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Filosofia, pedagogia e psicologia

III. 2 Gli ambiti disciplinar

III.2.6 Filosofia, pedagogia e psicologia

Le pubblicazioni di argomento filosofico presenti nel catalogo sono pari 5,2% dell’intera produzione esaminata con 153 titoli.

La tradizione filosofica, che ha profondissime radici etico religiose nel Mezzogiorno d’Italia, rifiorisce in Calabria con Pasquale Galluppi di Tropea, al quale va riconosciuto il merito di aver riportato in Italia l’interesse per il pensiero moderno e pose come tappe della propria esperienza intellettuale, oltre la teologia, l’opera di Locke, Leibnitz, Cartesio, Condillac e Kant. Insegnò filosofia presso l’Università di Napoli e nel 1838, grazie ai suoi numerosi e importanti studi in merito, fu eletto socio dell’Accademia di scienze morali e politiche di Parigi.155 Pubblicò la gran parte delle sue opere a Napoli, ma ne troviamo alcune edite a Messina, Firenze e Milano.

Al di là del giudizio di valore sulla concezione filosofica galluppiana, nel quale non possiamo entrare in merito, c’è comunque da dire che la critica filosofica del tempo e anche quella più recente hanno riconosciuto nel Galluppi il «restauratore o riformatore della filosofia dell’esperienza» e soprattutto di aver introdotto in Italia lo studio e la conoscenza della filosofia europea, soprattutto quella kantiana.156

Le Lettere filosofiche edite presso il Tramater nel 1838 sono infatti considerate il primo saggio pubblicato in Italia relativo alla storia della filosofia moderna.

Il suo lavoro, infatti, venne considerato come la riscossa della filosofia italiana contro quella europea; in realtà sia vivente Galluppi che

155G. Valente, Dizionario bibliografico, biografico…,Vo. III, p.344-346.

156Girolamo Cotroneo, Pasquale Galluppi e la filosofia di un calabrese, in “Cultura romantica e territorio

dopo di lui una cospicua tendenza della cultura filosofica italiana era impegnata in un’opera di recupero della nostra tradizione.157

L’importanza e il successo dell’opera galluppiana vanno rintracciate in due componenti fondamentali: la riscossa della Calabria e del Mezzogiorno in un periodo di enormi problemi politici, economici e sociali e la sua appassionata vena didattica che coinvolgeva una enorme massa di studenti alle sue lezioni. Infatti l’attenzione del Galluppi ai grandi temi della filosofia del suo tempo ha fatto sì che in Calabria e con essa l’intero Mezzogiorno d’Italia, sia stata negli anni in cui egli elaborava e faceva conoscere, in mezzo a mille difficoltà, la propria dottrina, il luogo d’Italia idealmente più vicino ai grandi centri culturali europei (non a caso, come già accennato sopra, fu eletto socio dell’Accademia di scienze morali e politiche di Parigi). Di ciò probabilmente se ne rendevano conto coloro che andavano numerosi ad ascoltare le lezioni napoletane di Pasquale Galluppi, come rivelano le parole di uno dei suoi allievi di allora, Luigi Settembrini: «Con che festa noi giovani e con quanta calca tutte le colte persone si andò ad udire la sua prolusione, e poi le lezioni che egli, appollaiato sulla cattedra, dettava con l’accento tagliente del suo dialetto. Ci sono sempre i maldicenti i quali dicevano che egli era mezzo barbaro nel parlare, ma in quel parlare era una forza di verità nuova, ma l’ingegno era grande e il cuore quanto l’ingegno. Che buon vecchio! Quanto amava i giovani! ».158

Tutto questo spiega lo straordinario successo editoriale di alcuni scritti del Galluppi che ebbero risonanza in tutta Italia e anche ben oltre la sua morte, come l’opera in più volumi dal titolo Elementi di filosofia, editi per la prima volta a Messina presso Giuseppe Pappalardo nel 1820- 1827 cui seguirono molte altre edizioni.159

157Ibidem. 158Ivi, cit. p. 119.

159Messina, Pappalardo, 1830 e 1833; Napoli nel 1832 presso la tipografia Sangiacomo la II edizione

pubblicata a Firenze in 5 volumi nella stamperia di Giuseppe Pagnai nel 1832; la III edizione napoletana in sei volumi del 1834-1837 per i tipi di Raffaello di Napoli e poi Tramater; un’altra

Ma anche un’altra opera in più volumi di Pasquale Galluppi registrò un certo successo editoriale Lezioni di logica e metafisica composte per

uso della Regia Università degli studi di Napoli, che raccoglie molte delle sue

lezioni tenute all’Università di Napoli, la cui prima edizione fu pubblicata a Napoli presso Azzolino nel 1832-1836 Ad essa seguirono le seguenti edizioni: Napoli, Azzolino, 1836-1841; Napoli, Tramater, 1837-1842; Milano, Borroni e Scotti, 1845-1846; Firenze, 1841; Livorno, Mazzajoli, 1854; Firenze, Vallecchi, 1924 a cura di Augusto Guzzo; Torino, Paravia, 1936 a cura di Giulio De Guli; insieme ad un’altra opera Lettere filosofiche Milano, C. Signorelli, 1935 a cura di Giulio Bruno Bianchi e con alcune postille inedite di Alessandro Manzoni riedita anche nel 1940 e nel 1943.

Vicino al pensiero filosofico di Galluppi fu l’opera di Vincenzo De Grazia, che invece ebbe poca diffusione e non riuscì a succedere a Pasquale Galluppi all’Università di Napoli dopo la morte di quest’ultimo.

Questi scrisse solo tre opere di argomento filosofico ed un’altra che riguarda il settore artistico (di cui parleremo in seguito) tutte pubblicate a Napoli: Saggio su la realtà della scienza umana presso la tipografia Flautina nel 1839, i discorsi Su la logica di Hegel e su la filosofia

speculativa editi dalla tipografia dei Gemelli nel 1850 e il Prospetto della filosofia ortodossa pubblicata dalla tipografia del Poliorama Pittoresco nel

1851.

Discepolo prediletto del Galluppi e del Puoti fu il sacerdote Paolo Emilio Tulelli, che dedicò tutta la sua vita allo studio e all’insegnamento della filosofia e della pedagogia e fu circondato dai maggiori intellettuali

edizione fiorentina del 1835 presso la Tipografia della Speranza, un’edizione fiorentina in sei volumi del 1837-1843 presso Pietro Fraticelli; un’altra edita in tre volumi a Livorno presso il Mansi nel 1850; un’edizione torinese in tre volumi del 1845-1846 eseguita nella stabilimento tipografico Fontana cui ne segue un’altra presso lo stesso stabilimento negli anni 1850-1851; un’altra pubblicata in tre volumi ad Ancona dal tipografo Pietro Aurelj nel 1842; Milano, Reina, 1850; VI edizione napoletana presso il Tramater nel 1853; Bologna, Jacopo Marsigli, 1837; V edizione napoletana del 1846 presso Tramater.; Milano Giovanni Silvestri 1840; Milano Giovanni Silvestri 1832 e poi 1834; Livorno, Giovanni Mazzajoli, 1852; Bologna Tip. della Volpe al Sassi, 1837; Napoli Tramater 1838-1840; Livorno, E. Vignozzi, 1851; Roma, M. Ciranna, stampa del 1963 a cura di Massimo Pittau; Roma edizioni Paoline del 1961 a cura di Giovanni Baravalle; Soveria Mannelli, Rubettino, 2001-2003 a cura di Giuseppe Lo Cane.

dell’epoca. Per la fiducia che in lui ebbe Francesco De Sanctis ottenne la cattedra di filosofia morale alla Ferdinando II di Napoli; fu amico stimato del Settembrini e sul valore del Tulelli si sono pronunciati in maniera favorevole anche Benedetto Croce e Luigi Russo.160

Ventuno sono le opere di Paolo Emilio Tulelli presenti nel nostro catalogo di cui 15 di argomento pedagogico e filosofico, tutte pubblicate dalla Tipografia della Regia Università (tranne la Prolusione ad un corso di

lezioni di estetica edita nel 1855 dalla Stamperia del Vaglio). Molti di questi

scritti riguardano la vita e le opere di alcuni filosofi come il discorso Intorno

alla vita e alla dottrina filosofica di Tommaso Rossi, filosofo napolitano del secolo XVIII del 1854, la memoria Intorno alla vita ed alla storia della filosofia di Giovan Battista Capasso dello stesso anno, la memoria Intorno alla dottrina e alla vita politica del barone Pasquale Galluppi del 1865 e il saggio Sopra gli scritti inediti del barone Pasquale Galluppi del 1866.

La propria visione filosofica viene invece espressa in opere più originali come Schema di una metasifica dell’etica edita per la prima volta nel 1872 e in una edizione più ampliata nel 1877; Sull’abolizione della pena di

morte del 1863 e L’infallibilità della ragione umana considerata nella triplice sfera della scienza, della politica e della religione del 1870, che risentono della sua

visione religiosa, essendo sacerdote, oltre che del suo pensiero filosofico; e lo studio critico Intorno alla morale indipendente del 1881.

Per quel che concerne invece la sua esigua produzione letteraria, c’è da sottolineare che essa comprende scritti poco originali che consistono per lo più in libretti d’occasione, come le Poche parole in morte di

Pasquale Galluppi (1846), i Cenni biografici del prof. Luigi Settembrini (1878), l’ Elogio di Vito Buonsanto accademico pontaniano (1851), l’Elogio di Martino Cilento a’ funerali (1857), e le Notizie biografiche di Saverio Baldacchini (1880).

Altro grande filosofo e storico della filosofia italiana presente nel nostro catalogo è sicuramente Francesco Acri di Catanzaro.

Il suo ricordo è quasi sempre legato alla pregevole opera di traduttore di Platone, (Dialoghi, Il Fedone e il Critone, L’Assioco, il Jone, il

Menone e il Parmenide), editi a Napoli tra il 1884 e il 1893 per le quali si

rivolse alla tipografia di Domenico Morano (tranne per la traduzione del 1893 Il Timone e l’Eutifrone edita per i tipi di Luigi Chiurazzi), riediti poi anche a Milano e Bologna tra il 1913-1915 (città in cui lavorò come docente all’Università e ivi morì nel 1913).

Ma Francesco Acri scisse molte altre opere di carattere filosofico ma quest’ultime non sono presenti nel nostro catalogo poiché furono pubblicate a Bologna, Palermo, Modena, Firenze, Siena e Prato; cioè egli pubblicava dove lavorava come insegnante di filosofia. Sono invece presenti nel nostro catalogo, oltre alle traduzioni, tre pubblicazioni che non sono tra le migliori e più famose di Francesco Acri e che risultano scritti d’occasione come ad esempio Della vita e degli scritti del prof. Antonio

Galasso. Discorso … per l’inaugurazione di in epigrafe onoraria in Avellino edita

nel 1892 presso Francesco Giannini.

Scrittore prolifico e versatile fu il filosofo Francesco Fiorentino di Sambiase, del quale sono presenti nel nostro catalogo 22 titoli che sono testimonianza degli interessi di Fiorentino non solo per la storia della filosofia, ma anche per le lettere e la giurisprudenza. Egli pubblicò non solo a Napoli, ma anche a Firenze, Torino,Venezia, Messina, Perugia e Bologna. I suoi scritti di carattere letterario, presenti nel catalogo, sono appartengono per lo più alla letteratura d’occasione come la

Commemorazione di B. Spaventa (Tipografia della Regia Università, 1883), il Discorso fatto pel trigesimo della morte di S.M. Vittorio Emanuele II (188.?), e

l’Elogio funebre del generale Francesco Stocco del 1881 (Vincenzo Morano, 1881).

Più interessante fu il suo lavoro di curatore; egli, infatti curò l’Antonio Telesio di Stanislao De Chiara e l’Epistolario di Luigi Settembrini pubblicato da Antonio Morano nel 1881.

Più eco fecero i suoi scritti filosofici come i Dialoghi morali di

Giordano Bruno (1882); Il panteismo di Giordano Bruno (Mariano Lombardi,

1861); Il risorgimento filosofico del quattrocento. Opera postuma che venne pubblicata l’anno dopo della sua morte, nel 1885, dalla tipografia della Regia Università ed ebbe anche tre ristampe anastatiche (Sala Bolognese, A. Forni, 1982; Napoli, Vivarium, 1994; Napoli, La scuola di Pitagora, 2008;); La filosofia contemporanea in Italia. Risposta a Francesco Acri (Domenico Morano, 1876) e uno studio su La filosofia di Francesco Petrarca (Perotti. 1875). Ma le due opere filosofiche che registrarono uno straordinario successo editoriale e di pubblico furono le Lezioni di filosofia

ad uso dei licei edite per la prima volta nel 1881 e il Manuale di storia della filosofia in 3 volumi la cui prima edizione risale al 1879-1881, entrambi

presso la tipografia di Domenico Morano.

Le Lezioni ebbero numerose edizioni e ristampe(1882, 1885, 1886, 1887, 1888, 1894, 1898 e 1901) tutte pubblicate a Napoli dalla tipografia Morano nelle persone di Domenico fino al 1894 e del figlio Umberto successivamente. Anche il Manuale ebbe grande divulgazione e numerose edizioni e ristampe in diverse città italiane: la II edizione napoletana nel 1887 presso Domenico Morano; a Venezia, presso La Nuova Italia nel 1927-1928 a cura di Augusto Guzzo; a Sesto San Giovanni, per l’editore Barion nel 1946-1947 a cura di Luigi Galeazzo Tenconi; a Torino, presso Paravia nel 1921 a cura di Giuseppe Monticelli; un’edizione veneziana ridotta in unico volume edito nel 1929 presso La Nuova Italia e curata da Augusto Guzzo; e tre edizioni fiorentine ridotte anch’esse in unico volume, edite sempre da La Nuova Italia nel 1931, 1935 e 1941 e curate dallo stesso Guzzo e l’ultima edizione pubblicata a Napoli, da La scuola di Pitagora nel 2007.

In sostanza molti studiosi ritengono che Francesco Fiorentino – spiegando in tal modo il successo delle sue opere - pur non avendo avuto

un originale pensiero filosofico, ebbe tuttavia il merito di essere un diligente esegeta ed un ottimo storico della filosofia.161

Guidato da intenti puramente didattici è l’opera di Stanislao Cundari Saggio fondamentale della filosofia edito dalla tipografia Salvi nel 1864, intento strettamente connesso con la sua attività di insegnante, dal momento che egli insegnò filosofia in molti Istituti privati a Napoli e poi dal 1864 per sei anni nel Reale Collegio Militare partenopeo. Lo stesso spirito animò gli scritti di Giuseppe Michele Ferrari che insegnò filosofia e pedagogia in varie città italiane a Catania, Napoli, Pavia, Roma, Palermo, Milano, Torino, Bologna succedendo, in quest’ultima città, a Francesco Acri come direttore della Scuola pedagogica bolognese dal 1908 al 1935 (anno della sua morte). Le opere presenti nel nostro catalogo riflettono questa sua vena didattica, che appare piuttosto evidente già dai titoli, come in Programma per l’insegnamento della filosofia

nell’anno scolastico 1892-93 nel R. liceo Vittorio Emanuele II di Napoli

(Domenico Morano, 1894) o nella Relazione finale su l’insegnamento della

filosofia nell’anno 1893-94 nel R. liceo Vittorio Emanuele II di Napoli

(Tipografia dell’Istituto Casanova, 1894). Sicuramente però, l’originalità di Ferrari va trovata nei commenti all’opera vichiana che egli curò in tre edizioni tutte presenti nel catalogo, e precisamente le Opere complete di

Giambattista Vico illustrate edite nel 1858 dai fratelli Morano; i Principi di scienza nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni di Giambattista Vico del

1859 e gli Opuscoli di Giambattista Vico posti in ordine del 1860, entrambe pubblicate dalla tipografia dei Classici Italiani.

Infine meritano di essere menzionati nell’ambito delle pubblicazioni filosofiche presenti nel catalogo, Domenico Caruso con le

Nozioni generali di ermeneutica sacra in cui si fondono i principi filosofici con

quelli teologici; Filippo Masci che affronta tematiche anche psicologiche e pedagogiche come in Il sogno e l’ipnosi. Studio psicologico (Gennaro Maria

Priore, 1899), Le teorie sulla formazione naturale dell’istinto (Tipografia della Regia Università, 1893), la Psicologia del comico (Tipografia della Regia Università, 1889), Sull’insegnamento scientifico nella scuola secondaria (Tipografia della Regia Università, 1890) e il discorso su L’educazione nella

scuola secondo gli insegnamenti elementari della fisiologia e della storia (Filinto

Cosmi, 1887). Ma Filippo Masci scrive anche molte opere strettamente filosofiche come Una polemica su Kant, L’estetica trascendentale e le antinomie (Morano, 1873), e la memoria su L’idealismo indeterminista (Tipografia della Regia Università, 1898); Giuseppe Mazzarella con gli scritti Corso

d’ideologia elementare (Tipografia Zambraja, 1826), Osservazioni filosofiche sulla legge da servire da introduzione allo studio del diritto di natura (Stamperia

dell’Iride, 1837) e il Catechismo apolooetico della religione cristiana da servire per

istruzione de’ giovani filosofi (Stamperia dell’Iride, 1843).

Infine Paolo Romeo che scrisse opere di vario genere, che spaziano dal diritto (Lezioni di diritto naturale e delle genti, Stamperia del Fibreno, 1861), alla teologia (Orazioni sacre, Stamperia del Fibreno, 1844), alla letteratura (Poche parole su la morte di Ferdinando II re del regno delle Due

Sicilie, del 1859) e alla filosofia (Propedeutica agli studi di filosofia ovvero semplici ricordanze di sublime umanità, Stamperia del Fibreno, 1846; Risposta alle questioni di logica metafisica, Stamperia del Fibreno, 1850; Storia dei principali sistemi di filosofia razionale e morale, Stamperia del Fibreno, 1848).

III.2.7 Arte

Cinquantotto sono i testi inerenti all’arte presenti nel catalogo, che rappresentano il 2% dell’intera produzione esaminata.

Le pubblicazioni che rientrano in tale ambito disciplinare sono stati suddivisi in tre sotto-settori corrispondenti alla convenzionale suddivisione delle arti figurative, ossia testi di pittura, scultura e

Tra le pubblicazioni più interessanti di architettura ricordiamo innanzitutto il breve Discorso su l’architettura del teatro moderno (privo di qualsiasi corredo illustrativo) dell’architetto Vincenzo De Grazia, pubblicato nel 1825 presso Saverio Giordano. Il De Grazia, infatti, di cui abbiamo già parlato per le sue opere di carattere filosofico, fu apprezzato soprattutto come architetto per il notevole disegno del Teatro Politeama di Catanzaro, costruito per la prima volta nel 1826, più volte ritoccato e demolito e inaugurato nella sua veste attuale nel 2002; le tre opere dell’architetto Vincenzo Greco da Cerisano, Frammenti architettonici (1847),

Nuovo organico artistico pel corpo di ponti e strade pubblicati (Fratelli Fernandes,

1848) e il Progetto per lo miglioramento della intera città di Napoli e varie altre cose

artistiche (Tipografia Banchi-Nuovi, 1863), al quale va riconosciuto il

merito di aver costruito a Cosenza il primo ponte in muratura sopra il fiume Crati; i due brevissimi testi Considerazioni di alcune cause che

impediscono il progressivo sviluppo dell’architettura moderna (Tipografia dei

Comuni, 1879) e Sull’insegnamento dell’architettura (Panfilo Castaldi, 1883) dell’ingegnere Vincenzo Russo.

Più numerose sono le opere riguardanti la pittura. Rientrano in questo sub-settore: i testi di Giulio Minervini, il quale essendo principalmente un archeologo si occupò della descrizione dei dipinti presenti su alcuni vasi rinvenuti in alcuni scavi archeologici come Dipinto

di un antico vaso di Ruvo (1845), L’Ercole Lido ubbriaco e gli amori che ne rapiscono le rami in alcuni dipinti pompeiani e Descrizione di alcuni vasi fittili antichi della collezione Jatta con brevi dilucidazioni; le opere di Benedetto

Minichini come la preziosa Illustrazione della Cappella Caracciolo-Rosso nella

chiesa di San Giovanni a Carbonara che riporta una bellissima illustrazione

della suddetta cappella e fu pubblicata nel 1863 da Gaetano Nobile o I

blasoni, monumenti di storia nella facciata del Duomo di Napoli edito

dall’Accademia Reale delle Scienze nel 1890; i due testi Nicola Taccone- Gallucci, La Vergine-Madre e l’arte cristiana (Tipografia degli Accattocelli,

1870) e Raffaello (Tipografia degli Accattocelli, 1883), in cui il discorso sulla pittura è attraversato dalla sua inevitabile sfera spirituale; il breve testo di una conferenza tenuta da Giovanni Amellino sul pittore calabrese Mattia Preti il 22 aprile del 1893 (Mattia Preti il cavalier calabrese, Michele D’Auria, 1893); l’interessante volume La donna nelle opere di

Michelangelo, pubblicato nel 1892 da Francesco Giannini, unica opera del

pittore e scultore calabrese Vincenzo Jerace conosciuto per i suoi numerosissimi quadri e busti; il brevissimo saggio di Vincenzo Capparelli

La pittura moderna in Italia pubblicato da Francesco Giannini nel 1874; i

due testi dell’erudito Alfonso Miola, che pubblicò nei vari rami dello scibile anche nel secolo successivo, Intorno a un’antica immagine di Giacomo

da Viterbo in un codice della Nazionale di Napoli (Tipografia della Regia

università, 1894) e Il duomo di Firenze (De Rubertis, 1892) e, infine, la

Guida per le gallerie dei quadri del Museo Reale Borbonico di Giovanni Pagano

(già trattato per le sue opere di medicina) edito nel 1831 dall’Osservatore medico.

Soltanto tre sono le opere di scultura. Due testi, entrambi del 1837 di Giovanni Armentano che trattano di alcuni bassorilievi presenti in una tavola di bronzo scoperta a peso durante l’anno 1829 (Tavola di

bronzo rinvenuta in Pesto nel gennaio 1829 e Ancora della tavola di bronzo rinvenuta in Pesto in gennaio 1829) e il testo di Giulio Minervini Sguardo sugli antichi monumenti della città e provincia di Napoli pubblicato nel 1880 da

Gennnaro De Angelis.

Nel catalogo sono inoltre presenti una serie di pubblicazioni che riguardano in generale la storia dell’arte e testi che hanno prevalentemente intenti didattici. Rientrano in questo filone di studi una memoria letta all’Accademia Pontaniana di Francesco Saverio Arabia su

Di una nuova spiegazione del verismo nell’arte (Tipografia Regia Università,

1887); due testi di Salvatore Rago, Per la bellezza dell’arte (Pierro, 1898) e

Mazzia, Sull’insegnamento elementare del disegno, pubblicato nel 1879 da Vincenzo Morano; il brevissimo saggio di Fausto Squillace dal titolo Lo

scopo dell’arte (Tipografia Pesole, 1898) e i testi di Raffaele Bova, un

pittore neoclassico, che si occupò di arte scrivendo dei quattro brevi testi di cui troviamo testimonianza nel catalogo e nella fattispecie la Prolusione

alle lezioni d’istoria delle arti del disegno (1852), le tre Prolusioni alle lezioni di letteratura artistica per gli anni 1867, 1868 e 1869.

Un discorso a parte meritano Stanislao D’Aloe e Demetrio Salazar.

Il primo fu storico, letterato e studioso di archeologia e di storia dell’arte. Le sue opere inerenti all’ambito artistico presenti nel catalogo sono direttamente collegate con la sua attività lavorativa poiché egli fu segretario del Real Museo Borbonico e della Soprintendenza generale degli Scavi d’Antichità del Regno, Ispettore dei Monumenti del Regno e conservatore del Regio Medagliere. I testi d’arte del D’Aloe presenti nel catalogo, alcuni dei quali in lingua francese, furono per la maggior parte pubblicati dalla Tipografia Virgilio. Tra i più rappresentativi citiamo la breve Guide pour la precieuse collection des tableaux de Son Altesse Royale le Prince

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