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CAPITOLO II - Il quadro finanziario

3. I finanziamenti dell’Unione europea

L’Unione europea contribuisce ai bilanci delle scuole italiane attraverso la

compartecipazione ai programmi gestiti dall’agenzia nazionale citata, con somme

forfettarie per la copertura dei costi del progetto, oppure attraverso il finanziamento di

79 Art. 21, c. 20, l. n. 59/1997: istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educative, Centro europeo per l’educazione, la Biblioteca di documentazione pedagogica.

programmi co-finanziati con i fondi strutturali provenienti dal Fondo sociale europeo e dal

Fondo di sviluppo regionale e risorse nazionali.

Dal sito istituzionale del Miur

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sono state prelevate le informazioni relative

all’assegnazione dei fondi strutturali europei per il periodo 2007-2013, già conclusi e per i

quali l’amministrazione ha trasmesso la documentazione dando alla Corte la possibilità di

esaminare le procedure e la rilevanza degli interventi attivati.

Con decisione n. 5483 del 7 novembre 2007, è stato approvato dalla Commissione

europea il programma operativo nazionale (Pon) Competenze per lo sviluppo, a titolarità

Miur-Direzione generale per gli affari internazionali - Ufficio IV - Autorità di gestione

(Adg).

Le risorse previste per il periodo sopraindicato sono state pari a euro 1.485.929.492

cofinanziate dallo Stato italiano e dal Fondo sociale europeo (Fse).

Le regioni coinvolte sono le regioni dell’Obiettivo convergenza (Calabria, Campania,

Puglia, Sicilia); i beneficiari diretti sono le istituzioni scolastiche (studenti, genitori, adulti,

docenti, personale della scuola).

Il Pon ha previsto il coinvolgimento di circa 4.000 istituti delle regioni citate per la

realizzazione di attività di apprendimento degli studenti, interventi di formazione per i

docenti, il personale non docente e gli adulti, di ampliamento dell’offerta formativa ed

azioni di informazione e sensibilizzazione. Altre azioni riguardano la riduzione della

dispersione scolastica, il rafforzamento del ruolo della scuola sul territorio, il contrasto

all’illegalità e la prevenzione a fenomeni di discriminazione. Gli investimenti mirano alla

costruzione di un sistema di istruzione e formazione nazionale di eccellenza che

contribuisce, infatti, ad innalzare le competenze chiave e la capacità di apprendimento

della popolazione giovanile e adulta dei territori in oggetto, favorendo le opportunità di

occupazione e la coesione sociale attraverso una serie di obiettivi che possono essere così

sintetizzati:

- sviluppare la capacità diagnostica e i dispositivi per la qualità del sistema

scolastico;

- migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti;

- ampliare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani;

- accrescere la diffusione, l’accesso e l’uso della società dell’informazione nella scuola;

- estendere la rete tra gli attori del sistema e le istanze del territorio;

- promuovere il successo scolastico, le pari opportunità e l’inclusione sociale;

- potenziare i sistemi di apprendimento durante tutto l’arco della vita;

- favorire la governance e la valutazione del sistema scolastico;

- incrementare l’efficienza, efficacia e la qualità degli interventi finanziati, nonché la

verifica e il controllo degli stessi;

- sviluppare modalità, forme e contenuti dell’informazione e pubblicizzazione del

programma, degli interventi e dei risultati.

Sempre a titolarità del Miur, è stato approvato dalla Commissione Europea, con

decisione n. 3878 del 7 agosto 2007, Adg-Affari internazionali - Ufficio IV, il Programma

operativo nazionale Ambienti per l'apprendimento.

Le risorse assegnate per il periodo 2007-2013 sono state pari a euro 495.309.830

(co-finanziamento dello Stato italiano e Fondo europeo di sviluppo regionale Fesr). Anche in

questo caso, sono state coinvolte le regioni dell'Obiettivo convergenza (Calabria,

Campania, Puglia, Sicilia). I beneficiari sono state le singole istituzioni scolastiche per

interventi che hanno riguardato le infrastrutture con riguardo alla sostenibilità

ambientale, il risparmio energetico e la sicurezza, i laboratori, le tecnologie e le reti.

L'inadeguatezza dei livelli di apprendimento dei giovani e della popolazione adulta è,

infatti, una delle cause della scarsa competitività del mercato del lavoro e di persistente

stagnazione produttiva. Per colmare il deficit di sviluppo tra le regioni, è apparso

necessario costruire una strategia unitaria, per migliorare la qualità del sistema di

istruzione e formazione.

La formulazione del programma, rivisitata con decisione n. 9865/2011, prevede che per

la costruzione di un sistema scolastico più dinamico e flessibile occorre coinvolgere gli

utenti a rischio attraverso una integrazione ed aggiornamento dei laboratori e delle

tecnologie didattiche e, in particolare:

- incrementare le dotazioni tecnologiche e le reti delle istituzioni scolastiche;

- potenziare il numero dei laboratori per migliorare l'apprendimento delle

competenze chiave, in particolare quelle matematiche, scientifiche e linguistiche;

- aumentare la qualità delle infrastrutture scolastiche, l'ecosostenibilità e la sicurezza

degli edifici scolastici;

- riqualificare le strutture per garantire la partecipazione delle persone diversamente

abili per una maggiore qualità della vita;

- promuovere la trasformazione delle scuole in centri di apprendimento polifunzionali

accessibili a tutti;

- rilanciare gli ambienti per l'autoformazione e la formazione degli insegnanti;

- migliorare l'efficienza, efficacia e la qualità degli interventi finanziati, nonché la

verifica e il controllo degli stessi;

- sviluppare forme e contenuti dell'informazione e pubblicizzazione del programma,

degli interventi e dei suoi risultati.

Per il periodo 2014-2020, il Programma operativo nazionale (Pon), a titolarità del Miur,

ha ricevuto formale approvazione da parte della Commissione europea, che lo ha adottato

con decisione n. 9952 del 17 dicembre 2014.

Per l’istruzione, si fa riferimento sempre ad interventi finanziati con il Fondo sociale

europeo e con il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, per l’intero territorio nazionale,

con una ripartizione in tre categorie:

- regioni meno sviluppate: Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata;

- regioni in transizione: Abruzzo, Molise e Sardegna;

- regioni più sviluppate: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,

Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria,

Lazio.

In considerazione dell’ampiezza del raggio di azione, sono state attribuite al Ministero

ingenti risorse finanziarie a valere sui fondi strutturali europei per il periodo 2014-2020.

L’importo complessivo ammonta a circa 3 miliardi di euro e rappresenta una enorme

opportunità per il sistema scolastico del paese al fine di raggiungere il target di

miglioramento e sviluppo previsto per il settore istruzione dall’Agenda EU 2020.

Nello specifico, il suddetto importo risulta pari a euro 3.019.300.000, di cui

2.158.437.184,01 sul Fondo sociale europeo (Fse) e 860.862.816 euro sul Fondo europeo di

sviluppo regionale (Fesr), da destinare a tutto il territorio nazionale.

L’allocazione finanziaria è ripartita nelle tre categorie di regioni indicate, secondo due

Assi dalla specifica finalità:

10.1 - Riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica e

formativa;

10.1.1 - Interventi di sostegno agli studenti caratterizzati da particolari fragilità, tra cui

anche persone con disabilità (azioni di tutoring e mentoring, attività di sostegno didattico e

di counselling, attività integrative, incluse quelle sportive, in orario extrascolastico, azioni

rivolte alle famiglie di appartenenza, etc.;

Asse II – Infrastrutture per l’istruzione (Fesr)

10.7 - Aumento della propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi,

attraverso il miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici.