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2.2 Scelta dei brani

3.5.3 Fattori culturali: fenomeni culturali

La resa degli elementi culturo-specifici ha presentato, forse più di tutto il resto, un ostacolo contro cui mi sono dovuto scontrare in quanto traduttore. La ragione principale di ciò è che in linea generale ogni elemento culturale rappresenta sostanzialmente il modo in cui un determinato gruppo di persone filtra la realtà che le circonda e la lingua è il tramite attraverso cui questa realtà viene portata alla luce. Questo fa sì che ogni cultura abbia un sistema di

espressioni diverso per identificare anche le stesse cose.37Questo fa sì che all’interno del

processo traduttivo:

Il ruolo della lingua all’interno del sistema culturale e l’influenza del sistema culturale sui significati delle parole e delle espressioni sono così pervasivi che di rado un testo può essere compreso adeguatamente senza considerare il background culturale.38

Il che si traduce, inevitabilmente, in un forte residuo traduttivo nella quasi totalità delle traduzioni, se non si adotta una strategia traduttiva metatestuale,39 ovvero che faccia uso di un

apparato paratestuale composto da note, pre o postfazioni.

Nel caso di questa traduzione, dove la scelta strategica è stata quella di non servirsi in alcun modo di apparati paratestuali (che avrebbero necessariamente estraniato il testo per il lettore), l’unica strategia è stata quella di affrontare il residuo culturale nello stesso modo in cui si è affrontato il residuo lessicale: sostituire il termine con uno di sfera semantica omologa nel sistema linguistico-culturale del metatesto.

[...] 然后沿着石板山路去一个最有名的尼姑庵。这庵原是东汉末年一个弃官修行的

道士的炼丹洞。后来造了庵,以道士的名号做了庵名,还把这道士供在了观音旁

边,这种兼容并蓄的大度精神还表现在庵里僧尼共存。当然,凡夫俗子尼姑是不 理的。遇有轻浮男子试图搭讪,那些十八九岁的小尼姑便连忙摇手低放大,口中 喃喃念动真经。[...] (p.69)

Gli elementi che nel testo sono sottolineati sono tutti elementi culturali di tipo religioso che fanno riferimento alla sfera del Buddhsimo – nigu 尼姑 (monache buddhiste) guanyin 观 (Avalokitesvara, il Bodhisattva della Misericordia) nigu’an 尼姑庵 (monastero) – e Daoismo – daoshi 道士 (monaco taoista). Questi elementi hanno una loro traduzione in italiano ma dal punto di vista culturale sono molto distanti dal sistema culturale del lettore del metatesto che è stato identificato. Per questo motivo si è pensato di sostituire i termini con dei corrispettivi omologhi:

[...] e poi proseguiamo su pe' un sentiero de montagna in pietra pe’ arrivà a un monastero

de monache. Il monastero era stato prima la caverna dove intorno al ducento dopocristo

37 Wong Dongfeng, Shen Dan, “Factors influencing the Process of Translating”, The Theory and Practice of

Translation in China, Vol. 44, n. 1, marzo 1999, 87-88.

38 E. Nida, Language, Culture and Translating, Shanghai Foreign Language Education Press, 1993, in D. Wong, 1999, ibidem.

s'era ritirato una specie de santone che se credeva d’avè inventato ‘na pillola pe la vita eterna. Dopo ce so annate le monache che hanno costruito er monastero. Oggigiorno ancora se fanno offerte sia al santone che alla santa, e preti e suore se tollerano a vicenda vivendo insieme senza fregasse della gente comune. Se qualche pischello malauguratamente prova a far filo a qualcuna delle novizie – tutte in fiore, de appena maggiore età – queste je fanno muro e se mettono a recità le Scritture. [...] (p.54)

In un passo successivo, ritroviamo lo stesso problema:

[...] 已经昏暗了的大雄宝殿中,一个身披红黄两色袈裟的长老领着上百个黑衣和尚 在佛像前做着诵经晚课。长老在一名小僧的搀扶下,连连拜倒。分立两旁的汗流 浃背的和尚一手摇扇,一手掌拜,在领诵僧的带领下,整齐嘹亮地哼哦。佛脸在 摇曳的烛火中闪耀着慈爱的光环,微阂的慧眼俯视着顶礼膜拜的人们,又似视而 不见。[...] (p. 75)

Anche in questo caso, gli elementi sottolineati si riferiscono ad elementi culturali specifici legati al Buddhismo: Daxiong Baodian 大雄宝殿 indica la ‘Preziosa Sala dl Grande Eroe’, zhanglao 长老, 和尚 heshang e xiaoseng 小僧 indicano tutti gradi diversi all’interno dei monaci buddhisti (dal più alto al più basso), mentre il wanke 晚课 indica la lettura delle scritture che avviene alla sera. Per tutti questi elementi religiosi ho dovuto cercare un corrispettivo; ecco che allora 大雄宝殿 diventa ‘Sala Principale’; 长老, 和尚 e 小僧 diventano, rispettivamente, monaco anziano, monaco e monaco minore; 晚课 diventa, infine, ‘vespro’:

[...] Dentro la Sala Principale un monaco anziano co addosso una tunica rossa e gialla guida un centinaio de altri monaci co le vesti nere e li fa mette davanti la statua del Santo a recità il vespro. Il vecchio pe inginocchiasse se regge a un monaco minore. Intanto ai lati della sala gli altri monaci, zuppi di sudore, facevano vento coi ventagi e intanto pregavano con i palmi rivolti in aria. Sotto la guida del vecchio, intonavano preghiere. Il volto del santo, che sotto la luce de le candele pareva avere in testa l'aureola, con l’aria assente sorrideva a tutti quelli inginocchiati. [...] (p.59)

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