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Figure 1 e 2. Le aree di territorio coltivato situate intorno al complesso religioso medievale della Badia a Settimo, nel comune di Scandicci, definiscono un paesaggio “peri-monumentale”, ovvero un luogo “ove sia sufficientemente esplicito il ruolo del paesaggio, a complemento di un contesto monumentale” [guRRieRi f., noBili f. (2012), “Il paesaggio e la pianificazione urbanistica delle campagne (e un’ipotesi di ‘pae- saggio peri-monumentale’)”, Quaderni dell’Accademia dei Georgofili, n. 2/2012]. In questi contesti risulta più che altrove importante la so- pravvivenza del paesaggio agrario che, mantenendosi vitale nel tempo, contribuisce a valorizzare e tutelare l’emergenza storico-architet- tonica. L’importante complesso religioso della Badia, che fino alla metà del secolo scorso era circondato solo da territorio agricolo, è oggi immerso in un contesto a carattere più urbano. Permangono numerosi appezzamenti agricoli che, tuttavia, si riducono sempre più ad aree residuali e isolate. La perdita spontanea e progressiva dell’uso agricolo di questi territori rischia di decontestualizzare definitivamente l’e- mergenza architettonica, che è invece da sempre legata a doppio filo con il territorio aperto che la circonda. Per tale motivo, in un ipote- tico scenario strategico, dovrebbe essere centrale la riqualificazione e valorizzazione delle aree agricole perimonumentali attraverso pro- getti di agricoltura paesaggistica.

Figure 3 e 4. L’area verde dell’Argingrosso, ventisette ettari di verde pubblico nel Quartiere 4 del Comune di Firenze, è collocata in riva si- nistra d’Arno e racchiusa tra il viadotto del ponte all’Indiano a ovest, l’Arno e via dell’Argingrosso a sud. In quest’area, fino a pochi anni fa degradata e occupata da discariche abusive, sorge oggi il parco dell’Argingrosso - voluto fortemente dal Comune e per il quale sono stati eseguiti numerosi e consistenti lavori di riqualificazione ambientale. Il parco si snoda lungo il fiume per quasi due chilometri affacciando- si sul Parco delle Cascine, collocato sulla sponda opposta. È uno spazio di grande interesse per via della sua posizione strategica: questa porzione di territorio infatti si configura come un cuneo verde che si estende verso ovest a partire dalla zona urbana dell’Isolotto, crean- do un tessuto continuo di spazi aperti che trovano sbocco nel territorio agricolo di Mantignano e Ugnano. Il parco comprende anche un laghetto di escavazione - circondato da prati e inserito in un sistema di sentieri ciclopedonali - e un grande campo da golf, nei quali sono presenti anche piccoli laghi artificiali. Importante la presenza di un cospicuo numero di orti sociali, principalmente utilizzati da anziani.

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Figura 5. Margine occidentale del Parco delle Cascine, fotografato da Ponte all’Indiano, alla confluenza tra il torrente Mugnone e l’Arno. Il Parco delle Cascine, che costeggia la riva destra dell’Arno, rappresenta con i suoi centosessanta ettari il parco urbano più esteso d’Europa. Comprendente trentacinque ettari di bosco e tre grandi aree a prato, può essere considerato una vera e propria porta d’ingresso al Parco agricolo dell’Arno. All’interno del Parco delle Cascine sono presenti alcuni elementi che possono diventare strategici, dal punto di vista progettuale, per l’intera area. Nello specifico l’ippodromo, non più utilizzato per lo scopo originario, potrebbe essere riconvertito per usi coerenti con le funzioni del parco agricolo.

Figura 6. Il più grande dei tre prati situati all’interno del Parco delle Cascine, detto “prato del Quercione“ per la presenza di una grande quer- cia che si ergeva al centro e che si è seccata all’inizio del secolo scorso, ha una forma allungata e si estende per circa ottocento metri. Fa par- te di un sistema di spazi verdi a prato, presenti all’interno del parco, che occupano più di trentamila metri quadri.

Figura 7. Le città di Signa e Lastra a Signa, che si sviluppano rispettivamente lungo le due sponde del fiume Arno, si configurano come mar- gini occidentali dell’area di studio. Rappresentavano storicamente gli avamposti da cui controllare la viabilità e i porti.

Figura 8. Il Parco dei Renai si presenta come una grande oasi verde arricchita da ampi bacini d’acqua. Racchiuso tra il Bisenzio e l’Arno e col- locato a ridosso di Signa, il Parco si estende per circa settanta ettari e rappresenta una delle più importanti aree non urbanizzate presenti nel territorio della piana. Nato dieci anni fa a partire dalla riqualificazione ambientale di una zona degradata (le cave dismesse di rena), il parco accoglie oggi una riserva integrale realizzata in collaborazione con il WWF, relativa a un’estesa area umida. Dotato di grandi spazi per il tempo libero, e collegato direttamente alle Cascine dalla pista ciclabile, è fin dalla sua nascita un luogo di forte aggregazione sociale per i cittadini e punto nodale per l’intera area di studio.

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Figure 9 e 10. Il paesaggio agrario collocato tra Badia a Settimo, la SGC Firenze-Pisa-Livorno e l’Autostrada A1. Il modello agricolturale che caratterizza queste aree è di tipo convenzionale e industriale con una forte meccanizzazione delle fasi di produzione. La maglia agraria è di scala medio-ampia, sia per via delle dimensioni dei campi che per la debole infrastrutturazione paesaggistica, costituita da pochi ele- menti di corredo arboreo disposti lungo le canalette irrigue e i confini colturali. In questa porzione di territorio sono presenti numerosi an- nessi agricoli, come le serre tubolari finalizzate alla semina e raccolta precoce, o capannoni adibiti a magazzino per lo stoccaggio dei pro- dotti agricoli. Le produzioni sono destinate a un mercato sia locale che sovralocale e la posizione dell’area vicino all’accesso all’autostrada avvantaggia la logistica. Dal punto di vista progettuale, per un ipotetico scenario strategico relativo all’area in riva sinistra d’Arno, questa zona si presterebbe a una razionalizzazione della disposizione delle serre con loro eventuale ricollocazione.

Figura 11. L’area industriale di Scandicci, visibile tra le pendici collinari e la città di Firenze con le colline settentrionali, è compresa tra l’Auto- strada A1, la SGC Fi-Pi-LI e il torrente Vingone. È caratterizzata, oltre che da grandi fabbricati e capannoni industriali, anche dalla presenza di edifici in disuso e terreni incolti. Questa condizione di parziale degrado può essere individuata come punto di partenza per invertire la tendenza attuale che porta l’agricoltura in una posizione di sudditanza rispetto all’urbanizzazione. Dal punto di vista progettuale tale area può quindi essere un nodo strategico per avviare pratiche di riqualificazione e valorizzazione del territorio della piana.

Figura 12. Il depuratore di San Colombano, collocato in posizione baricentrica rispetto all’area di studio, riveste un ruolo di grande impor- tanza, sia effettiva che potenziale. Tratta le acque nere provenienti dai comuni dell’area fiorentina (Firenze, Campi Bisenzio, Calenzano, Sesto Fiorentino, Signa, Lastra a Signa e Scandicci). Anche se a oggi l’acqua depurata viene reimmessa direttamente nel fiume Arno, il de- puratore potrebbe assumere un ruolo nodale nel progetto del Parco agricolo: le acque in uscita potrebbero essere infatti fitodepurate e riutilizzate a scopi agricoli.

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Figure 13 e 14. Gli orti di Mantignano. Storicamente denominata gli “orti di Firenze”, proprio per sottolineare la vocazione orticola e l’atti- vità qui tradizionalmente condotta, l’area agricola di Mantignano e Ugnano si estende nel comune di Firenze intorno ai due borghi sto- rici e trova confine tra la Greve, l’Autostrada A1, la SGC Firenze-Pisa-Livorno e l’acquedotto di Mantignano, collocato a ridosso del fiume Arno. Rispetto all’intera area di studio, e in particolare alla zona pianeggiante di Scandicci che negli ultimi anni ha visto intensi processi di industrializzazione e consumo di suolo, questa è la zona che ha maggiormente conservato il tradizionale utilizzo del terreno a scopo agri- colo. La trama agraria è piuttosto densa, sia per la parcellizzazione dei campi che per la presenza di filari di alberi e siepi posti a divisione delle colture e lungo i canali di irrigazione. La presenza di serre tubolari e capannoni per lo stoccaggio delle produzioni agricole è qui lar- gamente minore rispetto ad altre aree limitrofe (come quella ad ovest dell’Autostrada A1) e il paesaggio agrario si presenta più omoge- neo e ben strutturato. Area agricola periurbana per eccellenza, rappresenta un nodo importante dal punto di vista strategico per l’intera area di studio.

Figura 15. Pendici collinari a sud della pianura di Scandicci. Oltre a rappresentare un orizzonte visivo e percettivo importante per l’intera area di studio, si configurano quale elemento strettamente connesso alla valle. Caratterizzate da un tipo di agricoltura incentrata su mosai- ci di oliveti e vigneti - intervallati da piccole porzioni di bosco – tali colline mantengono ancora oggi un assetto tradizionale sia per quanto riguarda gli aspetti agricoli che la struttura insediativa. La trama insediativa è densamente punteggiata da ville storiche sviluppatesi su di un sistema viario a ventaglio che segue la morfologia del terreno.

Figura 16. L’area agricola limitrofa al torrente Vingone, collocata tra la zona industriale e le primi pendici collinari. Si tratta di un’area im- portante dal punto di vista della rete idrografica, sia per la presenza del torrente che di numerosi fossi e canali (oltre che di un piccolo ba- cino artificiale d’acqua di recente costruzione) che hanno contribuito nel tempo al mantenimento della vocazione agricola di questa por- zione di territorio.

Maria Rita Gisotti (a cura di), Progettare parchi agricoli nei territori intermedi. Cinque scenari per la piana fiorentina / Le projet des parcs agricoles dans

les territoires intermédiaires. Cinq scénarios pour la plaine florentine, ISBN 978-88-6655-779-1 (print), ISBN 978-88-6655-780-7 (online), CC BY

4.0, 2015 Firenze University Press

Atlas photographique de la plaine

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