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Titus Zeman e la Parola di Dio vissuta

6. Esemplare radicalità evangelica

Nella sua vita, a don Titus sono state proposte spesso alternative, in apparenza allettanti, che avrebbero potuto allontanarlo dalla freschezza del “sì”, pronunciato quando aveva dieci anni e mai più ritrattato. Sarebbe per esempio potuto restare a svolgere le proprie funzioni di cappellano, scampato miracolosamente alla grande retata comunista di consacrati nel 1950: ma decide, proprio perché risparmiato, di dare la vita per i fratelli in difficoltà. Avrebbe potuto limitarsi al già terribile lavoro che gli era assegnato nei campi di lavoro forzato: ma quando la salute glielo permette lavora di più per aiutare i prigionieri deboli ed evitare loro le punizioni. Avrebbe potuto tradire, perché il regime esercitò su di lui una pressione enorme: ma non lo fece mai. Negli ultimi anni di vita, come già in carcere, avrebbe potuto subire il controllo delle spie: riuscì invece ad evaderlo a rischio della vita, celebrando la Santa Messa e confessando, per quasi due decenni, in clandestinità. Avrebbe

Cf Summarium Testium, Test. XXIV, § 417.

100

Cf Copia Pubblica VI, 331.

101

Su questo concetto, cf: Summarium Testium, Test. VII, § 170.

102

Summarium Testium, Test. VI, § 149.

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potuto lasciarsi afferrare dalla rabbia e dal rancore per l’ingiusta condanna: ma non lo fece, perdonò di cuore e aiutò così i propri persecutori a ritrovare la strada verso Dio, testimone di un Amore più grande, che non vuole la «morte del peccatore», bensì che egli «si converta e viva» (cf Ez 33,11).

Si può quindi dire che egli incarni alla perfezione la figura del consacrato per come anche Papa Francesco ha tratteggiato nella Lettera apostolica per l’Anno della Vita Consacrata:

«Ringraziamo insieme il Padre, che ci ha chiamati a seguire Gesù nell’adesione piena al suo Vangelo e nel servizio della Chiesa, e ha riversato nei nostri cuori lo Spirito Santo che ci dà gioia e ci fa rendere testimonianza al mondo intero del suo amore e della sua misericordia» ; « [Il 104 Vangelo] è esigente e domanda di essere vissuto con radicalità e sincerità. Non basta leggerlo […], non basta meditarlo […]. Gesù ci chiede di attuarlo, di vivere le sue parole. Gesù, dobbiamo domandarci ancora, è davvero il primo e l’unico amore, come ci siamo prefissi quando abbiamo professato i nostri voti? Soltanto se è tale, possiamo e dobbiamo amare nella verità e nella misericordia ogni persona che incontriamo sul nostro cammino, perché avremo appreso da Lui che cos’è l’amore e come amare: sapremo amare perché avremo il suo stesso cuore […] . 105

«Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (cf. Gv 15,13). Queste parole del Vangelo caratterizzano l’amore eroico del Servo di Dio don Titus Zeman.

Agiva nella convinzione di compiere la volontà di Dio e che il suo amore verso il Signore, verso la Chiesa, verso la Congregazione Salesiana e verso la Nazione Slovacca lo esigesse da lui.

Papa Francesco, Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco a tutti i consacrati in occasione dell'Anno

104

della Vita Consacrata, Città del Vaticano 2014.

Ibidem.

105

Elementi per promuovere una Causa di beatificazione e di canonizzazione.

Siamo depositari di una preziosa eredità che merita di essere meglio conosciuta e valorizzata.

Il rischio è di ridurre questo patrimonio di santità a un fatto liturgico-celebrativo, non valorizzandone appieno le potenzialità di tipo spirituale, pastorale, ecclesiale, educativo, culturale, storico, sociale, missionario… Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio sono pepite preziose che vengono sottratte dall’oscurità della miniera per poter brillare e riflettere nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana lo splendore della verità e della carità di Cristo.

L’aspetto pastorale tocca l’efficacia che hanno le figure dei Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio come esempi riusciti di cristianesimo vissuto nelle particolari situazioni socio-culturali della Chiesa e della Famiglia Salesiana. L’aspetto spirituale implica l’invito all’imitazione delle loro vita virtuosa come sorgente di ispirazione e di progettualità. La cura pastorale e spirituale di una Causa è un’autentica forma di pedagogia della santità, a cui dovremmo, in forza del nostro carisma, essere particolarmente sensibili e attenti.

Ogni Causa di beatificazione e canonizzazione ha un respiro ecclesiale sia nel processo di discernimento che di promozione della Causa stessa. Più persone, comunità, gruppi sono coinvolte e più la Causa acquista valore e significatività.

Al fine di promuovere la conoscenza, l’intercessione, l’imitazione del Santo o Beato o Venerabile o Servo di Dio e la richiesta di favori e di grazie celesti si consiglia di:

- Favorire la preghiera di intercessione, attraverso immagini (anche reliquia ex-indumentis), dépliant, libri… da diffondere nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle case religiose, nei centri di spiritualità, negli ospedali per chiedere la grazia di miracoli e favori.

- È particolarmente efficace la diffusione della novena, invocando l’intercessione di queste figure nei diversi casi di necessità materiale e spirituale. Si sottolineano due elementi formativi: il valore della preghiera insistente e fiduciosa e quello della preghiera comunitaria.

- Curare ogni mese, nel giorno in cui ricorre la data della morte (Dies natalis), un momento di preghiera e di commemorazione mensile.

Curare inoltre una volta all’anno una Giornata commemorativa, evidenziando particolari aspetti o ricorrenze e coinvolgendo i gruppi particolarmente “interessati” alla testimonianza del Servo/a di Dio (ad esempio sacerdoti, religiosi, giovani, famiglie, medici, missionari…).

- Raccogliere le grazie e i favori che vengono a lui/lei attribuiti. È utile avere un quaderno in cui si segnalano le grazie chieste e quelle ricevute, a testimonianza sia della fama di santità che della fama dei segni. In particolare se si tratta di guarigioni e/o di presunti miracoli è importante raccogliere urgentemente tutta la documentazione medica che dimostra il caso e le prove che attestano l’intercessione del Servo/a di Dio.

- Costituire un comitato che si impegni a promuovere tale Causa. Membri di tale comitato dovrebbero essere persone particolarmente sensibili alla promozione della Causa:

rappresentanti della diocesi e della parrocchia di origine, responsabili e gruppi della Famiglia Salesiana, medici (per lo studio dei presunti miracoli), storici, teologi ed esperti di spiritualità…

- Promuovere la conoscenza attraverso la redazione della biografia, l’edizione critica degli scritti e altre produzioni multimediali.

- Periodicamente presentare la figura e il cammino della Causa nel Bollettino Salesiano, nel Bollettino parrocchiale e nel giornale diocesano…

- Creare un sito web (sempre aggiornato) e/o collocare nel sito web della ispettoria, parrocchia, diocesi un link dedicato al Servo/a di Dio con la sua vita, il processo di beatificazione, la richiesta di preghiere, la segnalazione di grazie...

- Custodire e riordinare gli ambienti dove ha vissuto.

- Ordinare un Archivio con tutta la documentazione catalogata e informatizzata.

- Creare un fondo economico per sostenere sia le spese della postulazione della Causa che l’opera di diffusione della Causa stessa.

- Promuovere opere di carità e di educazione nel nome del Servo/a di Dio, attraverso progetti, gemellaggi…