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L’IPODERMOCLISI: PROPOSTA DI PROGETTO EDUCATIVO RIVOLTO AL CAREGIVER A DOMICILIO

1.1 L’educazione terapeutica

L’educazione terapeutica è parte integrante del programma clinico-assistenziale e il processo educativo della persona assistita e del suo Caregiver di riferimento è ciclico e continuo.

Le fasi del progetto educativo sono:

Fase 1: Al primo accesso a domicilio/primo accesso per ipodermoclisi, gli obiettivi sono la conoscenza della persona assistita e del Caregiver e l’esplorazione dei bisogni educativi:

 L’individuazione del Caregiver di riferimento per la persona assistita con caratteristiche di continuità, propensione alla gestione e indagando il fattore tempo,

 Raccolta dati mediante colloqui individuali con tempi, forme e modalità personalizzate per la persona assistita ed il suo Caregiver;

 Indagare attività professionale, vita familiare e sociale del Caregiver,

 Indagare le potenzialità e le risorse del Caregiver per affrontare il progetto educativo,

 Indagare le capacità di apprendimento, di comprensione, di memorizzazione, le abilità pratiche e i metodi di apprendimento (ad esempio: supporti informatici, immagini, video, discussione);

Fase 2: Diagnosi educativa;

Fase 3: Definizione degli obiettivi cognitivi, psicomotori e affettivi-relazionali e contratto educativo;

Fase 4: Scelta dei contenuti e dei metodi di insegnamento in base alle caratteristiche del Caregiver;

Fase 5: Organizzazione dell’intervento educativo e monitoraggio nel tempo (Follow up);

Fase 6: Valutazione dei risultati e del processo educativo.

1.2 Contenuti dell’educazione e abilità sull’ipodermoclisi 1. Che cos’è l’ipodermoclisi?

E’ una tecnica di somministrazione di liquidi e farmaci per via sottocutanea, utilizzata prevalentemente per il trattamento della disidratazione e dello squilibrio elettrolitico e per l’infusione di farmaci.

2. Come si esegue, quali sono le indicazioni e che materiale si utilizza per l’ipodermoclisi?

Per la somministrazione si usano aghi a farfalla o cateteri in materiale biocompatibile posizionati nello spazio sottocutaneo. L’infusione dei liquidi avviene per gravità o pompa elastomerica, che infonde la soluzione in modo lento e costante, mentre l’infusione di farmaci in modalità estemporanea avviene attraverso la via dell’ago dedicata (valvola anti-reflusso).

Le indicazioni per una corretta gestione:

- Velocità di flusso raccomandata è di 1-2 ml al minuto (goccia lenta);

- In 24 ore non superare i 3.000 ml suddivisi in due siti (1.500 per sito/ago);

- L’infusione può essere iniziata o interrotta in qualsiasi momento aprendo o chiudendo il morsetto/rotellina del deflussore;

- Non somministrare più di tre farmaci nello stesso accesso e rispettare la compatibilità;

- Il catetere è dotato di un raccordo a Y, che permette l’infusione mediante deflussore sia l’iniezione estemporanea di farmaci attraverso un gommino di chiusura del sistema (valvola anti-reflusso).

Le componenti della flebo, la flebo è costituita da:

 Flacone (recipiente in plastica o in vetro contenente il liquido da infondere),

 Deflussore (lungo tubicino che permette il passaggio della soluzione dal flacone all’accesso del paziente). Il deflussore è composto da 3 parti:

1. Camera di gocciolamento (si trova subito dopo il flacone e permette di vedere il liquido che scende a gocce;

2. Morsetto/rotellina (che serve ad aprire e chiudere il passaggio del liquido contenuto nel flacone e a regolare la velocità di flusso);

3. La parte terminale del deflussore che viene collegata all’ago.

Preparazione della flebo:

1. Eseguire il lavaggio delle mani con acqua e sapone detergente;

2. Controllare la soluzione da infondere;

3. Aprire il flacone rimuovendo il cappuccio;

4. Porre un tampone imbevuto di antisettico (disinfettante) sulla via di accesso al flacone.

Applicare il deflussore:

1. Aprire la confezione mantenendo la sterilità dei due capi del deflussore che andranno a contatto con la soluzione e con la via d’accesso;

2. Posizionare il morsetto (rotellina) circa 10 cm sotto la camera di gocciolamento in posizione chiuso;

3. Rimuovere il cappuccio di protezione dalla punta del deflussore (attenzione a non contaminare la punta del deflussore);

4. Pistonare la fleboclisi;

5. Riempire circa ⅓ dello spazio il “pozzetto” contagocce;

6. Aprire il morsetto e far defluire la soluzione fino al totale di riempimento del deflussore;

7. Aprire eventualmente la “valvola” per favorire l’ingresso di aria e quindi il deflusso (a riempimento avvenuto chiudere il morsetto);

8. Assicurarsi che il deflussore non presenti al suo interno aria o bolle (per piccole bolle picchiettare il deflussore);

9. Iniziare l’infusione regolando la velocità di flusso con il morsetto (rotellina) a 1-2 ml al minuto (goccia lenta).

Sostituzione del flacone finito con un altro nuovo:

1. Lavarsi le mani con acqua e sapone detergente;

2. Interrompere il flusso del liquido chiudendo il morsetto (rotellina) del deflussore;

3. Prendere il nuovo falcone da infondere;

4. Rimuovere la linguetta di protezione sul tappo del flacone;

5. Disinfettare il gommino del tappo con un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante;

6. Rimuovere il deflussore nel tappo della nuova flebo;

7. Riaprire il morsetto.

Quando è finita l’ultima flebo della giornata:

1. Lavarsi le mani con acqua e sapone detergente;

2. Indossare guanti puliti;

3. Interrompere il flusso del liquido chiudendo il morsetto (rotellina) del deflussore;

4. Staccare il deflussore dall’accesso e posizionare il tappino.

3. Cosa fa l’infermiere e quando chiamarlo?

L’infermiere preferibilmente dovrebbe posizionare due accessi sottocutanei, sia per avere la possibilità di infondere 3.000 ml di liquidi (1.500 per sito di infusione) sia per avere un accesso in più qualora uno dovesse presentare problemi di funzionamento e inizia l’infusione mentre il Caregiver si occupa del monitoraggio, della sorveglianza e dell’infusione di liquidi e farmaci. Il Caregiver deve chiamare l’infermiere in caso di entrambi gli accessi malfunzionanti che non permettono l’infusione della terapia giornaliera della persona assistita.

4. Quali sono le possibili complicanze correlate all’ipodermoclisi?

Gli eventi avversi sono relativamente rari e sono principalmente dolore, infiammazione, gonfiore, edema locale, ascesso ed eritema nel sito di infusione che si risolvono senza intervento.

5. Cosa fare in caso di complicanze locali nel sito di infusione?

 Se compare dolore, gonfiore o bruciore nella zona in cui è inserito l’ago:

- Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone detergente;

- Interrompere il flusso del liquido chiudendo il morsetto del deflussore e scollegarlo posizionare il tappino nella via di accesso;

- Utilizzare, se presente, un secondo accesso sottocutaneo.

 La medicazione dell’ago inizia ad essere bagnata:

- Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone detergente;

- Sospendere la somministrazione chiudendo il morsetto, scollegare il deflussore e posizionare il tappino nella via di accesso;

- Utilizzare, se presente, un secondo accesso sottocutaneo.

6. Cosa fare in caso di sintomi specifici della persona assistita?

Il medico prescrive in terapia alcuni farmaci, che possono essere somministrati direttamente dal Caregiver, da utilizzare in caso di sintomi specifici e incoercibili della persona assistita come dolore, nausea o rantolo. Ad esempio, se l’assistito presenta forte nausea incontrollabile è possibile infondere un antiemetico attraverso la seconda via costituita dal gommino di chiusura (valvola anti-reflusso).

Aspirazione di un farmaco dalla fiala e somministrazione:

1. Lavarsi le mani con acqua e sapone detergente;

2. Indossare guanti puliti;

3. Controllare il nome del farmaco e la dose prescritta;

4. Valutare l’integrità e la data di scadenza della fiala;

5. Se possibile collegare l’ago per l'aspirazione del farmaco alla siringa mantenendo la sterilità;

6. Prendere e picchiettare la fiala delicatamente con pollice e indice;

7. Circondare il collo della fiala con una piccola garza per proteggere le dita da eventuali frammenti di vetro e con un colpo deciso rompere la fiala;

8. Smaltire nel vetro quanto rimosso;

9. Prendere la siringa con ago collegato precedentemente preparata e rimuovere il cappuccio dell’ago;

10. Inserire l’ago al centro della fiala e aspirare il farmaco ritirando lo stantuffo della siringa,

11. Rimuovere dalla siringa eventuale aria aspirata;

12. Bucare il gommino di chiusura (valvola anti-reflusso) dell’accesso sottocutaneo e infondere il farmaco;

13. Smaltire il materiale utilizzato;

14. Controllare e monitorare l’effetto del farmaco e il comfort del paziente.

1.3 Scheda infermieristica per la valutazione/monitoraggio delle conoscenze e

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