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159dunque, gli estremi cronologici riportati sui faldoni conservati presso il

Centro Studi di Napoli, che contengono, infatti, paratesti datati a partire del 1956 fino al 2000.

Il lavoro operato sul patrimonio documentario conservato in questo archivio è stato caratterizzato solo in parte da un approccio prettamente e specificatamente archivistico: attraverso l’utilizzo del programma Ar-

chimista8 è stato possibile generare un primo e semplicistico inventario

dei faldoni e dei fascicoli che, ad ogni modo, risulta però imprescindibile per spingersi e soffermarsi, in un secondo momento, su un tipo di studio, di analisi storico-artistica e di rielaborazione delle fonti, più affini ad un

lavoro storico, letterario e testuale. Pur rappresentando un lavoro di base,

grazie all’uso di Archimista, applicazione open-source per il censimento, riordino e inventariazione di archivi storici, sono stati garantiti gli standard di descrizione internazionale che assicurano il corretto allineamento dei dati e delle notizie trattate, consentendo la realizzazione di banche dati di descrizione (di simili archivi) in coerenza con le norme dettate dall’I- CAR e dunque (ISAD, ISAAR) e nazionali (NIERA9), anche con relativi specifici vocabolari per fotografie, disegni e stampe. Inoltre, grazie all’uso di questo sistema di schedatura sarà possibile associare in futuro oggetti digitali in formato JPG e PDF alle relative descrizioni archivistiche e ge- nerare report in PDF o RTF per la creazione automatica di un inventario, pubblicabile on-line o stampabile in forma analogica. L’uso di un software per la gestione dell’Archivio Savioli, dunque, si rende indispensabile per la valorizzazione del fondo stesso, in virtù del fatto che esso raccoglie una documentazione rarissima, composta da materiali che tracciano la storia della cultura e dello spettacolo in Italia10.

8 La dott.ssa Ferrauto ha applicato alcune delle competenze di base, apprese e svi- luppate nell’ambito del corso di aggiornamento e di perfezionamento professionale in “Programmazione e gestione di interventi per gli archivi e le biblioteche digitali” prima edizione 2014/2015, svoltosi presso l’Università degli Studi di Salerno. Per una scheda informativa sul software utilizzato, si veda: <https://www.regione.lombardia.it/wps/ portal/istituzionale/HP/DettaglioRe dazionale/servizi-e-informazioni/Enti-e-Opera- tori/cultura/Biblioteche-ed-archivi/archimista/archimista>; per il dettaglio, si veda <http://www.archimista.it/wp-content/uploads/2015/11/Manuale_Archimista.pdf>.

9 niEra: Norme Italiane per l’Elaborazione dei Record d’Autorità archivistici di enti, persone, famiglie.

10 Data l’importanza della documentazione ritrovata, appare necessario impiegare uno strumento archivistico aperto, attraverso il quale poter esportare i dati nei formati CAT-SAN e METS-SAN, secondo il tracciato di interoperabilità e sviluppo (Ead 3, EAC-CPF, SCONS2Si veda: http://www.icar.beniculturali.it/index.php?id=253.

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Questa combinazione ibrida permette di accedere alle informazioni contenute nei faldoni, precedentemente non identificabili attraverso ca- tegorie specifiche, per estrapolare, in una seconda fase di studio, notizie relative alla storia degli spettacoli e dei protagonisti in scena in Italia, sof- fermandosi in particolare sul teatro internazionale, di cui Savioli dimostrava di essere un grande estimatore.

L’Archivio Savioli rientra nella categoria degli “Archivi di persona” in- torno ai quali, negli ultimi decenni si è sviluppata un’attività di salvaguardia, raccolta, riordinamento e inventariazione volta ad investigare il Soggetto

produttore ed il suo lavoro, l’officina, i rapporti umani e professionali11.

Questa tipologia di Archivi, al di là dell’evidente interesse che rivestono in riferimento alle procedure di ricostruzione biografica, costituiscono una delle fonti privilegiate per lo studio di molteplici aspetti del nostro

tessuto sociale12. Ciò traspare vividamente anche analizzando il contesto

documentale Savioli.

Nel corso dell’analisi dei primi 12 faldoni, riguardanti il ventennio 1950-1970, appare evidente l’evoluzione della carriera di Aggeo Savioli, non solo attraverso la percentuale di fascicoli conservati, presunti o re- cuperati all’interno dei faldoni, il cui numero aumenta o diminuisce in

11 Sugli archivi di persona cfr. M. raffaEli, “Specchi di carta”?: rapporto di medio termine sugli archivi di persona, «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 25 (2011), pp. 171-187; M. trEviSan, Gli archivi letterari, Roma, Carocci, 2009; R. navarrini, Gli archivi privati, Torre del Lago (LU), Civita Editoriale, 2005; A. roMiti, Per una teoria dell’individuazione e dell’ordinamento degli archivi personali, in Specchi di carta: gli archivi storici di persone fisiche: problemi di tutela e ipotesi di ricerca, a cura di C. Leonardi, Firenze, Fondazione Ezio Franceschini, 1993, pp. 89-111.

12 Ampia e diversificata la letteratura sull’argomento, sul quale hanno scritto Capro- ni, Petrucciani, Serrai, e poi più recentemente Misiti, Sabba, Zagra e ancora Navarrini, Romiti, Trevisan, Raffaeli etc. Di recente all’Università degli Studi di Salerno si è tenuto un importante convegno internazionale sul tema: Il privilegio della parola scritta. Gestione, conservazione e valorizzazione di carte e libri di persona (10-12 aprile 2019), organizzato dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, con la collaborazione del Centro Bibliotecario dell’Ateneo salernitano, il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e la Commissione nazionale biblioteche spe- ciali, archivi e biblioteche d’autore dell’Associazione italiana biblioteche. Il Convegno ha avuto, inoltre, il patrocinio dell’Associazione italiana docenti universitari scienze archivistiche (AIDUSA), dell’Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI) e della Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche (SISBB). I singoli interventi sono disponibili su: <https://www .youtube.com/channel/UCRZSGCmX 6Rcw26NFv62_nKA/videos>.

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alcune annate13, ma anche attraverso la notevole e altissima percentuale di

fascicoli riguardanti gli spettacoli provenienti dall’Europa o dall’America, in scena in Italia o durante i festival estivi, in lingua originale o, addirittu- ra, in traduzione simultanea, così come riportano le indicazioni su alcuni

programmi di sala14.

Dopo una lunga fase di ricognizione e di riconoscimento del valore dei fascicoli contenuti all’interno di questi faldoni, e dopo aver stilato un inventario che tiene conto degli estremi cronologici dell’intero archivio, emerge un resoconto interessante: la percentuale di programmi di sala, contenuti all’interno dei faldoni, è più alta rispetto al numero di fascicoli di altra categoria e tipologia, tanto che nel ventennio 1950-1970 se ne contano ben 115.

In questa fase di studio, intermedia e ibrida, in cui è necessario costruire un’inedita impalcatura analitica e critica che abbia come punto di riferi- mento e di partenza le fonti cartacee, ossia i paratesti, le recensioni ed il loro rapporto reciproco, si è rilevato imprescindibile l’apporto dell’archivio

digitale de «L’Unità»15. Il recupero, infatti, delle recensioni ha confermato, in

13 In riferimento ai 12 faldoni (dagli anni ’50 al 1970), quelli che contengono un maggior numero di fascicoli sono:

Anni ’50 (contiene tutto il decennio 1950-1960) - 41 fascicoli 1965/1966 - 32 fascicoli 1967/1968 - 47 fascicoli 1968/1969 - 47 fascicoli 1969/1970 - 42 fascicoli.

14 È necessario sottolineare che l’Archivio Savioli non contiene solamente i faldoni qui descritti, ma anche numerose riviste teatrali e cinematografiche, cataloghi di Festival, documenti vari e volumi sul teatro e sul cinema il cui elenco, suddiviso secondo tipologie, è riportato in appendice perché molto esteso.

15 Le recensioni di alcuni critici teatrali militanti, attivi tra IX e il XXI secolo, sono state raccolte in volumi, poi pubblicati. Giovanni Antonucci riporta un accurato elenco delle principali raccolte di cronache e di recensioni teatrali, o di articoli riguar- danti alcuni attori, pubblicate tra Ottocento e Novecento: cfr. Bibliografia essenziale, in G. antonucci, Storia della critica teatrale, Roma, Studium, 1990, pp. 229-256. In particolare Antonucci cita i nomi di alcuni critici del Novecento, le cui raccolte, anche parziali, sono ancora oggi reperibili: Antonio Cervi, Cesare Levi, Eligio Possenti, Luci D’Ambra, Fausto M. Martini, E. F. Palmieri, Francesco Bernardelli, Alberto Cecchi, Ettore Romagnoli, Mario Apollonio, Leonida Repaci, Achille Fiocco, Lucio Ridenti, Adriano Tilgher, Antonio Gramsci, Piero Gobetti, Renato Simoni, Silvio D’Amico, Marco Praga, Corrado Alvaro, Alberto Savinio, Ennio Flaiano, Nicola Chiaromonte, Sandro De Feo, Giorgio Prosperi, Vito Pandolfi, Salvatore Quasimodo, Ruggero Ja- cobbi, Roberto De Monticelli, Giorgio Zampa. A questo elenco aggiungiamo le più recenti pubblicazioni: E. fiorE, Mar del teatro. Uno sguardo mediterraneo su vent’anni di

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numerosi casi, la presenza costante del critico agli spettacoli, la pubblicazione delle revensioni e la conservazione ha conservato il materiale informativo, ricevuto in redazione o in teatro. La presenza di un numero elevato di pro- grammi di sala è fondamentale in questo tipo di analisi incrociata, poiché i paratesti sopravvivono e accrescono il loro valore anche grazie alla presenza di una testimonianza testuale vera e propria, ossia la recensione. Bisogna,

inoltre, evidenziare l’importanza dei programmi di sala e delle brochure16

proprio perché, a differenza dei programmi di compagnia o delle descrizioni delle stagioni teatrali, riportano una data ben precisa. In questo modo, la ricerca della recensione risulta più agevole: i giornalisti della carta stampata, soprattutto i critici teatrali e cinematografici, erano soliti pubblicare la re- censione o il pezzo il giorno dopo il debutto dello spettacolo o del film, o due giorni dopo. Nel caso di Aggeo Savioli, i programmi di sala, in genere, riportano la data esatta del debutto dello spettacolo, corrispondente, poi, alla recensione pubblicata il giorno successivo; in alcuni casi, però, la data del debutto, indicata nel programma di sala, è stata posticipata e, quindi, anche la recensione deve essere recuperata nei numeri successivi del quotidiano. In altri casi, invece, la presenza di due programmi di sala identici, ma con date diverse all’interno dello stesso mese o anno, dimostra che la data del debutto è stata posticipata, rivelando, però, un’indicazione preziosa per un veloce recupero della recensione; in altri casi ancora, nonostante sia presente il programma di sala e quindi la relativa data del debutto, la recensione non compare, perché sostituita da qualche articolo riguardante un importante debutto cinematografico o dalla descrizione di altri eventi e di grandi Festival.

Negli anni settanta la pagina Spettacoli de «L’Unità» riportava un lun- go articolo, corredato di foto, per descrivere l’evento principale, pezzo spesso firmato da Savioli, sia per il teatro che per il cinema; nelle colonne adiacenti compariva una piccola rubrica dal titolo Le prime, in cui ritro- viamo piccoli trafiletti firmati con le iniziali “a.s.” o “ag. sa.”, ed infine una rubrica dal titolo Schermi e Ribalte – negli anni sessanta intitolata invece

spettacoli, Napoli, Tullio Pironti, 1999; C. fontana, A teatro negli anni settanta. Scritti per l’ “Avanti!” (1969-1976), a cura di A. Bentoglio, Milano-Udine, Mimesis, 2013; G. GuErriEri, Presagi per un nuovo teatro. Le cronache per “l’Unità” 1945-1950, a cura di R. Brancati, Irsina, Barile, 2016.

16 La brochure è una delle categorie specifiche, utilizzata per identificare quei fa- scicoli che presentano un numero limitato di pagine, ossia da un minimo di 1 ad un massimo di 3, caratterizzate da un tipo di carta meno ricca rispetto a quella patinata, a volte anche a colori, dei programmi di sala o di compagnia, spesso composti da una decina o ventina di pagine.

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