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Tre figlie minori –

I Cahiers de Rodez di Antonin Artaud sono affollati di nomi. Vi ricorre con frequenza anche il nome dell’autore, e a volte il suo soprannome d’infanzia. Come in un esercizio quotidiano della memoria Artaud annota i nomi di luoghi, cibi e persone senza distinzione tra il paesaggio del passato della sua vita, divenuto in manicomio un paesaggio interiore, e quello del presente. Accanto ai nomi delle donne che nel corso dei quaderni vanno a formare il gruppo delle sei “filles de cœur” appaiono quelli di vecchi amici, di infermieri e impiegati dell’asilo di Rodez, e soprattutto di donne presenti nella sua vita pre-asiliare. Fra le figure periferiche della sua famiglia mitica sono presenti diverse amiche che gli hanno fatto visita nel manicomio di Ville-Évrard, e poi tre figure, che pur non comparendo tra le pagine di Suppôts et suppliciations dedicate alle morti delle figlie, presenziano la scrittura artaudiana con uno statuto che le caratterizza singolarmente. Germaine, Elah e Sonia appaiono tra i Cahiers con minore frequenza delle altre e aggiungono alla figura della “fille” una ulteriore qualità della presenza. La prima non ha una biografia, essendo vissuta solo pochi mesi e sopravvissuta esclusivamente nella memoria e nella scrittura di Artaud. Elah racchiude un’idea probabilmente svincolata dal suo rapporto reale con Artaud, di cui non c’è nessuna traccia. La vicenda di Sonia Mossé è invece molto emblematica per la vita, e la morte, del suo tempo, nonché della biografia artaudiana precedente all’internamento. I tratti della sua storia reale costituiscono un sottotesto importante per la lettura della figura della “fille de cœur à naître”.

Germaine Artaud

Il 13 gennaio 1905 nasce a Marsiglia una sorella minore di nove anni di Antonin Artaud, Germaine Marthe Renée. Soltanto sette mesi dopo, il 21 agosto, la piccola muore a causa di un incidente domestico. Nella famiglia di Artaud non sono pochi i casi di bambini nati morti o sopravvissuti solo pochi giorni, ma la morte di Germaine, brutale e inaspettata, ha lasciato nel fratello un segno indelebile, così come il suo funerale e la sua sepoltura. Nell’immaginario di Artaud, fin da giovane attratto dal misterioso e dal fantastico, la morte assume il volto del dramma famigliare. Germaine è la prima perdita importante che egli subisce nella famiglia d’origine, l’altra sarà la morte della nonna materna Neneka, avvenuta nell’agosto del 1911, quando aveva quattordici anni. Germaine e Neneka, la bambina e la vecchia, diventano due assi del passaggio dalla famiglia d’origine alla famiglia mitica, che della prima conserva alcune dinamiche, tra cui il passaggio dei nomi dai morti ai vivi, e delle quale Artaud recupera soltanto tre donne morte, le due nonne e la piccola Germaine. Quest’ultima porta il suo cognome, e appare nei primi quaderni come un prototipo della figura della “fille”, contraddistinta inizialmente dalla santità, dal martirio, dai tratti angelici che mettono in relazione il mondo dei morti, quello degli uomini e quello dei santi. Il suo nome appare molto di frequente in concomitanza con la ripresa della scrittura di Artaud, come se abitasse lo strato più in superficie della sua memoria e del suo

linguaggio, sepolto dagli anni di silenzio, e persiste durante tutta la fase di elaborazione della figura della “fille”, dei nomi che più la rappresentano, della costituzione del gruppo di donne unite tra loro e con Artaud da un legame di sangue. Stabilito il nucleo fisso e lo statuto delle figlie, Germaine lentamente si dissolve pur rimanendo, nelle sue poche apparizioni, l’incarnazione della purezza, dello strazio, della morte e dello sguardo benevolo che garantisce dal suo limbo, nel quale Artaud la mantiene vigile e non la lascia andare all’oblio.

Il territorio di appartenenza di Germaine è quindi rappresentato dai quaderni dei primi mesi, in particolare quelli di maggio e giugno del 1945, subito successivi a quelli in cui abbiamo individuato la gestazione della figura della “fille”. Nelle prime pagine del mese di maggio vi si leggono delle dichiarazioni che mostrano i parametri del mondo che in quei quaderni prende vita.

Dans ces conditions on protège tout ce qu’on peut protéger et on crée tout ce qu’on peut créer,

Mais qu’une famille me suive car il n’y a qu’un monde, le mien, […]

Refuser de prendre en forçant à donner

c’est qu’a fait la petite Germaine sur cette horrible terre et que la Vierge n’a jamais cessé de faire dans le ciel1.

Artaud evoca una scena. Il luogo è il cimitero Saint-Pierre a Marsiglia, dove la famiglia Artaud è sepolta e dove si era svolta la sepoltura della piccola Germaine. Lì, per la prima volta, lo spirito santo e il Padre si sono visti rifiutati2, tornati dalla

morte si sono fatti un corpo mentre Artaud era indietreggiato nel nulla sperando di trovare nuove forze per sbarazzarsi di loro. Nell’ottobre 1939 Artaud, per tornare dal nulla, entra in un corpo, il suo, dal quale non riesce a far saltare tutto in aria. Germaine fa parte, così come il corpo di Artaud, della battaglia che egli intenta senza sosta per liberarsi di Dio, del suo sistema di pensiero e del corpo che ha imposto all’uomo rubandogli la coscienza del vero corpo. Sottratta dal suo corpo ma sopravvissuta come coscienza, o come anima, nel paesaggio interiore di Artaud, nel quale i vivi e i morti convivono perché il passato non è una somma di eventi ed istanti ma un insieme denso di esperienze, Germaine detiene una verità e, anche lei come le altre figlie e come lo stesso Artaud, aspetta di esistere. La sua presenza, che si manifesta in prima persona, è una delle forme di resistenza di Artaud contro l’idea di Dio.

Je suis la petite Germaine, pas ta sœur, sœur de quoi, pas sœur, fille mais sœur, liée, mais il faut m’enlever le Père et l’Esprit, quant au fils, je ne sais pas,

et je ne suis pas Germaine non plus, je suis une affre pas plainte, […]

Je ne suis pas du côté du problème mais de celui où il fut perdu par perte volontaire. Celui qui fut assassiné d’être découvert Dieu n’était pas Dieu mais un voleur surpris par des assassins, un métis lubrique et qui dégagea un cri du cœur postérieur quand il fut surpris, 1 O. C. XVI, p. 9. 2 Ivi, p. 10.

il s’appelait Lucifer3.

Quella di Artaud era una famiglia molto cattolica. La memoria della piccola Germaine è profondamente legata allo scenario a cui appartiene realmente, e trasfigurata in una delle figure che Artaud decide di trasportare dal mondo condiviso al suo mondo personale, di tenere strette intorno alla sua coscienza nel suo nuovo viaggio nelle profondità del corpo, e quindi della vita. Germaine, la porta con sé, la sacrifica a sé, sapendo che tutte le donne coinvolte nel suo gruppo di Erinni, di chimere, di muse, devono essere disposte ad un cambiamento radicale, ad una serie di trasformazioni nelle quali ciò che è a rischio è la precisione del ricordo della loro vita reale, che alcune di esse hanno già perduto, ma ciò che è in gioco è la conquista del corpo e di una certa immortalità.

C’est mon frère et ma sœur en une seule femme que celle qui fut Germaine Artaud et Annie Besnard.

Mais ne pleurez, m’a-t-elle dit, je vais venir4.

La presenza di Germaine nelle pagine dei Cahiers non è associata alle figure che hanno la sua stessa provenienza, nello specifico le due nonne, ma piuttosto a quella che ha rappresentato un suo doppio nella vita e nella memoria mitica, Anie Besnard, che appare qui nel segno invertito di colei che consola Artaud che piange, doppio capovolto dell’immagine del loro primo incontro.

Quella che Artaud narra è la sua storia, che attraverso la ripetizione e le infinite varianti allarga i suoi confini inglobando insieme la vita e il vissuto, non solo proiettando la sua visione soggettiva sul mondo esterno ma assorbendo il ricordo di quel mondo, da cui è fisicamente separato, nel suo corpo. In questo senso il corpo è composto dalle sue figlie, ed egli le porta con sé, come porta i suoi arti, applicandovi la coscienza. Dentro Artaud c’è la sua piccola sorella morta. Questa si muove quando lui si muove, è parte del pensiero che guida le sue azioni, e viceversa.

Germaine peindra tout ce qui je pense5.

Germaine è colei che avrà la redenzione, la figlia senza colpa, una qualità pura del vero corpo di Artaud.

La barre khrist devant Germaine est mon corps ici, moi, et il y a 2 Vierges. Je vois mon corps de mon corps et non comme un double idéal supposé car la véritable conscience est un plan âcré6.

Nell’opposizione di Artaud alla dimensione accidentale dell’esistenza, nella quale vita e morte non sono il frutto della propria volontà, l’incidente che ha causato la scomparsa della piccola Germaine assume due forme, quella dell’assassinio da parte della famiglia d’origine, ovvero della morte causata dalla volontà di qualcun altro, di coloro che appartengono al mondo condiviso e nemico del poeta, e quella 3 Ivi, p. 82. 4 Ivi, p. 95. 5 Ivi, p. 122. 6 Ivi, pp. 139-140.

della scelta, del sacrificio, che cambia i tratti della ragazzina, la quale “ha voluto ricevere un colpo di martello7”. Questa idea porta con sé una visione del corpo

condivisa in alcune discipline orientali o in un certo teatro che lavora sulla disarticolazione del corpo quotidiano e la costruzione di un corpo abile sia dal punto di vista atletico che percettivo e reattivo, nella quale è molto sottile il limite che divide la volontà dal caso. L’allenamento del corpo in questa visione è completamente associato all’esercizio della concentrazione, e l’errore, che può mettere a rischio l’incolumità del corpo, raramente è interpretato come un incidente ma piuttosto come una distrazione, un’assenza momentanea dell’attenzione, di fatto una responsabilità. È questo livello del corpo che Artaud chiama in causa in un’elaborazione che non è esclusivamente teorica e poetica, ma si nutre, oltre che di una pratica quotidiana di ricostruzione, di una conoscenza stratificata nella memoria, anche corporea, di Artaud, attore e conoscitore di una cultura del corpo cosciente. Artaud conosce i rischi della fuga della coscienza non solo per l’incolumità del corpo ma anche per la coscienza stessa, parte integrante dell’essere la cui fuga genera quella condizione, sempre presente nella sua scrittura e nella sua esperienza concreta, della morte in vita.

Germaine Artaud a voulu recevoir un coup de marteau conditionnant, était morte en conscience, et elle m’a dit en corps que je lui faisais de la peine et ce corps m’a souri en métal d’un sourire qui allait au désir et versait dans la trahison. – Parce qu’elle était dans cet être-ci ou plutôt Antonin a fait un être avec une conscience de parfait, laquelle n’a pas voulu me voir ici et me sourire parce que c’était trop dangereux et je ne peux pas croire que cette conscience à moins d’être comme conscience morte n’ait pas voulu se mettre sous le marteau8.

Quello della sua mitografia è il terreno nel quale Artaud sperimenta le posture di altri corpi a somiglianza del suo, che è sempre in corso di nascita, e dove è lui a sancirne la vita e la morte. Qui il colpo di martello che uccide un corpo è anche il colpo fatale alla coscienza.

La petite jeune fille dont je n’ai cessé de rêver l’âme ici et qui m’a tellement aimé à toute heure du jour et de la nuit vivra, qui n’a pas voulu se mettre sous le coup de marteau du conditionnant parce que sa conscience était vide et qu’elle avait assez de tout.

[…]

Et elle vivra à cause de : Je suis tellement démise, tellement perdue.

Parce que justement elle a conscience, le corps de résistance à Dieu jusqu’à ce que Dieu lui-même ait disparu et le problème de l’éternité et de l’infinité.

Je viens de voir un petit cœur de conscience vierge écouter cette disparition. J’ai mise le corps dans la conscience, il fallait mettre la conscience dans le corps. Et elle a tenu son cœur pour être pendant cette disparition9.

C’è una zona di nulla nella quale l’essere rischia di scivolare se viene dimenticato, se non si sente esistere, se non sa di essere vivo, se dal suo combattimento per

7 Ivi, p. 144. 8 Ibidem. 9 Ivi, p. 146.

l’appropriazione del corpo, combattimento che coinvolge il rifiuto dell’idea di dio, la coscienza sfugge alla presa del corpo. È il nulla che egli ha conosciuto nei primi anni di manicomio, lo stesso dal quale, per tirarsi fuori, trae le sue figlie, brandelli della sua esperienza che diventano delle facoltà, degli strumenti utili a questa nuova nascita. Ed è il nulla della morte, dal quale trae, come altre figlie, Germaine, di cui evoca “i colpi di strangolamento10”, la sua breve vita “che fu una

vita magica e non reale11”, il suo “grido quando riconobbe la voce del cuore12”. Di

Germaine Artaud ascolta le parole, relative al confronto tra Dio e il corpo.

Si tu veux, accuse l’être, m’a dit Germaine, pour l’homme on verra après. L’homme est ce qui est un corps en face de la fournaise de Dieu.

Je veux que ce soit le corps qui fasse la fournaise et non la fournaise qui fasse le corps et le corps n’est pas une longue patience mais une épouvantable impatience toujours allumée et non des corps morts tombés de la patience avec le temps13.

Germaine ha una facoltà particolare in queste pagine, quella di indicare ad Artaud la sua posizione e le direzioni nello spazio.

Vous êtes là, Monsieur, m’a dit la petite Germaine14.

E, poche righe dopo:

Non, vous n’irez pas là, a dit la petite Germaine comme une flamme du trou secret qui n’est pas un trou15.

Protagonista come altre “filles” di una capacità disinteressata di amare, che si risolve nel valore assoluto dell’amore in sé senza il desiderio di avere qualcosa in cambio, Germaine è nelle parole di Artaud la creazione di un “dolore freddo16”, di

una coscienza capace17, una sorella-figlia, complice delle altre, che “farà saltare

tutto perché Cécile entri18”, e che insieme a loro prepara la fuga di Artaud, di cui

costituiscono il corpo in corsa.

Le croisement des fémurs et l’écartement des tibias avec deux angles rotules Cécile et Germaine, avec Yvonne déroulée entre les 2 pieds [jusqu’à ce que Germaine me revienne au cœur pendant que Cécile appellera l’infini néant et si Satan de l’intelligence se lève je fuirai avec mes filles dans mon cœur pendant qu’André Breton rassemblera le tau chinois de l’être et en frappera Satan jusqu’à ce que la mort m’ait donné une autre idée].19

10 Ivi, p. 148. 11 Ivi, p. 156. 12 Ivi, p. 173. 13 Ivi, p. 176. 14 Ivi, p. 196. 15 Ivi, p. 197. 16 Ivi, p. 206. 17 Ivi, p. 249. 18 Ivi, p. 272. 19 Ivi, p. 273.

Germaine appare in fugaci immagini macabre, che sorride “con la bocca nera d’odio20”, ed è tra le prime a comparire sotto la definizione che si estenderà al

gruppo delle donne elette nel gruppo stabile delle “filles”.

La petite fille de cœur que j’ai vue passer la tête entre 2 tables de café en disant : on m’a entraînée, est bien la petite Germaine, mais seul son cœur l’a entraînée jusqu’à 10 mètres de moi et c’est bien elle que j’ai vue aussi hier se désespérer près de moi et dire non en montant et en descendant21.

Alla logica già incontrata per altre figlie, le cui età nell’universo poetico di Artaud sono o l’età a cui sono morte o il tempo che separa l’anno della loro morte presunta o reale dal presente della scrittura dei Cahiers, partecipa anche Germaine, che ha sette mesi ed è, da sola, troppo giovane per aiutare Artaud.

Une petite fille de 7 mois ne peut pas venir m’aider ici, j’attends ici ma fille Cécile et ma fille Yvonne et après rien.

[…]

Germaine n’a que 7 mois, ce n’est pas assez, Mariette Chilé a 80 ans, c’est trop,

Germaine rassemblera la force de Mariette Chilé, ma fille Cécile prendra toute la force tenue par Mlle Steele, Yvonne Boudier, Sonia Mossé, Colette Prou, Jacqueline Breton, en les tuant.

Car toutes les consciences seront tuées par ces 3 enfants avec toutes les âmes. Ma fille Cécile. – Et ma fille Germaine viendront ici, Germaine Chilé22.

Germaine, che “ha voluto essere un angelo23”, partecipa alla vertigine in cui si

scambiano nomi e corpi, e alle liste, alle alleanze con altre donne, alle associazioni tra i nomi delle figlie e le droghe.

Nei quaderni dell’estate del 1945 la sua presenza inizia già a diradarsi, la sua vittoria contro lo spirito santo ad essere negata in alcune immagini in cui la bambina dimora nel mondo astratto delle idee e non nel corpo di Artaud, che a tratti la recupera.

J’ai repris la conscience et l’âme de Germaine Artaud à Dieu et je l’ai fait disparaître et j’ai appelé à sa place l’âme d’une petite fille que j’ai vue m’aimer quelquefois24.

In queste pagine il suo nome inizia a sovrapporsi a quello di Anie Besnard, la sua figura ad apparire dietro quella dell’altra, abbinamento che nei quaderni successivi la farà comparire spesso, e quasi esclusivamente, come Germaine Anie, o Anie Germaine.

Appare ancora in questi quaderni del ’45, in rivolta contro la famiglia biologica che è la sua, e quella di Artaud.

20 Ivi, p. 274. 21 Ivi, p. 276. 22 Ivi, p. 285. 23 Ivi, p. 302. 24 O. C. XVII, p. 60.

Je ne pardonnerai pas, a dit la petite fille qui pleurait, d’avoir souffert comme cela et de ne pas être et je vais manger la famille Nalpas, la famille Bonnaud et la famille Artaud, de Renée à Blanchette en passant par Madeleine et Rosette Vian.

Elle a été étranglée à l’âge de 7 mois et N. Chilé à 80 ans.

Ce cadavre de petite fille a à se venger d’avoir été appelé au jour25.

In tutto l’arco dei quaderni successivi Germaine appare raramente e mantiene le sue caratteristiche. Compare assassinata insieme a “Catherine 6 jours” da persone26 che Artaud coinvolge episodicamente nei Cahiers, o come un sintomo

del corpo, mentre si muove nel suo stomaco27. Artaud ne evoca il battesimo28, la

inserisce talvolta nelle liste, la fa tornare insieme ad Anie, la quale in alcune apparizioni “non è Anie”, scrive Artaud, “mia figlia, ma Sainte Germaine, un angelo29”.

Nell’immaginario poetico di Artaud Germaine continua di tanto in tanto a mostrare la sua figura, impotente perché troppo giovane, quella della piccola strangolata.

Coordinate bibliografiche: Germaine Artaud

Il nome di Germaine Artaud appare nei Cahiers de Rodez, raccolti nelle Œuvres Complètes nei tomi dal XV al XXI, nelle seguenti pagine:

O. C. XV (février - avril 1945): 75, 100-101, 107, 164-165, 200, 271, 282-283, 301, 305, 308-309.

O. C. XVI (mai - juin 1945): 9, 11-12, 50, 52, 82, 95, 122, 130, 139, 144, 148, 158, 164, 173-174, 176, 183, 185, 196-198, 206-207, 247, 249, 254, 268, 272-274, 276, 282, 285, 302, 307, 312, 316.

O. C. XVII (juillet - août 1945): 10-11, 15, 18-21, 23-24, 26-27, 36, 40, 53, 55, 60, 71-72, 85, 87-88, 111, 115, 123, 142, 161, 251.

O. C. XVIII (septembre - novembre 1945): 32-34, 193, 195, 268, 299. O. C. XIX (décembre 1945 - janvier 1946): 109, 176-177, 180, 183, 185. O. C. XX (février - mars 1946): 49, 69, 75, 137, 221, 225, 230, 248, 357. O. C. XXI (avril - 25 mai 1946): 62, 93, 420, 471-472.

Elah Catto

Le informazioni biografiche che Antonin Artaud fornisce su Honorine Catto, che nei Cahiers chiamerà spesso Elah, riguardano la sua presenza come spettatrice a una delle repliche dello spettacolo Les Cenci, andato in scena nel 1935 per la regia di Artaud, che copriva anche il ruolo del protagonista. Si sarebbero conosciuti in quell’occasione dopodiché Honorine, sempre a detta di Artaud, sarebbe partita per l’Afghanistan, dove era insegnante di francese in un liceo di Kabul. Lì avrebbe pubblicato una traduzione della raccolta di testi L’Art et la Mort, uscita a Parigi nel 1929. La stessa Paule Thévenin, curatrice delle Œuvres Complètes di Artaud, 25 Ivi, p. 102. 26 O. C. XIX, p. 177. 27 O. C. XX, p. 69. 28 Ivi, p. 137. 29 O. C. XXI, p. 62.

afferma di aver svolto delle ricerche sulla sua biografia, di aver rintracciato la presenza di professori francesi al liceo Istekal di Kabul ma di non aver trovato tracce del suo nome30.

La nostra indagine ci ha permesso di rintracciare una donna chiamata Honorine

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