• Non ci sono risultati.

DUE ESEMPI DI STAMPA FRANCOFONA: L'OSMANLI E LO STANBOUL A CONFRONTO

La stampa francofona Ottomana presenta un panorama molto vario e ricco di titoli, alcuni effimeri altri più longevi, ma pur sempre importanti nell’analisi delle vicende Ottomane. I periodici Ottomani in quanto testi­ moni quotidiani della vita sociale economica e culturale dell’Impero costi­ tuiscono delle fonti complementari tanto importanti quanto, fin’ora, poco utilizzate1. Partendo da questa considerazione ho deciso di utilizzare come fonte proprio due giornali Ottomani e francofoni: l’Osmanli e lo Stamboul.

La scelta di queste due testate è dovuta anzitutto alla presenza di serie quasi complete per entrambi i periodici, cosa non sempre possibile per altri titoli francofoni. In secondo luogo, si sono scelti Osmanli e Stamboul perché rappresentano le due correnti principali della stampa francofona Ottomana: l’Osmanli è espressione del punto di vista turco-ottomano, mentre lo Stamboul di quello levantino. La distinzione tra le due testate, nonostante i frequenti contrasti, tuttavia, non sarà mai netta e presenterà diversi punti di contatto e sovrapposizione. Ultimo aspetto, quello tempo­ rale. Intenzionalmente ho scelto di soffermare la mia analisi sul periodo compreso tra il 1880 e il 1885 per due ragioni ben precise. In primo luogo, le pubblicazioni dell’Osmanli terminano proprio nel 1885. In secondo luogo, nel primo quinquennio degli anni 1880 la politica e l’ideologia Hamidiane sono in piena evoluzione ed è possibile osservare una cospicua produzione intellettuale e ideologica sia da parte dei soggetti governativi, sia da parte delle altre componenti sociali Ottomane. Questo consente di comprendere meglio e di fissare più chiaramente alcuni dei principali nodi e delle più rilevanti questioni che si andranno a sclerotizzare e sviluppare durante i successivi anni del regno Hamidiano.

L’Osmanli giornale politico o di propaganda?

L’Osmanli, giornale semi-ufficiale franco-ottomano viene fondato nel 1880 da Ilhami efendi e ha come redattore capo ed editorialista Abdullah Kiamil, a cui si affiancano, in qualità di membri della redazione, Salih effendi, Suleiman effendi e Ahmet Midhat (1844-1913)2. Edito come bi-settimanale dal 1880 al marzo del 1883, si trasformerà in quotidiano nell’ottobre 18833, dopo un lungo periodo di pausa, per concludere le sue pubblicazioni nel 1885.

Fin dal primo numero, il giornale si presenta come un organo allineato al potere e all’ideologia Hamidiani e – come dichiara in più occasioni – difensore degli interessi Ottomani:

«nous n’avons pas besoin de définir la mission d’une presse honnête et éclairée. Elle consiste à donner au publique des informations sure, à guider l’opinion dans la voie de progrès, à repousser les attaques dirigés contre les intérêts du pays, et à en défendre les droits. Une presse organisée de cette manière peut certainement rendre d’utiles services; elle serait avant tout nationale. Ses organes pourraient avoir entre eux des divergences d’opinion, mais le but serait le même: le bien du pays»4.

Così si esprime, nel 1882, Salih, descrivendo la linea editoriale del gior­ nale, che resterà alla base dell’Osmanli per tutta la durata delle sue pubblica­ zioni, come dimostra l’avviso ai lettori del 22 gennaio 1883, in cui lo stesso Salih, annunciando la sua nomina a redattore capo, afferma che la politica del giornale rimarrà la stessa di sempre: «défendre les grands intérêts du pays»5.

Da queste prime indicazioni si può capire come l’Osmanli si collochi, all’interno del panorama editoriale Ottomano, tra la stampa politica e di opinione, e come sviluppi un chiaro discorso patriottico6. La rilevanza di questa pubblicazione, tuttavia, sta nella sua redazione bi-lingue che

2 Romanziere, traduttore, capo della stamperia imperiale, e redattore del Tercuman-i Hakikat – uno dei giornali di punta durante il primo periodo Hamidiano – nonché collaboratore dell’Osmanli, Ahmet Midhat incarna la figura guida del giornalismo Hamidiano e della cultura ottomano-turca di fine Ottocento.

3 Stamboul, “Un Nouveau journal politique quotidien” del 1 ottobre 1883. In questo articoletto, lo Stamboul dà l’annuncio della riapparizione in gran formato dell’Osmanli come «organe reconnu du palais». Il giornale levantino si rallegra di questa ri-edizione di un «journal politique» e d’opinione palesando non solo l’ufficialità della pubblicazione dell’Osmanli ma anche il suo cambio di rotta nei confronti della stampa turco-ottomana.

4 Osmanli, 15 giugno 1882, “La Presse”, Salih.

5 Osmanli, 22 gennaio 1883, “Avis au lecteur”, Salih.

prevede un’edizione suddivisa in due parti, l’una in Ottomano, l’altra in francese. Scopo di questo duplice allestimento è quello di avere, in primo luogo, un numero di lettori più ampio e più cosmopolita; in secondo luogo, quello di proporre ai levantini e agli Europei, entro e fuori i confini imperiali, un’immagine più veritiera dell’Impero ottomano, accattivante e, sicuramente, più facilmente controllabile dal potere centrale. Infatti, mentre vedevano l’Impero disgregarsi sotto i loro occhi, gli Ottomani compresero che un aspetto vitale per la loro sopravvivenza era proporre un’immagine positiva di sè all’estero. […] Lo scopo in tutto questo era fermare il processo di disgregamento dello Stato Ottomano rendendolo parte del mondo civilizzato e parte del concerto Europeo7. Ma, per quale ragione l’élite Ottomana fin de siècle è ossessionata dalla sua immagine? Come si inserisce tutto questo nel contesto internazionale? la risposta è molto semplice: alla fine del XIX secolo tutto il mondo stava scoprendo il potere della stampa, e gli Ottomani non fanno eccezione8.

Il fine principale dell’Osmanli, quindi, è fornire e garantire un auto-rap­ presentazione dell’Impero in linea con la nuova politica e la nuova imma­ gine che Abdülhamid II sta tentando di dare al suo regno e allo Stato Ottomano. Come ricorda Abdullah Kiamil, l’Osmanli è stato fondato

«dans le devoir, devenu nécessaire, de rectifier vis-à-vis de la presse e du public européens [les] grave inexactitudes expressément voulues, qui nous avaient fait beaucoup de tort»9.

Espressione della linea editoriale tenuta dall’Osmanli sono i molti articoli in cui si indica la stampa turca come l’unico medium a disposizione degli Europei per conoscere e comprendere la vera natura dello Stato e della società Ottomani:

«nous invitons donc nos confrères de la presse européenne à se relâcher un peu de leur créance non justifiée […] des journaux de Pèra et Galata. Si l’on veut sincèrement être bien renseigné sur la Turquie, c’est aux journaux turcs qu’il faut demander des informations»10.

7 Deringil, Selim, The Well Protected Domains, Ideology and the Legitimation of Power in Ottoman Empire 1876-1909, London/New York, I.B. Tauris, 1998, p. 135-136.

8 Deringil, Selim, The Well Protected Domains, cit. p. 148.

9 Osmanli, 23 giugno 1881, “Question de traduction”, Abdullah Kiamil. Si veda anche l’articolo di Salih del 5 maggio 1881, “Les Livres sur la Turquie”, dove l’autore ribadisce le finalità del giornale definendolo “un organe national pour défendre sa cause dans une langue européenne” (corsivo mio).

10 Osmanli, 7 marzo 1881, “Les Ennemies du dedans”, Abdullah Kiamil. Vedi anche l’articolo di Salih del 16 giugno 1881, “La Malveillance systématique à un point ridicule”, in cui si biasima lo

L’uso del francese, pertanto, diviene doveroso e fondamentale. Come ribadisce Suleiman:

«c’est uniquement parce que nous nous adressons principalement à un public européen, qui ne connait pas notre langue que nous écrivons et traduisons nos articles en français»11.

Il giornale di Ilhami Efendi, pertanto, si propone come il mezzo con cui il governo e il Sultano Ottomani si presentano all’opinione pubblica Europea; il medium attraverso cui l’opinione pubblica Europea entra in contatto con l’Impero e la stampa turca. Nondimeno, questa avventura editoriale è anche un vero e proprio simbolo propagandistico, utilizzato per dimostrare come l’Impero ottomano si sia avviato sulla via della modernizzazione e abbia raggiunto importanti traguardi nella sua rincorsa alla modernità Europea.

L’Osmanli, per queste ragioni, si integra perfettamente con la stampa turco-ottomana, incarnandone molti dei caratteri fondamentali tra cui l’opinionismo politico e l’elogio-difesa dell’Impero, partecipando attiva­ mente allo sviluppo della società e dell’opinione pubblica Ottomane12. Da un lato, prende parte al processo di semplificazione della lingua Ottomana, con la sua parte turca13. Dall’altro, grazie alla sua sezione francofona, si Stamboul e la stampa pero-galata rei di tradurre in modo errato gli articoli dei giornali turco-ottomani e quindi di «donner à l’Europe un’idée défavorable de notre peuple et de sa presse». Una critica che viene rincarata dalla constatazione che i giornali peroti «ne manquent pas de saisir toutes les occasions de dénigrer les idées patriotique qui animent naturellement la presse nationale ottomane, dans sa lutte pour la défense des droits et d’intérêts sacrés du pays» (corsivo mio, ndr).

11 Osmanli, 12 giugno 1882, “La Presse irlandaise de Galata”, Suleiman. È importante notare come la redazione dell’Osmanli si vanti in diverse occasioni di ricevere lettere scritte in turco da lettori Europei, probabilmente degli orientalisti o levantini, a cui il giornale Ottomano attribuisce un importante valore simbolico sottolineando i legami con l’Europa e l’importanza dell’Impero ottomano, la quale stimola lo studio della lingua Turco-Ottomana da parte degli studiosi Europei. Per quanto riguarda la Turcologia e le sue origini basti ricordare: il saggio di Cahun, Leon, L’Introduction à l’Histoire de l’Asie, Turcs et Mongols des origines à 1405, edito a Parigi nel 1896; la vita e le opere di Arminius Vambéry, il quale tra l’altro fu amico di Abdülhamid II; e più recentemente il saggio di Jean Paul Roux, Histoire des Turcs: deux mille ans du Pacifique à la Méditerranée, Paris, Fayard, 19841, 2009.

12 Osmanli, 15 gennaio 1883, “Cette Jeune et folle presse turque”, in cui l’autore, che si firma significativamente come “un Ottomano”, così definisce le finalità della stampa in quanto educatrice dell’opinione pubblica: «nous n’essayons que d’être un interprète fidele de l’opinion publique ottomane, et nous nous estimons heureux, si nous pouvons y réussir. […] La presse ottomane déplait à certaines correspondants et politiciens étrangers, parce qu’elle défend les intérêts du pays».

13 Questo processo avviato da Ibrahim Şinasi e Namik Kemal, riceve il suo massimo contributo e risultato grazie ad Ahmed Midhat, Grazie a questo interprete di punta del giornalismo Hamidiano, la semplificazione della lingua ottomana raggiunge i suoi migliori risultati permettendo a fasce

presenta come un medium per l’opera di interrelazione e dialogo (spesso sotto forma di propaganda) con le comunità cristiane ed Europee presenti all’interno dell’Impero. La parte francofona, inoltre, si propone come uno strumento per migliorare la conoscenza del francese tra le élites Ottomane e un modo per approfondirne l’educazione culturale. L’educazione della società Ottomana, tuttavia, è sviluppata dal giornale di Abdullah Kiamil anche in altri modi: favorendo l’emergere delle nuove classi medie e la loro entrata nel mondo politico; e contribuendo a sviluppare la giovane opinione pubblica Ottomana attraverso il commento delle leggi, delle riforme e della politica estera euro-ottomana. Durante il regno Hamidiano, infatti, la stampa francofona consente una maggiore diffusione delle nuove idee e della modernità alle “masse”14 accordando ai cittadini una più diretta partecipazione negli affari statali. Infine, non si può tralasciare il ruolo decisivo che l’Osmanli riveste nelle relazioni con il resto della stampa Otto­ mana. Riferimenti espressi in numerosi articoli sulla stampa, sulla censura e sui rapporti tra testate giornalistiche nella capitale e nell’Impero, esempio del fermento editoriale degli anni Ottanta del XIX secolo e della vivacità di un’opinione pubblica che si allarga sempre più e pone le basi su cui si articolerà la successiva società turca15.

La struttura dell’Osmanli è molto fluida. Si compone essenzialmente di una serie di articoli – variabile da un minimo di 5-6 ad un massimo di 10 – in stretta relazione con l’importanza e il peso delle notizie. Tutti gli articoli, accanto alla descrizione dei fatti, propongono delle opinioni e sono tutti

sempre più ampie di popolazione l’accesso ai libri e, in special modo, ai giornali. Ahmet Midhat, infatti, è l’alfiere di una stampa “popolare” in grado di coinvolgere le masse nella vita sociale e politica dell’Impero. Un ruolo in cui lo stesso Sultano lo aveva spinto, sostenendolo in diverse occasioni e nominandolo a capo della stamperia imperiale con il fine di raccogliere maggiori consensi tra le masse turche e, al tempo stesso, controllarle più agevolmente, attraverso un’opera capillare di propaganda.

14 Relativamente al tema delle masse e del loro coinvolgimento nella dinamica socio-politica ottomana durante il XIX secolo e in modo particolare durante il regno hamidiano si rimanda al saggio citato di Gelvin, James L., Storia del Medio Oriente Moderno, cit. p. 112-113 e p. 185-186. Il concetto di massa riferito all’Impero ottomano è comunque da interpretare con le dovute cautele. Nel lungo Ottocento Ottomano, non è possibile parlare di veri e propri movimenti di massa o di un concreto intervento delle masse nella vita pubblica e politica dell’Impero. Tuttavia, è certo che, durante le Tanzimat e ancor di più durante l’ultimo ventennio del XIX secolo, le contingenze socio-politiche e culturali che coinvolgono l’Impero ottomano e ne contribuiscono al cambiamento favoriscono lo svilupparsi delle condizioni favorevoli alle future espressioni di massa che interesseranno tutta la regione mediorientale.

firmati, con il nome, la sigla o lo pseudonimo dell’autore16. Nonostante la presenza dei nomi, tuttavia, è difficile recuperare un feedback accurato degli autori degli articoli, dei dipendenti e dei collaboratori del giornale. Eccetto Ahmet Midhat gli altri giornalisti non hanno raggiunto una grande fama nel panorama socio-culturale Ottomano. Nondimeno, è importante notare come, in questa pubblicazione turco-ottomana semi-ufficiale, in cui la maggioranza dei giornalisti è turca, siano presenti collaboratori levantini o europei. Due tra i più importanti sono Marie de Launay e il Dr. Edwards, che firmano diversi articoli e inchieste, senza contare i numerosi corri­ spondenti o inserzionisti Europei, come Bonkowsky bey. L’Osmanli, quindi, è non solo il promotore dell’opinione pubblica Ottomana e un medium tra i vari gruppi sociali, ma è anche espressione della società Otto­ mana tout court in quanto emanazione delle varie componenti sociali impe­ riali17. Un esempio di quanto detto, della diffusione capillare del periodico e, al tempo stesso, del dialogo che intrattiene con i cittadini ottomani, è rilevabile nella serie di articoli e corrispondenze inviate dalle province18.

È opportuno, a questo punto, interrogarsi e analizzare più da vicino i temi trattati da questa pubblicazione. Gli articoli proposti presentano diverse sfaccettature e forniscono un’ottima rappresentazione della situa­ zione socio-politica imperiale, delle problematiche che il Sultano deve fronteggiare e delle modificazioni ideologico-sociali attraversate dalla società e dal governo Ottomani. Molto spesso, in uno stesso articolo sono comprese diverse tematiche, per questo motivo nel medesimo pezzo si può spaziare dalla politica estera alla politica interna, dalle opinioni econo­ miche alle opinioni teoriche e culturali, dalla società Europea e Ottomana al concetto di Civiltà e alle sue diverse declinazioni. I temi degli articoli variano dalla politica estera e dai rapporti con le Grandi Potenze, all’Otto­ manismo e all’Islamismo, affiancando la critica al colonialismo con la defi­ nizione del patriottismo Ottomano. Senza tralasciare temi molto impor­ tanti come l’emigrazione dei Musulmani (muhacir) dalle regioni che l’Im­

16 Queste ultime due opzioni sono usate quasi esclusivamente quando si tratta di lettere di lettori, corrispondenti e di autori estemporanei che non fanno parte della redazione.

17 Un aspetto indicativo della somiglianza presente tra le testate francofone, lo si può riscontrare in particolar modo nella sezione dedicata alle lettere dei cittadini dello Stamboul.

18 Lo spazio dedicato dall’Osmanli alle corrispondenze e alle notizie provinciali e molto ampio e raccoglie un numero di articoli considerevole (180). Non potendo elencare tutti gli articoli pubblicati dal giornale turco in questa sede se ne citeranno solo alcuni esempi: 10 gennaio 1881, “Hejaz”; 24 luglio 1882, “Créte”; 15 gennaio 1883, “Adrianople”.

pero ha dovuto cedere e la tutela dei Musulmani rimasti nei Balcani o da sempre residenti fuori dai confini imperiali (Asia Centrale, India, Sud-Est Asiatico, Nord Africa).

L’Osmanli, tuttavia, in quanto giornale d’opinione, tratta soprattutto tematiche politiche: il contenzioso con la Grecia (1881) sulle nuove fron­ tiere e la cessione di terre ad Atene stabilita a Berlino nel 1878; la questione tunisina e la questione egiziana, con i successivi scontri con Francia (1881) e Inghilterra (1882); e le nuove limitazioni dei territori imperiali. Accanto a questi temi si trovano gli articoli relativi alla situazione balcanica e ai difficili rapporti con i nuovi Stati emersi dopo il congresso di Berlino (1878), i quali si concentrano principalmente sulla Bulgaria e sulla situazione bosniaca, palesando un deciso tentativo di colonialismo interno dell’Impero sui suoi antichi possedimenti. Strettamente connessi a queste tematiche sono gli articoli sulle relazioni e sui rapporti con le grandi potenze – Inghilterra, Francia e Russia – ma anche con Italia, Austria-Un­ gheria e Germania, tutti funzionali alla spiegazione e descrizione degli sviluppi della politica estera Ottomana durante gli anni Ottanta dell’Otto­ cento.

In secondo luogo, l’Osmanli presenta temi che trattano l’aspetto econo­ mico e finanziario dell’Impero ponendo molta attenzione, dalla metà del 1881, alle discussioni e alle decisioni intorno al debito pubblico Ottomano e alle indennità di guerra da attribuire alla Russia. Alla tematica economica vanno sommati i numerosi articoli sulle risorse Ottomane e sulle modalità del loro sfruttamento19, che sollevano numerose polemiche tra i vari quoti­ diani. Questo tipo di articoli, accanto all’aspetto strettamente economico, riveste anche un altro ruolo decisivo. I pezzi economici, infatti, sono utili nell’individuazione e nella descrizione della nuova ed emergente classe media, fondamentale per gli sviluppi sociali dell’Impero a cavallo tra XIX e XX secolo.

Infine, il giornale turco propone una serie di temi sociali, espressi in arti­ coli di varia natura che spaziano dalle problematiche civiche ai lavori pubblici, all’istruzione, alla cultura e all’arte, senza dimenticare le notizie di cronaca. Il peso e il valore attribuito a queste tematiche non sarà costante nel tempo. Nel corso degli anni anche l’Osmanli subisce un’evoluzione in linea con quella avuta dal resto della stampa Ottomana. Così, dal 1882 lo

19 Per citare solo i principali articoli si vedano: Osmanli, 3 gennaio 1881, in cui Salih descrive una brochure sul debito pubblico ottomano; 4 luglio 1881, “Expo des huiles minérale du Caucase”; e 8 maggio 1882, “Question des forêts”. Senza dimenticare la serie di articoli di S. Topuz sul futuro industriale ed economico dell’Impero ottomano edita dal 20 aprile al 13 luglio 1882.

spazio delle notizie politiche diminuisce sensibilmente, anche se non in modo radicale. Una regressione dell’aspetto politico, a cui il giornale fa fronte aumentando il numero delle corrispondenze dalle province e dalle regioni più importanti dell’Impero, sia a livello politico come Cipro e la Macedonia20, sia a livello economico come Smirne o Trebisonda21. Nello stesso periodo aumentano anche gli articoli culturali e di interesse civico, legati alla città di Istanbul e al suo sviluppo urbano e sociale22. Nonostante il calo dell’aspetto politico, non si deve pensare che gli articoli culturali siano divenuti il nucleo del giornale, anzi, tra 1880 e 1885 la politica continua ad essere predominante. Gli articoli culturali, quindi, rimangono circoscritti, se non altro per la limitata disponibilità di spazio di un’edi­ zione bilingue. Tutti gli articoli, tuttavia, mantengono una medesima linea editoriale che prevede un intenso lavoro di propaganda ed esaltazione dei caratteri Ottomani, imperiali e Turchi23, come dimostrano gli articoli in cui si elogia il Sultano o il patriottismo Ottomano (inteso, spesso, come patriottismo musulmano)24, e anche i pezzi in cui si descrivono gli sviluppi della cultura Ottomana: la serie già citata sul “Mouvement littéraire ottoman”; la serie di Marie de Launay e Bonkowsky bey su Bursa; o gli articoli sull’architettura Ottomana25.

Filo conduttore dell’Osmanli – come sottolineato in precedenza – è la rappresentazione e la difesa dei caratteri patriottici dell’Impero ottomano e della politica del Sultano Abdülhamid II. Un sostegno e un elogio presente

20 Solo per fare alcuni esempi si veda: Osmanli, 4 maggio 1882, “Macédoine”; 20 novembre 1882, “Donasti”; oppure 7 dicembre 1882, “Salonique”.

21 Si vedano tra gli altri gli articoli dell’Osmanli, 25 maggio 1882, “Smyrne”; 18 settembre 1882, “Trebizonde”; o 25 settembre 1882, “Trebizonde”;

22 Osmanli, 14 settembre 1882, “Police”; oppure l’articolo sui lavori pubblici di Abdullah Kiamil del

Documenti correlati