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Emilia-Romagna

Nel documento Parte prima (pp. 1-207) (pagine 159-162)

Marcello Marighelli

Nel corso dell’anno 2019 le istanze pervenute all’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Emilia-Romagna sono state 195, per quanto riguarda l’ambito degli istituti penitenziari, con un aumento del 24% rispetto all’anno 2018.

La corrispondenza delle persone detenute con l’Ufficio è intensa; consiste nella presentazione di istanze e reclami scritti e nella richiesta di colloqui riservati con il Garante, quale modalità per richiederne l’intervento. Sono stati effettuati circa 100 colloqui, di cui 74 a richiesta. Diversi colloqui riservati si sono svolti per iniziativa del Garante in occasione delle visite e per appro-fondire l’oggetto delle segnalazioni. Quantitativamente le criticità maggiormente poste all’at-tenzione dell’Ufficio sono relative al disatteso principio della territorialità nell’esecuzione della pena e a tutti i problemi che ne conseguono in particolare le difficoltà nelle relazioni familiari e la diminuzione delle possibilità di reinserimento sociale. Il fenomeno del trasferimento passivo, con allontanamento dai luoghi di residenza è piuttosto presente e ha riguardato anche diverse donne, così allontanate dalla famiglia e dagli affetti.

I rapporti con la Magistratura di sorveglianza sono stati frequentemente oggetto di segnalazio-ne, soprattutto in relazione ai tempi di risposta alle richieste di concessione del beneficio della liberazione anticipata.

Le segnalazioni di carattere sanitario hanno evidenziato condizioni personali di salute ritenute incompatibili con la detenzione, difficoltà di movimento per la presenza di barriere architetto-niche, carenze igieniche e ambientali, indisponibilità di particolari alimenti o prodotti dietetici.

La qualità del vitto non è oggetto di frequenti specifici reclami, ma nei colloqui viene segnalata come scarsa. Il “sopravvitto”, come modalità di acquisto all’esterno, è criticato per i prezzi ritenuti troppo alti.

Per quanto riguarda il lavoro in carcere, ne viene generalmente lamentata la scarsità. Anche le modalità di assegnazione sono ritenute insoddisfacenti. La recente disposizione che ha escluso i detenuti dall’accesso all’indennità di disoccupazione (Naspi) al termine dei periodi di lavoro, ha provocato diverse richieste di intervento sui Patronati e sull’Inps.

Il numero di istanze pervenute da ogni Istituto è così suddiviso: 23 dalla Cc di Piacenza, 12 dall’IP di Parma, 44 dalla Cc di Reggio-Emilia, 34 dalla Cc di Modena, 34 dalla CL di Castel-franco Emilia, 24 dalla Cc di Bologna, 2 dalla Cc di Ferrara, 15 dalla Cc di Forlì, 3 dalla Cc di Ravenna, 3 dalla Cc di Rimini e una dall’Ipm di Bologna.

Emerge la prevalenza delle richieste dal carcere di Reggio Emilia, ove si presentano criticità ambientali e difficoltà di rapporti con l’Ufficio di Sorveglianza, a causa di una grave carenza di organico. Va inoltre sottolineato il ruolo dei Garanti comunali presenti a Bologna, Ferrara, Parma e Piacenza cui si rivolgono prevalentemente le persone detenute in quegli istituti e la cui attività non è compresa nell’elenco sopra riportato.

Monitoraggio e raccomandazioni

Gli accessi agli istituti di pena per adulti per visitare le strutture, effettuare colloqui riservati con i detenuti o verificarne le condizioni detentive sono stati 35. Gli esiti delle raccomandazioni formulate sono stati positivi in alcuni casi specifici, come ad esempio la cessazione di una si-tuazione considerata dal Garante “isolamento di fatto” e la tinteggiatura di 2 sezioni detentive che si presentavano in condizioni inaccettabili.

Non trovano, invece, ancora soluzione problematiche di carattere generale, più volte eviden-ziate in varie sedi, come la mancanza nel territorio regionale di un istituto a custodia attenuata per madri detenute e l’assenza nella regione di un istituto di pena dotato di sezione nido fun-zionante. La segnalazione della presenza in carcere di 2 giovani madri insieme ai figli neonati ha sollecitato la collocazione in misura alternativa

Salute e privazione della libertà

Il tema della salute mentale in carcere è stato oggetto di particolare attenzione nel corso dell’anno 2019. La posizione espressa dal Garante ai tavoli convocati per l’implementazione dell’assistenza psichiatrica negli istituti penitenziari è stata di preoccupazione per il rischio di sovrapposizione tra problematiche di sicurezza e disagio psichico. Non è ancora realizzato il concetto di salute mentale basato sulla realizzazione di un contesto detentivo atto a mantenere l’equilibrio psichico delle persone, che garantisca a tutti possibilità di movimento in spazi aperti, stanze e servizi igienici migliori, formazione, lavoro, e attività culturali.

Rispetto al tema della salute in carcere in Emilia-Romagna il Garante ha avviato un confronto con il Servizio Assistenza Territoriale – Area carcere della Regione sulla gestione della cartella clinica informatizzata e sul monitoraggio dei dati diagnostici nei servizi sanitari penitenziari. La visione dei dati disaggregati, riferiti a ogni singolo penitenziario, evidenzia differenze molto importanti che rendono necessario un intervento di indirizzo e coordinamento per una meto-dologia di compilazione delle schede più uniforme.

Inoltre, il Garante ha sottolineato l’osservazione del Comitato europeo per la prevenzione della tortura nel rapporto sulla visita svolta in Italia nel 2016, che raccomanda la presenza negli isti-tuti di un apposito registro, possibilmente in formato elettronico, per ottenere un quadro com-pleto della situazione riguardante le lesioni dei detenuti osservate sia all’arrivo che durante la detenzione. Il Garante è perciò stato invitato ai Tavoli regionali di discussione e coordinamento sulla salute in carcere, riscontrando l’impegno al superamento delle criticità evidenziate.

Il Garante ha, da tempo, esteso l’attività di monitoraggio alle situazioni di privazione della li-bertà e salute effettuando nel 2019, la visita a 2 sedi di Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, 1 visita ad una residenza psichiatrica, 1 visita alla Rems, 1 visita a una struttura residenziale per anziani. L’attenzione è stata posta in modo specifico sulla “contenzione” e non sono state riscontrate criticità.

L’Ufficio ha trattato tre segnalazioni pervenute da ospiti in strutture psichiatriche, organizzando anche una visita ad hoc.

Monitoraggio rimpatri e luoghi di permanenza degli stranieri

Nell’ambito dell’attuazione dell’Accordo di progetto Fami, è stato effettuato il monitoraggio dell’espulsione di un cittadino straniero nelle fasi di pre-ritorno e pre-partenza, dalla casa Cir-condariale di Ferrara all’aeroporto di Bologna. Si è riscontrata la buona condizione dei locali di trattenimento temporaneo dell’aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna.

È stato visitato, inoltre, l’hub di Via Mattei a Bologna che ha cambiato a fine 2019 destinazio-ne d’uso: da Centro di prima accoglienza a Centro di Accoglienza Straordinario. Il Garante ha potuto constatare che sono state realizzate migliorie nella struttura rispetto alla visita effettuata nel 2018. Al momento della visita erano presenti 200 adulti di sesso maschile provenienti da Pakistan, Mali, Senegal, Nigeria, Guinea, Iran. I Gestori responsabili della struttura hanno evi-denziato il proposito di mantenere il numero delle presenze al di sotto della soglia di sovraffol-lamento, accogliendo esclusivamente un numero congruo ai posti disponibili.

Gestione banca dati

Già da alcuni anni l’ufficio utilizza un applicativo informatico per gestire le istanze raccolte e le prati-che avviate d’ufficio. Ogni documento relativo ad un’istanza viene inserito e protocollato e entra così a far parte di un fascicolo dematerializzato. L’accesso al sistema è personale e ogni singola operazione viene tracciata, è quindi possibile ricostruire in qualunque momento chi ha avuto accesso ai fascicoli e quale tipo di operazione è stata effettuata.Nel corso del 2019, oltre al documento anticorruzione già applicato dall’Ufficio, è stato avviato un percorso di qualità ISO 9001.

Comunicazione

Il canale utilizzato per la comunicazione al pubblico dall’Ufficio del Garante è un sito web interattivo all’indirizzo www.assemblea.emr.it/garante-detenuti.it nell’ambito del portale della Regione Emilia-Romagna. Il sito è stato aggiornato nel corso del 2019 dotandosi di un indirizzo più immediato rispetto alla versione precedente, che aveva una porta di accesso unica per tutte e tre le figure di garanzia della Regione Emilia-Romagna (Garante delle persone private della libertà personale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza e Difensore civico). Anche i contenuti sono stati riorganizzati di conseguenza, per poter esprimere ancora più chiaramente l’attività del Garante.

Per far conoscere l’attività dell’Ufficio del Garante e contribuire alla promozione della cultura dei diritti nella società sono stati organizzati tre convegni pubblici.

Come ogni anno sono stati attivati dei percorsi formativi rivolti agli operatori penitenziari in particolare sulle tecniche di de-escalation, il ciclo dell’aggressività, il clima, gli atteggiamenti, le parole da usare, i comportamenti da evitare. In due giornate formative sono stati coinvolti 50 operatori.

Collaborazioni

Nel 2019 è stata attivata una collaborazione con Anci Emilia-Romagna finalizzata alla promo-zione dei rapporti tra gli Istituti Penitenziari e i Comuni per l’implementapromo-zione all’interno degli

Istituti dei servizi Comunali e la diffusione nelle scuole della cultura della legalità. L’Ufficio del Garante si è convenzionato con l’Associazione nazionale ufficiali di stato civile e anagrafe per la realizzazione di interventi formativi sul tema dei diritti anagrafici per le persone private della libertà.

www.assemblea.emr.it/garante-detenuti.it

Nel documento Parte prima (pp. 1-207) (pagine 159-162)