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Già da alcuni anni, i centri dedicati all’arte contemporanea di Torino e della regione sono oggetto di attenzione da parte di altre realtà italiane ed anche, in forma minore, internazionali. Accanto alle tre presenze dedicate del Castello di Rivoli, della GAM e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, è importate citare la presenza di alme-no altre due realtà torinesi: la Fondazione Italiana per la Fotografia e la Fondazione Palazzo Bricherasio che – la prima con la Biennale della fotografia e la seconda con il progetto OutSide1– hanno investito parte dei loro budget a sostegno della recente produzione contemporanea.

Vanno ancora ricordate la Fondazione Mario e Marisa Merz, che inaugurerà nel marzo 2005, e altre strutture cittadine che hanno saltuariamente ospitato mostre di arte contemporanea: la Sala Bolaffi sede dell’edizione 2004 della rassegna Proposte e Palazzo Cavour, che ha avuto nella sua programmazione alcune mostre dedicate al contemporaneo, come Gian Enzo Sperone. Torino-Roma-New York. 35 anni di mostre

fra Europa e America (2001) ed è contenitore dei workshop legati alla rassegna

Proposte2.

Sul territorio regionale spiccano invece la Cittadellarte – Fondazione Pistoletto a Biella, nata per volontà di Michelangelo Pistoletto, e il CESAC (Centro Sperimentale per l’Arte Contemporanea) a Caraglio (Cuneo), diretto da Andrea Busto. Per lo specifico delle loro missioni e la presenza nella città e nell’area metropolitana, la ricerca si è orientata principalmente sull’attività del Castello di Rivoli, della GAM e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea è nato nel 1984 e nel dicembre 2004 festeggerà il ventennale di attività, confermando la sua vocazione di museo di arte contemporanea di respiro internazionale. Diretto inizialmente da Rudi Fuchs e oggi da Ida Gianelli che ne è alla guida da quasi 15 anni. Dispone di 38 sale e del terzo piano della Manica Lunga, che insieme compongono uno spazio espositivo di circa 7 mila mq.

un’impor-tante collezione permanente che documenta i momenti cruciali dello sviluppo del-l'arte contemporanea in Italia e all'estero dagli anni Cinquanta ad oggi e che viene costantemente rinnovata grazie a nuove acquisizioni. Con la sua attività e il suo patri-monio è oggi in grado di creare politiche di collaborazione e scambio con importanti musei internazionali.

A controbilanciare questo aspetto internazionale, il museo ha però anche continuato e rafforzato i legami con il territorio attraverso un’offerta articolata di progetti e atti-vità proposte dal Dipartimento Educazione per il pubblico delle scuole e delle famiglie. Il Castello di Rivoli è il primo caso di gestione pubblico-privata di una struttura museale in Italia3.

La Galleria Civica D’Arte Moderna e Contemporanea, nata come primo museo Civico italiano nel 1860, è denominata, a partire dal 2000, GAM. Nella sua storia hanno avuto un peso rilevante l’acquisizione, tra il 1965 e il 1967, del Museo

speri-mentalecreato da Eugenio Battisti e la donazione De Fornaris, nonché il suo costi-tuirsi come Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris nel 1978, ente tuttora attivo e di fondamentale importanza per il costante incremento della collezione permanente. Negli anni Ottanta, per motivi legati alla struttura architettonica che lo ospita, il museo ha chiuso, riaprendo al pubblico nel 1993.

Il patrimonio artistico è costituito da oltre 15 mila opere tra dipinti, sculture, installa-zioni e fotografie, oltre che da una ricca collezione di disegni e incisioni. Le raccolte, che datano dalla fine del Settecento ai giorni nostri, documentano soprattutto l'arte italiana, tra cui spiccano le opere di Arte Povera, ma non mancano anche importanti esempi stranieri, in particolare un insieme di dipinti delle avanguardie storiche inter-nazionali. Inoltre il museo ha attivato nel 1999 una Videoteca che riunisce oggi più di 2000 titoli tra opere d’artista e documentari4.

La struttura attuale è stata sottoposta di recente a importanti interventi con il com-pleto censimento e riallestimento delle collezioni5. Nei prossimi anni, il museo citta-dino assisterà ad un ulteriore ampliamento all’interno dell’edificio delle ex Officine Grandi Riparazioni (OGR), che sarà in grado di ospitare la parte delle collezioni dedicate all’arte del dopoguerra, in particolare le installazioni di grandi dimensioni6. La GAM è gestita, dal 2002, dalla Fondazione Torino Musei, che si occupa dei musei di proprietà della Città. La Fondazione, avente all’inizio come unico socio fondatore il Comune di Torino, ha iniziato la sua attività il 1° gennaio 2003: si è dotata di un Comitato Scientifico, ha visto l’adesione della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT, ha inserito nel suo Consiglio Direttivo un rappresentante della Regione Piemonte, ha preso in carico il progetto di allestimento del Museo di Arte Orientale, sta affiancando il restauro di Palazzo Madama mediante la realizzazione

del progetto per il Museo di Arte Antica, sta seguendo la progettazione della parte non ancora restaurata del Borgo Medioevale, partecipa alla progettazione delle ex OGR per quanto riguarda la parte che sarà destinata alla GAM, ha collaborato a ini-ziative espositive come le mostre permanenti intorno ai tre capolavori di Leonardo, Antonello, Van Eyck presso la Biblioteca Reale, la grande mostra Africa, capolavori da

un continentepresso la GAM, la mostra Chagall. Un maestro del Novecento, anch’essa presso la GAM. Ha recentemente riallestito le collezioni del Novecento al primo piano della GAM.

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, è invece una nuova struttura espositiva interamente dedicata alla più recente produzione artistica contemporanea. Eccezione non solo nel panorama torinese, ma nazionale, è stata fondata nel 1995 e ha inaugu-rato nel 2002 la sede torinese, che si è affiancata a quella già attiva di Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba7. Non ha una collezione propria, ma si avvale attra-verso un comodato d’uso della collezione privata di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. La Fondazione è un interlocutore per altre realtà internazionali, con una specifica apertura verso le produzioni artistiche contemporanee in grado di atti-vare un rapporto orizzontale che dall’arte si apre verso il cinema, la musica, la lette-ratura, il teatro, la danza, l’architettura. Da un punto di vista gestionale la struttura si avvale di fondi privati (70% circa) e pubblici (30% circa)8.

Rispetto alla scena artistica italiana, Torino è dunque una realtà geografica in cui si è concentrata l’attività di musei e Fondazioni che hanno tra le loro principali missioni – nella totalità o in parte – la promozione dell’arte contemporanea e che, a questo scopo, hanno dato vita a orientamenti gestionali innovativi.

La concertazione tra pubblico e privato attuata per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la creazione di un ente autonomo come la Fondazione Torino Musei che comprende, oltre alla GAM, tutti i musei civici, e la flessibilità che caratterizza l’organizzazione e gestione della Fondazione Sandretto Re Reabaudengo, evidenzia-no tre modelli specifici dedicati all’arte contemporanea che bene si innestaevidenzia-no nel-l’ambito della più ampia riorganizzazione gestionale dei musei in atto in Italia a seguito della Legge Ronchey del 19939.

I nuovi spazi dedicati al contemporaneo e la loro collocazione nel tessuto urbano definiscono, quale valore aggiunto dell’intera città, un paesaggio d’arte come nuovo contesto nel quale si collocano architetture, storiche e contemporanee, e archeologie industriali trasformate in contenitori dedicati all’arte contemporanea. Da un lato, il Castello di Rivoli e la corona barocca di residenze sabaude. Dall’altro gli spazi delle ex OGR e l’imminente apertura della Fondazione Mario e Marisa Merz a pochi iso-lati dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, raro caso in Italia di architettura

contemporanea in ambito museale, e la collocazione, non lontano, delle nuove opere del progetto 11 Artisti per il Passante ferroviario. Il sistema dell’arte contemporanea di Torino sarà in grado di offrire ai visitatori particolari innesti tra architettura e arte contemporanea con un’evidente valorizzazione di entrambe.

Questo paesaggio permetterà inoltre di individuare alcune linee di forza utili alla comunicazione promozionale del sistema e della città anche rispetto ad altri compe-titori, in particolare la città di Roma, con la prossima apertura del MAXXI Museo Nazionale delle Arti Contemporanea progettato di Zaha Hadid.