4. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E FORMATIVA DEI
4.5. Efficacia della laurea nell’attività lavorativa
Già ad un anno dalla laurea l’efficacia del titolo di primo livello nella percezione dei laureati risulta complessivamente buona (Fig.
16): è almeno abbastanza efficace per 73 laureati di primo livello su cento (-3 punti rispetto alla rilevazione 2008), in particolare tra i laureati delle professioni sanitarie (96%) e dei gruppi educazione
fisica e scientifico (per entrambi, circa 82%). Il titolo risulta complessivamente più efficace tra coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento della triennale (è almeno abbastanza efficace per 81 occupati su cento) rispetto a quanti, invece, proseguono la medesima attività lavorativa (66%).
Indice di efficacia della laurea
L’indice sintetizza due aspetti relativi all’utilizzazione delle competenze acquisite durante gli studi e alla necessità formale e sostanziale del titolo acquisito per il lavoro svolto.
Cinque sono i livelli di efficacia individuati:
- molto efficace, per gli occupati la cui laurea è richiesta per legge o di fatto necessaria, e che utilizzano le competenze universitarie acquisite in misura elevata;
- efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge ma è comunque utile e che utilizzano le competenze acquisite in misura elevata, oppure il cui titolo è richiesto per legge e che utilizzano le competenze in misura ridotta;
- abbastanza efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge, ma, di fatto, è necessaria oppure utile, e che utilizzano le competenze acquisite in misura ridotta;
- poco efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso e che utilizzano in misura ridotta le competenze acquisite, oppure il cui titolo non è richiesto ma utile e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite;
- per nulla efficace, per gli occupati la cui laurea non è richiesta per legge né utile in alcun senso, e che non utilizzano assolutamente le competenze acquisite.
Le classi sono mutuamente esclusive ma non esaustive, non comprendendo le mancate risposte e gli intervistati che non rientrano nelle categorie definite.
Approfondendo l’analisi sulle variabili che compongono l’indice di efficacia, si nota che ad un anno dalla laurea 40 occupati su cento (-3 punti rispetto alla precedente rilevazione) utilizzano le competenze acquisite durante il percorso di studi in misura elevata, mentre 36,5 su cento dichiarano un utilizzo contenuto; ne deriva che più di un laureato di primo livello su cinque ritiene di non sfruttare assolutamente le conoscenze apprese nel corso del triennio universitario. Sono in particolare i laureati delle professioni sanitarie, così come quelli di educazione fisica e del gruppo
insegnamento, a sfruttare maggiormente ciò che hanno appreso all’università (le percentuali di quanti dichiarano un utilizzo elevato sono, rispettivamente, 76, 53 e 46%); all’estremo opposto, coloro che hanno la sensazione di non sfruttare ciò che hanno studiato all’università appartengono ai gruppi geo-biologico (56%) e letterario (48%).
Fig. 16 Laureati di primo livello occupati ad un anno: efficacia della laurea per genere, iscrizione alla specialistica e prosecuzione del lavoro iniziato prima della laurea
0% 20% 40% 60% 80% 100%
le percentuali indicate si riferiscono ai laureati per i quali la laurea è almeno “abbastanza efficace”
molto eff./efficace
Lavorano e iscritti alla spec.
Proseguono
Non proseguono
Hanno iniziato a lavorare dopo
TOTALE Donne
Uomini
le percentuali indicate si riferiscono ai laureati per i quali la laurea è almeno “abbastanza efficace”
molto eff./efficace
Lavorano e iscritti alla spec.
Proseguono
Non proseguono
Hanno iniziato a lavorare dopo
TOTALE
Lavorano e iscritti alla spec.
Proseguono
Non proseguono
Hanno iniziato a lavorare dopo
TOTALE Donne
Uomini
Per ciò che riguarda la seconda componente dell’indice di efficacia, il 28% degli occupati dichiara che la laurea di primo livello è richiesta per legge per l’esercizio della propria attività lavorativa, cui si aggiungono altri 13 laureati su cento che ritengono il titolo non richiesto per legge ma di fatto necessario (entrambi i valori sono in calo di un punto percentuale rispetto alla rilevazione 2008).
Ancora, la laurea triennale risulta utile per 38 occupati su cento
mentre non viene considerata né richiesta né tantomeno utile per 22 occupati su cento (+3 punti rispetto all’indagine di un anno fa).
Come ci si poteva attendere, sono ancora i laureati delle professioni sanitarie a dichiarare, in misura decisamente più consistente (82%!), che il titolo di primo livello è richiesto per legge.
All’opposto, i laureati dei gruppi geo-biologico e letterario, più degli altri e nella misura del 49,5 e 42%, non riconoscono alcuna utilità del titolo di primo livello per la propria attività lavorativa. Si ricorda che si tratta di percorsi formativi con tassi di occupazione contenuti ad un anno (in particolare per il gruppo geo-biologico), caratterizzati da una certa presenza di intervistati che coniugano studio e lavoro (soprattutto nel letterario).
Tra i laureati impegnati solo nell’attività lavorativa il titolo acquisito risulta più efficace di quanto non si rilevi tra i colleghi impegnati su ambedue i fronti, studio e lavoro. Infatti, tra i primi la laurea risulta essere almeno “abbastanza efficace” per 80 laureati su cento, ben 21,5 punti percentuali in più rispetto a coloro che stanno frequentando anche la specialistica (58,5%; Fig. 16).
La differenza in termini di efficacia del titolo è data sicuramente anche dal diverso utilizzo delle conoscenze acquisite durante gli studi: dichiarano di sfruttare in misura elevata le competenze apprese ben 46 laureati su cento impegnati esclusivamente in un’attività lavorativa e solo 27,5 laureati su cento che coniugano studio e lavoro.
Il titolo conseguito risulta almeno “abbastanza efficace” per 75 uomini su cento, +3 punti rispetto alle colleghe; tutto ciò risulta indipendente dalla tipologia di laureato esaminato (studente-lavoratore; esclusivamente (studente-lavoratore; prosegue il lavoro iniziato prima della laurea; ha iniziato a lavorare dopo il titolo di primo livello) e trova conferma all’interno di ciascun gruppo ove le numerosità permettano confronti (con le sole eccezioni dei gruppi educazione fisica ed insegnamento, dove il titolo è almeno
“abbastanza efficace” più per le donne che per gli uomini, con uno scarto rispettivamente di 1 e 8 punti percentuali; Fig. 16).
5. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DI