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1. Le Opere salesiane in un momento di profondi cambiamenti culturali

1.1. Eventi e circostanze

Tra gli eventi più rilevanti si è soliti ricordare: il calo del numero dei membri della Società Salesiana – che scende da 19.690 nel 1972 a poco più di 17.000 nel 1976 –; la diminuzione delle vocazioni o l’abbandono della Congregazione da parte dei membri più giovani che porta al fenomeno dell’invecchiamento, in parti- colare tra i coadiutori (salesiani laici). La percentuale di questi ultimi, paragonata a quella dei sacerdoti membri, diminuisce progressivamente: dal 21% nel 1950 al 18,35% nel 1974224.

223Cfr. STELLAP., I coadiutori, p. 85.

Insieme a suddette condizioni e dati interni – che senza dubbio si possono os- servare anche in altri istituti religiosi, antichi e moderni – si devono aggiungere condizioni e dati esterni, che hanno avuto un peso non indifferente nel manteni- mento e nel processo di sviluppo delle Scuole Professionali salesiane. Tra questi vi rientrano: i grandi cambiamenti tecnologici avvenuti negli ultimi decenni del vente- simo secolo; le nuove leggi e i regolamenti scolastici applicati nelle diverse na- zioni; il fenomeno palese dell’emigrazione dei giovani dal paese alla città e dalla campagna alla fabbrica; la considerazione e la stima di cui godevano tra le famiglie contadine e operaie di tale periodo, gli studi classici – “il liceo” – e superiori, come via privilegiata di ascesa sociale per i propri figli.

Nel XIX Capitolo Generale salesiano del 1965, venne analizzato il tema della

Formazione del giovane operaio all’interno della Società Salesiana, oggi, e si ar-

rivò a mettere in speciale risalto le “esigenze del mondo attuale”, i “problemi di adattamento ai Paesi” e, di conseguenza, la necessità urgente di aprirsi a “nuove professioni”. I membri dell’assemblea salesiana erano coscienti di un importante fenomeno: “Le trasformazioni sempre più rapide e profonde con le quali la scienza e la tecnica cambiano continuamente i processi in tutti i settori – primario, secon- dario e terziario –, creano nuovi problemi che devono essere studiati con attenta cura”225.

Situati in tali coordinate di riferimento, i Salesiani hanno riscontrato che “nel decennio 1952-1962 il numero delle opere professionali è rimasto sostanzialmente lo stesso; sono però sparite in alcune regioni le professioni tradizionali – sarti, cal- zolai, carpentieri –; gli alunni nelle scuole agrarie sono diminuiti notevolmente, tranne che in America Latina”226.

Invece, il “numero globale di alunni è aumentato nel periodo 1951-1963 di un 13%; ciò denota – secondo i membri dello stesso Capitolo Generale – che molte opere sono state ampliate nel complesso attraverso la creazione di nuovi settori professionali, l’apertura di scuole tecniche complementari dei corsi di qualifica- zione del giovane operaio, o tramite la creazione di corsi diurni, serali o stagio- nali”227.

In realtà, si dovrebbe tener conto anche di altri aspetti o elementi chiarificatori, come ad esempio la situazione spagnola. In Spagna, infatti, durante la metà del ventesimo secolo il numero di opere professionali non restò “sempre lo stesso”; al contrario, aumentò in modo sorprendente. Si è già fatto riferimento – nel quarto ca- pitolo – alle due scuole professionali fondate nel 1952 e alle tre che iniziarono ad essere attive dal 1953. A queste vanno aggiunte le 28 scuole inaugurate nel periodo che va tra il 1954 e il 1962.

225Actas del XIX Capítulo General. 8 aprile-10 giugno 1965. Roma, Madrid-Atocha, E. G. Sale- siana 1965, p. 137; “Atti del Consiglio Superiore della Società Salesiana” 47(1966) 118.

226Actas del XIX Capítulo General, p. 139.

227Actas del XIX Capítulo General, pp. 139-140; cfr. Convegno dei consiglieri e presidi delle

Molte di queste scuole – secondo l’Annuario salesiano del 2012 – funzionano ancora oggi normalmente. Tra le più antiche vi sono le Scuole Professionali di Sa- lamanca (1956) e le Scuole Professionali Salesiane Santo Domingo Savio di Bada- lona-Barcellona (1956). L’elenco completo si trova in allegato al libro228.

Da un altro punto di vista, l’esame della congiuntura storica – e dei cambia- menti sociali avvenuti in essa – portò i membri del Capitolo Generale del 1965 alla conclusione che era necessario “fare un nuovo esame delle professioni alle quali preparano le scuole e i corsi salesiani, tenendo presente le possibilità che offrono ai giovani, allo scopo di eliminare le professioni già superate e prepararsi a quelle nuove e più favorite nel mercato del lavoro”229.

In linea con le successive deliberazioni capitolari, si tentarono nuove strade, aprendo o sviluppando laboratori in settori innovatori, come quello della radio-elet- tricità e dell’elettronica. Ma sorsero non poche difficoltà: in primo luogo, i pro- blemi di carattere economico. Alle “scuole professionali e agricole salesiane, in quanto istituzioni private, risultava arduo entrare a far parte dell’ambito delle Fonte: ASC E493 Scuole professionali

Scuole Professionali Salesiane 1956-1957

228III. Escuelas profesionales y agrícolas salesianas en España (1884-1989). 229Actas del XIX Capítulo General, p. 137.

Fonte: ASC E4935 Scuole professionali

scuole, ove queste erano mantenute dalle autorità pubbliche, e trovavano difficoltà nel mantenere il loro scopo di scuole destinate alle classi sociali più povere”230.

La creazione e l’apertura di nuovi tipi di laboratorio – in grado di rispondere sempre meglio ai cambiamenti e allo sviluppo della società – esigeva un consi- stente sforzo di ricerca del personale con qualificazione tecnica altamente specia- lizzato. Per questo, non sempre si riuscì a stare al passo con i tempi; anche se la collaborazione con istituzioni – pubbliche o private – con imprese e uomini impe- gnati in iniziative sociali o culturali, permisero ai Salesiani di dar vita a opere di grande importanza per la formazione dei futuri operai231.