• Non ci sono risultati.

Finalità, Discussione e Conclusion

FINALITÀ, DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Scopo dello studio

Nei pazienti trattati con DSAEK l’aumento della pressione intraoculare (IOP) ed il glaucoma sono evenienze tutt’altro che marginali. Se non controllate possono portare al fallimento del trapianto e/o ad un danno permanente a carico del nervo ottico. Per questo motivo il monitoraggio dei valori pressori ha un ruolo centrale nel follow up dei pazienti.

Nel periodo post operatorio precoce l’aumento della IOP ed il glaucoma sono stati attribuiti, almeno parzialmente, alla tecnica chirurgica, che, come precedentemente illustrato, comporta l’immissione di una bolla d’aria nella camera anteriore, al fine di garantire l’adesione del trapianto alla cornea del paziente. Quanto alla patogenesi dell’aumento pressorio nel periodo successivo ad un mese, questa viene frequentemente attribuita all’estensivo uso di corticosteroidi, che i pazienti utilizzano nella terapia post operatoria.

Esistono, tuttavia, anche altri meccanismi, che possono essere ritenuti responsabili dell’aumento pressorio intraoculare, a seguito della manipolazione chirurgica, come, ad esempio, il blocco pupillare, il normale, seppur lieve, processo infiammatorio (che può condurre anche alla formazione di sinechie periferiche) ed un occhio “predisposto” agli aumenti pressori: l’occhio glaucomatoso.

Senza dubbio la patogenesi dell’aumento pressorio è multifattoriale e lo scopo del nostro studio è stato proprio quello di individuare quali di questi fattori abbia il ruolo più importante.

Discussione

Per ciò che concerne la valutazione dell’outcome pressorio post- operatorio, in letteratura si osserva come l’attenzione sia posta prevalentemente sulla pregressa glaucomatosi, sul confronto tra l’intervento di DSAEK e PK, sulle variazioni degli spessori corneali e sulla terapia corticosteroidea.

Nel nostro studio, invece, abbiamo voluto esaminare l’influenza sul tono medio post operatorio anche di altri fattori quali: l’età, il sesso, la glaucomatosi, la tecnica chirurgica utilizzata, nonché la terapia seguita.

Importance plot Dependent variable: Tono Post Op

Età Sesso Intervento Terapia Glaucomatosi 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0 1.1 Im p o rt a n c e

Figura 25- Output grafico relativo all’importanza dei vari fattori in relazione al tono post operatorio trattato come serie unica di dati

La figura 25 riporta l’importanza dei vari fattori, come elaborata da Statistica 12 attraverso tecniche di “data mining”.

Età

Come precedentemente indicato, l’insorgenza della FECD si ha tipicamente a cavallo della sesta decade di vita, per la forma a insorgenza tardiva (LO) ed intorno ai 30 anni per la forma ad insorgenza precoce. Nel nostro caso possiamo, dunque, affermare che, nonostante l’assenza di opportune indagini genetiche, il nostro campione è rappresentato da una netta predominanza della forma LO, considerato che l’unico paziente, il quale può essere inserito nel gruppo degli affetti dalla forma EO ha 36 anni, contro i 29 pazienti di età compresa tra i 55 e gli 86 anni. In pratica, quindi, il 97% della nostra popolazione è affetto dalla forma LO.

Nella valutazione delle variazioni pressorie l’età, nonostante presenti una significatività p = 0.159, dimostra di svolgere un ruolo importante nei confronti del tono medio post operatorio, che varia fra i 3 gruppi di pazienti, opportunamente differenziati in base all’età, secondo che siano <65, = 65-75 e >75 anni.

Tra questi il gruppo che mostra i valori di IOP più elevati è quello dei pazienti con età compresa tra i 65 e i 75 anni, con un valore medio pari a 16.8 mmHg. I pazienti più anziani hanno invece riportato un tono medio di 13.6 mmHg, mentre i più giovani di 14.5mmHg.

Sesso

Come riportato in precedenza, il sesso femminile risulta più colpito dalla distrofia endoteliale di Fuchs, con un rapporto femmine maschi 2.5-3:1.

Nel nostro campione tale rapporto è circa a 2:1. Nel sesso maschile la pressione media postoperatoria è 16.6 mmHg, nel sesso femminile, invece, il valore medio si attesta intorno ai 15.4 mmHg. La differenza presenta significatività statistica p = 0.046. Generalmente in letteratura non vengono operate distinzioni tra i due sessi, ma, in base ai risultati relativi alla popolazione da noi esaminata, il fattore sesso risulta avere un ruolo non indifferente. Si potrebbe ipotizzare, in altri termini, che l’età ed il sesso combinati, come verificabile attraverso l’uso di modelli di regressione lineare, siano fra i fattori predisponenti per l’aumento del tono.

Intervento

Nel post-operatorio l’intervento combinato (composto dalla DSAEK e dalla concomitante estrazione della cataratta), nel confronto con la sola DSAEK ha mostrato valori pressori più bassi di circa 1 mmHg, essendo il tono medio pari a 14.5 e 15.6 mmHg, rispettivamente per la prima e la seconda tecnica chirurgica. La differenza fra le due tecniche presenta un valore di p = 0.02.

Si osservi che i valori della DSAEK da noi rilevati non si discostano troppo da quelli di Moisseiev et al. [2013], come evidenziato in figura 22. A questo riguardo, non si può escludere che la lieve differenza fra i nostri dati e quelli dell’autore citato sia in parte dovuta al fatto che la nostra popolazione è leggermente più “giovane” (69 anni) rispetto all’altra (74.5 anni ). Ricordiamo che l’età, come abbiamo visto, è un fattore importante nella determinazione del tono, a quanto suggerisce il codice statistico utilizzato.

La pressione più alta nei pazienti, che si sottopongono alla sola DSAEK è imputabile al fatto che nell’intervento combinato il cristallino viene

sostituito da una lente (IOL), che ha un volume minore e che, occupando uno spazio inferiore all’interno dell’occhio, induce una diminuzione del tono

Terapia

La terapia, alla quale sono stati sottoposti i pazienti della nostra popolazione è stata suddivisa in farmaci ipotonizzanti, impiegati prevalentemente nei pazienti glaucomatosi (anche precedentemente al trapianto), cortisonici e le associazioni di antibiotici e corticosteroidi, che fanno parte della terapia standard a seguito di intervento con tecnica DSAEK. Varajant et al. [2009] attribuiscono l’aumento della IOP interamente al ruolo dei corticosteroidi, i quali, con un meccanismo non del tutto conosciuto sarebbero in grado di indurre un aumento sostanziale della pressione intraoculare nei soggetti predisposti. Questa tesi, già confutata dagli studi di Maier et al. [2013] non sembra applicabile al nostro campione. I metodi statistici da noi utilizzati escludono qualsiasi associazione tra corticosteroidi ed aumenti della IOP e sostanziali (p=0.63) differenze fra le terapie utilizzate.

Glaucomatosi

Tre dei nostri 30 pazienti, quindi il 10% dell’intera popolazione esaminata, già appartenenti al gruppo dei glaucomatosi, hanno sviluppato un’evidente ipertono a seguito dell’intervento di DSAEK, con valori che variano dai 27 ai 34 mmHg. Due di questi tre pazienti erano stati sottoposti a precedente intervento chirurgico, mentre il terzo era sotto terapia ipotonizzante.

Nel recente studio di Maier et al. [2013] i pazienti con preesistente glaucomatosi hanno sviluppato un glaucoma acuto, a seguito di DSAEK

nel 33% degli interventi. Nel nostro caso tale percentuale si attesta intorno al 19%, con riferimento ai soli glaucomatosi, ed al 10% relativamente all’intero campione studiato. Il dato dell’intero campione si allinea con il valore di 11.9% riportato da Maier et al. [2013] e rientra nell’ampio intervallo, compreso tra 0 e 54%, descritto in letteratura [Covert 2007, Bahar 2008, Anshu 2011].

Inoltre, nonostante si possa apprezzare (figura 20) una differenza di tono fra pazienti glaucomatosi (15.6 mmHg) e non (14.3 mmHg), essa non sembra essere statisticamente significativa, mostrando un p = 0.367

Pachimetria

Nella distrofia endoteliale di Fuchs, l’aumento dello spessore corneale, a seguito dell’edema e del deposito di collagene è stato spesso correlato ad un aumento della pressione intraoculare. Ugualmente potrebbe verificarsi a seguito del posizionamento del lenticolo in camera anteriore. Aumentando, infatti, lo spessore di questa porzione è logico aspettarsi che la misurazione del tono intraoculare tono intraoculare subisca un aumento. Inoltre i valori pressori ottenuti con il tonometro ad applanazione in pazienti affetti da FECD o trattati con tecnica DSAEK sono stati spesso al centro di discussioni. Tuttavia, come abbiamo visto in precedenza, nello studio di Clemmensen et al. [2013] la tonometria ad applanazione si è, invece, dimostrata affidabile. Verificata quindi, la bontà dei nostri dati abbiamo cercato correlazioni statistiche tra i valori pressori e la variazione della pachimetria. Per approfondire questo aspetto abbiamo considerato anche i valori di spessore dei lembi impiantati (compreso tra 76 e 178 µm con valor medio 111 µm), ricevuti dalla banca della cornea di Lucca.

Abbiamo riscontrato un valore di pachimetria preoperatorio medio pari a 686 µm, che è paragonabile al valore medio precedentemente riportato di 650 µm [Mian 2005, Weisenthal 2005]. Nel post operatorio, invece, il nostro valor medio si colloca sui 581 µm, vale a dire circa 55 µm al di sotto dei valori medi riportati da Clemmensen et al. [2013], ma prossimo alla deviazione standard osservata da questo autore. Contrariamente a quanto riportato nel lavoro citato, che evidenzia una sostanziale stabilità dello spessore corneale fra pre e post operatorio, da parte nostra è stata osservata una riduzione di spessore medio di 105 µm con p = 0.043. Fenomeno che abbiamo imputato alla regressione dell’edema, conseguente all’impianto di un endotelio competente.

Le differenze di spessore corneale, che si osservano rispetto a di Clemmensen et al. [2013], possono essere spiegate principalmente dallo stadio della patologia dei dei pazienti che sono stati sottoposti all’intervento (che nel nostro caso era mediamente più avanzata) e secondariamente da: a) l’utilizzo nel nostro caso di un valore medio che raggruppa più misure post operatorie (Clemmensen usa invece un valore medio per un’unica misurazione effettuata per ogni paziente); b) l’impiego di tecniche pachimetriche diverse ( Clemmensen e i suoi collaboratori utilizzano un pachimetro a ultrasuoni, noi invece un pachimetro ottico).

Si è tentato anche di confrontare lo spessore dei lembi impiantati con le variazioni pressorie, che essi possano indurre, senza tuttavia ottenere significative relazioni, dato anche il ridotto numero di casi disponibili. Non ci sono quindi evidenze dell’influenza dello spessore corneale nelle variazioni di IOP post DSAEK. L’unica correlazione statisticamente significativa si ha solo con il terzo controllo, per il quale si è notato

(figura 24) che ad una riduzione media del valore CCT corrisponde una riduzione del valore pressorio.

Conclusioni

Sono stati esaminati i dati relativi a trenta pazienti affetti da distrofia di Fuchs, a sedici dei quali era stato diagnosticato preventivamente un glaucoma. I pazienti, sottoposti ad interventi DSAEK e DSAEK + cataratta, hanno avuto un follow up di circa sei mesi in media, durante i quali sono stati effettuati tre controlli (1 mese, 3 mesi e 6 mesi), con misurazione del tono intraoculare, parametro fondamentale per prevenire complicanze più gravi durante il decorso post operatorio.

In buon accordo con la letteratura esistente, è stato osservato che nel primo mese si verifica un aumento del tono di circa l’ 11% rispetto a quello pre operatorio, cui segue una progressiva riduzione, sino alla completa ristabilizzazione dei valori preoperatori. Dato che la patogenesi dell’aumento pressorio è multifattoriale, lo scopo del nostro studio è stato quello di individuare quale elemento fra sesso, età, presenza o meno di glaucoma preesistente, tipo di intervento e terapia seguita abbia il ruolo principale.

I nostri studi hanno mostrato che i principali fattori nella determinazione degli aumenti del tono a seguito di cheratoplastica endoteliale in pazienti affetti da distrofia di Fuchs sembrano essere l’età compresa tra i 65 e i 75 anni, l’appartenenza al sesso maschile ed il loro effetto combinato. Un ulteriore parametro non trascurabile sembra essere l’intervento di sola DSAEK rispetto all’approccio combinato. Questo parametro ed il sesso

sono gli unici fattori ad indurre differenze di tono post operatorio statisticamente significative, con p pari a 0.02 e 0.046 rispettivamente. Nonostante l’importanza generalmente attribuita alla preesistente condizione di glaucomatosi, non sono state evidenziate particolari influenze da parte di questo fattore nella determinazione del tono postoperatorio. Il codice di calcolo statistico utilizzato, infatti, lo considera, insieme con la terapia utilizzata, subalterno ai precedenti se non nella sua combinazione con l’età. Non si individuano, inoltre, particolari relazioni fra variazioni di tono post operatorio e variazioni dello spessore corneale.

In conclusione, la tecnica DSAEK risulta essere affidabile e sicura nell’ esecuzione dei trapianti corneali, garantendo un recupero visivo ottimo, con bassissima incidenza di complicanze. Nel nostro campione non sono stati riscontrati né episodi di rigetto, né di fallimento del lembo, né distacchi del lembo trapiantato. Nel sottolineare ulteriormente la validità della tecnica, si evidenzia inoltre che l’unica complicanza riscontrata nel periodo post-operatorio è stata proprio l’aumento pressorio, che peraltro, nella maggior parte dei casi, è stato trattato con successo con la sola terapia medica.

BIBLIOGRAFIA

Abbott RL, Fine BS, Webster RG Jr, et al. Specular microscopic and histologic observations in nonguttate corneal endothelial degeneration. Ophthalmology 1981; 88: 788-800

Adamis AP, Filatov V, Tripathi BJ, Tripathi RC. Fuchs’ endothelial dystrophy of the cornea. Surv Ophthalmol 1993; 38: 149-68

Allan BD, Terry MA, Price FW Jr, et al. Corneal transplant rejection rate and severity after endothelial keratoplasty. Cornea. 2007; 26: 1039-42

Anshu A, Price MO, Price FW. Descemet’s stripping endothelial keratoplasty under failed penetrating keratoplasty: visual rehabilitation, complications and graft survival rate. Ophthalmology. 2011;118: 2155-60

Bahar I, Kaiserman I, McAllum P, et al. Comparison of posterior lamellar keratoplasty techniques to penetrating keratoplasty. Ophthalmology. 2008;115:1525-33

Bahar I, Kaiserman I, Sansanayudh W, et al. Busin guide vs forceps for the insertion of the donor lenticule in Descemet stripping automated endothelial keratoplasty. Am J Ophthalmol. 2009; 147: 220-6

Balboni GC, Bastianini A, Brizzi E, et al. Anatomia Umana. Edi. Ermes, 3° ed, Milano 2000. In: Capitolo 12 Apparati della sensibilità specifica.

Barraquer J, Rutlan J (eds) The technique for penetrating keratoplasty, in: Microsurgery of the Cornea. Barcelona, Scriba; 1984, 289-94

Bertelmann E, Pleyer U, Rieck P. Risk factors for endothelial cell loss post keratoplasty. Acta Ophthalmol Scand. 2006; 84: 766-70

Billings PC, Whitbeck JC, Adams CS, et al. The transforming growth factor-beta-inducible matrix protein (beta)ig-h3 interacts with fibronectin. J Biol Chem 2002; 277: 28003-9

Biswas S, Munier FL, Yardley J, et al. Missense mutations in COL8A2, the gene encoding the alpha2 chain of type VIII collagen, cause two forms of corneal endothelial dystrophy. Hum Mol Genet 200; 10: 2415-23

Bitar MS, Jurkunas UV. Antioxidant gene profiling and oxidative DNA damage in Fuchs endothelial corneal dystrophy. InvestOphthalmol Vis Sci 2009; 50: E-Abstract 3889

Borderie VM, Baudrimont M, Vallee A, et al. Corneal endothelial cell apoptosis in patients with Fuchs’ dystrophy. Invest Ophthalmol Vis Sci 2000; 41: 2501-5

Bourne WM. Fuchs’ corneal dystrophy, in Fraunfelder FT, Roy FH(eds). Current ocular therapy. Philadelphia PA, Saunders, 1995 Burns RR, Bourne WM, Brubaker RF. Endothelial function in patients with cornea guttata. Invest Ophthalmol Vis Sci 1981; 20: 77- 85

Buxton JN, Preston RW, Riechers R, Guilbault N. Tonographyin cornea guttata. A preliminary report. Arch Ophthalmol 1967; 77: 602- 3

Caccamo AE, Scaltriti M, Caporali A, et al. Nuclear translocation of a clusterin isoform is associated with induction of anoikis in SV40- immortalized human prostate epithelial cells. Ann N Y Acad Sci 2003; 1010: 514-9

Chang V, Karp CL, Yoo SH, et al. Mycobacterium abscessus endophthalmitis after Descemet’s stripping with automated endothelial keratoplasty. Cornea. 2010; 29: 586-9

Claesson M, Armitage WJ, Fagerholm P, et al. Visual outcome in corneal grafts: a preliminary analysis of the Swedish Corneal Transplant Register. Br J Ophthalmol. 2002; 86: 174-80

Clemnensen K, Hjortdal J. Intraocular pressure and corneal biomechincs in Fuchs endothelial distrophy and after posterior lamellar keratoplasty. Acta Ophtalmologica 20013; 1-5.

Covert DJ, Koenig SB. Descemet stripping and automated endothelial keratoplasty (DSAEK) in eyes with failed penetrating keratoplasty. Cornea. 2007 A; 26: 692—6

Covert DJ, Koenig SB. New triple procedure: Descemet’s stripping and automated endothelial keratoplasty combined with phacoemulsification and intraocular lens implantation. Ophthalmology. 2007 B; 114: 1272-7

Criswell T, Beman M, Araki S, et al. Delayed activation of insulin- like growth factor-1 receptor/Src/MAPK/Egr-1 signaling regulates clusterin expression, a pro-survival factor. J Biol Chem 2005; 280: 14212-21

Culbertson WW, Abbott RL, Forster RK. Endothelial cell loss in penetrating keratoplasty. Ophthalmology. 1982; 89: 600-4

Dapena I, Moutsouris K, Ham L, et al. Graft detachment rate. Ophthalmology. 2010; 117: 847

Del Buey MA, Cristobal JA, Ascaso FJ, et al. Biomechanical properties of the cornea in Fuchs’ corneal dystrophy. Invest Ophthalmol Vis Sci 2009; 50: 3199-202

Edmonds C, Iwamoto T. Electron microscopy of late interstitial keratitis. Ann Ophthalmol 1972; 4: 693-6

Engler C, Kelliher C, Spitze AR, et al. Unfolded protein response in Fuchs endothelial corneal dystrophy: A Unifying Pathogenic Pathway ? Am J Ophthalmol 2010; 149: 194-202

Esquenazi S, Schechter BA, Esquenazi K. Endothelial survival after Descemet-stripping automated endothelial keratoplasty in eyes with retained anterior chamber intraocular lenses: two-year follow-up. J Cataract Refract Surg. 2011; 37: 714-9

Foster JB, Vasan R, Walter KA. Three-millimeter incision Descemet stripping endothelial keratoplasty using sodium hyaluronate (Healon): a survey of 105 eyes. Cornea. 2011; 30:150-3

Fuchs E. (1910). Dystrophia epithelialis corneae. Albrecht Von Graefes Arch Klin Exp Ophthalmol 1910; 76: 478-508

Gorovoy MS. Descemet-stripping automated endothelial keratoplasty. Cornea. 2006; 25: 886-9

Gottsch JD, Bowers AL, Margulies EH, et al. Serial analysis of gene expression in the corneal endothelium of Fuchs’ dystrophy. Invest Ophthalmol Vis Sci 2003; 44: 594-9

Gottsch JD, Zhang C, Sundin OH, et al. Fuchs corneal dystrophy: aberrant collagen distribution in an L450W mutant of the COL8A2 gene. Invest Ophthalmol Vis Sci 2005; 46: 4504-11

Greenlee EC, Kwon YH. Graft failure: III. Glaucoma escalation after penetrating keratoplasty. Int Ophthalmol.2008; 28: 191-207

Gupta PK, Bordelon A, Vroman DT, et al. Early outcomes of descemet stripping automated endothelial keratoplasty in pseudophakic eyes with anterior chamber intraocular lenses. Am J Ophthalmol. 2011; 151: 248

Hayes DD, Shih CY, Shamie N, et al. Spontaneous reattachment of Descemet stripping automated endothelial keratoplasty lenticles: a case series of 12 patients. Am J Ophthalmol. 2010; 150: 790-7

Hill T, Lewicki P. Statistics: Methods and Application. StatSoft inc. http:// www.statsoft.com/textbook/; pp720

Iwamoto T, DeVoe AG. Electron microscopic studies on Fuchs’combined dystrophy. I. Posterior portion of the cornea. Invest Ophthalmol 1971; 10:9-28

Jakus MA. Studies on the cornea. II. The fine structure of Descement’s membrane. J Biophys Biochem Cytol 1956; 2: 243-52

Johnson DH, Bourne WM, Campbell RJ. The ultrastructure of Descemet’s membrane. I. Changes with age in normal corneas. Arch Ophthalmol 1982; 100: 1942-7

Jurkunas U, Azar DT. Potential complications of ocular surgery in patients with coexistent keratoconus and Fuchs’ endothelial dystrophy. Ophthalmology 2006; 113: 2187-97

Jurkunas UV, Rawe I, Bitar MS, et al. Decreased expression of peroxiredoxins in Fuchs’ endothelial dystrophy. Invest Ophthalmol Vis Sci 2008; 49: 2956-63

Jurkunas UV, Bitar M, Rawe I. Colocalization of increased transforming growth factor-beta-induced protein (TGFBIp) and Clusterin in Fuchs endothelial corneal dystrophy. Invest Ophthalmol Vis Sci 2009; 50: 1129-36

Kanai A, Kaufman HE. The retrocorneal ridge in syphilitic and herpetic interstitial keratitis: an electron-microscopic study. Ann Ophthalmol 1982; 14: 120-4

Kang SW, Chae HZ, Seo MS, et al. Mammalian peroxiredoxin isoforms can reduce hydrogen peroxide generated in response to growth factors and tumor necrosis factor-alpha. J Biol Chem 1998; 273: 6297-302

Khor WB, Mehta JS, Tan DT. Descemet stripping automated endothelial keratoplasty with a graft insertion device: surgical technique and early clinical results. Am J Ophthalmol. 2011; 151: 223-32

Kim JE, Kim SJ, Lee BH, et al. Identification of motifs for cell adhesion within the repeated domains of transforming growth factor- beta-induced gene, betaig-h3. J Biol Chem 2000; 275: 30907-15 Kobayashi A, Yokogawa H, Sugiyama K. Descemet stripping with automated endothelial keratoplasty for bullous keratopathies secondary to argon laser iridotomy - preliminary results and usefulness of double-glide donor insertion technique. Cornea. 2008; 27(Suppl 1): S62-9

Koenig SB, Covert DJ, Dupps WJ Jr, et al. Visual acuity, refractive error, and endothelial cell density six months after Descemet stripping and automated endothelial keratoplasty (DSAEK). Cornea. 2007 A; 26: 670-4

Koenig SB, Covert DJ. Early results of small-incision Descemet’s stripping and automated endothelial keratoplasty. Ophthalmology. 2007 B; 114: 221-6

Koenig SB, Wirostko WJ, Fish RI, Covert DJ. Candida keratitis after Descemet stripping and automated endothelial keratoplasty. Cornea. 2009; 28: 471-3

Kuwabara T, Quevedo AR, Cogan DG. An experimental study of dichloroethane poisoning. Arch Ophthalmol 1968; 79: 321-30

Lass JH, Gal RL, Dontchev M, et al. Donor age and corneal endothelial cell loss 5 years after successful corneal transplantation. Specular microscopy ancillary study results. Ophthalmology. 2008; 115: 627-32

Lee WB, Jacobs DS, Musch DC, et al. Descemet’s stripping endothelial keratoplasty: safety and outcomes: a report by the American Academy of Ophthalmology. Ophthalmology. 2009; 116: 1818-30

Levy SG, McCartney AC, Sawada H, et al. Descemet’s membrane in the iridocorneal-endothelial syndrome: morphology and composition. Exp Eye Res 1995; 61: 323-333.

Li QJ, Ashraf MF, Shen DF, et al. The role of apoptosis in the pathogenesis of Fuchs endothelial dystrophy of the cornea. Arch Ophthalmol 2001; 119: 1597-1604

Lloyd RI. Less evident causes of lowered acuity in senility. Am J Ophthalmol 1944; 27: 232-43

Macaluso C. Closed-chamber pulling-injection system for donor graft insertion in endothelial keratoplasty. J Cataract Refract Surg. 2008; 34: 353-6

Magovern M, Beauchamp GR, McTigue JW, et al. Inheritance of Fuchs’ combined dystrophy. Ophthalmology 1979; 86: 1897-1923 Maier AKB, Klamann MKJ, Torun N, et al. Intraocular pressure elevation post-DSAEK glaucoma after Descemet’s stripping endothelial keratoplasty. Graefes Arch Clin Exp Ophtalmol 2013; 251: 1191-1198

Mannis MJ, Holland EJ, Beck RW, et al. Clinical profile and early surgical complications in the Cornea Donor Study. Cornea. 2006; 25: 164-70

Martin TP, Reed JW, Legault C, et al. Cataract formation and cataract extraction after penetrating keratoplasty. Ophthalmology. 1994; 101: 113-9

McCartney MD, Wood TO, McLaughlin BJ. Moderate Fuchs’

Documenti correlati