• Non ci sono risultati.

4. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E FORMATIVA DEI

4.4. Retribuzione dei laureati

Ad un anno dal conseguimento del titolo il guadagno mensile netto dei laureati di primo livello (Fig. 14), in termini nominali, è pari in media a 1.020 euro (era 1.033 nella rilevazione 2008) con notevoli differenze tra chi prosegue l’attività lavorativa iniziata prima del conseguimento del titolo (1.054 euro; erano 1.071 nella rilevazione precedente) e chi l’ha iniziata al termine degli studi di primo livello (998 euro; 1.011 euro dell’indagine 2008). Il calo delle retribuzioni, già evidente in termini nominali, si accentua tenendo

71 Si veda anche E. Reyneri, M. Centorrino, Stabilità e precarietà del lavoro, tra pubblico e privato, in Consorzio Interuniversitario ALMALAUREA, IX Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati. Dall’università al lavoro in Italia e in Europa, Bologna, Il Mulino, 2007.

72 Ben il 96% degli occupati, nonostante la delicatezza dell’argomento trattato, ha risposto al quesito “Qual è il guadagno mensile netto che le deriva dal suo attuale lavoro?”.

conto della svalutazione avvenuta in questi anni73: in tal caso, le retribuzioni reali risultano diminuite del 2% nell’ultimo anno, senza particolari distinzioni tra chi prosegue il medesimo lavoro e chi ha iniziato a lavorare solo al termine della triennale.

Fig. 14 Laureati di primo livello occupati ad un anno: guadagno mensile netto per genere, iscrizione alla specialistica e prosecuzione del lavoro iniziato prima della laurea

1.020 998 978

1.054 714

1.165 1.144 927

valori medi in euro

Lavorano solamente

Lavorano e iscritti alla spec.

Proseguono

Non proseguono

Hanno iniziato a lavorare dopo

TOTALE Donne

Uomini

1.020 998 978

1.054 714

1.165 1.144 927

valori medi in euro

Lavorano solamente

Lavorano e iscritti alla spec.

Proseguono

Non proseguono

Hanno iniziato a lavorare dopo

TOTALE Donne

Uomini

La prosecuzione della formazione attraverso la laurea specialistica, oltre a ridurre la stabilità contrattuale, determina anche retribuzioni inferiori a quelle di chi è impegnato solo in un’attività lavorativa: 714 contro 1.165 euro, rispettivamente (erano 732 e 1.179 euro nell’indagine 2008). E ciò risulta tra l’altro verificato in tutti i gruppi disciplinari.

73 Le retribuzioni sono state rivalutate in base agli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi (www.istat.it/prezzi/precon/rivalutazioni).

Le retribuzioni degli ibridi, come ci si poteva attendere vista la più consistente presenza di lavoratori-studenti che proseguono il medesimo lavoro anche dopo il conseguimento del titolo, sono significativamente più elevate rispetto a quelle dei laureati puri e raggiungono, in termini nominali, i 1.189 euro (erano 1.175 euro nella rilevazione 2008); per i puri si scende a 961 euro (in linea con l’indagine 2008). Rispetto alla precedente indagine i valori qui evidenziati, che si ricorda sono espressi in termini nominali, paiono lievemente in aumento per i laureati ibridi e sostanzialmente invariati per i colleghi puri. Nel momento in cui, più opportunamente, si riflette in termini reali, emerge che per entrambi i collettivi di fatto nulla è cambiato rispetto ad un anno fa (+0,4% per i primi, -0,5% per i secondi).

Gruppi disciplinari

Differenze retributive si riscontrano anche all’interno dei vari percorsi di studio: come lo scorso anno, guadagni più elevati sono associati ai laureati delle professioni sanitarie, dei gruppi giuridico ed economico-statistico (rispettivamente 1.325, 1.111 e 1.086 euro). Si ricorda che i laureati degli ultimi due percorsi disciplinari mostrano però un tasso di occupazione inferiore alla media.

Livelli retributivi nettamente inferiori alla media si riscontrano invece tra i laureati dei gruppi geo-biologico, letterario, educazione fisica, psicologico, linguistico ed architettura le cui retribuzioni sono infatti inferiori agli 800 euro mensili. Ad eccezione dei gruppi geo-biologico, linguistico ed architettura, negli altri percorsi ciò è dovuto anche ad un’elevata percentuale di laureati che studia e lavora.

Differenze di genere

Gli uomini guadagnano il 23% in più delle colleghe (1.144 euro contro 927; Fig. 14). Per entrambi, le retribuzioni nominali sono lievemente in calo (-1% per gli uomini, quasi 2% in meno per le donne) rispetto all’indagine 2008. Calo che si accentua ulteriormente considerando i valori reali, ovvero tenendo conto della svalutazione monetaria: in tal caso le retribuzioni degli uomini sono diminuite del 2%, quelle delle donne del 2,4%.

Le differenze retributive di genere sono rilevanti e risultano confermate sia tra quanti lavorano soltanto (1.070 euro per le donne e 1.294 per gli uomini), sia tra coloro che studiano e lavorano (615 contro 839, rispettivamente). Le differenze di genere sono confermate all’interno di ciascun gruppo, in particolare in quello psicologico, dove gli uomini a dodici mesi dalla conclusione degli studi, anche perché più frequentemente proseguono il lavoro

iniziato prima della laurea, guadagnano il 58% in più delle colleghe (1.091 contro 689 euro delle donne). Anche nel gruppo giuridico il differenziale è molto consistente, pari al 56% (1.348 euro contro 862 euro delle colleghe).

Le differenze di genere all’interno dei vari percorsi di studio si attenuano però considerevolmente se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea, lavorano a tempo pieno e non sono contemporaneamente impegnati negli studi specialistici: complessivamente, il divario si ferma al 4%, pur sempre a favore degli uomini (1.253 euro contro 1.201 delle donne). Un’analisi approfondita, che ha tenuto conto del complesso delle variabili che possono avere un effetto sui differenziali retributivi di genere (percorso di studio, iscrizione alla specialistica, prosecuzione del lavoro precedente alla laurea, tempo pieno/parziale)74, mostra che a parità di condizioni gli uomini guadagnano in media circa 160 euro in più al mese.

Differenze territoriali

Le retribuzioni nominali dei laureati di primo livello risultano lievemente più elevate per gli occupati al Nord (+4%), che guadagnano in media 1.048 euro, contro 1.006 dei colleghi del Sud (Fig. 15). È però vero che circoscrivendo l’analisi ai laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo e lavorano a tempo pieno, i differenziali aumentano: i primi dichiarano di percepire in media 1.239 euro netti al mese, il 10% in più rispetto ai laureati del Sud, che possono contare su 1.128 euro.

Il maggior vantaggio retributivo degli occupati triennali del Nord risulta tra l’altro confermato in tutti i percorsi disciplinari esaminati:

vantaggio che oscilla tra oltre +30% nei gruppi giuridico, psicologico e insegnamento e un +2% nel gruppo agrario.

Come si è visto, coloro che coniugano studio e lavoro percepiscono guadagni mediamente più bassi; ciò si verifica in particolare al Sud (sempre isolando coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea: 635 euro contro 686 dei colleghi del Nord). Ma gli occupati nelle aree meridionali possono contare su retribuzioni mediamente più ridotte anche isolando la componente dedita esclusivamente al lavoro (993 euro contro 1.157 del Nord).

74 È stato implementato un modello di regressione lineare che considera il guadagno in funzione dell’insieme dei fattori sopraelencati.

Fig. 15 Laureati di primo livello occupati ad un anno: guadagno mensile netto per area di lavoro

1.020 1.006 958

1.048

1.161

TOTALE*

Estero Sud Centro Nord

*comprende anche una quota di laureati per i quali non è disponibile l’informazione valori medi in euro

1.020 1.006 958

1.048

1.161

TOTALE*

Estero Sud Centro Nord

*comprende anche una quota di laureati per i quali non è disponibile l’informazione valori medi in euro

Settore pubblico e privato

Isolando coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, le differenze retributive tra pubblico e privato sono pari al 22% a favore del primo: 1.384 euro e 1.133, rispettivamente. Tutto ciò risulta tra l’altro confermato praticamente in tutti i percorsi disciplinari presi in esame, nonché per tutte le tipologie contrattuali.

Sebbene il pubblico offra migliori retribuzioni ai neo-laureati triennali, all’interno di entrambi i settori permangono le differenze retributive di genere oramai note. Con la selezione di cui sopra, nel settore pubblico gli uomini guadagnano il 4% in più delle loro colleghe; il differenziale sale a quota +8% nel settore privato.