Laurea o titolo superiore
TOTALEHanno iniziato a lavorare dopo
4.6. Efficacia della laurea nell’attività lavorativa
Già ad un anno dalla laurea l’efficacia del titolo di primo livello nella percezione dei laureati risulta complessivamente buona (Fig.
31): è almeno efficace (ovvero molto efficace o efficace) per 41 laureati di primo livello su cento (-2 punti rispetto alla rilevazione 2011, -3 punti rispetto alla rilevazione di due anni fa). L’efficacia del titolo si accentua in particolare tra i laureati delle professioni sanitarie (85%) e dei gruppi insegnamento, educazione fisica e scientifico (rispettivamente 55, 54 e 41%).
Fig. 31 Laureati di primo livello occupati ad un anno: efficacia della laurea a confronto (valori percentuali)
Il titolo risulta complessivamente più efficace tra coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento della triennale (è almeno efficace per 52 occupati su cento) rispetto a quanti, invece, proseguono la medesima attività lavorativa (30 su cento).
Come ci si poteva attendere, la natura del lavoro svolto da quanti hanno deciso di coniugare studio e lavoro si ripercuote anche sull’efficacia del titolo, che risulta almeno efficace “solo” per il 26%
degli occupati (tra chi lavora esclusivamente la percentuale 53,2
50,6 49,4 46,7 44,1 42,7 40,7
0% 20% 40% 60% 80% 100%
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Anno di laurea
molto eff./efficace abb. efficace poco/per nulla eff.
Condizione occupazionale e formativa dei laureati di primo livello 107 raggiunge invece il 48%, ben 22 punti percentuali in più; Fig. 32).
La differenza in termini di efficacia del titolo è data sicuramente dal diverso utilizzo delle conoscenze acquisite durante gli studi:
dichiarano di sfruttare in misura elevata le competenze apprese ben 40 laureati su cento impegnati esclusivamente in un’attività lavorativa e solo 22 laureati su cento che coniugano studio e lavoro.
Fig. 32 Laureati di primo livello del 2011 occupati ad un anno:
efficacia della laurea per genere, iscrizione alla specialistica e prosecuzione del lavoro iniziato prima della laurea (valori percentuali)
Il titolo conseguito risulta almeno efficace per 40 uomini su cento, un valore non dissimile da quello rilevato tra le colleghe (41%; Fig. 32). Le differenze però tendono ad ampliarsi tra coloro che coniugano studio e lavoro (+3 punti a favore degli uomini), tra quanti proseguono l’attività iniziata durante gli studi (+4 punti, sempre a favore degli uomini), nonché a livello di percorso disciplinare. Le uniche eccezioni sono rappresentate dai gruppi letterario e chimico-farmaceutico, dove il titolo è lievemente più
40,7 52,2 43,6 29,6 25,9
48,2 40,4 40,9
0% 20% 40% 60% 80% 100%
TOTALE Hanno iniziato a lavorare dopo Non proseguono Proseguono Lavorano e iscritti alla spec.
Lavorano solamente Uomini Donne
molto eff./efficace abb. efficace poco/per nulla eff.
Consorzio Interuniversitario ALMALAUREA 108
efficace per le donne (gli scarti però raggiungono al massimo i 2 punti percentuali); nel geo-biologico non si rilevano invece sostanziali differenze di genere (16% per entrambi).
Box 7. Indice di efficacia della laurea
L’indice sintetizza due aspetti relativi all’utilizzazione delle competenze acquisite durante gli studi e alla necessità formale e sostanziale del titolo acquisito per il lavoro svolto.
Cinque sono i livelli di efficacia individuati:
- molto efficace, per gli occupati la cui laurea è richiesta per legge o di fatto necessaria, e che utilizzano le competenze universitarie acquisite in misura elevata;
- efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge ma è comunque utile e che utilizzano le competenze acquisite in misura elevata, oppure il cui titolo è richiesto per legge e che utilizzano le competenze in misura ridotta;
- abbastanza efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge, ma, di fatto, è necessaria oppure utile, e che utilizzano le competenze acquisite in misura ridotta;
- poco efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso e che utilizzano in misura ridotta le competenze acquisite, oppure il cui titolo non è richiesto ma utile e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite;
- per nulla efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso, e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite.
Le classi sono mutuamente esclusive ma non esaustive, non comprendendo le mancate risposte e gli intervistati che non rientrano nelle categorie definite.
Si ritiene interessante valutare, distintamente, le due componenti dell’indice di efficacia, ovvero utilizzo delle competenze apprese all’università e richiesta, formale e sostanziale, del titolo.
Per quanto riguarda il primo elemento si nota che, ad un anno dalla laurea, 34 occupati su cento (-2 punti rispetto alla precedente rilevazione) utilizzano le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, mentre 37 su cento dichiarano un utilizzo contenuto; ne deriva che il 26,5% dei laureati di primo livello ritiene di non valorizzare per nulla le conoscenze apprese nel corso del triennio universitario. Analogamente allo scorso anno, sono in
Condizione occupazionale e formativa dei laureati di primo livello 109 particolare i laureati delle professioni sanitarie, così come quelli di educazione fisica e del gruppo insegnamento, a sfruttare maggiormente ciò che hanno appreso all’università (le percentuali di quanti dichiarano un utilizzo elevato sono, rispettivamente, 67, 51,5 e 43%); all’estremo opposto, coloro che hanno la sensazione di non usare ciò che hanno studiato all’università appartengono ai gruppi geo-biologico (62%) e letterario (50%).
Per ciò che riguarda la seconda componente dell’indice di efficacia, il 24% (in calo di 2 punti percentuali rispetto alla rilevazione 2011) degli occupati dichiara che la laurea di primo livello è richiesta per legge per l’esercizio della propria attività lavorativa, cui si aggiungono altri 12 laureati su cento (valore immutato rispetto all’anno passato) che ritengono il titolo non richiesto per legge ma di fatto necessario. Ancora, la laurea triennale risulta utile per 37 occupati su cento mentre non viene considerata né richiesta né tantomeno utile per 27 occupati su cento (+2 punti rispetto all’indagine di un anno fa). Come ci si poteva attendere, sono ancora i laureati delle professioni sanitarie a dichiarare, in misura decisamente più consistente (80%!), che il titolo di primo livello è richiesto per legge. All’opposto, analogamente allo scorso anno, i laureati dei gruppi geo-biologico e letterario, più degli altri e nella misura del 55 e 45%, non riconoscono alcuna utilità del titolo di primo livello per la propria attività lavorativa. Si ricorda che si tratta di percorsi formativi con tassi di occupazione contenuti ad un anno, caratterizzati da una certa presenza di intervistati che coniugano studio e lavoro (in particolare per il gruppo letterario).
4.7. Indagine sugli esiti occupazionali dei laureati di primo