Perugia, 24 luglio 2017 – “All'ospedale Santa Maria di Terni esistono criticità e i fondi devono essere utilizzati nella maniera più corretta possi-bile”. È quanto dichiara il capogruppo regionale della Lega Nord, Emanuele Fiorini, annunciando la presentazione di una richiesta di accesso agli atti “per entrare in possesso di una serie di do-cumenti amministrativi riguardanti l’Azienda O-spedaliera Santa Maria di Terni per verificare eventuali sprechi di risorse pubbliche”.
“Abbiamo richiesto – spiega Fiorini – ordini di spesa, delibere, note, importi e contratti. Vo-gliamo capire se si stanno facendo veramente gli interessi dell’Azienda ospedaliera e dei cittadini fruitori del servizio, oppure quelli di qualcun al-tro. Vogliamo capire se tutto viene fatto con la massima trasparenza, evitando sprechi di risorse pubbliche e favoritismi dettati, magari, da logi-che politilogi-che. In particolare abbiamo chiesto co-pia delle carte, contenuti e spese sostenute, rela-tive alla collaborazione tra azienda e privati come il Cerismas (Centro ricerche e studi in management sanitario); al rapporto intercorrente con la Tgc Eventi Srl; le note di affidamento inca-richi e rinnovi con l’avvocatura e quelle relative alla gara della Global Service aggiudicato alla Cms di Bologna. Vogliamo avere copia delle deli-bere e note relative alla sperimentazione gestio-nale delle sale operatorie del Santa Maria di Terni presentate dalla 3M Italia srl, finalizzata alla pre-venzione delle infezioni del sito chirurgico”.
“Inoltre – spiega il capogruppo leghista - chie-diamo di avere copia della delibera con cui ven-gono individuati e nominati i responsabili dei contratti di appalto in essere nell'Azienda ospe-daliera e vogliamo far luce in merito all’istituzione presso l’azienda del 'Responsabile della prevenzione e della corruzione' e i relativi premi e incentivi. Le risorse destinate alla sanità sono insufficienti e l’ospedale di Terni presenta diverse criticità. È quindi opportuno – conclude Fiorini – che i fondi vengano utilizzati nella ma-niera più corretta e trasparente possibile”.
FARMACIE: “CONCORSO STRAORDINARIO:
“QUANTO DOVREMO ATTENDERE ANCORA IN UMBRIA?” - NOTA DI CARBONARI (M5S) Maria Grazia Carbonari (M5S) interviene in tema di farmacie domandandosi “quanto ci sarà ancora da attendere per il concorso straordinario per le nuove 39 sedi farmaceutiche”. L'esponente pen-tastellata ricorda che “sono trascorsi oltre cinque anni e la Regione Umbria è ancora fanalino di coda italiano in questa che è divenuta una vera e propria odissea della libera concorrenza, dopo innumerevoli e inspiegabili ritardi, sui quali ab-biamo presentato varie interrogazioni e diffide ai competenti organi regionali”.
Perugia, 27 luglio 2017 - “Il concorso straordina-rio per le nuove 39 sedi farmaceutiche in Umbria (previsto dal decreto legge 24 gennaio 2012 n.1) è stato l’ennesimo esempio di come la Regione Umbria è estremamente celere ed efficiente quando si tratta di concludere alcuni atti graditi alle lobbies, quanto talvolta intollerabilmente lenta nel recepire normative ad esse non gradi-te”. Lo scrive il consigliere regionale Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 Stelle) ricordando che
“sono trascorsi oltre cinque anni e la Regione Umbria è ancora fanalino di coda italiano in que-sta che è divenuta una vera e propria odissea della libera concorrenza, dopo innumerevoli e inspiegabili ritardi, sui quali abbiamo presentato
varie interrogazioni e diffide ai competenti organi regionali”.
“Proprio in questi giorni – spiega Carbonari -, anche la Regione Sicilia ha comunicato che dal 20 al 25 agosto attiverà tale procedura d’interpello, fase conclusiva della creazione delle nuove farmacie. Anche in Umbria dovremmo essere a ridosso di tale fase finale, eppure non si sa ancora nulla. Numerosissimi operatori – com-menta – attendono, ingiustamente da anni, con considerevoli danni e incertezze, di poter legitti-mamente partecipare ad un progetto che nasce proprio con lo scopo di aumentare la concorrenza e tutelare i consumatori, già fortemente danneg-giati dal pericolosissimo aumento dei costi della sanità, che costringe migliaia di persone a rinun-ciare a curarsi”.
Secondo Carbonari, “al di là delle ipotesi sul per-ché di tante inefficienza, è un dato di fatto che tale situazione è andata a beneficio della potente lobby delle farmacie esistenti in Umbria, sicura-mente non agevolate (a differenza degli utenti) da una maggiore nuova concorrenza. Ci augu-riamo – conclude la consigliera pentastellata - che a brevissimo la Regione provveda con tempi celeri e certi in merito al completamento della procedura. Noi, intanto, continueremo a vigilare in tal senso”.
“ALL'UMBRIA SERVE UN'AZIENDA SANITA-RIA UNICA REGIONALE” – SQUARTA (FDI) PRESENTA UNA PROPOSTA DI LEGGE
Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Marco Squarta, ha presentato una proposta di legge per istituire in Umbria l'azienda sanitaria unica regio-nale visto che “la nostra Regione ha un rapporto tra abitanti e Aziende sanitarie nettamente più alto della media nazionale”. Per Squarta “l'Asl unica è necessaria anche per l'efficacia, l'efficien-za e la sostenibilità, per la riduzione dei costi e la concentrazione delle risorse per i servizi ai citta-dini”.
Perugia, 28 luglio 2017 – Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Marco Squarta, ha presentato una proposta di legge per istituire in Umbria l'a-zienda sanitaria unica regionale. L'atto, denomi-nato 'Ulteriori modificazioni della legge regionale 9 aprile 2015, n. 11 (Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali)', punta a “ridurre ulte-riormente il numero delle Unità sanitarie locali che la Regione Umbria, con la legge '12/2012', ha ridotto da 4 a 2”.
“L'Azienda sanitaria unica regionale in Umbria – spiega Squarta – è necessaria per perseguire obiettivi di efficacia, efficienza e sostenibilità, con la riduzione dei costi delle strutture amministra-tive e la concentrazione delle risorse nella realiz-zazione dei servizi rivolti ai cittadini. Per questo il numero delle Aziende sanitarie territoriali si sta progressivamente riducendo in tutte le Regioni italiane. Attualmente il sito del Ministero della Salute ne censisce 101 con un tendenza alla di-minuzione marcata negli ultimi anni: 228 nel
1995, 147 nel 2010, 139 nel 2015, 119 nell'apri-le del 2016. Per non risalire agli anni ’80, quando in Italia c’erano 642 Aziende sanitarie. Lo stesso fenomeno di concentrazione, sia pure in forma più contenuta, si è registrato per le Aziende o-spedaliere”.
“Attualmente – prosegue Squarta - si registra in media la presenza di una Asl ogni 600mila abi-tanti circa, mentre, considerando sia le aziende territoriali che quelle ospedaliere, il rapporto medio diventa un'azienda ogni 352mila abitanti circa. E l'Umbria, con i sui quasi 900mila abitan-ti, ha due Asl e due Aziende ospedaliere, con un rapporto tra abitanti e Aziende sanitarie netta-mente più alto della media nazionale. A supporto di questa ipotesi ci sono numerose analisi e ri-cerche. Come, ad esempio, il Rapporto Oasi (Os-servatorio sulle aziende e sul sistema sanitario italiano) elaborato dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale del-l'Università Bocconi, dove si legge che 'nelle re-gioni sono state tre le spinte istituzionali preva-lenti: accorpare il numero delle aziende territo-riali, rendendole sempre più vaste; reintegrare istituzionalmente servizi ospedalieri e servizi territoriali; rafforzare il ruolo della capogruppo regionale, accentrando funzioni e risorse. Spinte che hanno portato alla diminuzione del numero di Asl e delle Aziende ospedaliere. Si tratta di un trend che non si è mai interrotto del tutto, ma che ha registrato una notevole accelerazione negli ultimi tre anni'. E lo stesso rapporto sugge-risce che 'le riforme istituzionali possono effetti-vamente accelerare l’innovazione, a patto che le energie si focalizzino sui fini del cambiamento e sui collegati processi manageriali necessari a raggiungerli, ed evitino di disperdersi eccessiva-mente sui soli mezzi istituzionali'”.
“Recentemente – conclude Squarta – diverse regioni, tra cui Lombardia, Lazio, Toscana, Sar-degna e Veneto, hanno messo in campo processi di riforma e razionalizzazione dei modelli istitu-zionali che vanno in questa direzione. È giunto il momento che anche l'Umbria faccia la sua parte e arrivi finalmente ad avere un'unica Asl regiona-le”.
“GLI OSPEDALI FUTURI SARANNO DIGITA-LIZZATI, ROBOTIZZATI E CONNESSI CON I PAZIENTI A CASA: L'UMBRIA ELABORI LI-NEE GUIDA E UNA APPLICAZIONE TIPO” - RICCI (RP) ANNUNCIA MOZIONE
Perugia, 31 luglio 2017 – Il consigliere regionale Claudio Ricci (Rp) annuncia una mozione con cui
“si invita la Giunta Regionale a predisporre, nel nuovo Piano Sanitario Regionale, linee guida gestionali e architettoniche per progetta-re/riqualificare gli ospedali applicando le innova-zioni tecnologiche e legate a trasmissione dati, digitalizzazione e robotizzazione. Inoltre si chiede di prevedere, come primo modello l’applicazione di tali tecniche innovative in un ospedale della rete sanitaria umbra, sull’esempio (in piccolo) del John Hopkins di Baltimora (cabina di regia con
schermi di controllo e informative ricevu-te/inviate al personale)”.
“Gli ospedali del futuro – spiega Ricci - saranno più piccoli e specializzati, con più touchscreen (pannelli digitali), robot per monitoraggi collegati a computer centrali, degenze ridotte e continuità con l’assistenza domiciliare. Tali servizi innovati, che modificheranno gestione e architettura dei nosocomi, potranno implementare l’assistenza sanitaria on line con Internet, monitorare i pa-zienti a casa anche con video chiamate e inclu-dere cabine di regia per gestire dati e immagini”.
FESTIVAL E SICUREZZA: