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Fatti e valori

Nel documento Crisi ambientale: un problema filosofico. (pagine 96-99)

PARTE II: L’ECOSAGGEZZA DI ARNE NAESS

8. Fatti e valori

“L’identificazione delle proprietà primarie con quelle degli oggetti stessi conducono ad una concezione di natura senza nessuna delle

qualità che esperiamo spontaneamente. Non esiste una buona ragione

per cui non dovremmo ritenere una tale oscura natura solo come una risorsa. Ogni appello a salvare parti della natura, basato sul riferimento alle qualità sensibili di ogni tipo, diventa senza significato. Ogni appello passionale che rivela sentimenti profondi, empatia, e persino identificazione con i fenomeni naturali, deve essere escluso in quanto irrilevante. La sfera dei fatti reali, meccanicisticamente interpretati, viene ristretta a quelli della fisica matematica.”210

A questo punto, dunque, risulta evidente come l’ontologia di Naess, nella quale le qualità secondarie e terziarie appartengono alla realtà tanto quanto le qualità primarie, riesca a rendere conto del valore della natura a partire dal modo in cui la

vediamo: “la divisione tra ‘fatti’ e ‘valori’ emerge dalle Gestalt solo attraverso l’attività del pensiero astratto. E’ una distinzione utile, ma non quando l’obiettivo

è descrivere il mondo immediato in cui viviamo, il mondo delle Gestalt, la realtà vivente, la sola realtà che conosciamo.”211 Dallo stato ontologico delle qualità

secondarie e terziarie come relazioni complesse, deriva la necessità di considerare come integrati molti elementi diversi nella descrizione della realtà: i dati materiali e spaziali, dunque, si mescolano ad elementi valutativi e ad elementi emotivi:

“Nella logica simbolica, la tenebrosità T di un albero è rappresentata dalla relazione simbolica T (A, B, C, D, …), dove A potrebbe essere il luogo segnato su una mappa, B la collocazione dell’osservatore, C il suo stato emotivo, D la sua competenza linguistica. Il numero delle variabili è decisamente più alto rispetto a quelle che contraddistinguono

210 A. Naess, The World of Concrete Contents, p. 420; cit., trad. it. p. 59. 211 A. Naess, Ecology, Community and Lifestyle, p. 60; cit., trad. it. p. 71.

l’altezza H (P, Q), dove P dà il numero delle unità di altezza e Q il tipo di unità di misura scelto. Tuttavia, né T né H saranno affette da soggettivismo se si è in grado di specificare l’esatto contesto in cui la qualità compare. La tenebrosità non è interna alla nostra coscienza più di quanto lo sia l’altezza.”212

La dicotomia tra fatti e valori, sta in piedi solo se consideriamo i “fatti” come l’equivalente di “descrizioni”, e i “valori” come “affermazioni di valore”, ovvero la proiezione intenzionale del soggetto portatore di valore. Il ragionamento di Naess, invece, modifica i presupposti della dicotomia:

“In un’analisi che inizia con i contenuti concreti, le dicotomie tra ‘è’ e ‘dovrebbe essere’, tra ‘fatti’ e ‘valori’ non appaiono assolutamente come le introdusse Hume, cioè come affermazioni di valori e di fatti. L’espressione che ha contenuti concreti è una frase che indica, non che dichiara. Espressioni del tipo: ‘L’oggetto x ha valore y’ riconduce immediatamente alla domanda: ‘Dato un oggetto x, come faccio io a

stabilire che ha valore y?’ Se partiamo già con una designazione di

contenuti concreti, per esempio ‘un pomodoro delizioso, rosso, da mangiare subito’ o ‘un pomodoro marcio, schifoso’, i termini valutativi sono presenti fin dall’inizio della nostra analisi. E non esiste nessun pomodoro ‘oggettivo’ da valutare indipendentemente!”213

Per Naess ogni tipo di relazione contribuisce a definire la realtà che tentiamo di conoscere. “Il concetto di ecosistema è usato per descrivere strutture astratte, e il movimento dell’ecologia profonda è in qualche modo interessato alle strutture astratte. Tuttavia, l’importanza delle considerazioni concernenti tali strutture astratte non deve essere sopravvalutata; come le carte geografiche, la loro funzione non è di aggiungersi al territorio (i contenuti), bensì di renderlo meglio visibile.”214

212 Ivi, p. 65; cit., trad. it. p. 78. 213 Ivi, p. 67; cit., trad. it. p. 80. 214 Ivi, p. 67; cit., trad. it. p. 81.

Per questo dalla conoscenza scientifica non è possibile derivare il valore: essa astrae, dalla nostra esperienza reale spontanea, le strutture “oggettive” del reale. Non è sufficiente la conoscenza ecologica per generare un sistema di priorità di valori che guidi la nostra azione, se consideriamo la conoscenza ecologica come un resoconto scientifico del mondo e della nostra relazione con esso, ben distinto dall’influsso ‘soggettivo’ che queste conoscenze hanno sui nostri sentimenti morali. Un conto sono i risultati della ricerca scientifica, un altro è la conoscenza del mondo ecologicamente informata 215 . Assumono, dunque, particolare

considerazione, in Naess, le premesse valutative ed emotive, le quali sono già presenti nella realtà come la esperiamo. Esse sono propulsori per le nostre convinzioni e priorità di valore, che fanno, a pieno titolo, parte integrante della nostra visione del mondo.

Naess, per quanto riguarda il valore, distingue tre livelli: la relazione tra i valori e i nostri sentimenti spontanei, l’atto di dichiarazione del valore in cui crediamo, ed infine l’enunciazione di norme, motivate da sentimenti di fondo, ma aventi un chiaro valore cognitivo. I valori e le emozioni sono connessi tra loro a vari livelli ma anche alla nostra visione del mondo: “i giudizi di valore sono espressi di norma in base a sentimenti positivi o negativi, e non avrebbe senso richiederne la neutralità.”216 Il luogo del valore rimane, quindi, ancora l’interno di una teoria

ontologica della gestalt. Si fa evidente, dunque, la consistente influenza di Spinoza, il principale filosofo di riferimento per Naess:

“Spinoza distingue i gradi di realtà e di perfezione. Ciò che è perfetto è completo. L’integrazione della personalità presuppone che non agiamo mai come meri funzionari o specialisti, ma sempre come personalità integrali, consci delle nostre priorità valoriali, della necessità di manifestare tali priorità in azioni sociali dirette. La questione specifica

215 Naess condanna l’uso sociale del termine “scientifico” perché viene generalmente

utilizzato acriticamente come sinonimo di “oggettivo” o “vero”, con il fine di imbavagliare possibilità diverse del pensiero ed imporre il conformismo ad un’ideologia.

da imparare da Spinoza e da alcuni psicologi moderni è, comunque di integrare le stesse priorità valoriali nel mondo. Tendiamo a dire ‘il mondo dei fatti’, ma la separazione del valore dai fatti è, essa stessa, data da una sopravvalutazione di alcune tradizioni scientifiche, originatesi con Galileo. Queste tradizioni confondono la perfezione

strumentale della visione del mondo meccanicistica con le sue

proprietà, come filosofia omnicomprensiva. Spinoza è stato influenzato fortemente dai modelli meccanicistici della materia, senza tuttavia estenderli fino a coprire la “realtà”. La sua realtà non era né meccanica, né valorialmente neutra, né tantomeno vuota di valori. Tale frattura tra i due mondi – il mondo dei fatti e il mondo dei valori – può essere oltrepassata teoreticamente situando, come fa Spinoza, la gioia, e altri fenomeni cosiddetti soggettivi, all’interno di un campo totale unificato di realtà.”217

Nel documento Crisi ambientale: un problema filosofico. (pagine 96-99)