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CAPITOLO 3 – COMMENTO TRADUTTOLOGICO

3.2 Lettore modello

3.4.2 Fattori extralinguistici

Nella traduzione di un testo letterario ci si può scontrare con alcuni aspetti della cultura emittente che sono totalmente estranei al lettore modello del testo di arrivo: dunque, oltre a tradurre il racconto ponendo attenzione a tutti gli elementi lessicali, grammaticali e testuali esaminati nei paragrafi precedenti, si è dovuto intervenire per far sì che il lettore del testo di arrivo non trovasse ostacoli culturali nella comprensione.

Un primo ostacolo è costituito dai nomi di parentela, che variano da una cultura all'altra in base all'evoluzione della società e alla diversa concezione dei legami familiari in paesi diversi. La lingua cinese, attraverso la sua griglia di nomi di parentela estremamente dettagliata, fornisce al lettore o all'ascoltatore l'indicazione precisa delle relazioni all'interno della famiglia, mostrando così l'importanza che queste rivestono nella cultura cinese. Diversa è la prospettiva italiana: non esistono, infatti, termini che indicano lo stesso grado di parentela espresso da un termine cinese come saosao 嫂嫂 (moglie del fratello maggiore) e in traduzione si dovrà optare per “cognata”, pur sacrificando una parte del significato. Nel racconto “Fenggui lai de ren” compaiono molti nomi di parentela, tra cui gege 哥哥 che è stato tradotto alla prima occorrenza con “fratello maggiore” e in quelle seguenti semplicemente con “fratello”, confidando nella memoria del lettore. Un altro nome di parentela interessante ai fini di un commento alla traduzione è ayi 阿姨, che indica la sorella minore della propria madre. Questo termine, però, è utilizzato anche per rivolgersi o riferirsi a una donna all'incirca dell'età della propria madre. Nel racconto, la ayi di Xiao Xing viene menzionata solamente una volta e non svolge un ruolo importante nell'economia del testo: si è scelto

perciò di utilizzare la parola “zia” e di non approfondire il legame esistente tra le due donne.

Un'altra espressione culturospecifica riguarda i soprannomi introdotti da Ah 阿: all'inizio del racconto il protagonista viene presentato con il nome per esteso, Yan Huanqing 顏 煥 清 , ma nel corso del racconto il narratore si riferisce al ragazzo prevalentemente con il soprannome Ah Qing 阿清. Un lettore taiwanese o cinese ha gli strumenti culturali per comprendere immediatamente che si tratta della stessa persona, mentre un lettore italiano necessita di una spiegazione. Per questo motivo, in uno dei primi paragrafi del racconto si è introdotta una breve espansione per esplicitare che le due espressioni di riferiscono alla stessa persona, “Yan Huanqing, per gli amici Ah Qing”. Per evitare confusione, comunque, si è preferito sostituire Yan Huanqing con Ah Qing in tutte le altre occorrenze successive alla prima, sacrificando in parte la componente pragmatica (la presa di distanza dal personaggio) della scelta dell'autrice in favore della leggibilità e della chiarezza del testo. Una strategia addomesticante è stata utilizzata anche per Huang Jinhe 黃錦和: la maggior parte delle volte, il narratore e gli altri personaggi si riferiscono a lui con il suo nome, Jinhe 錦和, e solo in alcuni dialoghi o passaggi è utilizzato il suo soprannome Ah He 阿 和 . Dato che le occorrenze di quest'ultima espressione sono in numero ridotto, si è preferito utilizzare sempre il nome Jinhe per non generare confusione o appesantire il testo con ulteriori spiegazioni.

Un altro aspetto culturale che emerge nel testo di partenza riguarda i gesti e le abitudini taiwanesi: i personaggi del racconto vengono spesso rappresentati in situazioni quotidiane e spesso poco comuni nella realtà italiana. Ad esempio, i ragazzi che siedono annoiati davanti al tempio “a darsi colpi sulle ginocchia” per tutto il pomeriggio, la madre di Ah Qing che cura i lividi del fratello sfregando sulla sua schiena “dello zenzero imbevuto d'alcol”, la cognata di Jinhe che sta “accovacciata a terra davanti all'ingresso a fare lavori domestici” sono tutte delle immagini insolite per un lettore italiano, non abituato a questo tipo di gestualità e di abitudini. Proprio perché insolite, permettono al lettore italiano di allontanarsi dalla propria realtà e immergersi in quella taiwanese, e per questo motivo si è deciso di tradurre letteralmente questi passaggi.

Oltre alle espressioni culturospecifiche e alle pratiche sopra citate, il testo è ricco di riferimenti a fenomeni culturali poco familiari o del tutto sconosciuti a un lettore non taiwanese o cinese: ad esempio, vengono menzionate e descritte alcune tradizioni del popolo taiwanese, come le offerte di cibo e incenso durante la Zhongyuan jie, i riti e le preghiere caratteristici di un funerale, il ricorso a degli indovini in momenti di crisi e indecisione. Tutte queste celebrazioni e attività peculiari della cultura taiwanese sono descritte nel dettaglio da Zhu Tianwen, ed è perciò sufficiente una traduzione letterale per far sì che il lettore abbia di fronte a sé una pittoresca rappresentazione di ciò che accade nelle festività e nelle cerimonie taiwanesi: la Zhongyuan jie viene raccontata attraverso le scintille sprigionate dai bracieri, le offerte di frutta e cibo, le strade brulicanti; il rito funerario è anch'esso descritto nel suo svolgimento, dalla costruzione del capannello per la bara del defunto alla funzione celebrata dal monaco buddista; e infine anche la pratica di divinazione è raccontata con dovizia di particolari. Diversa è la situazione quando l'autrice allude a un elemento relativo alla cultura o alla società taiwanese, senza descriverlo: in questo caso, al textual blank162 creato per mezzo

dell'allusione (e ricostruibile dal lettore grazie al contesto e alle proprie competenze), si aggiunge un cultural blank163 che non è comprensibile da parte di un lettore

appartenente a una cultura diversa da quella emittente. Come spiega Eoyang Chen:

The difficulty is exacerbated by textual blanks that allude to, or allow for, areas in the source language with which the reader in the target language is unacquainted. It's a form of retinal blindness, in which the image passes through the cornea, but the break or lacuna in the retina leaves the eye without a screen on which to project the image. A blank is superimposed on a blank, as it were. (In translating, the translator must clearly, even to the resort of a footnote, remove the cultural blank, but he must be careful not to remove the textual blank.) The blank in the fictional text induces the reader's constitutive activity; but the blank in the cultural frame of reference in a translation will only frustrate the reader's efforts to reconstitute the original.164

Questo tipo di allusioni pongono una vera sfida al traduttore, che deve avere sufficienti competenze culturali per decifrarle e riuscire a esplicitarle nel testo di arrivo per mezzo di strategie traduttive più o meno invasive. Nel racconto in questione ci si è scontrati

162 Eoyang Eugene Chen, The Transparent Eye: Reflections on Translation, Chinese Literature, and

Comparative Poetics, Honolulu, University of Hawaii Press, 1993, p. 156.

163 Ibidem. 164 Ibidem.

con un cultural blank di questo tipo: nel paragrafo in cui Ah Qing annuncia ai suoi amici di voler studiare giapponese, questi lo scherniscono per il suo “sguardo perverso” (youse yanguang 有 色 眼 光 ). Per capire la malizia degli amici di Ah Qing è stato necessario chiedere chiarimenti a un madrelingua di Taiwan: negli anni '80 la gran parte del materiale pornografico proveniva proprio dal Giappone ed è per questo motivo che i ragazzi hanno scherzosamente fatto allusione a un secondo fine nella decisione di imparare la lingua giapponese da parte di Ah Qing.

阿榮郭仔聽他要學日語, 快笑掉大牙, 邪邪的拿有色眼光撩他, 被他「馬 鹿馬鹿」罵跑了。

Quando Ah Rong e Guozi seppero che studiava giapponese, si sganasciarono dalle risate prendendolo malignamente in giro per quella sua idea perversa: “Così puoi vederti tutti i film giapponesi a luci rosse, eh?” e se ne corsero via mentre lui li insultava in giapponese: “Baka! Idioti!”

In questo caso, si non è stato possibile seguire le indicazioni di Eoyang Chen, che raccomanda di preservare il textual blank: per evitare di inserire una nota esplicativa si è deciso di aggiungere una breve espansione attraverso il discorso diretto, rendendo in questo modo l'elemento culturale sottinteso comprensibile anche a un lettore non taiwanese.

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