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FRANCONIA E STAMPA FRANCOFONA

«L’histoire est autant le produit des re-présentations que des événements»1. Durante il XIX secolo, l’Impero ottomano è teatro di uno straordinario mutamento sociale e politico. Uno degli strumenti principali di questa trasformazione è la stampa e in modo particolare la stampa quotidiana in lingua francese. La stampa francofona, nel corso del lungo Ottocento Ottomano, conosce, infatti, una stagione di grande fioritura, svolgendo all’interno del panorama della stampa imperiale un ruolo di fondamentale importanza2.

Per poter comprendere il peso e la parte avuti dalla stampa francofona nell’evoluzione socio-politica Ottomana, tuttavia, è necessario fare alcune precisazioni. Innanzitutto, è necessaria una puntualizzazione temporale. Sebbene ci siano stati dei tentativi di introdurre la stampa nell’Impero ottomano già alla fine del XVIII secolo3, le prime esperienze concrete e

1 Michel Rocard, intervista apparsa su, Figaro, 16 novembre 2004 citato in Yasri-Labrique, Eléonore, La Turquie et nous, Enquête sur l’imaginaire turc de la France, Paris, L’Harmattan, 2010, p. 14.

2 Groc, Gérard; Çağlar, Ibrahim, La Presse française de Turquie, histoire et catalogue, Istanbul, ISIS, 1985.

3 Se escludiamo gli effimeri tentativi di Ebrei, Armeni e Greci di introdurre la stampa nell’Impero ottomano, rispettivamente nel 1494, 1567 e 1627, i primi esempi della tipografia e delle edizioni a stampa ottomani risalgono al 1727, anno in cui Sa’id Mehmed Effendi, figlio dell’inviato ottomano a Parigi Mehmed Effendi istituì la prima tipografia a caratteri arabi dell’Impero a Istanbul. Questa tipografia, successivamente, sarà diretta da Ibrahim Müteferrika, rinnegato ungherese divenuto musulmano e suddito Ottomano, il quale riuscì a pubblicare circa venti libri, tra testi turchi, arabi, persiani e traduzioni dal francese e dall’inglese, prima di morire nel 1745. A questo esperimento, bloccato dagli ulema più conservatori, faranno seguito i primi esperimenti giornalistici pubblicati nell’Impero ottomano dall’Ambasciata francese di Istanbul durante il periodo rivoluzionario (1795-97): Bulletin de Nouvelles, Gazette française de Constantinople e Mercure Oriental. Queste edizioni, sebbene fossero indirizzate esclusivamente ai francesi residenti a Istanbul al fine di informarli sugli sviluppi rivoluzionari, hanno svolto un ruolo decisivo nell’evoluzione della stampa Ottomana. Non solo hanno aperto la via alla stampa francofona ma hanno anche aperto il canale decisivo che ha reso la stampa un medium privilegiato per la diffusione delle idee e della modernità europee. Le notizie diffuse da questi periodici non erano lette solo dai francesi ma toccavano un pubblico più ampio che andava dai levantini, alle élites dei millet, fino ai dignitari Ottomani che, sebbene non ancora in grado di leggere in francese, avevano la possibilità di farsi tradurre dai dragomanni quanto

continuative legate al mondo della stampa si svilupperanno solo nei primi decenni del secolo XIX con i giornali francesi editi a Smirne, la cui impor­ tanza si concretizza soprattutto nella lingua utilizzata: il francese. In secondo luogo, bisogna distinguere la stampa francofona da quella fran­ cese o Europea. I giornali di cui si propone l’analisi non sono giornali Europei, ma sono giornali Ottomani a tutti gli effetti. Questi periodici sono pubblicati nell’Impero, specialmente a Istanbul, e sono editi da citta­ dini ottomani, siano essi levantini, turchi-ottomani o membri delle diverse comunità imperiali. Infine, va precisato come il fenomeno della stampa francofona nell’Impero ottomano sia molteplice nei suoi aspetti e nelle sue finalità. La peculiarità di questa stampa, infatti, si trova nelle opinioni che esprime e negli interessi che difende. Le riviste francofone, sebbene frequentemente difendano gli affari delle potenze straniere o di un preciso millet4, nel medesimo tempo, interpretano e sostengono anche il punto di vista imperiale. Pertanto, «la presse d’expression française ne correspond donc pas exactement à la presse pro-française»5. Per queste ragioni, accanto a piccole riviste tecniche o mondane dall’esistenza effimera troviamo dei grandi quotidiani, al primo posto dei quali si trova lo Stamboul (divenuto Istanbul nel 1934) che, edito dal 1875 al 1964, fu considerato come il decano della stampa di Turchia6.

Quando si parla di stampa francofona, quindi, non si deve intendere la stampa pubblicata in Europa e giunta nell’Impero tramite posta o corriere, ma si devono considerare le pubblicazioni dirette a “tradurre” e fornire le notizie Ottomane in una lingua-Koiné comprensibile all’interno di tutte le sue comunità non-musulmane e al di fuori dell’Impero 7. Per questo, è necessario operare una distinzione tra «la presse “traditionnelle” de langue française», vale a dire quella che rappresenta gli interessi stranieri o delle

pubblicava l’ambasciata francese nella loro capitale.

4 «C’est une presse fait par des étrangers […] pour s’immiscer dans la sphère intellectuelle ou tant simplement commercial du pays. C’est aussi quelque fois le véhicule de revendications communautaires», in Groc, Gérard; Çağlar, Ibrahim, La Presse française de Turquie, cit. p. 3.

5 Georgeon, François, “Aperçu sur la Presse de langue française en Turquie pendant la période kémaliste (1919-1938)”, in Dumont, Paul; Bacqué-Grammont, Jean-Louis (eds), La Turquie et la France à l’époque d’Ataturk, Collection Turcica I, Paris, Association pour le développement des études turques, 1981, p. 199-214, p. 199. [corsivo mio, ndr.]

6 Ivi. p. 199.

7 Vedi: Osmanli, 17 ottobre 1881, l’articolo di Sadik “Les musulmanes en Bulgarie et la presse pèrote”.

minoranze e che si indirizza essenzialmente ad un publico non-turco, e «la presse turque d’expression française» destinata ai lettori francofoni di Turchia e agli stranieri8.

L’importanza della francofonia nell’Impero ottomano.

A questo punto sorge spontanea la domanda: perché la lingua francese nel XIX secolo è così importante? Quali sono le influenze o le motivazioni che spingono gli Ottomani a esprimersi in francese piuttosto che in Otto­ mano? Innanzitutto, si deve sottolineare come, a partire dal regno di Selim III (1789-1807), si possa parlare della progressiva costituzione di una comunità francofona all’interno dell’Impero,che comprende sia francesi e levantini che turchi, e fa del francese la principale lingua veicolare tra Impero ottomano e Occidente9. Dall’altro lato, va ricordato che la stampa francofona, pur essendo indirizzata ad un pubblico francofono, non è una prerogativa esclusiva dei Francesi, ma è una stampa redatta per quegli Ottomani che scrivono in francese sia per difendere i loro interessi, sia per attaccare il governo, sia, più semplicemente, per proporre un diverso discorso culturale10. Durante l’Ottocento e, in modo peculiare nel periodo delle riforme (1839-1876), infatti, il francesse è divenuta la lingua di comu­ nicazione dell’Impero con l’estero e pertanto la sua conoscenza era neces­ saria alle élites politiche. Lingua della diplomazia, il francese è anche una lingua di cultura diffusa dalle scuole e dalle missioni francesi oltre che dal Liceo di Galatasaray, e parlata dagli Ottomani colti e dalle minoranze. La lingua francese, inoltre, ha avuto un posto eccezionale nella vita econo­ mica e finanziaria grazie a istituzioni come la Banca Ottomana o il Debito Pubblico, le cui pubblicazioni si facevano essenzialmente in francese11.

Se a questo si aggiunge la presenza di una colonia francese di circa 10.000 persone, si può facilmente comprendere come una stampa d’espressione francese si sia sviluppata nell’Impero ottomano. La rilevanza della lingua francese, tuttavia, ha anche motivazioni tecniche e pratiche. Vista la difficoltà a reperire materiale e tecnici in grado di comporre in lingua Ottomana, l’uso del francese, già allora Koiné euro-mediterranea,

8 Georgeon, François, “Aperçu sur la Presse de langue française en Turquie”, cit. p. 206.

9 Groc, Gérard; Çağlar, Ibrahim, La Presse française de Turquie, cit. p. XIV.

10 Ibidem, p. 3.

risulta essere molto più semplice. Inoltre, non si deve dimenticare che le prime esperienze ufficiali della stampa Ottomana negli anni 1830 (Moniteur Ottoman) e 1840 (Ceride-i Havadis) sfruttano quasi esclusivamente mano d’opera levantina o greco-armena e utilizzano materiali tipografici prodotti in Europa. La preponderanza della francofonia12, di conseguenza, è dovuta alla volontà di comunicare dell’Impero ottomano non solo con l’Occi­ dente Europeo e la sua opinione pubblica, ma soprattutto, con le diverse componenti presenti all’interno dell’Impero stesso. Esemplificativo di questa volontà e dell’importanza della lingua francese è l’editoriale dello Stamboul del 1 gennaio 1881, in cui l’autore, celebrando il nuovo anno, descrive il ruolo del giornale e della francofonia in questo modo:

«Il y a place pour tout le monde au foyer de l’intérêt public […] le Stamboul petit-fils du

Levant Times se croit digne de son aïeul. Il ne professe pas, il est vrai, le dualisme

d’idiomes que pratiquait son ancêtre; mais cela tient à ce que la situation des colonies locales s’est considérablement modifiée depuis quelques années; que la langue commune à tout l’Orient étranger est le français; et que s’exprimer seulement en cette langue répond aujourd’hui complètement au besoin général»13.

Il francese, quindi, dagli anni ‘30 del XIX secolo viene presentato come la lingua veicolare dell’Impero, un ruolo che ha rivestito fino al 1890, quando le politiche hamidiane, la semplificazione della lingua Ottomana e le reazioni alla presenza Europea hanno depotenziato l’uso di una lingua straniera nelle questioni ufficiali14. L’uso del francese come mezzo di comunicazione, tuttavia, non è solamente legato alla sua qualità di lingua franca euro-mediterranea, ma è anche funzionale alla trasmissione all’e­ sterno dei fatti di cronaca politica, economica e sociale riguardanti l’Im­ pero e le sue élites. Durante le Tanzimat, pertanto, la lingua francese si trasforma in uno strumento per ammodernare l’Impero attraverso l’ade­ sione delle élites Ottomane alle categorie e alle idee Europee, al punto che

12 Per quanto riguarda l’influenza della francofonia nell’ambito culturale e soprattutto letterario si vedano il saggio di Gül Mete-Yuva, tratto dalla sua tesi di dottorato, La Littérature Turque et ses sources françaises, Paris, l’Harmattan, 2006; e il capitolo I del saggio di Thobie, Jacques, Les Intérêts culturels français dans l’Empire Ottoman finissant. L’Enseignement laïque et en partenariat, Collection Turcica, XVI, Paris/Louvain, Peeters, 2008.

13 Stamboul 1 gennaio 1881.

14 A questo proposito si veda l’articolo dello Stamboul del 5 maggio 1883, “L’instruction Publique”, che annuncia la sospensione della classe di Francese nelle scuole civili.

coloro che conoscono il francese diventano i canali e il francese stesso il veicolo, per le idee di modernità15. Un chiaro segnale della progressiva adesione dell’Impero e delle sue élites al sistema mondiale moderno16.

A partire dagli anni Ottanta del XIX secolo, in concomitanza con la nascita di una retorica Hamidiana volta a risollevare l’Impero, la lingua francese assume un nuovo criterio di importanza per le élites Ottomane, che va ben oltre quello di poter comunicare tra loro e con gli Europei nei quartieri cosmopoliti di Istanbul e delle altre città Ottomane. Questo criterio, ben più rilevante per la propaganda della fine del XIX secolo, è la possibilità di esprimere all’opinione pubblica Europea i progressi, le riforme e l’immagine di solidità e benessere dell’Impero17. Per esemplifi­ care questa tesi si possono riportare alcuni esempi tratti dall’Osmanli, come l’editoriale di Kiamil Partit en guerre del 24 gennaio 1881, in cui l’autore così conclude:

«la presse turque a eu tort de partager au nom de la population indigène; il faut lui pardonner, elle ne le fera plus. Dorénavant elle se bornera à parler au nom de la popula­ tion ottomane ainsi qu’elle a toujours cru et voulu faire».

Oppure: l’articolo di Suleiman La Circulaire de M. Barthelemy St. Hilaire en Europe et à Galata (27 gennaio 1881); gli editoriali di Abdullah Kiamil Soyons sérieux (18 luglio 1881) e Politique utile (14 luglio 1881); l’articolo di Ahmet Midhat Les Élucubrations du journal le Danube (24 ottobre 1881); senza dimenticare l’importante serie di articoli di Salih sul Mouvemente litté­ raire ottomane pubblicati tra il 6 e il 31 ottobre 1881, il 28 settembre, il 2 e il 27 novembre 1882, con il fine di dimostrare come il panorama culturale ottomano fosse attivo e in fermento. Infine, un altro articolo significativo a questo riguardo è quello di Salih dal titolo Livres sur la Turquie del 5 maggio 1881, in cui l’autore dichiara apertamente che l’Osmanli è un “organo nazionale” nato per difendere, scrivendo in una lingua straniera, gli interessi dell’Impero.

15 Davison, Roderic H., “The French Language As a Vehicle for Ottoman Reform in the Nineteenth Century”, in: Bacqué-Grammont, Jean-Louis; Eldem, Edhem (eds), De la Révolution Française à la Turquie d’Atatürk, Varia Turcica XVI, Istanbul/Paris, ISIS, 1990, p. 125-140; p. 132.

16 In relazione al concetto di “sistema mondiale moderno” si rimanda al saggio recentemente pubblicato di Gelvin, James L., Storia del Medio Oriente Moderno, Torino, Einaudi, 2009.

17 Questa necessità di rappresentare positivamente l’Impero si riflette anche nelle frequenti critiche rivolte alla stampa perota rea di falsificare le notizie ottomane per eccitare l’opinione pubblica europea contro l’Impero ottomano. Vedi: Osmanli 10 marzo 1881, “Exemple d’impartialité” di Abdullah Kiamil e Osmanli 14 marzo 1881, “Une Autre exemple d’impartialité”, di Abdullah Kiamil.

In questa preponderanza comunicativa del francese – medium privile­ giato con il mondo Europeo e non solo – non si deve nemmeno dimenti­ care l’altra sua funzione mediatica: la trasmissione delle idee e dei modelli francesi. I rapporti di amicizia con la Francia, uniti ad una dichiarata volontà delle élites Ottomane di voler restare al passo con i tempi impa­ rando e traducendo dalla lingua e dalla cultura francesi, permette alla Francia di diffondere i suoi modelli educativi, politici e morali all’interno dell’Impero18. Questa vicinanza ideologica, che verrà meno solo dopo il cambio di alleanze e l’avvicinamento alla Germania guglielmina, non perde del tutto il suo carisma e la sua importanza nemmeno durante la crisi tuni­ sina in cui l’amicizia tra Francia e Impero ottomano è maggiormente messa alla prova19. Più che il peso politico della Repubblica Francese, il vero motore della francofonia Ottomana, infatti, è la cultura francese: sia letterario-filosofica, sia scientifica. Numerosi sono i testi tradotti dal fran­ cese al turco-ottomano durante il XIX secolo, e altrettanto numerosi sono i testi francesi letti con assiduità dall’élite Ottomana e dalle emergenti classi medie urbane e provinciali: dai testi teatrali di Racine ai trattati economici e filosofici, ai grandi romanzi di Hugo o Dumas fino ai feuil­ leton e ai romanzi d’appendice20. Un interesse letterario strettamente dipendente dallo sviluppo di nuove scuole e dal miglioramento dell’istru­ zione di base, che allarga il numero dei lettori. Inoltre, non deve essere tralasciato il fattore probabilmente più decisivo: la stampa e quella franco­

18 L’influenza francese non si evince solo dalle forme letterarie utilizzate dall’intelligenzia Turca, ma soprattutto dal continuo paragone tra Francia e Impero ottomano. L’influenza francese sull’élite Ottomana, tuttavia, non si ferma qui. A partire dai giornali ottomani, che trovano il loro modello nella stampa francese, si può osservare come tutta una serie di istituzioni, prima tra tutte il sistema educativo, siano ispirate al modello francese. Vedi Abdullah Kiamil, “Les Romans français traduits en turc”, in Osmanli 6 gennaio 1881; Abdullah Kiamil, “L’Influence français en Orient”, in Osmanli 17 gennaio 1881; Ahmet Midhat, “Le Fenianisme et le Nihilisme”, in Osmanli 23 giugno 1881 (interessante per capire quanto a fondo siano penetrate le idee europee) e Ahmet Midhat, “ La Presse étrangère sur le procès d’État”, in Osmanli 25 luglio 1881. Per un confronto dei sistemi educativi franco-turchi e delle loro connessioni vedi: Zuccolo, Luca, Sistemi educativi a confronto: Germania, Francia e Turchia, 2006-2007, consultabile in http://www.ceprof.unibo.it/docs/zuccolo.pdf.

19 Nelle pagine dell’Osmanli sono numerosi gli articoli in cui i giornalisti Ottomani, pur testimoniando la loro amicizia e il loro debito verso la Francia e i francesi, sottolineano come la colonizzazione della Tunisia abbia fatto perdere a Parigi il ruolo di preminenza che aveva conquistato in Oriente grazie alla sua continua e fruttuosa influenza.

20 Un’ottima analisi delle influenze francesi sulla letteratura e sulla società ottomana si può trovare nel saggio di Gül Mete-Yuva, La Littérature turque et ses source françaises, cit. in cui l’autrice sottolinea alla p. 92 come «la littérature française reste une référence commun incontestée; à la fin du siècle, tout les hommes de lettres continuent à se tourner vers elle […] malgré des lacunes, la littérature française est intériorisée».

fona in modo particolare21. La stampa e la moderna letteratura mettono in evidenza le virtù del progresso, della scienza e della libertà, erodendo, così, lentamente e continuamente le basi dell’assolutismo. […] La stampa e il sistema educativo, infatti, incarnano il simbolo della modernità se non la modernità stessa22.

Il processo di “francofonizzazione”, tuttavia, non è stato immediato ed ha conosciuto una lunga evoluzione durata per tutto il XIX secolo, che comincia con la fondazione della Tercuman-i Odası negli anni Venti dell’Ot­ tocento, da parte di Mahmud II (1808-1839) e raggiunge i suoi massimi livelli e risultati negli anni Ottanta del secolo. A riprova di questo sviluppo, oltre agli esempi già ricordati, vi sono la creazione di una nuova scuola di lingue alla Sublime Porta, dove l’insegnamento del francese è alla base di tutti i curricula23, e di alcune filiali dell’Alliance Française a Istanbul e in Egitto, con il preciso scopo di diffondere la lingua francese nel vicino oriente24. Il francese, quindi, ricopre un ruolo decisivo non solo a livello diplomatico e culturale, ma si presenta, durante il regno Hamidiano, come uno dei caratteri peculiari dell’élite e dell’opinione pubblica Ottomane, in quanto medium privilegiato e porta d’accesso alla modernità e alla civiltà25

21 A questo proposito è importante segnalare la costante pubblicazione di un feuilleton da parte dello Stamboul, ma anche la sua rubrica bibliografica. Quest’ultima viene pensata come mezzo per favorire la lettura e la conoscenza della lingua e cultura franco-europea, e permette di individuare alcuni dei temi prediletti dall’opinione pubblica ottomana e come essa si stia sviluppando. Si vedano gli articoli dello Stamboul, dal titolo Bibliographie, a partire dal 19 marzo 1881, e in particolar modo l’avviso ai lettori del 7 luglio 1881, in cui si presenta il nuovo bollettino bibliografico, pensato per stimolare la lettura e superare le difficoltà presenti in Turchia nell’accesso ai libri stampati. «Inutile, croyons nous, d’en dire davantage pour faire apprécier ce que nous offrons au publique […] inspiré par des idées de propagande littéraire se développant à l’abri d’une intimité des rapports entre le journal et ses lecteurs». Si consultino, inoltre, gli articoli e i trafiletti sull’apertura della biblioteca civica di Istanbul (14 novembre 1882 e 18 gennaio 1883).

22 Karpat, Kemal H., The Politicization of Islam, Reconstructing Identity, State, Faith, and Community in the Late Ottoman State, New York, Oxford University Press, 2001, p. 135.

23 Vedi: Stamboul, 7 novembre 1883, “École de Langue à la Sublime Porte”; e l’articolo pubblicato dallo Stamboul il 15 novembre 1883 dal titolo “École de Langue Française”. Questo secondo articolo è interessante per le critiche mosse alla nuova istituzione, creata all’interno della Sublime Porta, dall’Osmanli. Quest’ultimo, infatti, pur ritenendo importante l’educazione dei burocrati considera questa nuova scuola come un impedimento al regolare svolgersi dell’attività amministrativa.

24 Vedi: Stamboul 14 marzo 1884, “L’Alliance Française à Constantinople” e 14 aprile 1885, “L’Alliance Française en Egypte”. Si consulti anche il saggio di Thobie, Jacques, Les Intérêts culturels français dans l’Empire Ottoman finissant, cit. pp. 236-289.

25 In questo frangente per “civiltà” si intende solo l’aspetto tecnologico della modernità europea e non i risvolti culturali che vi sottendono. A questo riguardo si consulti il già ricordato saggio di Davison, Roderic H., “The French Language As a Vehicle for Ottoman Reform in the Nineteenth Century”, cit. pp. 132-135, in cui l’autore descrive l’uso di parole francesi oppure di neologismi turco-ottomani modellati sulla base di termini francesi al fine di adeguarsi alla modernità

tecnico-Europea. Ciò nonostante, l’adesione ad una lingua, che resta pur sempre una lingua straniera, anche se funzionale ai progetti di riforma e di ammo­ dernamento dello Stato, non è completa e senza contrasti. Il francese rimarrà esclusivamente la lingua della comunicazione con l’estero, e non soppianterà mai il turco-ottomano come lingua dello Stato e delle relazioni sociali all’interno della società Ottomana. Per questo, proprio durante gli anni Ottanta dell’Ottocento, si assiste ad un duplice processo che vede intrecciarsi il fiorire della lingua francese come lingua culturale ed elitaria e lo svilupparsi di una lingua ottomano-turca che potremmo definire proto-nazionale. Un esempio di questa duplicità lo si può trovare nello sviluppo del sistema scolastico, soprattutto primario, e nel maggiore spazio concesso alla lingua turca nell’insegnamento superiore26. Un ulteriore

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