(1) La Rete delle Case di Quartiere di Torino (pag.8), www.casedelquartieretorino.org (2) La Rete delle Case di Quartiere di Torino (pag.6), www.casedelquartieretorino.org (3) VISioni - 2018 Rete delle Case del Quartiere APS
4.1.2 LA RETE 4.1.1
IL CONCETTO DI CASA DI QUARTIERE
4.1 INQUADRAMENTO
“Le Case del Quartiere sono luoghi aperti e pubblici; laboratori sociali e culturali nei quali si esprimono pen-sieri e vissuti collettivi; spazi che av-viano esperienze di partecipazione, coinvolgimento e auto-organizzazio-ne”.1
Questi spazi nascono da politiche in-novative di rigenerazione urbana svi-luppate a partire dalla fine degli anni Novanta grazie agli stimoli delle istitu-zioni europee e da un’attitudine della Città di Torino a sperimentare e rea-lizzare idee e progetti con il contributo e la creatività della cittadinanza.
Nel 2007 nasce la prima Casa del Quartiere2.
Negli anni seguenti si sviluppano nuove esperienze in altri quartieri del-la città, attraverso percorsi e storie differenti ma con una base comune:
La Rete delle Case del Quartiere na-sce nel 2017 per supportare i proget-ti comuni e per diffondere le buone pratiche partendo dalle necessità dei territori; la sua costituzione è il coro-namento di un periodo di grande ri-cerca e progresso che ha portato alla nascita di nove case solo nel comune di Torino.
Essa si pone come organo coordina-tore alle singole Case con un progetto condiviso, per accrescere e consoli-dare nel tempo la loro identità, essere riconosciute e sostenute dalle istitu-zioni pubbliche, apprezzate a livello locale e nazionale, utilizzate da citta-dini, gruppi ed enti del Terzo Settore .
La prima ad aprirsi al pubblico nel 2007 è Cascina Roccafranca nel quartiere di Mirafiori che ha visto un importante intervento di recupero su un complesso che si presentava in stato di abbandono. Il vuoto urbano lasciato da quell’isolato viene colmato da un contenitore di servizi e attività grazie alla collaborazione tra istitu-zioni pubbliche, fondaistitu-zioni bancarie, imprese sociali, associazioni e cittadi-ni, ponendosi come luogo inutilizzato che diventa spazio per la cittadinan-za4.
Ad oggi le Case di Quartiere sono 8, ciascuna in un quartiere distinto: Ca-scina Roccafranca (Mirafiori Nord), spazi ad uso pubblico riqualificati, grazie alla collaborazione tra istitu-zioni pubbliche, fondaistitu-zioni bancarie, imprese sociali, associazioni e citta-dini, luoghi che diventano spazi per la popolazione.
Da maggio 2012 la Città di Torino, insieme alla Compagnia di San Pao-lo, ha invitato i soggetti gestori delle Case a riunirsi intorno ad un tavolo con il proposito di coordinare le atti-vità delle stesse attraverso il conso-lidamento di una rete per mettere in comune conoscenze, esperienze e progetti.
Ad oggi le Case del Quartiere a Tori-no soTori-no 8, ognuna in una zona diver-sa, coprendo quasi completamente il territorio cittadino.”3
4 L’ESPERIENZA TORINESE
(4) La Rete delle Case di Quartiere di Torino, www.casedelquartieretorino.org (5) La Rete delle Case di Quartiere di Torino, www.casedelquartieretorino.org;
(6) www.retecasedelquartiere.org
Casa del Quartiere di San Salvario, Bagni Pubblici di via Agliè (Barriera di Milano), Hub Cecchi Point (Auro-ra), la Casa nel Parco (Mirafiori Sud), +SpazioQuattro (San Donato), Barri-to (Nizza Millefonti), Bossoli83 (Lin-gotto) e Casa di Quartiere Vallette.
Ma Il processo di sviluppo di una rete capace di far collaborare le diverse CDQ nasce ben prima del 2017, più precisamente nel 2012, quando la Città di Torino insieme alla Compa-gnia di San Paolo invitano i gestori delle varie Case ad un tavolo di co-ordinamento tra gli enti gestori delle case per pianificare le attività attra-verso il consolidamento di una piatta-forma operativa condivisa. Due anni più tardi, quella che era solo un’idea, si concretizza con il progetto “Di Casa in Casa” che vince il primo premio (del valore di 100.000 euro) del Bando na-zionale per la Cultura “Che Fare2”.5 Il progetto pone l’attenzione sull’ac-crescimento di conoscenze collettive e condivise grazie alla messa in cam-po a favore delle altre CDQ di saperi ed esperienze, al fine di poter avan-zare insieme, ma ciascuno con le pro-prie caratteristiche.
Una tappa fondamentale che ha per-messo la costituzione di una connes-sione forte tra le diverse Case è stato il Convegno Nazionale “Abitare una Casa per abitare un quartiere” nel 2016, tenutosi a Torino, dove la Rete ha avuto la possibilità di rendersi protagonista raccontando il suo pro-gramma e i suoi valori davanti ad una platea composta da oltre cinquanta esperienze di spazi di comunità
na-zionali ed europei.
I temi affrontati nel meeting come beni comuni, cittadinanza attiva, au-to-organizzazione, produzione cul-turale, artigianato sociale, sviluppo e impatto locale e generazione di ri-sorse di prossimità hanno dato voce anche alla realtà torinese grazie alla creazione di una Rete capace di fare da punto di riferimento.6
Ogni Casa del Quartiere ha un ricchis-simo patrimonio di idee e servizi nati da persone, gruppi e associazioni che ogni giorno le frequentano. Dal 2012, la Rete delle Case del Quartiere pro-muove progetti comuni trasversali a Case e territori, per diffondere buone pratiche su tutta la città. I progetti che stanno a cuore alla rete sono stati rag-gruppati per ambiti di interesse: come quello culturale, welfare, l’impatto so-ciale e formativo, e la Promozione di interventi di riqualificazione dello spa-zio pubblico e privato.
Il lavoro corale da parte delle CDQ ha portato a dei risultati che sono molto ben descritti dal VIS 2019 in termini numerici.
Cos’è il VIS?
Nel 2017, una volta costituite ed av-viate le varie CDQ sparse sul terri-torio cittadino e costituita la Rete, è nata la necessità di indagare i risultati che tali centri stavano ottenendo in termini di sostegno sociale, di appor-to al quartiere e di benessere per i sui fruitori. Al fine di ottenere tali informa-zioni in maniera analitica la Compa-gnia di San Paolo, grazie al sostegno
4 L’ESPERIENZA TORINESE
(7) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (8) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.4)
scientifico di Euricse (“Fondazione di Ricerca di Trento, che si occupa di valutazione sia di singoli progetti nel settore dei servizi sia dell’analisi de-gli enti di Terzo settore”)7 intraprende uno studio per la valutazione dell’im-patto sociale (VIS) utilizzando il me-todo ImpACT. L’impegno è durato diversi mesi, durante i quali, grazie all’aiuto degli stakeholder, si è intra-preso un percorso di raccolta dati e azioni partecipate nelle dinamiche in-terne delle Case. L’obbiettivo è stato quello di arrivare ad avere degli indici quantitativi e qualitativi che dessero un’immagine chiara dei risultati otte-nuti dai singoli centri, esplicitandoli at-traverso dei documenti di riferimento contenti grafici e diagrammi riferiti ad esempio al numero di azioni intrapre-se e delle tariffe applicate, ma soprat-tutto alla quantità di soggetti coinvolti sia direttamente (lavoratori stabili, vo-lontari, tirocinanti) che in maniera in-diretta, analizzando i passaggi e i fru-itori di corsi ed attività. Altro aspetto importante di quest’analisi è stato poi l’aspetto economico, il report infatti ri-porta i dati riferiti ad entrate ed uscite, suddivise per tipologia. nota.”7
Il report di questo studio costituisce un documento fondamentale per ana-lizzare i processi interni delle Case di Quartiere e come hanno influito nelle dinamiche sociali della Città.
Nota
È importante specificare che i dati che verranno riportati ed utilizzati in questo lavoro di tesi fanno riferimento per l’appunto al VIS 2019 e 2018 che
prendono in esame dati attendibili e non falsati da questo periodo di pan-demia, una situazione che ha creato dinamiche sociali particolari, impe-dendo l’aggregazione sociale che ca-ratterizza le CDQ e influito negativa-mente su tutte quelle attività che sono proprie di questi spazi.
CDQ in numeri
Per dare una dimensione dei volumi che sono stati raggiunti da questa rete composta da una moltitudine di figure professionali, volontari, asso-ciazioni ma al tempo stesso anche di servizi, attività, percorsi formativi ven-gono riportati alcuni dati.
8 Case, 8 quartieri, 8 forme di gover-nance differenti.
Attorno alle CDQ ruotano 583 sog-getti partner che vanno a costituire lo zoccolo duro delle strutture ricetti-ve sociali.8 Esse sono infatti il moto-re che permette di mettemoto-re in moto il complesso ingranaggio che costitui-sce questi luoghi di aggregazione.
I dati fanno emergere come le Asso-ciazioni che siano esse riconosciute, non riconosciute o di volontariato, concorrono allo sviluppo della rete sono 266 attestandosi come la ca-tegoria di maggioranza.9 Un grande contributo arriva da gruppi informali e singoli cittadini che costituiscono il 29% dell’offerta.10
Fondazioni, imprese sociali, comitati, enti religiosi, completano il gruppo dei soggetti che collaborano con le CDQ.
Il ricavo totale delle CDQ derivante
4 L’ESPERIENZA TORINESE
(9-10) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.4); (11) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.15);
(12) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.7); (13) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.6);(14) www.retecasedelquartiere.org/valutazione-impatto-sociale (pag.12)
dalla vendita di beni e servizi ai cit-tadini e agli enti statali, che da solo ammonta a 2.323.595 euro, sommato alle donazioni e ai contributi prove-nienti sia dai bandi che dagli enti pub-blici e dalla Compagnia di San Pao-lo porta a un bilancio complessivo di 3.238.828 euro annui di entrate.11 Un dato questo che è indice di quan-to questa rete riesca a sviluppare una forte attrattiva nella comunità cittadi-na e negli investitori grazie alle pro-prie attività
I servizi messi a disposizione infatti coprono diverse aree di interesse di-stribuite nell’arco dell’anno, offrendo un programma consistente.
1296 eventi culturali suddivisi per le varie CDQ rappresentano la caratte-ristica emergente insieme ai 413 cor-si.12
I fautori di queste iniziative sono in gran parte i partner stabili che hanno offerto un ventaglio di offerte gene-ralizzato, affiancati dagli enti gestori che si sono concentrati per la mag-giore nell’organizzazione di eventi culturali e dai partner più occasiona-li più indirizzati su occasioni di feste private, che insieme hanno prodotto solo nel 2019 un totale di 99.563 ore di produzione.13
I valori sopra riportati, sono numeri di riferimento che possono fornire un’in-dicazione di quale sia stata la portata delle iniziative in termini di interesse, sono per l’appunto stati stimati circa 440.000 passaggi annuali, che corri-spondono a 1.100 persone al giorno distribuiti sulle 9 CDQ.
Ultimo dato che si vuole riportare si riferisce alla dimensione che questa rete ha raggiunto dal punto di vista del capitale umano, si sta parlando di oltre mille persone che collaborano stabilmente con le strutture, con più di settecento tra volontari e altre figu-re per un totale di più di duecentomila ere di lavoro, che hanno contribuito a sviluppare in termini economici im-portanti volumi.14