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Gli elementi principali che impattano nella redditività e nell’efficienza delle

CAPITOLO 3. L’ATTIVITA’ CREDITIZIA ED IL DETERIORAMENTO DEL CREDITO

3.1. Criticità e inefficienze del sistema delle BCC-CR: misure e definizioni

3.1.1. Gli elementi principali che impattano nella redditività e nell’efficienza delle

Carmelo Barbagallo, nell’intervento al Convegno organizzato a Bolzano dalla Federazione Raiffeisen, ha evidenziato che il manifestarsi e l’aggravarsi della crisi economico-finanziaria ha in molti casi colto impreparate le banche locali e ha fatto emergere la loro difficoltà nel “contrastare le vulnerabilità strutturali con appropriate risposte operative, capaci di mantenere nel tempo adeguati livelli di redditività”52.

Il primo aspetto di criticità individuato da Barbagallo, e che nei prossimi paragrafi verrà analizzato in modo più approfondito, risiede nell’impatto del marcato deterioramento della qualità dei prestiti sulla redditività delle banche. Se da un lato le BCC-CR hanno 575/2013 (CRR), nelle tre componenti del capitale primario di classe 1 (CET 1), del capitale di classe 1 (Tier 1) e del capitale di classe 2 (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica sia di operatività corrente. Esso costituisce il presidio principale dei rischi aziendali secondo le disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della banca ai rischi predetti, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti dei depositanti e dei creditori in generale.

Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle richiamate disposizioni di vigilanza, in base alle quali il capitale primario di classe 1 della banca deve ragguagliarsi almeno al 4,5% del totale delle attività di rischio ponderate (“CET1 capital ratio”), il capitale di classe 1 deve rappresentare almeno il 5,5% nel 2014 e il 6% a partire dal 2015 del totale delle predette attività ponderate (“tier 1 capital ratio”) e il complesso dei fondi propri della banca deve attestarsi almeno all'8% del totale delle attività ponderate (“total capital ratio”). Le menzionate attività di rischio ponderate vengono determinate in relazione ai profili di rischio del cosiddetto “Primo Pilastro” rappresentati dai rischi di credito e di controparte (misurati in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata e tipologia delle operazioni e alle garanzie personali e reali ricevute), dai rischi di mercato sul portafoglio di negoziazione e dal rischio operativo.

continuato a sostenere l’economia negli anni della crisi continuando a erogare finanziamenti, dall’altro hanno dovuto far fronte all’aumento della rischiosità del credito. Inoltre nelle BCC-CR il tasso di copertura delle partite deteriorate è sempre rimasto inferiore a quello delle altre categorie di banche. Questo aspetto, oltre a rappresentare un rischio per la stabilita , condiziona la possibilità di realizzare operazioni di smobilizzo dei crediti deteriorati al fine di liberare risorse da reinvestire per la crescita.

Quindi, premesso che un portafoglio crediti “sano” consente alla banca di operare più liberamente e con una maggiore tolleranza al rischio, più posizioni a rischio sono presenti all’interno del portafoglio più la banca dovrà mantenere un livello di patrimonio adeguato, individuare nuove strategie e rivedere le politiche di affidamento. Si troverà a dover riformulare le singole condizioni di credito, a riorganizzare adeguatamente il personale al fine di presidiare e gestire al meglio gli aspetti e gli effetti del rischio di credito che in conto economico si traducono in termini di maggiori “rettifiche di valore per attività deteriorate".

Dall’analisi degli ultimi bilanci delle BCC-CR è emerso che i conti economici sono stati sostenuti prevalentemente con proventi derivanti dalla gestione dei portafogli di titoli di Stato. A giugno 2014 i proventi del comparto titoli hanno rappresentato oltre il 60% del risultato lordo di gestione e, rispetto alle altre categorie di banche, il contributo dato dalla negoziazione di titoli di proprietà al margine di intermediazione è stato pari a circa il doppio. È venuta progressivamente a mancare la capacità delle banche di innovare il loro modello di attività, diversificando i ricavi attraverso l’ampliamento e l’arricchimento dell’offerta di prodotti e servizi.

Inoltre la maggiore vulnerabilità reddituale delle banche locali risiede anche nella rigidità della struttura dei costi. Soprattutto in questi ultimi tre anni l’organizzazione a “struttura a rete” in cui sono inserite e collegate le BCC-CR non sembra aver sostenuto quel vantaggio competitivo che da sempre rappresentava il punto di forza del sistema. La criticità risiede principalmente nei ritardi nella razionalizzazione e nell’ammodernamento delle reti distributive53.

Capitolo 3

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Tra il 2011 e il 2014 i costi operativi del credito cooperativo nazionale hanno continuato complessivamente ad aumentare, in controtendenza con ciò che si è verificato per gli intermediari significativi e per altre banche less significant. A giugno 2014, l’aggregato risultava in crescita del 2,6%54. Come si analizzerà puntualmente per ogni singola banca, la maggiore rigidità dei costi operativi si è riflessa negativamente sull’efficienza operativa.

Sebbene negli ultimi anni il livello di efficienza operativa delle BCC-CR del Paese risulta a prima vista migliore rispetto a quella della media del settore bancario nazionale (nel 2014 il rapporto tra costi operativi ed il margine di intermediazione registrato per il credito cooperativo è stato del 51,7% contro il 60% delle altre banche), esso non è stato raggiunto a seguito di interventi volti al miglioramento della struttura dei costi o da una più intensa attività creditizia, ma bensì grazie al forte contributo dei ricavi provenienti dalla negoziazione di attività finanziarie sopra citate. Un tale modo di operare non può essere sostenuto nel lungo periodo in quanto tali ricavi non rappresentano una fonte reddituale certa su cui le BCC-CR possono affidarsi per rimanere competitive nel mercato55.

Un crescente livello delle poste rettificative unito ad una somma di costi operativi che cresce più dei ricavi che la banca riesce ad ottenere, danneggiano dunque la sua redditività.

3.1.2. Indicatori di efficienza e di redditività: Cost Income ratio, ROE e ROA