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5 3 Esempi di anomalie rilevate nel territorio esaminato

Di seguito riportiamo alcuni esempi di anomalie riscontrate nel territorio, avendo cura di specificare il tipo di immagine che si è utilizzato e l'anno, per poi fornire la descrizione della tipologia e proporre una possibile interpretazione. Tra le molte anomalie rinvenute si è scelto di proporre qui solo quelle più rilevanti, omettendo quelle derivanti dalla divisione dei campi in epoca contemporanea e

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riportando le sole anomalie di cui si potesse proporre, seppur con le dovute cautele, un'interpretazione.

Fig. 30. Ortofoto del 2007 di un campo presso la località Gabella, nel Comune di Calci.

La figura 30 è un'ortofoto del 2007 che mostra due tipi di anomalie visibili in un campo nei pressi della località Gabella (Calci), corrispondente all'antica Vicascio: una serie di strisce marroni in un campo giallo e un'ampia zona più scura rispetto al resto dell'area.

Il primo tipo di anomalia compare anche nelle foto delle altre annate in nostro possesso e proprio il confronto con quelle del 1954 ha rilevato che le striature sono la traccia lasciata dalla suddivisione dei campi di quel periodo, con le zone scure corrispondenti ai fossati di delimitazione.

Molto più interessante è la seconda anomalia, individuata solo nelle foto del 2007, molto probabilmente perché effettuate dopo un periodo di precipitazioni che ha reso visibile la diversa umidità del suolo nella zona settentrionale del campo. Si propone di interpretarla come un'area che in passato ospitava acqua

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stagnante, probabilmente ricollegabile alla palude di Asciano, ampiamente documentata nelle fonti scritte a partire dall’XI secolo e che ancora nel XVIII secolo non era stata completamente bonificata103. Il toponimo dell'area, riportato nella cartografia C.T.R., Paduletti, sembra avvalorare la nostra interpretazione.

Fig. 31. DTM da LIDAR della località Il Piaggione, nel Comune di Vicopisano.

La figura 31 mostra un DTM, elaborato da una scansione LIDAR del 2008, relativo alla località Il Piaggione nel comune di Vicopisano: vi si può notare una lunga striscia di terreno rialzato (nell'immagine indicata dalle frecce rosse) che dall'esame delle foto aeree risulta non essere funzionale all'elevazione rispetto alla piana circostante di una strada, come la striscia visibile più a nord relativa alla Via Vicarese; dalle foto più vecchie, del 1954, a quelle più recenti, del 2010, è semplicemente adibita a prato. Si propone di interpretare tale dosso come un antico argine del fiume Arno, visibile nella parte destra dell'immagine: il corso del fiume deve essere progressivamente migrato verso Sud fino a formare l'attuale ansa, secondo un processo piuttosto comune in geografia.

La toponomastica ancora una volta conferma la nostra ipotesi, poiché il toponimo

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Il Piaggione, si può spiegare con l'accumulo dei sedimenti fluviali che hanno portato allo spostamento del fiume e formato l'attuale piana, che esso delimita.

Fig. 32. Ortofoto a 4 bande a Falsi colori, di un campo nei pressi di Uliveto Terme.

Nella figura 32, un'ortofoto multispettrale del 2010 elaborata a falsi colori per evidenziare la vegetazione, si possono notare due strisce di erba più bassa rispetto a quella circostante.

Le due anomalie, presenti in un campo vicino a Uliveto Terme, risultano visibili anche nelle ortofoto del 1954, nelle quali si presentano, però, come due strisce più chiare.

Si può ipotizzare la presenza nel sottosuolo di due manufatti dalla superficie dura, che impediscono alle radici di attingere a terreno con sufficiente humus, evento che nel 1954 ha portato alla precoce maturazione delle colture sovrastanti

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e nel 2010 è responsabile della loro minor crescita in altezza. Si propone di identificare queste due anomalie come strade, non necessariamente lastricate, ma, in special modo la più piccola, probabilmente in terra battuta. L'assenza di altre fonti non permette di confermare questa ipotesi e non consente di affermare altro se non che, se di strade si trattano, queste siano anteriori al 1954 e, dato il diverso orientamento, non associabili alla centuriazione romana.

Fig. 33. DTM da LIDAR della zona a Sud-Est di Vicopisano.

Nella figura 33, un DTM elaborato da una scansione LIDAR, di una zona a Sud di Vicopisano, attraversata dal fosso della Serezza, visibile a sinistra nella foto, si può notare un'estesa depressione (nell'immagine indicata dai triangoli rossi con il vertice nella direzione del punto più basso) a lato del canale.

Il confronto con la cartografia C.T.R. ha confermato la differenza altimetrica dell'anomalia: il terreno a ovest del fosso mostra quote omogenee, tra 12.0 e 12.6 m.s.l.m., mentre a est di esso queste scendono fino agli 11 m.s.l.m. riscontrati nel centro della depressione; da qui, proseguendo verso oriente, le quote risalgono fino a 12 e 12.2 superata l'anomalia (nell'immagine alle spalle dei triangoli rossi).

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Si propone di interpretare questa depressione come un paleoalveo dell'Arno, che secondo le fonti documentarie anticamente formava un'ansa proprio nei pressi di Vicopisano104.

Fig. 34. Ortofoto del 1978 relativa ad una serie di campi in località Pian di Vico (Vicopisano).

Un'ortofoto del 1978 (figura 34) mostra un'anomalia in una porzione della pianura situata a sud-ovest di Vicopisano: una striscia più chiara rispetto al resto del campo. Nelle foto successive a questo anno in nostro possesso quest'anomalia è obliterata da un laghetto artificiale, mentre nelle foto del 1954 è presente ma debolmente visibile e solo nella sua parte settentrionale. Data l'estensione dell'anomalia e la sua posizione si propone di interpretarla come un'altra traccia del paleoalveo dell'Arno che dallo studio delle fonti documentarie citate in precedenza sappiamo fare un'ansa salendo in questo punto verso Vicopisano, per poi scendere verso Sud e produrre l'anomalia descritta nella foto 31. La georeferenziazione delle due anomalie ha permesso di ricostruire i due lati dell'ansa fluviale che doveva avere il suo vertice proprio ai piedi del colle

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occupato da Vicopisano. La stessa viabilità campestre presente nell'area, visibile nelle foto aeree e rilevata dalla cartografia, sembra delimitare gli antichi contorni di quel tratto fluviale, delimitando l'antica ansa.

Come si è appena visto da questi esempi, l'utilizzazione di alcune delle moderne tecniche di telerilevamento ha permesso di rilevare importanti anomalie, ma è solo grazie al confronto tra le varie annate di foto e tra queste e le scansioni LIDAR che si è potuto individuare le più significative eliminando, come già detto, quelle prodotte da interventi antropici recenti.

Per ovviare ai limiti di queste particolari tipologie di fonti si è ricorsi al confronto con altre, soprattutto quelle scritte e la toponomastica, in maniera da acquisire maggiori informazioni e cercare di proporre un'interpretazione che potesse contestualizzare le tracce scoperte.

Come abbiamo già affermato e ribadiremo in un successivo capitolo, questo dialogo tra fonti diverse è stato facilitato dallo strumento informatico GIS, capace, tramite la sovrapposizione di più livelli informativi geografici e la georeferenziazione delle informazioni alfanumeriche, di mettere in relazione realtà informative diverse.

In particolare si è riusciti a produrre una carta tematica (figura 35) che mostra in maniera sintetica le anomalie legate al corso dell'Arno e propone la sua ricostruzione, in particolare come doveva presentarsi nel Medioevo il tratto del fiume che scorreva vicino a Vicopisano e a San Giovanni alla Vena.

La carta è stata ottenuta dalla sovrapposizione di un DTM, ottenuto da una scansione LIDAR, alla carta CTR 1:10000 della stessa zona; a questi due layer, il primo in formato raster, l'altro vettoriale, si è collegato il database con le anomalie, impostando una regola tematica che distinguesse quelle interpretate come paleoalvei (nella figura 33, indicate con il cerchio rosso) da quella relativa all'antico argine (in giallo).

Dopo queste operazioni, interpretando le informazioni provenienti dalla viabilità, dalla toponomastica, dallo studio dei documenti e dalle ricostruzioni fatte da studiosi moderni105, si è tracciato il percorso del fiume come doveva essere

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nell'epoca medievale.

Fig. 35. Ricostruzione del corso medievale dell'Arno nei pressi di san Giovanni alla Vena. In azzurro la ricostruzione del corso dell'Arno nel Medioevo, in giallo l'anomalia interpretata come antico argine, in rosso le anomalie identificate come paleoalvei.

Lemut in CECCARELLI LEMUT, MAZZANTI, MORELLI 1994, e la ricostruzione dei paleoalvei nella carta allegata a MAZZANTI 1994.

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IV. ANALISI DEL POPOLAMENETO NEL

TERRITORIO DI CALCI IN EPOCA ROMANA E