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FOCUS: La costruzione del Repertorio nazionale dei profili dell’apprendistato

Allo scopo di armonizzare le diverse qualifiche professionali, acquisite secondo le diverse tipologie di apprendistato e consentire una correlazione tra standard formativi e standard professionali sulla base dei sistemi di classificazione del personale previsti nei Contratti collettivi di lavoro, il D.lgs. n. 81/2015, in continuità con l’abrogato Testo Unico dell’Apprendistato, ha confermato l’istituzione di un Repertorio delle professioni per l’apprendistato professionalizzante (art. 46, comma 3).

Il Repertorio delle professioni concorre a costituire il Repertorio unico nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, previsto dall’art. 8 del D.lgs. n. 13/2013, nel quadro di un riordino del sistema di qualificazioni nazionali che consenta ai cittadini la valorizzazione di quanto appreso oltre che in un percorso formale di studio o di formazione, anche mediante il riconoscimento degli apprendimenti originati dall’esperienza (di lavoro, di volontariato, ecc.), attraverso un percorso di progressiva validazione e certificazione delle competenze acquisite.

Il D.lgs. n. 81/2015 ha assegnato il compito di predisporre il Repertorio delle professioni ad un Organismo tecnico, già previsto dal Testo Unico dell’Apprendistato e istituto nel 2013 presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, di cui fanno parte rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, delle Regioni designate dalla Conferenza Stato-Regioni, delle Organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Il lavoro svolto dall’Organismo tecnico, che si avvale del supporto scientifico di Inapp, si è sviluppato in diverse fasi.

La prima ha riguardato la mappatura del Contratti collettivi nazionali di lavoro di tutti i settori della classificazione CNEL77 e l’estrapolazione di quelli che contengono i profili professionali per l’apprendistato. Nel rispetto del criterio di rappresentatività definito dall’Organismo tecnico, sono stati presi in considerazione soltanto i Contratti sottoscritti dalle sigle rappresentate nel consiglio CNEL della consiliatura 2010-2015.

L’attività di mappatura ha evidenziato le rilevanti differenze nella metodologia utilizzata dalle Parti sociali per la definizione dei profili professionali dell’apprendistato. Infatti, in alcuni casi i profili sono definiti “a banda larga”, poiché includono più livelli di professionalità; in altri casi coincidono con la singola figura professionale o con un ruolo aziendale, oppure abbracciano intere funzioni aziendali (per questa fattispecie non è corretto parlare di veri e propri profili formativi e/o professionali). Gli approcci descrittivi sono disomogenei anche rispetto ai contenuti: in alcuni casi vengono identificati gli obiettivi formativi da conseguire, espressi in termini di conoscenze e capacità o competenze; in altri casi sono

77Agricoltura, Alimentaristi-Agroindustriale, Altri vari, Aziende di Servizi, Chimici, Commercio, Credito-Assicurazioni, Edilizia, Enti ed Istituzioni private, Meccanici, Poligrafici e Spettacolo, Tessili, Trasporti.

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invece evidenziate le attività che il profilo deve essere in grado di svolgere; in altri ancora vengono descritti i contenuti delle attività formative, anche ripartiti in moduli e con l’indicazione della quantità di ore da dedicare.

La seconda fase del lavoro svolto dall’Organismo tecnico è stata realizzata in coerenza con le indicazioni metodologiche dettate dall’art. 8 del D.lgs. n. 13/2013 che prevedono il rispetto dei seguenti standard minimi per l’inserimento delle qualificazioni professionali nel Repertorio nazionale: referenziazione dei profili ai codici statistici di riferimento delle attività economiche (ATECO) e della nomenclatura e classificazione delle unità professionali (CP-ISTAT).

Inoltre, si è tenuto conto del D.M. 30 giugno 2015 che ha istituito il “Quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze nell’ambito del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali”. Il Quadro operativo è organizzato sulla base di un sistema di classificazione dei settori economico-professionali che, a partire dai codici di classificazione ISTAT riguardanti le attività economiche (ATECO) e le professioni (CP), consente di aggregare in settori l’insieme delle attività e delle professionalità operanti sul mercato del lavoro. Le aree professionali sono suddivise in 23 settori economico-professionali (SEP) cui si aggiunge un settore definito “area comune” (cfr. Allegato 1 D.M. 30 giugno 2015). L’area comune raccoglie tutte quelle attività lavorative non caratterizzate da un settore specifico e riguardanti: l’amministrazione, il marketing, la comunicazione e le pubbliche relazioni, gli affari generali, la gestione delle risorse umane.

La referenziazione dei profili professionali è stata quindi realizzata sulla base della classificazione dei settori economico-professionali, ottenuta attraverso un processo ricorsivo di attribuzione ai codici statistici, alla massima estensione, della classificazione delle attività economiche (ATECO 2007) e della classificazione delle professioni (CP ISTAT 2011) ai 24 settori (SEP) di cui è composta la classificazione. I settori economico-professionali e i relativi codici delle classificazioni statistiche sono suddivisi in 80 comparti, di cui 72 individuati come sottoinsiemi coerenti dei 23 settori economico-professionali e 8 relativi al settore denominato “Area comune”.

A livello tecnico la referenziazione dei profili professionali estratti dai Contratti collettivi è stata resa possibile attraverso il criterio del best fit, cioè tramite l’assegnazione al profilo dei codici statistici per i quali maggiore è la correlazione tra le attività descritte nelle Unità professionali di riferimento (CP) e i contenuti del profilo professionale descritti nel contratto.

Il complesso lavoro di ricognizione e di referenziazione dei profili dell’apprendistato, che si è concluso nel mese di dicembre 2016, è stato condiviso con i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali e datoriali di categoria firmatarie dei Contratti da cui i profili sono stati estratti.

I risultati sono confluiti nella sezione denominata “Repertorio delle Professioni dell’apprendistato” della banca dati Inapp “Atlante del lavoro e delle qualificazioni”. La banca dati raccoglie anche le qualificazioni rilasciate dal sistema d’istruzione e formazione triennale e quadriennale, dell’istruzione e formazione tecnica superiore e dell’istruzione tecnica superiore, nonché le qualificazioni rilasciate dai sistemi di formazione professionale regionale riferite ai repertori regionalmente codificati.

I vantaggi connessi all’attività di mappatura, referenziazione e inserimento nella banca dati Inapp sono molteplici.

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Il primo è rappresentato dall’aumento della visibilità dei profili, in conformità agli orientamenti europei sulla trasparenza dei titoli, delle qualifiche e delle competenze e nella maggiore facilità con la quale si potranno consultare i profili secondo una logica di comparto e di filiera, oltre che di Contratto. Un altro vantaggio è data dal fatto che sarà possibile mettere a disposizione delle istituzioni, delle aziende, degli operatori della formazione e dei cittadini uno strumento per semplificare la lettura dei contenuti dei profili dell’apprendistato, rendendo più agevole l’attività di progettazione, monitoraggio e valutazione dei percorsi formativi e facilitando l’accesso alle procedure di valutazione e certificazione delle competenze, con positive ricadute sui processi di mobilità geografica e professionale dei lavoratori. Inoltre sarà possibile effettuare una comparazione/correlazione con le qualificazioni ricomprese nei repertori regionali, anche allo scopo di consentire il riconoscimento e la certificazione da parte delle Regioni delle competenze sviluppate nei percorsi di apprendistato. Il lavoro svolto consente inoltre di facilitare la correlazione dei profili descritti nei CCNL per l’apprendistato professionalizzante, mettendo in trasparenza similitudini e difformità, per eventuali affinamenti in sede contrattuale, in una logica volta a promuovere la progressiva semplificazione e standardizzazione delle modalità di descrizione dei profili professionali. Attraverso la referenziazione dei profili dell’apprendistato ai codici statistici di riferimento delle attività economiche e delle professioni sarà possibile avviare il processo di integrazione tra le banche dati della formazione e del lavoro favorendo il dialogo tra i due sistemi.

L’attività dell’Organismo tecnico potrà favorire l’aggiornamento, ad opera della contrattazione collettiva, dei profili professionali dell’apprendistato, attraverso un approccio metodologico uniforme e basato sulle competenze, nel più ampio quadro di un processo di ammodernamento dei sistemi di classificazione del personale. L’attivazione di questo processo è il presupposto necessario per promuovere l’effettiva integrazione delle qualificazioni professionali nel Repertorio nazionale previsto dal D.lgs. n. 13/2103 e quindi per agevolare il dialogo virtuoso tra mondo della formazione e mondo del lavoro.

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4. Uno sguardo ad alcuni modelli di sistema duale in Europa

Com’è noto, la riforma dell’apprendistato introdotta nel 2015 ha il principale obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile promuovendo lo sviluppo del sistema duale. La riforma italiana s’ispira ai sistemi duali adottati da lungo tempo da diversi Paesi europei, che propongono un modello di apprendimento incentrato sull’alternanza tra momenti di formazione sul lavoro direttamente in azienda e periodi di formazione o d’istruzione esterna. Questi Paesi sono riusciti meglio di altri a contrastare gli effetti della crisi sull’occupazione, e, soprattutto, a mantenere ad un livello accettabile il tasso di disoccupazione giovanile.

Il capitolo esamina i sistemi di alternanza scuola-lavoro presenti in Germania, Austria, Danimarca e Paesi Bassi, prendendo in considerazioni, per ciascuno di essi, la governance del sistema duale, la sua architettura, i vantaggi per gli apprendisti e le imprese e le eventuali criticità.