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L’evoluzione a livello settoriale

Capitolo 4. UNA VALUTAZIONE DELLO SCENARIO TENDENZIALE

4.3 La domanda di energia nei tre scenari

4.3.2 L’evoluzione a livello settoriale

Per cercare le cause degli andamenti significativamente diversi dei consumi di energia nei tre scenari, soprattutto se confrontati con le ipotesi che essi incorporano riguardo all’evoluzione del sistema produttivo, in questo paragrafo si esaminano i consumi energetici nei diversi settori di uso finale (industria, civile, trasporti ed elettrico).

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Industria

Per quello che riguarda il settore industriale (figura 4.2, nella quale sono riportati i consumi finali di energia da fonti fossili ed i consumi di energia elettrica, mentre sono esclusi gli usi diretti di fonti rinnovabili) gli andamenti dei consumi energetici previsti dal tendenziale aggiornato e dalla III Comunicazione Nazionale sono molto simili, evidentemente a causa della simile evoluzione del valore aggiunto in molti dei sotto-settori industriali.

Va però sottolineato come nel MARKAL-MACRO i consumi siano simili a quelli del CEPRIG, nonostante l’industria cresca meno complessivamente e non si espanda in termini di peso percentuale sul valore aggiunto totale (come avviene nel CEPRIG).

Ciò è dovuto a significative differenze nell’efficienza energetica a livello di sottosettore, dovute probabilmente al fatto che il modello MARKAL-MACRO utilizza tecnologie più efficienti, che divengono progressivamente convenienti a motivo dei diversi vincoli ambientali e dell’aumento del prezzo del petrolio, mentre il modello CEPRIG mantiene le sue ipotesi su una relativa stabilità dell’intensità energetica.

Un’ulteriore differenza tra i due modelli per il periodo 2015-2020 è rappresentata dai tassi di crescita della produzione di alcuni materiali energy intensive, per i quali non sembra realistico attendersi ulteriori incrementi. Nel MARKAL-MACRO la limitazione della crescita della produzione di questi materiali (acciaio, cemento, cloro) riduce effettivamente i consumi energetici previsti, mentre nel CEPRIG l’uso di parametri di crescita a livello di sottosettore industriale non consente di esplicitare le conseguenze di queste tendenze.

Il confronto tra i due scenari suddetti e quello prodotto dal modello PRIMES mostra come la dinamica dei consumi del settore industriale sia uno dei fattori alla base della più ridotta crescita dei consumi totali di energia che caratterizza quest’ultimo. Soprattutto dopo il 2010, infatti, la figura 4.2 mostra come si apra progressivamente una forbice tra i consumi previsti dal MARKAL-MACRO e dal CEPRIG e quelli previsti dal PRIMES

Il dato non sorprende, se si ritorna all’evoluzione del valore aggiunto a livello settoriale nei tre scenari (paragrafo 4.2). In particolare, lo scenario PRIMES è infatti caratterizzato da una tendenza particolarmente accentuata verso una struttura produttiva sempre meno energivora, sia per la forte riduzione del peso del settore industriale nell’economia sia per la riduzione del peso dei sotto-settori più energivori all’interno del settore industriale.

Figura 4.2 - Settore industriale, consumi finali di energia in tre scenari tendenziali

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Civile

Per quello che riguarda i settori residenziale e terziario le previsioni dei tre modelli si possono raggruppare in modo diverso rispetto a quanto visto per l’industria (figura 4.3).

L’andamento tendenziale del MARKAL-MACRO e del PRIMES mostra una dinamica piuttosto significativa dei consumi nel periodo 2000-2015, in parziale rottura con la stasi dei consumi che ha caratterizzato l’ultimo decennio. La somiglianza del dato aggregato nasconde però un’evoluzione più lenta dei consumi elettrici nel PRIMES (circa 10 TWh in meno nel residenziale nel primo decennio) ed un’evoluzione più sostenuta dei consumi termici. L’andamento dei consumi termici è legato a ipotesi di sviluppo del mercato edilizio, mentre le differenze nei consumi elettrici potrebbero riflettere una diversa considerazione della diffusione di elettrodomestici più efficienti nel settore domestico.

In questo settore risulta invece inferiore la crescita dei consumi prevista dalla III Comunicazione Nazionale. Almeno nei confronti dello scenario MARKAL-MACRO questa differenza è dovuta in buona parte ad una dinamica molto più contenuta dei consumi elettrici.

Figura 4.3 - Settore civile, consumi finali di energia in tre scenari tendenziali

Trasporti

Nel caso dei trasporti (figura 4.4), l’evoluzione dei consumi nei tre modelli è quasi identica fino al 2010 (almeno a livello di dato aggregato), mentre nei periodi successivi il modello PRIMES mostra un sensibile rallentamento della crescita dei consumi, a differenza di quanto avviene nel MARKAL-MACRO e III Comunicazione Nazionale, nei quali continuano a crescere con un andamento simile a quello storico.

Ricordando quanto riportato nella figura 2.11 relativamente alla crescita della mobilità considerata nei modelli PRIMES e MARKAL-MACRO, si sottolinea che nel periodo fino al 2010 i consumi coincidono e quindi la crescita inferiore del trasporto passeggeri è più che bilanciata dalla crescita nel settore merci. Nel decennio successivo (2010-2020) i tassi di crescita sono abbastanza simili, mentre i consumi energetici divergono. Sembra evidente la previsione, nel PRIMES, di un aumento di efficienza “spontaneo” del sistema dei trasporti nazionale.

Il dato va ulteriormente approfondito, in quanto presume una notevole crescita dell’efficienza energetica dei veicoli ed è verosimilmente legato all’ipotesi di una diffusione di veicoli a basso consumo, scontando l’applicazione dell’accordo ACEA a livello Unione Europea (emissioni medie di circa 140 g CO2/km per le automobili).

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Figura 4.4 - Settore dei trasporti, consumi finali di energia in tre scenari tendenziali

Nel corso del 2003 alcune dichiarazioni riportate al Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’UE fanno ritenere però che l’ACEA non intende più rispettare gli obiettivi temporali previsti in questo accordo.

La parte inferiore del grafico mostra poi alcune divergenze nel merito dei combustibili impiegati, che emergono fin dal 2010, e riguardano sostanzialmente la distribuzione tra benzina e diesel, che nel MARKAL-MACRO risulta molto più sbilanciata a favore di quest’ultimo. Nel PRIMES la crescita dei consumi di gasolio è infatti inferiore del 6% nel 2010 e del 16% nel 2020 rispetto ai dati del tendenziale aggiornato. Quest’ultimo modello si limita ad estrapolare le tendenze attuali (media 2001-2002) del mercato delle auto nuove, per cui sembra verosimile ipotizzare una sottostima da parte del PRIMES. La residua differenza tra i consumi complessivi nei due modelli nel periodo 2020-2030 è concentrata in gran parte nei consumi di carboturbo.

Il Settore elettrico. Domanda e produzione di energia elettrica

Il fabbisogno lordo (produzione nazionale lorda + importazioni – figura 4.521) di energia elettrica stimato nel MARKAL-MACRO è più alto di quello previsto dagli altri due modelli, per tutto l’orizzonte temporale. Nel 2010 esso è infatti superiore di circa 15 TWh rispetto alla proiezione della III Comunicazione nazionale e di ben 50 TWh rispetto a quella del PRIMES (che diventano 70 nel 2020).

Una parte significativa del maggior fabbisogno previsto nello scenario MARKAL-MACRO per il 2010 è coperta dall’importazione, che aumenta infatti in modo significativo nel corso del primo decennio, mentre è prevista prima in leggera diminuzione nel PRIMES e nella III Comunicazione Nazionale. Le distanze fra i tre scenari sono invece inferiori in termini di produzione nazionale di energia elettrica, che nel PRIMES aumenta complessivamente ad un tasso medio annuo dell’1,5% circa, mentre nel MARKAL-MACRO aumenta rispettivamente del 2,2% m.a., dell’1,6% m.a. e dello 0,7% m.a. nei tre periodi dell’orizzonte temporale.

21 Si sottolinea che la produzione è un risultato dei consumi previsti da parte degli utenti finali: l’energia elettrica è prodotta dal modello sulla base delle necessità dei settori di consumo finale.

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Riguardo alle fonti utilizzate per la generazione, nella figura 4.6 sono riportati i consumi complessivi di fonti fossili del settore (questi consumi sono relativi all’input totale di combustibili, inclusi quelli attribuiti alla produzione di vapore cogenerato, che sono pertinenti al settore industriale dal punto di vista degli usi finali).

Le differenze tra i modelli MARKAL-MACRO e PRIMES sono piuttosto rilevanti e colpisce in particolare il “ginocchio” della curva dei consumi tra il 2000 ed il 2005, mentre nel periodo successivo i consumi riprendono a crescere in entrambi i modelli, sia pure con tassi di crescita diversi. Nel modello PRIMES si presume sia un incremento di produzione da fonti rinnovabili molto più accentuato, sia un enorme aumento di efficienza nelle centrali convenzionali a combustibili fossili.

Figura 4.5 - Fabbisogno lordo di energia elettrica (produzione ed import) in tre scenari tendenziali

Figura 4.6 - Consumi complessivi di fonti fossili del settore elettrico in tre

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Nello scenario presentato in questo lavoro si presume invece che nel medio periodo il trend resti simile a quello del recente passato, mentre un apprezzabile aumento di efficienza complessiva si verifichi dopo il 2015.

In particolare, riguardo alla generazione da fonti rinnovabili, lo scenario MARKAL-MACRO prevede aumenti progressivi della produzione dal 2000 al 2010, che riflettono l’applicazione dell’obbligo del 2% ed il suo progressivo innalzamento. Nel periodo successivo sono invece previsti incrementi molto contenuti della produzione da rinnovabili, considerato che ad oggi l’incremento della soglia d’obbligo per i Certificati Verdi è previsto solo fino al 2006.

Infine, va sottolineato come la produzione di energia elettrica da carbone sia nel MARKAL-MACRO vincolata in modo esogeno, agendo sulle importazioni di combustibile. Il vincolo risulta necessario in quanto il prezzo internazionale del carbone è piuttosto basso rispetto al petrolio, per cui il modello sceglierebbe il carbone per gli impianti di potenza, mentre i cicli combinati a gas naturale restano convenienti in presenza di cogenerazione. Il vincolo sulle emissioni di ossidi di zolfo ed azoto non ha effetti sul consumo di carbone, data la disponibilità di nuove ed efficaci tecnologie per la riduzione di queste emissioni.