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Elezioni legislative Percentuale dei voti ottenuti dal PCF (1958 2007)

Fonte: elaborazione propria su dati ufficiali, facendo leva su www.election-politique.com www.parties-and-elections.euwww.interieur.gouv.fr e www.assemblee-nationale.fr

Nel 1994, il nuovo segretario nazionale Robert Hue, dopo aver proceduto alla riorganizzazione del partito e aver cercato consensi tra i movimenti sociali assecondando finanche la presenza di correnti in seno al partito, tentò una politica comune con i socialisti che portò, nel 1997, al successo della cosiddetta "sinistra plurale" (gauche plurielle) e alla formazione del governo di Lionel Jospindi cui fecero parte il partito socialista, quello comunista e il gruppo Radical, Citoyen et

Vert (RVC)237.

Nel 2001, in occasione del 31° congresso, il PCF tentò di innovarsi sotto il profilo organizzativo ma, nelle successive elezioni legislative del 2002, vide scendere ulteriormente i suoi consensi (4,8% dei suffragi) passando da 35 a 21 seggi. 237 F. Greffet, Le Pcf: l'inexorable déclin in AA.VV. (a cura di P. Bréchon), Les partis politiques français, La documentation française, Paris, 2005, p. 137 ss.

Nelle elezioni legislative del 2007, con il 4,3% dei voti (il minimo storico), ottenne soltanto 15 seggi, perdendo così l'opportunità di formare un proprio gruppo parlamentare (per il quale necessitano almeno 20 Deputati).

Oltre al partito comunista, la sinistra francese può contare sul partito socialista (Parti Socialiste, PS) nato, nel 1969, dall'unione dei socialisti della Section

Française de l'Internationale Ouvrière (SFIO) coi club di Alain Savary. Come

noto, la SFIO è un partito politico francese nato nel 1905, in seguito al congresso parigino della Seconda Internazionale (1899), dall'unione di socialisti e marxisti ai quali si aggiunsero anche anarchici e repubblicani.

Nel 1920, durante il congresso di Tours, una componente della SFIO fondò il partito comunista francese mentre una parte minoritaria, sotto la guida di Léon Blum, mantenne il nome di Partito socialista SFIO. Sebbene i conflitti interni tra riformisti e radicali furono incalzanti, la SFIO, dal 1945 al 1956, ebbe un consenso non inferiore al 14% (1951), raggiungendo addirittura il 23% dei suffragi (1945).

Tra le forze di sinistra, la SFIO era il secondo partito dopo i comunisti, in termini di voti e di seggi, e i risultati conseguiti gli consentirono di far parte della maggior parte dei governi di coalizione della Quarta Repubblica. Con l'avvento della Quinta Repubblica, una parte dei socialisti sostenne il generale De Gaulle, ma tale scelta provocò la reazione di una minoranza che decise di fondare il Partito socialista autonomo (PSA)238.

Le differenti correnti e le scissioni portarono la SFIO a non appoggiare le politiche di De Gaulle, ma la mancanza di una forte identità le fece perdere consenso, tant'è che nelle elezioni legislative del 1968 ottenne soltanto il 16,5% dei voti.

Pertanto, nel 1969, la SFIO e le altre forze della sinistra si unirono per dare vita al nuovo Partito socialista. Nel 1971, in occasione del congresso di Epinay-sur- Seine, Mitterrand venne eletto segretario generale. Quest'ultimo era orientato ad avviare una politica di riconciliazione con i comunisti, nell'intento di favorire la propria candidatura alle presidenziali239. La nuova leadership e la strategia d'intesa 238 H. Portelli, Le Parti socialiste: une position dominante, in AA.VV. (a cura di P. Bréchon), Les partis politiques français, Paris, La documentation française, 2005, pp. 99-123.

239 Difatti, divenne Presidente della Repubblica dieci anni dopo (1981), rimanendo al potere fino al

con i comunisti, che nel 1972 ne appoggiarono il programma, rafforzarono il consenso e nelle elezioni legislative del 1973 il partito socialista raccolse il 20,8% dei suffragi.

L'affermazione dell'Union pour la démocratie française (UDF) di Valéry Giscard d'Estaing e i nuovi dissidi interni tra comunisti e socialisti provocarono la sconfitta dei due partiti nelle elezioni legislative del 1978 e, per la prima volta dal 1936, i socialisti superarono i comunisti ottenendo, rispettivamente, il 22,6% e il 20,6% dei voti.

Grazie al sostegno dei comunisti, Mitterrand riuscì a vincere le elezioni presidenziali nel 1981, battendo il candidato di centrodestra Valéry Giscard d'Estaing e divenendo il primo presidente socialista della Quinta Repubblica. Nello stesso anno, i socialisti riuscirono a vincere anche nelle elezioni politiche ottenendo, con 269 seggi, la maggioranza assoluta in Assemblea nazionale.

Rispetto alle elezioni precedenti, nel 1981, il partito socialista, fece registrare un elevato consenso (+ 15%). Nello specifico, mentre i socialisti ottennero il 37,5% dei suffragi (il massimo storico), i comunisti non riuscirono a conquistare più del 16% dei voti. Lionel Jospin venne designato segretario generale del partito e Pierre Mauroy divenne Primo ministro. Il primo governo socialista dall'avvento della Quinta Repubblica comprendeva 4 ministri comunisti240, ma in politica estera la linea di Mitterrand fu antisovietica.

Sul piano della politica interna, egli avviò radicali riforme, tra cui il rafforzamento dello Stato sociale, la riduzione dell'età pensionabile e, perfino, l'abolizione della pena di morte. Tuttavia, in seguito alla crisi economica e all'innalzamento dell'inflazione, il progetto subì un radicale cambiamento e Mitterrand dovette operare un rimpasto ministeriale che scalzò proprio gli esponenti dell'ala comunista, ricorrendo alla riduzione della spesa pubblica e rafforzando il principio della libera concorrenza con gli altri stati dell'Unione Europea.

Nelle elezioni politiche del 1986, con la reintroduzione del sistema proporzionale, i comunisti non superarono la soglia del 10% dei voti allineandosi ai risultati elettorali del Front national, mentre i socialisti persero circa 6 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni del 1981. Ciò portò alla vittoria del centrodestra

(RPR e UDF) guidati da Jacques Chirac, dando avvio alla prima fase di coabitazione.

Nelle successive elezioni legislative del 1988, il Partito socialista ottenne il 37% dei voti e 260 seggi, ovvero la maggioranza relativa (grafico 9).

Il Governo, privo del sostegno dei comunisti e appoggiato da forze centriste e da esponenti indipendenti, venne capeggiato da Michel Rocard.

I primi anni Novanta furono contrassegnati da dissidi interni e da casi di corruzione. Il partito socialista cambiò leadership più volte241, ma non riuscì ad arrestare l'emorragia di voti nelle elezioni legislative del 1993 (-20% circa), passando da 260 a soli 53 seggi.

I buoni risultati del centrodestra gli assicurarono la vittoria conquistando 449 seggi su un totale di 577. Approfittando delle divisioni interne presenti a destra dello schieramento politico, Jospin riunì le forze della sinistra (PCF e Verdi), formando un'alleanza elettorale che portò, nel 1997, alla vittoria della cosiddetta sinistra plurale (gauche plurielle). "Per volontà di Jospin, al congresso di

quell'anno fu introdotta l'elezione diretta del segretario da parte di tutti i militanti"242.