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Il nostro studio

II. Elenco e caratteristiche dei pazient

Paziente Età Sesso DAPAS [mm] Rad Ao [mm]

jnnèè[[[mm] LA/RAo 1 82 F 45 26 1,77 2 48 M 46 34 1,35 3 61 M 44 32 1,37 4 55 M 49 30 1,63 5 59 F 58 33 1,75 6 61 F 43 35 1,23 7 66 F 34 28 1,21 8 70 F 43 32 1,34 9 62 F 33 38 0,8 10 56 F 26 28 0,9 11 68 F 30 23 1,3 12 70 F 45 30 1,5 13 68 F 52 27 1,92 14 60 M 51 32 1,59 15 45 F 38 30 1,26 16 68 M 55 42 1,31 17 54 F 37 30 1,23 18 56 F 32 39 0,82 19 81 F 46 28 1,64 20 82 F 38 30 1,26 21 53 M 49 32 1,53 22 53 M 53 31 1,71 23 72 M 48 32 1,5 24 64 M 41 32 1,28 25 60 M 50 28 1,78 26 55 M 41,5 26 1,59 27 54 M 40 33 1,21 28 58 M 47 35 1,34 29 61 M 42 30 1,4 30 48 M 50 40 1,25 31 65 F 38 30 1,26 32 64 M 47 33 1,42 33 68 M 45 38 1,18 34 72 M 44 36 1,22 35 75 M 51 33 1,54 36 74 F 46 32 1,43 37 64 M 49 40 1,22

55

L’età media dei pazienti arruolati è risultata essere di 63 anni. Per il 54%

sono maschi. La dimensione media dell’atrio sinistro è risultata essere di

Metodi

Abbiamo condotto uno studio osservazionale su pazienti consecutivi che

soddisfacevano i criteri di inclusione, arruolati presso un singolo centro.

Il periodo di arruolamento va da dicembre 2007 a maggio 2010. I

pazienti sono stati sottoposti, all’ingresso, ai test di laboratorio di

routine, a radiografia del torace ed elettrocardiogramma. Tutti i pazienti

arruolati nello studio sono stati sottoposti ad un esame ecocolordoppler cardiaco. L’esame è stato condotto usando le proiezioni standard. In

proiezione parasternale asse lungo sono stati misurati il diametro antero- posteriore massimo dell’atrio sinistro ed il diametro della radica aortica.

Nella stessa proiezione è stato ottenuto lo spessore del setto

interventricolare, quello della parete posteriore del ventricolo sinistro ed

il diametro diastolico della cavità ventricolare sinistra. In proiezione

apicale 4-camere è stato misurato il volume telediastolico e telesistolico

del ventricolo sinistro ed è stata calcolata la frazione di eiezione usando

il metodo di Simpson. Nella stessa proiezione è stato ottenuto il diametro longitudinale dell’atrio sinistro, dall’anello mitralico alla parete

57

posteriore. Il flusso transmitralico è stato studiato mediante il doppler

pulsato misurando le velocità del riempimento diastolico precoce (E) e tardivo (A) nei pazienti non in fibrillazione atriale. L’eventuale presenza

di rigurgito mitralico è stata studiata mediante color Doppler e

l’insufficienza è stata catalogata come lieve, moderata, moderato-severa

o severa. In assenza di controindicazioni emerse dai sopracitati esami

diagnostici i pazienti sono stati sottoposti ad ablazione della fibrillazione

atriale.

Tecnica di ablazione

Prima della procedura i pazienti sono stati sottoposti ad esame TC con

somministrazione di mezzo di contrasto per lo studio delle vene polmonari e la ricostruzione tridimensionale dell’atrio sinistro. La

procedura di ablazione si è svolta in tutti i casi in anestesia generale con

intubazione oro-tracheale, curarizzazione del paziente ed infusione continua di Propofol. Prima dell’inizio della procedura i pazienti sono

stati sottoposti ad ecografia transesofagea per escludere la presenza di trombi all’interno delle cavità atriali. Un monitoraggio cruento della

Il nostro studio - metodi

58

venosa succlavia sinistra è stato introdotto un elettrocatetere decapolare all’interno del seno coronario. Mediante accesso venoso femorale destro

è stata eseguita la puntura transettale guidata dal monitoraggio

ecocardiografico transesofageo. Attraverso la comunicazione interatriale

creata sono stati introdotti in atrio sinistro un elettrocatetere di

mappaggio circolare decapolare ed un elettrocatetere ablatore punta 4 mm dotato di fori per l’irrigazione con soluzione salina. È stata

somministrata eparina in bolo e poi in infusione continua in modo da mantenere l’ACT del paziente tra 300 e 400 secondi. Guidati dalla

ricostruzione tridimensionale della TC è stata ottenuta la geometria tridimensionale dell’atrio sinistro mediante sistema di mappaggio

elettroanatomico non-contact EnSite NavX o Velocity (St Jude

Medical). Come prima cosa è stato eseguito l’isolamento delle vene

polmonari. Questo è stato ottenuto mediante encircling antrale con

radiofrequenza a controllo di temperatura usando una potenza di 50W. L’encircling è stato effettuato inglobando insieme le vene superiori ed

inferiori dello stesso lato. Il blocco in ingresso è stato validato mediante

registrazione dei potenziali venosi usando il catetere circolare. Il blocco

in uscita è stato validato in ritmo sinusale mediante stimolazione all’interno della vena polmonare. L’isolamento è stato confermato al

59

termine della procedura. In quasi tutti i pazienti sono state eseguite linee di lesione a livello del tetto dell’atrio sinistro e dell’istmo mitralico. Nei

pazienti in cui la fibrillazione atriale risultava ancora inducibile è stato

eseguito il mappaggio e l’ablazione dei siti con potenziali frammentati secondo la tecnica di Nademenee usando l’algoritmo di mappaggio

presente nel sistema NavX. I pazienti che presentavano aree estese di frammentazione hanno ricevuto l’ablazione di potenziali frammentati

anche in atrio destro. Dopo la procedura i pazienti sono stati sottoposti a monitoraggio ecocardiografico a intervalli di sei ore per l’individuazione

precoce di un eventuale versamento pericardico. Tutti i pazienti hanno

ricevuto terapia antiaritmica ed anticoagulante per tre mesi post-

procedura. In assenza di recidiva di aritmia la terapia anticoagulante è

stata sospesa tra i tre e i sei mesi dalla procedura.

Follow-up

I pazienti sono stati seguiti presso gli ambulatori della nostra struttura

con visita cardiologica, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma a tre,

sei e dodici mesi. È stato stabilito un periodo di blanking di tre mesi

Il nostro studio - metodi

60

considerazione. È stata considerata come recidiva di fibrillazione atriale

un episodio di aritmia documentato con ECG o Holter avvenuto dopo i

tre mesi di blanking. Anche episodi di aritmia non documentati

strumentalmente, ma ben riconosciuti e riferiti dal paziente come tipici

sono stati considerati come recidiva. In presenza di una recidiva precoce

i pazienti hanno continuato ad assumere il farmaco antiaritmico.

Analisi statistica

Per tutti i pazienti sono stati riportati i valori di diametro antero- posteriore dell’atrio sinistro e della radice aortica in millimetri. È stato

poi calcolato il rapporto tra atrio sinistro e radice aortica e denominato

LA/RAo. Le variabili continue sono presentate come media +/- la deviazione standard. L’analisi delle varianze della media è stato

effettuato mediante il test di Levene. È stato eseguito un test t di student

per campioni indipendenti e calcolata la significatività delle ipotesi

Risultati

Nel nostro studio sono stati sottoposti ad ablazione della fibrillazione

atriale 37 pazienti. Ad un anno di distanza 9 di questi sono andati incontro a recidiva. La percentuale di successo dell’ablazione è stata

quindi del 75,68%. Non sono state notate differenze statisticamente significative dovute all’età o al sesso dei pazienti. Ad un anno di distanza

non si sono osservate complicanze significative legate all’ablazione. Il

diametro medio dell’atrio sinistro è risultato essere di 42,3 mm tra i

pazienti liberi da aritmia a un anno e di 49,1 tra i pazienti che hanno

sperimentato una recidiva. I pazienti in cui l’ablazione ha avuto successo

avevano un rapporto LA/RAo di 1,30 mentre quelli in cui la fibrillazione

Il nostro studio - risultati

62

Tabella III. Statistiche di gruppo

recidiva 1° anno N Media Deviazione std. Errore std. Media

Età 0 28 62,46 8,754 1,654

1 9 64,78 11,267 3,756

Atrio Sn-Dimens. Anteropost. 0 28 42,30 7,094 1,341

1 9 49,11 4,485 1,495

LA/AR ratio 0 28 1,3025 ,23145 ,04374

1 9 1,6189 ,15045 ,05015

Dimens. Radice Aortica 0 28 32,64 4,637 ,876

1 9 30,44 2,455 ,818

Il test condotto per campioni indipendenti ha mostrato una correlazione

molto più significativa tra successo della procedura e rapporto LA/RAo

rispetto alla correlazione con le dimensioni antero-posteriori dell’atrio

sinistro. Mentre, come atteso, non esiste alcuna correlazione tra successo

63

Tabella IV. Test per campioni indipendenti. Test di Levene di uguaglianza

delle varianze

Test t di uguaglianza delle medie

F Sig. T df Sig. (2- code) Differe nza fra medie Differenza errore standard Intervallo di confidenza per la differenza al 95% Inferiore Superiore età Assumi varianze uguali 1,580 ,217 -,643 35 ,524 -2,313 3,597 -9,616 4,989 Non assumere varianze uguali -,564 11,280 ,584 -2,313 4,104 -11,319 6,692 Atrio Sn- Dimens. Anteropost. Assumi varianze uguali 2,298 ,139 - 2,696 35 ,011 -6,808 2,525 -11,933 -1,682 Non assumere varianze uguali - 3,390 21,854 ,003 -6,808 2,008 -10,973 -2,642 LA/AR ratio Assumi varianze uguali ,356 ,555 - 3,829 35 ,001 -,31639 ,08263 -,48413 -,14865 Non assumere varianze uguali - 4,755 21,170 ,000 -,31639 ,06655 -,45471 -,17807 Dimens. Radice Aortica Assumi varianze uguali 2,975 ,093 1,354 35 ,184 2,198 1,624 -1,098 5,495 Non assumere varianze uguali 1,834 26,526 ,078 2,198 1,199 -,264 4,661

Il nostro studio - risultati

64

I pazienti sono stati divisi in gruppi in base ai valori di dimensioni

antero-posteriori dell’atrio sinistro e rapporto LA/RAo. Tale divisione è stata effettuata nell’ipotesi che particolari valori di dimensioni atriali o di

rapporto LA/RAo potessero essere predittivi dell’outcome della

procedura. Per quello che riguarda le dimensioni dell’atrio i pazienti

sono stati divisi in un gruppo con atrio piccolo (DAPAS <40 mm),

moderatamente dilatato (DAPAS tra 40 e 47 mm) e dilatato (DAPAS

>47 mm) e sono state calcolate le percentuali di successo per ogni

gruppo. Nel gruppo di pazienti con atrio piccolo non ci sono state

recidive di aritmia. Nei pazienti con atrio moderatamente dilatato l’ablazione è stata efficace nel 69% dei casi. In quelli con atrio sinistro >

65

Anche in base al rapporto LA/RAo i pazienti sono stati divisi in tre

gruppi: il primo gruppo comprendeva pazienti con LA/RAo <1.35, il

secondo pazienti con LA/RAo tra 1.35 e 1.60 ed il terzo gruppo era

composto da pazienti con LA/RAo maggiore di 1.65. Nel primo gruppo

non si sono osservate recidive di fibrillazione atriale. Nel secondo

gruppo la percentuale di successo è stata del 60%. Nel terzo gruppo la

percentuale di successo è stata del 29%.

Come si osserva dai numeri il rapporto LA/RAo riesce ad avere un

valore predittivo molto più elevato ed a differenziare meglio i pazienti a

rischio di recidiva. Nel gruppo di pazienti con atrio sinistro >47 mm i

pazienti con recidiva hanno presentato un rapporto LA/RAo più elevato

Il nostro studio - risultati

66

Dato che la nostra ipotesi si basa sulla capacità del nostro indicatore di “quantificare” la presenza di fibrosi all’interno dell’atrio sinistro

abbiamo analizzato i risultati prendendo in considerazione solo i pazienti

con un atrio sinistro dilatato (DAPAS >40 mm). Abbiamo confrontato

poi, dividendo i pazienti in gruppi, la percentuale di successo dell’ablazione in base ai valori di diametro dell’atrio sinistro e di

LA/RAo. I risultati sono riportati sotto.

Tabella V.

DAPAS [mm] Pz (nr) Assenza di recidiva [nr] Successo

40-45 11 9 82%

46-50 11 7 64%

>50 8 4 50%

Tabella VI.

LA/Rao Pz (nr) Assenza di recidiva [nr] Successo

<1,35 10 10 100%

1,35-1,6 11 7 64%

>1,6 7 2 29%

Ancora una volta i dati mostrano una netta superiorità del rapporto

LA/RAo rispetto al semplice calcolo delle dimensioni atriali sinistre nel predire il successo dell’ablazione.

67

I pazienti del gruppo con LA/RAo <1,35 e quelli con LA/RAo tra 1,35 e

1,6 mostrano una differenza davvero significativa nell’outcome. Le

dimensioni atriali di questi pazienti, però, risultano del tutto

sovrapponibili con una media di 45,7 mm nel primo gruppo e 46,4 mm

Il nostro studio - risultati

68

abbiamo diviso i pazienti con atrio dilatato (DAPAS >45 mm) in un

gruppo con LA/RAo <1,6 ed un gruppo con LA/RAo >1,6. I risultati

sono riportati nella tabella sotto.

Tabella VII.

Pz [nr] Assenza di recidiva Successo

DAPAS >45 mm e LA/Rao <1,6 13 10 77%

DAPAS >45 mm e LA/Rao >1,6 7 2 29%

Dai dati risulta che i pazienti con atrio sinistro ingrandito e rapporto

LA/RAo <1,6 hanno un outcome nettamente migliore dei pazienti con le

Discussione

La teoria di base da cui siamo partiti, corroborata da numerosi studi, è

che la presenza di fibrillazione atriale induce un rimodellamento strutturale dell’atrio che si estrinseca mediante la comparsa di fibrosi a

livello miocardico. Tale rimodellamento è in parte responsabile della più bassa percentuale di successo dell’ablazione della fibrillazione atriale nei

pazienti affetti dalle forme persistenti e permanenti dell’aritmia. Sono

state proposte molte tecniche strumentali per “quantificare” l’ammontare

del processo di rimodellamento. Esse si avvalgono di risonanza

magnetica, tomografia computerizzata, ecocardiografia. Nel nostro

studio abbiamo preso in considerazione uno dei parametri più usati nella pratica clinica che è il calcolo delle dimensioni dell’atrio sinistro.

Abbiamo visto, però, che tale indice non è sempre affidabile come predittore di successo dell’ablazione, e questo è vero soprattutto in

presenza di atri moderatamente o severamente dilatati. Abbiamo proposto un nuovo indice basato sul rapporto tra dimensioni dell’atrio

Il nostro studio - discussione

70

che tale indice correla con il successo della procedura di ablazione meglio delle dimensioni dell’atrio nei pazienti con fibrillazione atriale

persistente. Abbiamo visto soprattutto la sua utilità in presenza di

dimensioni atriali moderatamente o severamente aumentate. Nel nostro

studio i pazienti con dimensioni atriali oltre i 40 mm hanno mostrato una

percentuale di successo praticamente costante. È molto difficile, visti i

dati, orientarsi sul dare o no indicazione alla procedura di ablazione in base alle sole dimensioni dell’atrio. Nei pazienti con dimensioni atriali

severamente aumentate (>50 mm) la percentuale di successo rimaneva

comunque accettabile (50%) e non drasticamente inferiore a quella di

pazienti con atrio più piccolo. Tutto ciò a suggerire che il diametro dell’atrio riesce a rappresentare un predittore di successo solo in maniera

molto debole e sicuramente poco utile per i pazienti con atri di

dimensioni maggiori. Dividendo i pazienti in base al rapporto LA/RAo

abbiamo, invece, avuto separazioni più nette tra i vari gruppi riuscendo

ad individuare un valore oltre il quale le possibilità di successo calano

drasticamente. Nel gruppo di pazienti con atrio maggiore di 40 mm, ad

esempio, la percentuale di successo della procedura di ablazione calava

nettamente in base al valore di LA/RAo nei primi due gruppi (valori

71

dell’atrio sinistro. Basandosi sulle dimensioni dell’atrio non si sarebbe

riusciti a separare pazienti che hanno avuto poi un outcome nettamente

differente. Il valore del rapporto LA/RAo cresce, a nostro avviso, se

utilizzato per avere informazioni prognostiche nel gruppo di pazienti con

atri maggiormente dilatati. Dai dati è emerso nettamente il fatto che

esiste un valore di LA/RAo oltre il quale le possibilità di successo calano

nettamente. Possiamo indicare questo valore intorno a 1,6. Usando

questo cut-off si riesce, in maniera a mio avviso sorprendente, a separare

i pazienti che andranno incontro a recidiva di aritmia nel gruppo di quelli

più a rischio (DAPAS >45 mm). Separando i pazienti in due gruppi,

sopra e sotto il valore di 1.6, dai dati emerge che i pazienti con atrio

significativamente dilatato e valore di LA/RAo <1.6 hanno una

percentuale di successo sovrapponibile a quella generalmente osservata negli studi clinici (77%). L’outcome del gruppo con atrio dilatato in

maniera simile e LA/RAO > 1.6 è invece veramente scarso. Come se le dimensioni dell’atrio, oltre un certo limite, non avessero nessun valore

predittivo sul successo della procedura. La spiegazione esatta di questi

fenomeni non è a noi ben chiara. Sicuramente il rimodellamento porta alla dilatazione dell’atrio. Sicuramente esiste un trend di abbassamento

Il nostro studio - discussione

72

l’aumentare delle dimensioni dell’atrio. Le differenze, però, si

accentuano se si tiene conto del rapporto tra le dimensioni dell’atrio e

quelle della radice aortica. Una spiegazione potrebbe risiedere nel fatto

che il rapporto LA/RAo, in presenza di una radice aortica non dilatata, costituisce una misura dell’atrio “indicizzata” alla grandezza del cuore.

Potrebbe essere che i pazienti con dilatazione esclusiva dell’atrio sinistro

siano quelli in cui la fibrillazione atriale ha agito in maniera più “violenta” con il rimodellamento. Sicuramente il rapporto LA/RAo ci da

informazioni prognostiche in un gruppo di pazienti che ha sempre

costituito un grosso enigma per l’aritmologia interventistica. C’è da dire,

però, che questi dati vengono da uno studio eseguito su un numero

limitato di pazienti. La popolazione selezionata è altresì estremamente

omogenea. Probabilmente la presenza di una cardiopatia che agisca sulle

dimensioni della radice aortica sovvertirebbe tutti i risultati. Un altro

limite del nostro studio è legato ai metodi ed è la scarsa

standardizzazione della procedura di ablazione. Solo alcuni pazienti

hanno ricevuto, infatti, un trattamento rivolto alla modificazione del substrato aritmico come il mappaggio e l’ablazione dei potenziali

frammentati. Se si pensa al ruolo centrale che abbiamo dato alla presenza

73

che tale mancanza di protocollo costituisce. Come prospettiva futura

sarebbe estremamente interessante confrontare il rapporto LA/RAo con

la presenza di fibrosi atriale misurata con una metodica di imaging come

la risonanza magnetica o la TC. Si potrebbe, inoltre, quantificare la presenza di rimodellamento atriale e correlarla all’indice proposto anche

mediante le tecniche ecocardiografiche illustrate in precedenza come l’IBS o lo strain rate atriale. Tutto ciò ci aiuterebbe ad orientarci sulla

strategia terapeutica da seguire nei pazienti in cui il rimodellamento strutturale dell’atrio è già avvenuto. È doveroso, infine, sottolineare

alcuni aspetti generali dei risultati ottenuti in questo studio. Innanzi tutto

la percentuale di successo della procedura di ablazione è risultata molto

elevata considerando che i pazienti erano affetti da fibrillazione atriale

persistente e che è stata effettuata una sola procedura per paziente. A

fronte di un risultato così lusinghiero non sono state osservate

complicanze legate alla procedura. Questo è dovuto in gran parte alle

tecniche utilizzate e, a mio avviso, allo svolgimento della procedura in anestesia generale. L’ablazione si configura, quindi, come una

alternativa sempre più valida alla terapia farmacologica considerato

Conclusioni

In accordo con la nostra ipotesi l’indice Atrio sinistro/Radice aortica si è

dimostrato un efficace predittore di successo nell’ablazione della

fibrillazione atriale. Il suo valore prognostico è molto elevato se confrontato con la semplice misurazione delle dimensioni dell’atrio

sinistro e questo è vero soprattutto per i pazienti con dilatazione moderata o severa dell’atrio. In questo gruppo di pazienti può essere

individuato un valore di cut-off del rapporto LA/RAo oltre il quale le

probabilità di successo della procedura di ablazione diventano scarse. L’indice proposto fornisce una stratificazione prognostica efficace

proprio nei pazienti con dilatazione atriale severa, che costituiscono da

sempre un enigma per l’aritmologia interventistica. Il rapporto LA/RAo

può essere molto utile in clinica dato che si ottiene con un semplice

esame ecocardiografico, metodica oggi di basso costo e disponibile

praticamente ovunque. I limiti principali del nostro studio sono il numero

75

procedura di ablazione che ha portato solo alcuni pazienti a ricevere una

terapia ablativa rivolta al substrato aritmico.

In conclusione il rapporto LA/RAo ha dimostrato di avere un

interessante valore prognostico nei pazienti affetti da fibrillazione atriale

persistente sottoposti a trattamento ablativo e per tale motivo vale la

pena validarlo con ulteriori studi clinici. Sarebbe interessante,

soprattutto, correlare il rapporto LA/RAo con le metodiche di imaging capaci di rilevare la quantità di fibrosi a livello dell’atrio sinistro come la

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