B. L’ OGGETTO SOCIALE
4. L’evoluzione della “comunità distrettuale orafa aretina”: analisi demogra fi ca
In questo paragrafo abbiamo effettuato alcune analisi di demografi a industriale ed abbiamo verifi cato che l’evoluzione della comunità e delle popolazioni organiz zative studiate avesse un andamento tale da permet- tere il proseguo dell’analisi ecologica. In particolare abbiamo ricostruito l’evoluzione della comunità distret tuale nel suo complesso ed a livello di macro- e multi-popolazioni, in termini di fl ussi vitali (nascite e morti) e di densità. Abbiamo considerato altresì la compo nente localizzativa, la forma giuridica e la struttura per età, costruendo le piramidi dell’età e le tavole di contingenza.
4.1. Richiami alle strumentazioni dell’analisi demografi ca
Le rilevazioni demografi che si possono dividere in due categorie: quelle che analizzano la popolazione in un preciso istante e quelle che ne seguono l’evo lu zione nel tempo. Infatti, è ugualmente importante sia individuare ed ana lizzare le caratteristiche strutturali di una popolazione che seguirne nel tempo la consistenza numerica.
Ai fi ni dei nostri obiettivi di ricerca sul distretto orafo di Arezzo, ab- biamo af frontato tre aspetti demografi ci fondamentali, che di seguito sintetizziamo.
A. VARIABILIDEMOGRAFICHEPERLOSTUDIODELL’EVOLUZIONEDIUNAPOPOLAZIONE
Per meglio spiegare l’evoluzione delle popolazioni siamo ricorsi al calcolo della densità, che descrive la numerosità di aziende presenti al 1° gennaio di ogni anno ed è data dalla somma tra la densità nell’anno prece- dente e il saldo tra nascite e morti nell’anno corrente:
Nt = Nt-1+ (Ft – Mt), con t = 2, 3, …, 55.
Si defi nisce densità iniziale, N1 (per t = 1), la densità calcolata al 1947 e saldola differenza tra le nascite e le morti dello stesso periodo: Saldot = (Ft – Mt ).
Questo modo di procedere ci fornisce anche la densità al 1° gennaio
Luciana Lazzeretti, Nascita ed evoluzione del distretto orafo di Arezzo (1947-2001) ISBN 88-8453-128-4 (online) ISBN 88-8453-127-6 (print)
2002, mentre la densità al 1° gennaio 1947, denominata densità iniziale, è costituita dal numero di aziende presenti prima di tale data.
Il tasso di natalità, λt (o di mortalità) è dato dal rapporto tra il numero di na scite, Ft (o di morti Mt) ed il corrispondente livello di densità, Nt, calco- lato per tutti gli anni dell’analisi (1947-2001):
λt = Ft / Nt , con t = 1, 2, … 55.
Per fare confronti tra le popolazioni abbiamo utilizzato il tasso di in- cremento, It, perché è sensibile all’intensità della variazione ma anche indipendente dalla nume rosità delle popolazioni analizzate. Questo tasso è ottenuto dal rapporto tra l’inten sità della variazione, in dato intervallo temporale, e l’ammontare di aziende che, nello stesso intervallo, hanno contribuito a determinarla:
It = , con t = 2, 3, … 55.
B. STRUMENTIEINDICIDEMOGRAFICIPERLOSTUDIODELLERELAZIONITRAVARIABILI
Quando, invece, si vuole studiare una variabile rispetto, o condizionata- mente, ad un’altra si ricorre, in termini statistici, alle tavole di contingenza; tavole con “r” righe e “c” colonne, associate alle due variabili analizzate. Queste riportano le fre quenze osservate relativamente a ciascun incrocio delle due variabili e i totali mar ginali di riga e di colonna. Per ognuna di queste tavole di contingenza co struiamo la corrispondente “tavola delle frequenze teoriche di indipendenza”, dove per fre quenza teorica, fij , inten- diamo:
fij = ;
questa ci permette di calcolare alcuni indici di associazione tra variabili, considerati per l’analisi.
Infatti, per poter valutare la forza di associazione fra due variabili conside- riamo alcuni indici, derivati dal chi-quadro. Per tutti questi indici un valore pari allo zero indica mancanza di associazione, mentre un valore pari, supe- riore o tendente all’unità indica la presenza di una forte associazione.
Tra questi indici, calcoliamo i seguenti:
L’evoluzione della “comunità distrettuale orafa aretina”: analisi demogra fi ca
χ2 normalizzato = , varia tra 0 e 1;
V di Cramer = , varia tra 0 e 1.
Nel nostro caso, per verifi care se la relazione tra due variabili si mo- difi ca nel tempo, abbiamo preso come riferimento tre anni signifi cativi: 1971 (sviluppo del settore orafo), 1985 (situazione dopo le crisi) e 2001 (situazione attuale).
C. RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE UTILI A VALUTARE LA DINAMICA DEMOGRAFICA DELLE
POPOLAZIONI
Le caratteristiche strutturali di una popolazione possono essere mes- se in evi denza attraverso la distribuzione per età: tale distribuzione è un fattore che per mette di comprendere e approfondire numerosi aspetti dell’evoluzione demogra fi ca e viene spesso visualizzata mediante una rappresentazione grafi ca per istogrammi. Tale rappresentazione prende il nome di “piramide delle età”38.
Nel nostro caso, dopo aver analizzato l’evoluzione dei fl ussi vitali delle aziende orafe aretine, abbiamo ritenuto opportuno suddividere il processo evolutivo in cin que momenti, per dare un’immagine sintetica dello svi- luppo della struttura del di stretto. Il primo anno considerato per l’analisi è il 196139. Successivamentesi ana lizzano gli stadi evolutivi fotografan- do la situazione ogni dieci anni: 1971 (nascita del settore orafo e boom economico), 1981 (situazione di crisi), 1991 (ri presa del settore) e 2001 (situazione attuale).
38 Tali grafi ci si ottengono assegnando ad ogni classe d’età un rettangolo la cui area è proporzio-
nale al numero dei soggetti dell’età considerata. In particolare, relativamente alle classi annuali, si costruiscono rettangoli con altezza unitaria e base di dimensione corrispondente alla frequenza delle aziende. Tale rappresentazione permette confronti nel tempo può essere opportuno anche ri- correre ad alcuni indicatori sintetici (media, mediana, …) per evidenziare alcuni fenomeni connessi con la struttura per età. L’età media di una popolazione, calcolata per classi, risulta uguale alla me- dia arit metica dell’età ponderata con la numerosità della classe; questo indice non è generalmente ritenuto buono per valutare il grado di invecchiamento di una popolazione.
39 Abbiamo scelto tale data, perché nel 1947 le aziende presenti erano 9 e nel 1951 erano 17, così
4.2. L’evoluzione della comunità distrettuale nel suo complesso ed in base alle otto macro-popolazioni