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Il rito de “Los guerreros”

7. L’Elegguá in “pietra”

Il secondo tipo di Elegguá, è prodotto partendo dalla pietra. Il reguardo è consacrato al solo Elegguá, non include, perciò, altri spiriti come invece avviene nel sistema efficace de Los guerreros. Nel capitolo quinto entro nel merito del problema dell’efficacia e dei sistemi simbolici che definiscono gli oggetti materiali d’uso religioso. Questi oggetti, si è visto, sono dei luoghi di deposito, in cui si situano legami con l’ambito delle creature invisibili.

Il rituale che permette la produzione di questo tipo di oggetto religioso è divisibile in due unità piuttosto definite. Da un lato vi è il problema del reperimento della pietra, che è la parte centrale del sistema simbolico. Il sasso viene selezionato in occasione di un rito che si svolge in un fiume. Raccolto il sasso, le attività di spostano nella casa della guida spirituale nell’intento di includere l’oggetto materiale all’interno di un sistema di efficacia simbolica.

La parte del lavoro che si svolge al fiume occupa un’intera giornata, che però si apre nella casa della guida spirituale con alcuni rituali iniziali. I candidati si incontrano con l’officiante per l’inizio della attività. Gli iniziandi si inginocchiano a turno davanti

all’Elegguá della guida spirituale per offrire dei contributi personali47

. Questo tipo di atto è piuttosto comune e si riassume in un’energica soffiata di alcool sulla statua. L’officiante dà avvio ad una sequela di movimenti efficaci, vale a dire tesi a trasformare lo stato spirituale dei candidati.

L’officiante: afferra saldamente l’iniziando per le mani ed imprime alle braccia alcuni movimenti molto energici, prima dal basso verso l’alto48 infine, imprime al corpo

dell’iniziando un movimento rotatorio con alcune rapide giravolte49

. È una sequenza di movimenti del corpo che mirano a stimolare l’intervento delle forze invisibili. Un rapido cambiamento nella vita del ricevente avviene sempre, nel pensiero tradizionale, per effetto di un mutato assetto spirituale.

La parte più importante dell’attività tuttavia, si tiene al fiume. Come ho già anticipato, questa prima sezione permette al destinatario di raccoglie la pietra, che contiene il suo

secreto. Lo specialista deterge il corpo del candidato con alcune erbe raccolte ai margini

del fiume, per eliminare le contaminazioni spirituali50. Il candidato cammina risalendo il

fiume con un panetto di sapone in mano e si ferma solo quando gli è indicato dalla guida spirituale, a quel punto, si immerge nell’acqua, per lavarsi con il sapone per tre volte di seguito. Siamo probabilmente di fronte alla prosecuzione della purificazione iniziata con le erbe usate dallo specialista. Quando gli sarà indicato di procedere nella raccolta del sasso, dovrà immergersi nuovamente per alcune volte. Solo su indicazione della guida potrà effettivamente afferrare il sasso, che è il primo che gli capiterà di afferrare.

Solo detergendosi spiritualmente l’attore può raccogliere la propria pietra, quindi si immerge per tre volte nell’acqua, alla terza, nuotando afferra la prima pietra che trova, la trae e, alzandola con la mano, pronuncia la formula necessaria: ”esta piedra es el secreto del mío Elegguá”( questa pietra è il segreto del mio Elegguá). E questa pietra, in effetti, è la parte più preziosa del reguardo.

Dopo la giornata al fiume gli oggetti in produzione sono stati posti nella stanza di lavoro dell’officiante51

, e qui conservati fino al giorno della riunione festiva nei

47 Vedi figura 13 48 Vedi figura 14. 49 Vedi figura 15. 50 Vedi figura 16. 51 Vedi figura 17.

recipienti di terracotta. Nel frattempo, Antonio li ha rivestiti di cemento, la pietra è stata formata fino a ricevere le sembianze della testa di Elegguá. Fino al giorno d’inizio delle festività, del 16 di dicembre del 2008, quando li ha nuovamente spostati ai piedi della

ceiba52, proprio sopra una delle grandi radici dell’albero. Qui gli Elegguá hanno

incominciato, come mi è stato spiegato, ad attrarre forza e conoscenza dalla pianta, che si ritiene sia la manifestazione di Iroko, altro spirito afrocubano. In effetti, si è manifestato lo stesso procedimento (che Magalis pensa sia di comunicazione tra oggetti). Fino al giorno dei sacrifici, tra il 17 ed il 19 dicembre, quando sono stati nuovamente riposti nel cuarto di lavoro. La consacrazione può avere a che fare con sacrifici animali o offerte di vario tipo, a seconda delle preferenze di lavoro degli specialista religiosi. A San Luis ad esempio, i sacrifici non sono pubblici e vengono celebrati in uno spazio ben preciso, dove gli iniziandi accedono a turno portando l’animale del tipo richiesto in ordine alle ragioni liturgiche. Terminati i sacrifici gli oggetti religiosi vengono lavati, le tracce del sangue degli animali sono rimosse, gli Elegguá sono posti dentro ai propri recipienti e completati con altri oggetti, spesso sono delle caramelle, un sigaro, e piccoli gioco per bambini. Sono quindi pronti per la consegna.

Antonio produce l’Elegguá mediante l’uccisione di un solo gallo, diversamente dai due utilizzati per Los guerreros prodotto da Magalis. Anche l’”attribuzione” è a discrezione dell’esperto religioso. Egli definisce il periodo nel quale si ritiene sia più utile svolgere attività di questo tipo. L’attribuzione degli Elegguá analizzati avviene con un periodo festivo piuttosto importante. Dicembre infatti, è un mese di intense festività tradizionali. Si celebrano ben due divinità del panteon locale: la festa dello spirito Babalu Aye, noto anche come San Lazzaro, che è forse una delle più significative e quella di Changó dell’inizio di dicembre. Queste festività periodiche sono l’occasione migliore per attribuire riguardi o iniziare nuovi adepti alle comunità religioso.

8. Il mantenimento di un Elegguá