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FASE 5: VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DELLE CURE EROGATE

4.4 Il macroprocesso di gestione del paziente con patologia cronica

4.4.5 FASE 5: VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DELLE CURE EROGATE

Il quadro di riferimento istituzionale, normativa ed organizzativa delle iniziative volte al miglioramento della qualità dell’assistenza, è definita dal Patto per la salute, dai Livelli essenziali di assistenza, dal Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (SIVeAS), dal Programma nazionale per la promozione permanente della qualità nel Servizio sanitario nazionale (PROQUAL), dal Programma Nazionale Esiti (PNE), dalle iniziative e attività dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), dal Sistema Nazionale per le Linee Guida, dall’Osservatorio nazionale buone pratiche per migliorare la sicurezza del paziente. Esistono inoltre tutta una serie di database nazionali e regionali e di numerosi registri di patologia che contengono anche informazioni sulla qualità e sugli esiti dell’assistenza sanitaria. La declinazione di un programma di valutazione della qualità delle cure erogate non può prescindere da quanto riportato nel rapporto OCSE 2015 in cui si suggerisce come sia “necessario un approccio più solido e ambizioso al monitoraggio della qualità e al miglioramento a livello di sistema.” Alcuni risultati del rapporto quali l’aspettativa di vita generale a 82.3 anni (la quinta più alta tra i Paesi OCSE), i tassi di ricovero per asma, malattie polmonari croniche e diabete (indicatori di qualità delle cure primarie) sono tra i migliori

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nell’OCSE e quelli di mortalità a seguito di ictus o infarto (indicatori di qualità dell’assistenza ospedaliera) sono ben al di sotto della media OCSE e quindi sono incoraggianti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di orientare le scelte strategiche in ambito sanitario con una focalizzazione sulla qualità dei risultati di salute raggiunti sia per i singoli utenti dei servizi che per le intere comunità; le dimensioni della qualità su cui intervenire per apportare miglioramenti sono:

• efficacia: l’assistenza sanitaria è fondata sulle evidenze scientifiche e i risultati migliorano gli esiti di salute per gli individui la comunità;

• efficienza: l’assistenza deve tendere a massimizzare l’uso delle risorse e ridurre/annullare gli sprechi;

• accessibilità: l’assistenza deve essere tempestiva ed erogata in setting operativi facilmente raggiungibili geograficamente, ove competenze e risorse sono appropriate ai bisogni di salute;

• accettabilità: (orientamento al paziente): l’assistenza deve tener conto delle preferenze e aspettative dei singoli utilizzatori dei servizi e della cultura della propria comunità di appartenenza;

• sicurezza: l’assistenza deve minimizzare i rischi e i danni degli utenti;

• equità: l’assistenza non deve essere differente rispetto al genere, razza, etnia, localizzazione geografica o stato socio-economico.

4.4.5.1 Macroattivita’

SISTEMI DI MISURA DELLA QUALITÀ DELLE CURE E DELLA QUALITÀ DELLA VITA

La riduzione dell’inappropriatezza in ambito sanitario e sociosanitario è uno degli obiettivi cardine del Servizio Sanitario Nazionale, assieme ad una migliore capacità di fornire risposte al bisogno attraverso un incremento delle attività di valutazione e di sviluppo del governo clinico. La valutazione della qualità delle cure si configura come una dimensione strategica del sistema di valutazione del SSN, soprattutto con riferimento alla gestione della cronicità. Sia nel sistema di valutazione degli esiti (PNE) che nell’ambito delle indicazioni del nuovo Patto per la salute, la centralità riconosciuta al paziente si traduce nella scelta di individuare e attivare sistemi strutturati di valutazione della soddisfazione dei cittadini nel rapporto con il SSN (customer satisfaction). L’impegno nella valutazione risulta assolutamente strategico nel caso

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del paziente cronico, chiamato ad assumere un ruolo da protagonista nella gestione quotidiana della sua malattia, che ha bisogno di essere guidato nella predisposizione di eventuali interventi di miglioramento, in grado di massimizzare i risultati delle cure e innalzare il livello di qualità della vita, pur in una situazione di convivenza prolungata con la patologia. La valorizzazione del punto di vista del paziente e della sua percezione della qualità dei servizi con cui entra in contatto permette di indagare in una prospettiva diversa non solo alcune dimensioni strutturali importanti (diffusione, accessibilità dei servizi e liste d’attesa, disponibilità di attrezzature, tempi e modalità organizzative, professionalità, competenza, affidabilità del personale, ad es.) ma anche altri aspetti essenziali della customer satisfaction, come comunicazione, informazione, capacità relazionale, umanizzazione, personalizzazione, da cui dipendono in larga misura anche gli esiti complessivi del sistema delle cure. Tali aspetti possono essere conosciuti dalle opinioni ed atteggiamenti degli assistiti, attraverso la realizzazione di indagini su campioni rappresentativi di pazienti e cittadini, con l’utilizzo di questionari strutturati, in qualche caso utilizzando modelli standardizzati. Tali modelli potranno essere tratti dalla letteratura ma anche dalle esperienze fino ad oggi messe a punto ed utilizzate, anche la livello locale, che rappresentano un importante patrimonio, ma che vanno trasformate in un sistema strutturato e in grado di funzionare a regime, come strumento reale di miglioramento delle performance e dei risultati del SSN. Gli strumenti di valutazione della qualità delle cure e della qualità della vita dal punto di vista del paziente devono essere strettamente connessi ai percorsi assistenziali, non guardare solo alle dimensioni “macro” e non essere utilizzati soltanto “ex post”. In altre parole devono avere una struttura dinamica, che permetta non solo le valutazioni finali di un periodo, ma anche le verifiche in itinere, che possono fornire dati e informazioni utili a rivisitare criticamente strategia e organizzazione dell’assistenza. È quindi fondamentale che gli strumenti di misura guardino non solo ai processi attivati e alle attività svolte, ma anche agli “esiti”, intesi non solo come esiti clinici, ma anche come benessere e qualità della vita.

4.4.5.2 Obiettivi proposti

• Incrementare le attività di valutazione e di sviluppo del governo clinico finalizzate a ridurre l’inappropriatezza in ambito sanitario e sociosanitario e a migliorare la capacità di fornire risposte al bisogno della persona con cronicità

• Rendere disponibili e “trasparenti” anche ai pazienti le informazioni derivanti da indagini sulla soddisfazione del paziente in maniera estesa e sistematica e coinvolgerli nelle procedure di valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria

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• Promuovere la definizione e la rilevazione di indicatori di qualità o di esito a livello del singolo professionista

4.4.5.3 Linee di intervento proposte

1. Implementare iniziative finalizzate a valutare la qualità di vita e l’accesso alle cure e definire gli indicatori per il monitoraggio del processo e degli esiti di cura.

2. Costruire banche dati, in cui confluiscano dati amministrativi e clinici (di ambito sanitario e sociosanitario) per la valutazione dei risultati clinici e organizzativi e della qualità dell’assistenza.

3. Sviluppare modelli e metodi consolidati, che abbiano come punto di partenza la scelta di dare importanza al punto di vista del paziente.

4.4.5.4 Risultati attesi

• Incremento delle iniziative finalizzate alla valutazione della qualità delle cure erogate, anche dal punto di vista del paziente con cronicità, con l’utilizzo di modelli e metodi validati.

• Implementazione dei sistemi di controllo per valutare la performance qualitative delle strutture sanitarie e sociosanitarie.

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