Studi di Matera;

Albertina Fr a n c a l a n c i a - Assistente sociale del Grup­ po di Castel di Sangro;

Maria De Ma t t e - Assi­

stente sociale del Gruppo di Castel di Sangro;

Maria Luisa D ’Am i c o - A s­

sistente sociale del Gruppo di Catanzaro;

Giovanna Se v e r i - Assi­

stente sociale del Gruppo di Roma

al viaggio di studi in Dani­ marca organizzato dall’Isti­ tuto Danese di Cultura in Italia.

Il viaggio si è effettuato dal 15 agosto al 1» settem­ bre ed ha avuto per scopo lo studio delle tecniche del servizio sociale danese, con

particolare riguardo a quelle dell’attività di gruppo.

Le spese sono state soste­ nute in parti uguali dagli interessati e dall’U N R R A CASAS.

Villaggi in via di assegnazione costruiti con fondi UNRRA Gruppi assistenz. N° alloggi e Villaggi Carrara Molazzana 20 Calabria Villa S. Giovanni - 2° lotto 32 Nicastro 36 Catania Modica 60 Scicli 48 Caltanissetta Serradifaleo 24 Erma 64 Gela - 2° lotto 40

Corsi residenziali per l’edu­ cazione degli adulti a cura della Società Umanitaria di Milano Nel prossimo autunno non appena saranno terminati i lavori in corso per la crea­ zione di nuovi dormitori, aule e palestra, inizierà la sua attività permanente in Canzo (Como) un Centro Residenziale per l’educazio­ ne degli adulti della Società Umanitaria di Milano.

Già nel 1950 l’Umanita­ ria aveva tenuto un primo ciclo di corsi residenziali a Bellano; un secondo ciclo si

svolse a Gargnano nel 1952 e un terzo ciclo a Stresa nel 1953.

Salvo un periodo estivo per le ferie al personale diri­ gente, il Centro di Canzo rimarrà aperto tutto l’anno e nei mesi estivi ospiterà anche corsi per stranieri.

Per l’anno 1954-55 è in corso di programmazione un ciclo di 25 corsi intercalati da un certo numero di week-end:

5 corsi saranno dedicati alla preparazione di operai e impiegati membri delle Commissioni Interne o delle organizzazioni assistenziali di fabbrica.

1 corso sarà dedicato agli operai e impiegati sindaca­ listi.

2 corsi alla formazione di animatori di iniziative di cultura popolare.

2 corsi alla preparazione degli addetti alle biblioteche popolari.

2 corsi di cultura civica per giovani universitari.

1 corso sui problemi del federalismo per giovani uni­

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