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Due secoli di storie della letteratura latina

EDIZIONI

DELI! ORSO

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Culture Antiche. Studi e testi

Collana diretta da Adriano Pennacini, Pier Luigi Donini, Gian Franco Gianotti

Antonio M A D D A L E N A

Letture dai Vangeli.

1989, pp. 96, L. 20.000

Gli scritti inediti, frutto degli ultimi an-ni, dello studioso già interprete dei tragici, degli storici e dei filosofi greci; un intenso colloquio con le pagine del Nuovo Testamento e un ricordo com-mosso del collega torinese Vincenzo Ciaffi. Il culto laico dell'amicizia e l'esperienza religiosa restituiscono l'immagine umana di un maestro.

Pier Luigi D O N I N I

Ethos.

Aristotele e il determinismo.

1989, pp.168, L. 30.000

Questo libro tenta di presentare Ari-stotele, il padre legittimo della discus-sione delle scuole ellenistiche su de-terminismo e indede-terminismo, senza

costringerlo in nessuno dei due poli opposti: rendendo cosi giustizia sia all'avversione del filosofo per la ne-cessitazione (De interpretatione.

Me-tafisica). sia alla sua insistenza sulle

costanti del carattere e del comporta-mento nell'Etica Nicomachea.

Di prossima pubblicazione: A d r i a n o PENNACINI

Tecniche e funzioni della

satira: Lucilio e Persio.

Gian F r a n c o GIANOTTI

Due secoli di storie della

letteratura latina.

liana. E poi quello stile vocale, in cui canto declamato e canto melodico si mescolano — cosi lontano dal recita-tivo accompagnato italiano — stile vocale nel quale l'Abert ed il Paum-gartner riconoscono l'originale "ger-manesimo" del Flauto magico. Ma se accettiamo, con Mila, che il senso ul-timo della fiaba mozartiana sia da ri-cercare nella sua spontaneità sorgiva, nel suo tono popolaresco, infantile, e non negli elevati significati massoni-ci e misteriosofimassoni-ci, allora riusmassoni-ciamo a percepire l'interna coerenza dram-matica dell'opera, fino a scoprire, nella musica stessa e al di là delle in-congruenze del libretto, i segni di quel divenire psicologico già miraco-losamente depositato nei capolavori italiani. „. „ _ .

Piero Cresto Dina

H . C . ROBBINS LANDON, Mozart. Gli

anni d'oro 1781-1791, Garzanti, Mi-lano 1989, ed. orig. 1989, trad. dal-l'inglese di E.M. Ferrando, F. Gianni-ni Iacono, P. PacciaGianni-ni, L. Sosio, pp. 212, Lit 60.000.

Diciamo subito che la ricchezza dell'apparato iconografico costitui-sce il carattere distintivo di questo elegante volume. Testo e immagini collaborano qui, con rara puntualità, a un medesimo fine. Si tratti di vedu-te della città di Vienna o di scenogra-fie teatrali, di autografi mozartiani o di ritratti di mecenati, amici, cantan-ti, l'intento risulta quello di rico-struire lo sfondo, il milieu, nel quale visse e operò Mozart nel corso degli ultimi dieci anni di vita. Il saggio si segnala forse per un certo carattere divulgativo, rispetto al quale non mancano di creare qualche attrito l'approfondimento delle fonti, l'at-tenzione per la bibliografia più re-cente, l'intenzione di proporre ag-giornatissime risposte a determinati problemi critici, sulla base del mate-riale documentario resosi disponibile negli ultimi anni. In altre parole: gli addetti ai lavori troveranno forse troppe pagine di semplice "ripasso", mentre il lettore meno esperto potrà forse smarrirsi di fronte al rilievo ac-cordato a quesiti che presuppongono una già buona conoscenza della lette-ratura mozartiana.

Piero Cresto Dina

Teatro

EDOARDO SANGUINETI, Commedia

dell'Inferno. Un travestimento dan-tesco, Costa & Nolan, Genova 1989, introduzione di Federico Tiezzi, pp. 95, Lit 12.000.

Il testo pubblicato da Costa &

No-lan riproduce senza alcuna correzio-ne il copiocorrezio-ne che Sanguicorrezio-neti ha con-segnato a Federico Tiezzi, regista dei

Magazzini, perché nel giugno scorso

10 allestisse con i suoi attori e con i giovani partecipanti a un laboratorio "per un Teatro di Poesia". Trattasi di prova folle e stupenda, di uno zoo di lingue e linguaggi, di una gran fie-ra, visitando la quale il lettore può mettere alla prova la sua curiosità e la sua meraviglia. I versi danteschi so-no innestati con Boccaccio e il com-mentatore Benvenuto, Chrétien de Troyes, Giacomo da Lentini ed Ezra Pound. Sanguineti ha confinato nel prologo e nell'epilogo Dante e Virgi-lio e ha chiamato direttamente i per-sonaggi ad affrontare il pubblico. Ciascuno nel suo luogo, con il pro-prio monologo, ciascuno sorretto da una meticolosa didascalia, introdotti da un presentatore e da una valletta si fanno avanti, come in uno svolger-si di stazioni, Caronte e Minosse, Paolo e Francesca, Farinata e Pier della Vigna, il gigantesco Capaneo e 11 mostruoso Gerione, i diavoli e Vanni Fucci, Ulisse e il conte Ugoli-no, e infin Lucifero, muto, come una semplice eppur macchinosa appari-zione. Il tutto è riassumibile in forma di epigramma, con le parole dettate dallo stesso Sanguineti: "Un Dante

in travestimento, il contrario giusto di

un Dante in costume".

Gian Luca Favetto

II Museo della marionetta di Torino, Friuli & Verlucca, Ivrea 1989, testo di Gian Mesturino, fotografie di Rodolfo Suppo e Manuela Cerri, note e com-menti di Girolamo Angione, pp. 123, Lit 100.000.

Duecento anni di storia in un cen-tinaio di pagine e, soprattutto, in una settantina di splendide fotografie. La storia di un popolo, quello delle marionette; la tradizione di una vita errabonda e di un modo di far spetta-colo che ha radici antiche e che da una decina d'anni, dopo secoli di pe-regrinazioni, ha trovato rifugio nei sotterranei della chiesa di Santa Te-resa in via Santa TeTe-resa 5, nei tre lo-cali attigui al Teatro Gianduja. Cin-quemila pezzi, i primi costruiti nel Settecento, gli ultimi qualche anno or sono, in forma di uomini e donne, contadini e soldati, giocolieri e prin-cipesse, diavoli e cortigiani, e poi leo-ni, elefanti, folletti, carrozze, auto-mobili, tram: tutto ciò che è immagi-nabile a cominciare naturalmente dalle maschere della commedia del-l'arte, da Arlecchino e Pantalone, da Gianduja (una cinquantina di mario-nette sono dedicate a lui), fino a Ga-ribaldi, a Stanlio e Ollio, a

Cappuc-cetto Rosso, a Biancaneve, al Signor Bonaventura e ai protagonisti dei fu-metti del Corrierino dei Piccoli. Sono tutti raccolti in questo volume come in un catalogo di fantasie, sorpresi dalla macchina fotografica come per-sonaggi pieni di vita, non come pezzi di legno inanimati.

Gian Luca Favetto

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