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Flora e fauna

Nel documento P ADOVA S TUDI DI U NIVERSITÀ DEGLI (pagine 33-37)

2.8 Flora e fauna

Difficile è la descrizione della flora presente nel bacino del Meschio. Esso infatti comprende zone collinari e vallive fino ad ampie aree sulla pianura trevigiana. Tuttavia, nelle zone in cui il corso è arginato o presenta sponde in terra, esso è per lo più caratterizzato dalla presenza di una copertura erbosa ben curata in ampi tratti, ma è presente anche una fitta vegetazione arbustiva che rende molto difficile la percorribilità delle sponde stesse. Non sono presenti lungo tutto il corso ma si possono trovare sporadicamente siepi, alberi ad alto fusto e addirittura un ampio vigneto in riva sinistra a valle di Borgo Campion.

Molto impegno, nell'ultimo periodo, si sta ponendo alla salvaguardia della fauna presente lungo l'asta principale del Meschio. Infatti, come si osserva dalla Figura 2.20, è in atto un Progetto di miglioramento e di tutela della fauna ittica autoctona promosso dall'Associazione Pescatori sportivi del fiume Meschio di Vittorio Veneto. In particolare, riportando quanto scritto, il Meschio è un ambito territoriale designato come Sito

d'importanza Comunitaria (S.I.C.), in accordo con la direttiva 92/43/CEE "Habitat", per la rilevata presenza della Lampreda Padana (Lethenteron Zanandreai), specie endemica del Nord Italia considerata in grave pericolo d'estinzione.

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A questo proposito, desta preoccupazione l'immissione di portata sostanziale che si deriva in regimi di piena del Grava sul fiume Meschio. I pescatori locali, però, sperano che questa diversione in Meschio non crei impatti negativi sull'attuale stato del fiume stesso.

In quanto agli esemplari ittici presenti sul corso d'acqua, lo stesso presidente dell'Ente Tutela Pesca (ETP), Loris Saldan, ha riferito che il Meschio ospita ancora trote e i rari temoli4 oltre a qualche anguilla e cavedano. Per quanto riguarda invece, il tratto dove il Meschio incontra le acque provenienti dal Livenza, si forma un discreto ampliamento con zone di acqua ferma e profonda. In queste aree sono presenti le specie della parte più bassa dei fiumi: lucci, carpe e trinche.

Infine, si evidenzia come lungo tutta l'asta fluviale non sia strano incontrare gruppi di anatre che "passeggiano" indisturbate sulle acque del Meschio.

Figura 2.21: anatre sul fiume Meschio in corrispondenza della stazione di misura di Vittorio Veneto

4 Il comunemente conosciuto temolo (Thymallus thymallus) è un pesce d'acqua dolce della famiglia Salmonidae. Predilige fiumi e torrenti limpidi, con acqua ben ossigenate ma non troppo rapide con fondo sassoso e ghiaioso. Ha abitudini gregarie, vive in branchi formati anche da molti individui e risulta difficile il suo allevamento.

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3 Il modello idraulico

Come già precedentemente illustrato, l'obiettivo di questo studio è analizzare il comportamento del fiume Meschio in condizioni di piena da quello che comunemente si considera l'inizio del suo corso in località Savassa fino alla confluenza con il Livenza a sud dell'abitato di Sacile attraverso il modello accoppiato uni-bidimensionale agli elementi finiti

2DEF sviluppato negli anni da ricercatori dell’Università di Padova.

I modelli matematici di tipo idraulico permettono di ricavare le grandezze idrauliche tipiche del fenomeno (tiranti idrici, velocità della corrente,...) risolvendo opportunamente nel tempo e nello spazio le equazioni idrauliche che governano i fenomeni. Definito l’ingresso di portata in termini di idrogrammi di piena in sezioni definite dell’alveo, si simula la propagazione dell’onda a partire da una opportuna combinazione di condizioni al contorno e iniziali.

I modelli più diffusi impiegati per lo studio della propagazione delle onde di piena sono quelli unidimensionali (1D), data la loro notevole semplicità, nonostante in molte situazioni vengano meno le ipotesi su cui si basano. Difatti gli schemi monodimensionali sono i più semplici tra i modelli di propagazione e tendono a assimilare l'alveo e l'area inondabile a un semplice canale dove l'esondazione è vista come un particolare allargamento della sezione idrica.

Per sopperire a tali problemi, ha trovato sempre maggiore diffusione l’utilizzo di modelli bidimensionali a fondo fisso. Essi sono in grado di descrivere con maggior dettaglio la propagazione di un’onda di piena in un alveo caratterizzato da tratti con dimensioni trasversali molto ampie nel quale non è prevedibile a priori la direzione del flusso a causa della significativa presenza di componenti di velocità in direzione ortogonale a quella dell'alveo. Tali modelli sono inoltre in grado di simulare la propagazione di onde di piena in alvei dall’assetto sinuoso ed eventuali fenomeni di esondazione, consentendo di determinare sul territorio inondato le caratteristiche dell’onda di sommersione e il suo avanzamento. La simulazione del comportamento idraulico di territori dalla morfologia complessa determina l’insorgere di alcune criticità, prima tra tutte la necessità di unire, in un’unica schematizzazione, elementi bidimensionali a elementi unidimensionali (ad esempio per alvei molto incisi o canali artificiali). Una soluzione efficace si ottiene mediante l’accoppiamento, in un unico reticolo, di elementi di calcolo 2D e 1D. Ne derivano una

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maggiore facilità nell’allestimento e nella gestione dei modelli, ridotti oneri computazionali e risultati spesso più accurati. Altro aspetto cardine per questo tipo di modelli è la necessità di simulare in modo verosimile la transizione tra asciutto e bagnato.

Per questo studio si è utilizzato il modello matematico agli elementi finiti

2DEF creato e sviluppato principalmente dai proff. Andrea Defina e Luigi

D'Alpaos del dipartimento ICEA dell'Università di Padova. Esso è ampiamente descritto in numerosi contributi scientifici (D’Alpaos & Defina, 1993; D’Alpaos et al., 1994; D’Alpaos & Defina, 1995; Defina, 2000;

D’Alpaos & Martini, 2003; D’Alpaos et al., 2003; D’Alpaos & Defina, 2007)

in cui si studiano aree lagunari-costiere o fluviali e ha trovato in questi anni numerose applicazioni. 2DEF è un modello accoppiato 1D-2D che risolve le equazioni complete delle onde lunghe in acque basse, opportunamente modificate per poter trattare agevolmente e attraverso un approccio fisicamente basato i processi di transizione asciutto-bagnato su terreni o fondali irregolari (Defina, 2000).

Nel documento P ADOVA S TUDI DI U NIVERSITÀ DEGLI (pagine 33-37)

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