CAPITOLO 4 MATERIALI E METOD
5.4 EVOLUZIONE DELLA PATOLOGIA NEI DUE GRUPP
La DED è stata di 10,3±3,5 giorni nei soggetti appartenenti al gruppo C, mentre di 6,4±3,9 giorni in quelli inseriti nel gruppo T, con una differenza statisticamente significativa (P=0,01) tra i due gruppi.
Il FS, raccolto durante l’intera durata degli episodi diarroici, è stato di 1,6±0,5 per il gruppo C e 1,4±0,8 per il gruppo T, presentando una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (P=0,03).
All’interno dei due gruppi di studio non sono apparse differenze statisticamente significative tra i soggetti di sesso maschile e quelli di sesso femminile per quanto riguarda DED e FS.
CAPITOLO 6 - DISCUSSIONI
Data la grande quantità di antimicrobici utilizzati ogni anno negli allevamenti e l’elevata possibilità di avere resistenze crociate tra patogeni umani e animali (World Healt Organization, 2004; Marshall and Levy, 2011), da anni la ricerca pone l’attenzione sullo sviluppo di trattamenti alternativi (Weyl-Feinstein et al., 2014) volti a ridurre l’impatto dei farmaci tradizionali sulla salute umana e animale.
I polifenoli di origine vegetale sono conosciuti in medicina umana per le loro proprietà astringenti (Ashok e Upadhyaya, 2012), antibatteriche (Scalbert, 1991; Chung et al., 1993; Oi et al., 2002; De Servi et al., 2012), antiparassitarie (Bennet-Jenkins et al., 1996; Loimer et al., 1996), antivirali (Ueda et al., 2013) e antinfiammatorie (Frasca et al., 2012).
I tannini di castagno sono stati recentemente proposti per modulare le fermentazioni ruminali e la degradabilità delle proteine degli alimenti nel bovino (Buccioni et al., 2015a, Buccioni et al., 2015b).
Krisper e colleghi (1992) riferiscono l’efficacia dell’utilizzo di estratto di tannini di castagno nel trattamento della diarrea dei suinetti e dei bovini adulti affetti da Dissenteria Invernale. Minori informazioni sono, invece, disponibili sull’effetto dei tannini di castagno nel trattamento della diarrea neonatale, specie in relazione ai vari patogeni coinvolti, sebbene polifenoli ottenuti dal melograno siano già stati testati con successo da Weyl-Feinstein e colleghi (2014). I polifenoli derivati dal castagno, così come quelli presenti nel melograno, sono Ellagitannini (ET) particolarmente ricchi in Acido Ellagico (AE; De Vasconcelos et al., 2010), molecola con proprietà antiossidanti,
antimicrobiche e antivirali già ampiamente comprovate in medicina umana (Sepúlveda et al., 2011).
Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare l’efficacia dei tannini idrolizzabili di castagno nel trattamento della diarrea neonatale.
Rotavirus, Cryptosporidium parvum, Coronavirus e i ceppi enterotossici di Escherichia
coli sono stati individuati come i più frequenti antigeni associati alla diarrea neonatale
dei vitelli (Doll, 2004; Foster e Smith, 2009; Izzo et al., 2015). Tra questi,
Cryptosporidium parvum viene considerato il patogeno di più comune riscontro in
corso di diarrea neonatale, con una prevalenza che può superare il 60% (Doll, 2004). In linea con quanto riportato in letteratura, nella nostra popolazione Cryptosporidium
parvum è stato il patogeno maggiormente isolato.
L’età media di insorgenza della diarrea nei vitelli appartenenti ai nostri due gruppi di studio è stata rispettivamente di 7,9±4,8 giorni per il gruppo C e 7,2±2,9 giorni per il gruppo T, in linea con quanto descritto in letteratura (Izzo et al., 2015).
La soluzione a base di tannini è risultata gradevole a tutti i vitelli inclusi nello studio e non ci sono stati problemi nella sua somministrazione, nonostante in letteratura sia riportata la loro scarsa appetibilità, diretta conseguenza della loro elevata proprietà astringente, come una delle cause della diminuzione dell’assunzione giornaliera di cibo nel caso di foraggi molto ricchi in tannini (McLeod, 1974). Ulteriori indagini sarebbero necessarie al fine di valutare l’effettiva appetibilità di questa sostanza in assenza di interazioni con altre componenti come, nel nostro caso, la soluzione a base di Effydral®.
Tra i soggetti inclusi nel nostro campione la durata dell’episodio diarroico è stata di circa 4 giorni più corta nel gruppo T rispetto al gruppo C. I tannini sembrano quindi ridurre la DED, così come riportato nell’uomo (Loeb et al., 1989; Ashok e Upadhyaya, 2012). In letteratura sono stati proposti diversi meccanismi d’azione con cui i tannini potrebbero contribuire all’accorciamento della durata dell’episodio diarroico nell’uomo.
L’attività astringente dei tannini è determinata dalla loro capacità di precipitare le proteine (Bate-Smith, 1973). Alimenti contenenti tannini vengono utilizzati da secoli per il trattamento e la prevenzione della diarrea (Fradkin, 1953). Ruszczyoski e colleghi (2014) riferiscono la capacità dei tannini di precipitare le proteine proinfiammatorie presenti nel muco intestinale. Quest’azione determinerebbe la riduzione dell’infiammazione a livello enterico (Aschok e Upadhyaya, 2012). Concentrazioni clinicamente rilevanti di acido tannico migliorano la funzionalità della barriera delle cellule epiteliali dell’intestino, inibiscono i recettori responsabili delle secrezioni intestinali e l’azione distruttiva del TNFα sulle cellule epiteliali della mucosa (Ren et al., 2012). Krisper e colleghi (1992) attribuisco alla castalagina, il componente principale dei tannini estratti dal castagno, un effetto benefico sulla diarrea dovuto alla sua capacità di impedire le perdite di acqua attraverso la mucosa intestinale. Pur riducendo notevolmente le perdite di liquidi, le sostanze astringenti come i tannini non determinano una riduzione del flusso di alimento all’interno del tratto gastro-enterico (Aschok e Upadhyaya, 2012).
Le proprietà antinfiammatorie dei polifenoli vegetali sono anch’esse risultate utili nel controllo delle enteriti e di altri disordini intestinali (Aschok e Upadhyaya, 2012), infatti
l’acido tannico si è dimostrato capace di ridurre l’effetto proinfiammatorio dei polisaccaridi sulle cellule epiteliali dell’intestino mediante l’inibizione delle citochine e dell’adesione delle cellule coinvolte nello sviluppo dell’infiammazione (Frasca et al., 2012). Altri studi hanno dimostrato la capacità dei tannini di melograno di ridurre significativamente la produzione di ossido nitrico e PGE₂, inibendo l’espressione delle proteine proinfiamatorie (Lee et al., 2008; Romier et al., 2008).
In letteratura il metabolismo degli ET negli animali è stato poco approfondito. Studi effettuati in vitro sul contenuto intestinale di ratti a cui è stato aggiunto estratto di lampone, frutto ricco in tannini, hanno dimostrato che a livello del cieco gli ET vengono trasformati in AE (Daniel et al., 1991). Cerdá e colleghi (2003; 2004; 2005) hanno suggerito un coinvolgimento microbico a livello del colon nella conversione di AE in Urolitina (Landete, 2011). Larrosa e colleghi (2010) hanno dimostrato l’effetto antiinfiammatorio dell’Urolitina nella colite indotta in un gruppo di ratti, esplicato attraverso l’inibizione di ossido nitrico, ciclossigenasi-2, PTGES e PGE₂. Altri studi hanno evidenziato le proprietà antiinfiammatorie dell’Urolitina A derivatata dai polifenoli vegetali (González-Sarrías et al., 2010; Ishimoto et al., 2011).
Come riportato in umana, un effetto aspecifico dei tannini e dei loro metaboliti sull’epitelio intestinale, legato alle loro proprietà astringente e antinfiammatoria (Cheng et al., 2002; Ashok and Upadhyaya, 2012), potrebbe essere quindi considerato una possibile spiegazione alla diminuzione della DED riscontrata in questo studio.
Alcuni studi hanno, inoltre, indagato gli effetti dei tannini (principalmente di tannini condensati) su batteri, protozoi, funghi e nematodi (Jacob e Pignal, 1972; Latté e Kolodziej, 2000; Athanasiadou et al., 2001; Akiyama et al., 2001; Kolodziej e Kiderlen,
2005; Min et al., 2007; Elizondo et al., 2009; Markovics et al., 2012). Tuttavia, soltanto Al Mathal and Alsalem (2012) e Weyl-Feinstein e colleghi (2014) riportano un effetto dei tannini, in particolare gli Ellagitannini contenuti nel melograno, specificatamente su
Cryptosporidium parvum. L’azione di modulazione dell’infestazione da Cryptosporidium
parvum sembra essere legata al loro diretto effetto antiparassitario riportato anche
verso altri protozoi intestinali, come Eimeria spp. (Landau et al., 2010; Markovics et al., 2012; Burke et al., 2013).
Markovics e colleghi (2012) suggeriscono che la riduzione dell’infezione da coccidi sia legata ad un ostacolo alla sporulazione delle oocisti, così come evidenziato in uno studio in vitro condotto da Molan e colleghi (2009) su coccidi infestanti varie specie di uccelli. Un meccanismo molto simile a quanto comunemente ipotizzato per le infestazioni da nematodi, in cui l’attività antiparassitaria dei tannini è esplicata dalla loro capacità di diminuire direttamente la vitalità delle larve e la capacità di schiusa delle uova (Min e Hart, 2003). La letteratura riporta, però, risultati contrastanti. Bhatta e colleghi (2009) hanno evidenziato in vitro una riduzione dei protozoi quando tannini idrolizzabili originati da sei diverse specie vegetali (sia idrolizzabili che condensati) sono stati aggiunti a succo ruminale di bovino. Dei risultati simili sono stati ottenuti da Tana colleghi (2011), Benchaar e colleghi (2008) e Carulla e colleghi (2005), che hanno evidenziato la capacità di tannini condensati estratti rispettivamente da Laucaena, Quabracho e Acacia mearnsii di ridurre il numero di protozoi nel succo ruminale. Al contrario, Vasta e colleghi (2010) hanno dimostrato un aumento della popolazione protozoaria nel liquido ruminale di agnelli alimentati con una integrazione di tannini di quebracho. Probabilmente l’ambiente, le differenti concentrazioni di tannini, la specie
vegetale da cui derivano e la specie protozoaria coinvolta considerati in ognuno degli studi menzionati sopra possono spiegare i risultati conflittuali ottenuti, in quanto parametri che giocano un ruolo fondamentale nell’attività antiprotozoaria dei polifenoli.
In linea con quanto riportato dalla maggior parte degli autori sopracitati, la riduzione del DED nei soggetti inseriti nel gruppo tannini del presente studio, potrebbe essere attribuibile ad un’azione diretta dei tannini di castagno nei confronti di
Cryptosporidium parvum.
Secondo le nostre conoscenze, questo è il primo studio in vivo sulla somministrazione di tannini di castagno in vitelli affetti da diarrea neonatale. Ulteriori studi sarebbero necessari per approfondire il possibile effetto dei tannini di castagno su specifici agenti eziologici della diarrea neonatale, in particolare Cryptosporidium parvum, come già riportato per i polifenoli estratti dal melograno (Weyl-Feinstein et al., 2014).
6.1 CONCLUSIONI
In conclusione, i tannini di castagno si presentano come un prodotto naturale, a basso impatto ambientale e appetibile, che potrebbe essere utilizzabile per ridurre la durata dell’episodio diarroico in corso di diarrea neonatale del vitello.
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