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Il fallimento economico dell’impresa Piranesi e la morte di Francesco (1810)

3.1 “Académie des Beaux-Arts ” o “Accademia d’industria”?

4.2. Il fallimento economico dell’impresa Piranesi e la morte di Francesco (1810)

Al 1809 risale il più volte citato Rapport steso da Del Pozzo e Degérando su incarico del governo per valutare le cause del fallimento economico dell’impresa Piranesi20. Nel valutare ciò che meritava di essere salvato dalle mani

18 Francesco Piranesi a Eugenio de Beauharnais, Paris 25 Septembre 1807, lettera conservata presso la Bibliothèque Marmottan de Boulogne-Billancourt, all’interno del Fondo: Milano, Beni

della Corona (vedi n. 14), c. non numerata.

19 La lettera, firmata Francesco Piranesi e datata Parigi 21 giugno 1808, è conservata presso la Bibliothèque Marmottan de Boulogne-Billancourt, all’interno del Fondo: Milano, Beni della

Corona (vedi n. 14), c. non numerata. In merito alla questione dell’Accademia vedi supra par. 3.1. 20 Dal Pozzo, Degérando, Rapport à sa Majesté sur la situation du S.r Piranesi, propriétaire d’un

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dei creditori cui era stato costretto a ricorrere Francesco per sostenere le molteplici attività intraprese, i commissari ci hanno tramandato anche il loro autorevole giudizio in merito. Così era fuori discussione che si dovessero salvare ad ogni costo i rami della Calcografia, comprendendo insieme alle incisioni di mano di Giovanni Battista anche quelle proseguite da Francesco a Parigi – su cui anche i suoi peggiori detrattori non emisero mai sentenze negative. Tuttavia, come si è visto, il parere dei commissari sulle altre attività intraprese dai Piranesi non fu altrettanto positivo: la produzione dei Dessins coloriés e la manifattura di Mortefontaine, sebbene avessero raggiunto dei risultati apprezzabili, perseguivano ai loro occhi dei fini “quasi estranei alle Belle Arti”. L’argomento non era dunque rivolto contro il prodotto finale, ma contro un modo di produzione “in serie”. Lo Stato si impegnò, di conseguenza, per salvare esclusivamente i rami della Calcografia, concedendo in cambio un vitalizio Francesco. Tuttavia, l’incisore sarebbe sopravvissuto solo per un breve periodo alla fine della sua impresa, spengendosi a Parigi il 24 gennaio 1810.

Cessata ormai la pubblicazione della «Décade», poi « Revue philosophique, littéraire et politique », è sul «Journal des Arts» e sugli « Annales de l’architecture et des arts » che mi è stato possibile rintracciare notizie e commenti relativi alla morte dell’incisore.

La prima delle due riviste ne dava comunicazione, con un breve annuncio, già il 27 gennaio21, ma riservandogli un più ampio articolo nel numero del primo febbraio22. Tale articolo risulta pressoché identico a quello apparso sul volume di gennaio degli « Annales de l’architecture et des arts »23.

Entrambi presentano la medesima premessa, con riferimento all’elogio funebre pronunciato da “M. Chaudet”:

Dossier 19, Secrétariat, Demandes et réclamations d’artistes, An VI-1811, Affaire Piranesi). Per i giudizi espressi sulle diverse attività dell’impresa Piranesi vedi supra par. 3.2 e 3.3. I nomi di Dal Pozzo e Degérando sarebbero stati di nuovo affiancati poco tempo dopo, quando, nel 1810, furono nominati ministri referendari della Consulta straordinaria per gli Stati romani. In particolare, sulla figura di Joseph Marie Degérando (che modificò il proprio nome in De Gérando in seguito ai numerosi riconoscimenti ottenuti, prima come filosofo, poi nel corso della prestigiosa carriera amministrativa), cfr. F. Sofia, Recuellir et mettre en ordre: aspetti della politica amminisrtativa di

J. M. de Gérando a Roma, in «Roma moderna e contemporanea», a. II, n. 1, 1994, pp. 105-125. 21 «Journal des Arts», samedi 27 Janvier 1810, p. 2.

22 «Journal des Arts», jeudi Ier février 1810, pp. 1-2.

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M. Chaudet a prononcé sur la tombe de M. François Piranesi, un discours qui peut être regardé comme une notice historique, et dont nous allons rapporter quelques fragmens24.

Poiché in nessuna delle fonti a nostra disposizione è indicato il nome di battesimo dell’oratore, resta difficile stabilirne con certezza l’identità. Potrebbe trattarsi di Antoine-Denis Chaudet (Parigi, 3 marzo1763 - 18 aprile 1810): scultore e pittore, membro dell’Istituto, “grand prix de sculpture” nel 1784 e pensionnaire all’Accademia di Francia a Roma, dove rimase fino al 1789, ma di cui, al momento, non esiste prova di un legame con Piranesi25.

Proseguono quindi riportando un estratto di simile discorso, che costituisce una sintesi delle vicende vissute da Francesco, dalla partenza da Roma alle nuove attività intraprese in Francia:

François Piranesi avait à peine 54 ans quand il est mort. Les arts déplorent en lui la perte d’un homme aussi laborieux qu’éclairé, qui a fait sortir pour ainsi dire Rome antique de ses ruines.

Il était né en Italie et il vint en France déposer le patrimoine mobile qui faisait le fond de sa fortune, lorsqu’après de la conquête de son pays, un héros fit du nôtre la patrie de la gloire et des arts. Onze cents planches composaient sa calcographie. Une heureuse entreprise lui donna les moyens de les reproduire dans une édition soignée et complète. Ces premiers travaux furent suivis de la publication d’une magnifique collection des dessins coloriés et de plusieurs œuvres de gravures. Un établissement d’un nouveau genre lui fournit ensuite les moyens de donner carrière à son imagination toujours active. C’était une manufacture de terres cuites, destinées à reproduire les peintures des vases étrusques, leurs formes élégantes et curieuses, et toutes celles dont les monumes antiques offrent les modèles comme des règles de goût. S. M. le roi d’Espagne daigna encourager les premiers essais de cet art simple dans ses moyens, et fécond en productions utiles et agréables26.

24 «Journal des Arts», jeudi Ier février 1810, p. 1 ; « Annales de l’architecture et des arts », 1810, vol. I, p. 50.

25 Cfr. Dictionnaire de biographie française, t. VIII, Letouzey et Ané, Paris 1959, p. 833.

26 «Journal des Arts», jeudi Ier février 1810, pp. 1-2 ; « Annales de l’architecture et des arts », 1810, vol. I, pp. 50-51.

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Il discorso di Chaudet si concludeva quindi con il ricordo delle sofferenze patite dall’incisore a causa del fallimento della propria impresa e del soccorso offertogli, per l’ultima volta, dal governo:

M. Piranesi n’a pas été toujours heureux, mais, dans les éprouves qu’il eut à soutenir, il déploya un caractère plein de droiture et de fermeté. Le cri de sa détresse arrive aux pieds du trône, et le souverain l’a sauvé d’un seul de ses regards. Il touchait au moment de jour de son bonheur, lorsque la mort est venue le frapper d’un coup subit27.

Immediatamente dopo la morte di Francesco, i suoi beni furono messi in vendita (Appendice documentaria, III). La stessa sorte subirono, circa vent’anni dopo, quegli stessi rami, che pure, tra non poche difficoltà, nel 1809 si era deciso di salvare dalle mani dei creditori. Nell’annuncio di vendita si precisava:

Depuis le 23 janvier 1810, époque de la mort de F. Piranesi, tous ces Œuvres qui ont fait l’admiration de l’Europe savante, pendant soixante ans, n’étaient plus dans le commerce. Grâces aux soins des Représentans, cette célèbre Calcographie reparait aujourd’hui28.

Fu probabilmente allora che la Calcografia Piranesi venne acquistata dalla famosa stamperia parigina Firmin Didot Frères, che ne continuò le tirature sino alla fine del 1838, quando, il 19 dicembre, firmò il contratto di vendita con l’allora Calcografia Camerale di Roma, oggi Istituto Nazionale per la Grafica, dove ancora si conservano i rami incisi da Giovanni Battista e Francesco Piranesi29.

27 «Journal des Arts», jeudi Ier février 1810, p. 2 ; « Annales de l’architecture et des arts », 1810, vol. I, p. 51.

28 Il prospetto con l’annuncio della vendita si trova all’interno della già citata raccolta Publications

et notes sur les Piranesi, 1794-1840, conservata presso il Département des Estampes della Bibliothèque Nationale de France, a Parigi (Yd.221.a.4°). La raccolta non ha una numerazione complessiva.

29 Per una ricostruzione delle vicende della Calcografia Piranesi a partire dal momento della sua acquisizione per l’allora Calcografia Camerale, condotta dal cardinale Tosti sotto il pontificato di papa Gregorio XVI cfr. Giambattista Piranesi. Matrici incise...cit., 2010, pp. 9-14.

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Appendice documentaria, I

Catalogue des vues de monumens antiques et modernes, et de sites célèbres du Globe ; Exécutées avec leurs accessoires, à l’huile, à la gouache et à l’aquarelle, et publiées à Paris, par les Piranesi

De l’Imprimerie de Leblanc, Paris, s.d. [1802-1803], in 4°, 8 pp.

Mi è stato possibile rintracciare due esemplari del Catalogue: uno presso la Bibliothèque Nationale de France, a Parigi (4-V36-1029) ; l’altro presso gli Archives Nationales, a Parigi (Administration du Sénat, comptabilité, budget; correspondance, administration générale, Dossier 430). Poiché quest’ultimo esemplare è inserito all’interno di un Dossier che comprende alcuni documenti presentati nell’ambito della seduta del Senato del 3 thermidor an XI (22 luglio 1803), è possibile individuare in tale data un termine ante quem551.

551 Per le questioni di datazione del catalogo, nonché di attribuzione e identificazione delle opere in esso elencate, si rimanda al par. 3.2.