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Fasi di sviluppo di un movimento scientifico

Nel documento SCUOLA NORMALE SUPERIORE (pagine 38-41)

CAPITOLO III. PROFILO SOCIOLOGICO DEL MOVIMENTO CIBERNETICO

3.2. Fasi di sviluppo di un movimento scientifico

impegnati nella promozione del movimento stesso (cybernetics) al fine di ottenere legittimità nel campo scientifico e riconoscimento pubblico come scienza. La pluralità dei ruoli, e quindi il diverso grado di partecipazione, impegno e identificazione nel movimento vanno considerati come elementi principali per comprendere la complessità dell’interazione interna ed esterna. Infine, trattandosi di un movimento interdisciplinare, la complessità interna del movimento costituisce un oggetto di riflessione tematizzato dagli stessi partecipanti, dando luogo ad un dinamismo della comunicazione interna in cui le tendenze conflittuali dovevano essere controllate in modo più attento che in altre esperienze di scienza in divenire.

3.2. Fasi di sviluppo di un movimento scientifico

Come ogni movimento sociale, anche un movimento scientifico presenta a prima vista un carattere spiccatamente fluido e multiforme per quanto omogeneizzato nelle pratiche comunicative dei partecipanti e dell’establishment di riferimento. Da questo punto di vista, si possono distinguere analiticamente diverse fasi di sviluppo, connesse al grado di organizzazione degli appartenenti, di formalizzazione della conoscenza, e ad altre misure di integrazione.

In primo luogo, un aspetto importante da tenere presente è che quel complesso di pratiche individuali e collettive di produzione, condivisione e circolazione della conoscenza che dà avvio ad un nuovo movimento scientifico (fase nascente), si realizza all’interno di un quadro informe e permeabile di interessi e di aspettative non sempre esplicitato e condiviso dai protagonisti. Infatti, anche quando la denominazione del gruppo è incerta, le pratiche conoscitive che concorrono alla costruzione di un piano comune, al contempo, veicolano posizioni di campo che in seguito possono risultare inconciliabili. In altre parole, il lavoro interattivo, collaborativo e negoziale, fa sì che le questioni inerenti al capitale accademico siano per certi versi sospese e rinviate ad una

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successiva fase di messa a punto del movimento (fase organizzativa), in cui si richiede una partecipazione attiva che può comportare un’alterazione della propria posizione nel campo. Nel momento in cui le pratiche conoscitive disinteressate si cristallizzano in pratiche organizzative interessate (come ad es. la progettazione di un dipartimento o di un laboratorio, la richiesta di fondi di ricerca, la proposta di un incarico accademico), la dinamica di integrazione e disgregazione del capitale sociale di un gruppo viene condizionata dalla struttura delle opportunità, ovvero da quell’insieme di fattori che rendono una certa area del campo scientifico più promettente in termini di carriera e di successo, cioè di capitale accademico (Ben-David e Collins 1966; Collins 1987; 1998). Nella fase nascente, le chance di carriera di un movimento sono relativamente basse rispetto ad altri settori di ricerca già consolidati, e il rischio di insuccesso è comprensibilmente più elevato; pertanto la struttura delle opportunità agisce da filtro del coinvolgimento dei singoli nell’impresa collettiva, selezionando l’interesse progettuale da altri tipi di interessi. Successivamente, a partire dai primi effetti positivi dell’organizzazione, si ha una graduale riduzione del rischio e un incremento delle opportunità che possono tradursi in un ampliamento rapido del capitale sociale (network) del movimento, a scapito di un genuino interesse progettuale. In questo caso un movimento scientifico, nella misura in cui sottrae terreno (chance di carriera) ad aree di ricerca ad alto capitale accademico, può venire etichettato come fenomeno di moda. Il successo organizzativo produce un’alterazione nella struttura delle opportunità che, a sua volta, promuove una mobilità interna di scienziati e quindi una perturbazione degli equilibri di potere del campo scientifico generale. Rispetto a questi processi concatenati, l’etichettamento da parte dell’establishment corrisponde ad una sorta di reazione immunitaria volta a denunciare la pericolosità delle idee promosse dal movimento, estendendo ad esse il carattere irrazionale che appartiene alla struttura delle opportunità.

Nella misura in cui le pratiche organizzative interessate di un movimento emergente riescono a stabilizzarsi nel campo scientifico, resistendo agli attacchi della critica e dando vita a luoghi riconoscibili di ricerca (laboratori), formazione (scuole) e comunicazione (riviste, convegni), è opportuno parlare di una fase istituzionale. L’istituzionalizzazione

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di un movimento comporta, in linea generale, un processo di disciplinarizzazione e di cristallizzazione della conoscenza acquisita, visibile specialmente nella pubblicazione di manuali introduttivi e curriculum specialistici (Mullins e Mullins 1973). Questo momento di consolidamento non preclude l’innovazione scientifica interna, che anzi viene promossa attraverso l’apertura di canali di comunicazione istituzionali che fungono da centri di raccolta e da filtro di legittimazione. Infine, il raggiungimento di questa soglia di sicurezza data dall’istituzionalizzazione non garantisce di per sé la permanenza nel corso del tempo della nuova disciplina, la critica può addirittura cronicizzarsi sino a giungere ad una reciproca indifferenza tra aree di ricerca o discipline. Nella misura in cui questo processo di isolamento coinvolge non solo l’aspetto puramente conoscitivo ma anche la lotta per le risorse e per il riconoscimento, allora è possibile aspettarsi un aumento della tensione interna, assieme ad un indebolimento delle barriere in entrata e in uscita, che insieme possono condurre nel caso estremo alla disgregazione della disciplina stessa. L’opportunità dello schema di sviluppo qui delineato non consiste nell’identificazione dei caratteri sostanziali di un gruppo scientifico in ciascun momento della sua evoluzione, quanto piuttosto nell’individuazione delle dinamiche e dei processi che fanno sì che un gruppo che non possiede ancora un’organizzazione (fase nascente) per poter esistere e mantenersi nel tempo debba far fronte innanzitutto ad un problema di convergenza delle conoscenze. L’intesa e l’accordo sul significato di queste conoscenze raccolte e condivise costituisce la posta in gioco per poter passare ad un secondo ordine di problemi, quelli organizzativi, ovvero di allargamento del cerchio fondativo e alla stabilizzazione in luoghi preliminari di produzione e comunicazione scientifica. La posta in gioco della fase organizzativa è dunque l’ottenimento di una riconoscibilità come istanza di mutamento, come elemento non trascurabile e degno di attenzione nel panorama dell’innovazione scientifica, capace di alterare almeno in parte la struttura delle opportunità del campo scientifico. Infatti, in questa fase avviene un investimento simbolico, inteso come credito, credibilità, fiducia e opportunità che costituisce il presupposto per l’ottenimento di risorse economiche e istituzionali essenziali al mantenimento di una posizione di potere nel campo scientifico.

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L’enfasi sulle dinamiche, piuttosto che sulle sostanze, esclude che le tensioni inerenti a ciascuna fase debbano essere risolte nel passaggio a quella successiva. La capacità di sopravvivenza di un movimento emergente, in ciascuna fase del suo sviluppo, va considerata nell’interazione continuativa interna ed esterna ad esso. Questo significa che, nella misura in cui si passi da una fase all’altra senza il raggiungimento e il mantenimento della posta in gioco specifica, è probabile un indebolimento e quindi un declino del movimento, o una sua trasformazione al di fuori del campo scientifico nella forma di un movimento intellettuale, artistico o religioso. Nell’interpretazione dello sviluppo del movimento cibernetico, si vuole mettere in luce come questi aspetti e queste dinamiche possono rendere conto della parabola tutt’altro che banale della cibernetica e il suo decorso contemporaneo, sia come esperienza scientifica che come discorso sulla scienza.

Nel documento SCUOLA NORMALE SUPERIORE (pagine 38-41)