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2.2 Il Comprensorio lapideo Apuoversiliese

2.2.3 L’export delle aziende lapidee

L’export del settore lapideo italiano si colloca fra i comparti industriali più interessanti grazie al valore aggiunto dei prodotti lavorati dei singoli distretti. Il Distretto Apuoversiliese risulta in testa ai distretti lapidei nel 2014 per valore delle esportazioni dei lavorati come si evince dall’analisi svolta dall’Ufficio Studi di Internazionale Marmi e Macchine di Carrara.

Tab. 17) Valori delle esportazioni dei prodotti lapidei del Distretto Apuoversiliese 2013-2014

Fonte: elaborazioni I.S.R. su dati Istat

Nel dettaglio possiamo mettere in evidenza come nel distretto Apuoversiliese, nell’insieme delle diverse componenti lapidee, si è passati da 660 milioni di vendite all’estero nell’anno 2013, ai 670 milioni dell’anno 2014, per una variazione positiva del +1,5%.69

Nel corso del 2014 il marmo e granito lavorato, i quali rappresentano la componente di maggiore rilevanza del settore lapideo italiano, ha registrato, rispetto al 2013, una crescita in valore di circa 10 milioni di euro (+3%), per un totale pari a 339 milioni di euro che ha rappresentato il 16% del totale dell’export locale. Lo stesso distretto Apuoversiliese ha ottenuto un risultato positivo, ma solo del +0,9%.70

Dato molto significativo è rappresentato dalla percentuale delle lavorazioni esportate del Distretto sul totale italiano: il 22,5% è attribuibile alla provincia di Massa-Carrara, che sommato al dato relativo la provincia di Lucca (8,6%), sebbene presenti un valore in calo rispetto al 2013 causato dalla crisi decennale del granito, raggiunge più del 30% del totale.

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Rapporto Economia Massa-Carrara 2015”, Istituto di Studi e Ricerche (I.S.R.), Camera di Commercio (Ms),

Carrara, 2015 pp.155-172 70

Rapporto Economia Massa-Carrara 2015”, Istituto di Studi e Ricerche (I.S.R.), Camera di Commercio (Ms),

La restante componente lapidea corrispondente a materiale grezzo ha generato un valore delle esportazioni all’estero di circa 189 milioni d’euro per il comprensorio locale, ha ottenuto nel 2014 un incremento in valore del +2,9%, valori ovviamente molto superiori rispetto a quelli del distretto veneto, che assommano a circa 45 milioni di euro.

In sintesi il dato complessivo del settore lapideo, ma anche nella distinzione materiale grezzo o lavorato, risulta non solo in linea con le ottime variazioni degli anni precedenti, ma addirittura, per Massa-Carrara, dal punto di vista del valore, il miglior risultato dell’ultimo decennio.71

L’analisi relativa ai mercati di destinazione mostra come per il marmo grezzo il partner per eccellenza sia ormai da più anni la Cina, con il 29,4% del totale del materiale esportato dal Distretto, che ha visto confermare la propria quota anche nell’ultimo anno, e che si mostra come il paese leader con più di 46 milioni di prodotto lapideo importato nel corso dell’anno. Altri mercati particolarmente attivi nell’acquisto di materiale grezzo proveniente dal comprensorio Apuoversiliese sono rappresentati da quello indiano, da quello algerino e tunisino e dell’Arabia Saudita. Da evidenziare è l’aspetto del mercato del lavoro di questi Paesi, capaci di beneficiare di costi di lavorazione ben al di sotto di quelli italiani all’interno dei propri confini, e caratterizzati, in oltre, da una crescente innovazione tecnica e di conoscenza relative la lavorazione del marmo.

Sono invece destinati ai paesi tradizionalmente partner della nostra provincia, gli Stati Uniti, la maggior parte dei prodotti lapidei lavorati, con il 39,2% del totale, per un valore di circa 133 milioni di euro. La restante parte è destinata all’Arabia Saudita (7,6%), agli Emirati (6,4%,), al Regno Unito (4,8%) e al Canada (3,3%).

Contributo importante nella definizione e analisi dell’export lapideo del Distretto è da riscontrare nelle parole del Presidente dell’Associazione Industriali di Massa Carrara

Erich Lucchetti “[…] Spesso si rimprovera alle nostre aziende una eccessiva propensione a vendere all’estero i blocchi, invece di lavorarli nel distretto. Pochi dati bastano per dimostrare che la realtà è un’altra. In assoluto quello che succede nel nostro distretto è più o meno quello che succede nel resto d’Italia e nel mondo: tutti i poli/distretti che producono blocchi ne esportano una parte. Nel confronto tra il nostro distretto e gli altri, l’accusa di esportare i blocchi si ridimensiona notevolmente: nel distretto Apuoversiliese produciamo, come ho già accennato, solo il 20% dei blocchi estratti annualmente in Italia (13% se consideriamo solo Carrara) ma la nostra quota

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in € sull’export di pietre lavorate è pari al 32% del totale: 480 milioni su un totale di 1,4 miliardi; in pratica, rispetto al resto del paese, la nostra propensione a trasformare, a lavorare i prodotti delle cave è decisamente più elevata. Nell’interscambio mondiale la quota in valore dei prodotti lapidei Made in Italy è pari al 13,5% (ma solo il 5,5% se consideriamo le tonnellate); siamo secondi solo alla Cina (35,8%) e precediamo Turchia e India, paesi che hanno molte più risorse lapidee di noi e possono beneficiare di costi sociali, fiscali e ambientali di gran lunga inferiori. Solo per fornire un’idea del modo in cui le imprese italiane si presentano sui mercati, i prezzi medi di vendita dei nostri prodotti lapidei sono più elevati del 64% rispetto a quelli cinesi e questo lo ricordo come ulteriore prova della nostra capacità distintiva di valorizzare le pietre che non sono svendute o commercializzate in dumping come purtroppo capita per alcuni paesi emergenti! Solo come riferimento, per inquadrare cosa è stato il nostro riposizionamento sui mercati, dobbiamo tenere presente che, misurata in tonnellate, la quota Made in Italy nei mercati mondiali, oggi assestata attorno al 5%, solo 15 anni fa era pari al 30%, ed era il doppio di quella cinese. Nel settore della meccanica delle pietre, che è strettamente collegato con le attività lapidee locali, la leadership italiana (e per la quota parte, Massa Carrara) è molto più forte: due terzi del totale delle esportazioni dei 28 paesi europei sono Italiane. In questo settore, siamo saldamente leader a livello mondiale con il 36,2% davanti a Cina (22,5%), Giappone (10,2%) e Germania (8,6%) Come spero di aver evidenziato, non siamo leader assoluti come un tempo ma restiamo comunque in quello che potremmo chiamare il “G5” del settore

[…]”72