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CAPITOLO 5 SVILUPPI FUTURI: POSSIBILI MODIFICHE ALLE MISURE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ

5.2 N UOVE PROSPETTIVE PER I SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI

5.2.5 Il focus sulla povertà educativa

Strettamente collegata all’emergenza socio-economica è la crescita delle richieste attinenti alla fornitura di dispositivi necessari per la DAD (didattica a distanza) e il sostegno educativo nonostante gli sforzi messi in campo dalle scuole.

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Come si evince dal Rapporto 2020 di Caritas Italiana, un’evidenza di rilievo che emerge dall’analisi effettuata riguarda il mancato accesso all’istruzione: quasi un sesto dei nuclei con minori under 13 anni (15,1%) non ha potuto far seguire ai figli le lezioni di didattica a distanza per via dell’assenza (33,3%) o non sufficienza (10%) di dispositivi digitali per tale attività. Un ulteriore vincolo ha riguardato la mancanza di una connessione internet per poter accedere ai servizi formativi. I dati inoltre evidenziano che le principali cause di impedimento all’accesso e alla fruizione della didattica online sono di natura economica.

Anche il Rapporto 2020 relativo alla Povertà in Toscana da parte dell’Osservatorio Sociale Regionale mostra l’affacciarsi di nuovi bisogni: il sostegno educativo e il digital divide che si pongono dunque come nuove priorità per i servizi nel periodo di emergenza.

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CONCLUSIONI

Il presente lavoro di ricerca mette in luce alcuni aspetti relativi alla conoscenza del fenomeno della povertà in considerazione dell’attuale periodo di crisi socio-sanitaria che ha comportato la nascita di nuovi bisogni e nuovi processi di impoverimento.

Attraverso l’approfondimento teorico è stato possibile comprendere la complessità di tale condizione, motivo per cui risulta difficoltoso darne un’unica definizione. Tuttavia, è stato possibile spiegare la povertà a partire dalle prime definizioni basate sull’idea che essa abbia origine da una situazione di deprivazione materiale o insufficienza di risorse. Tale definizione utilizza principalmente indicatori di ordine economico e materiale al fine di cogliere l’aspetto quantitativo di tale condizione.

Successivamente il focus si è spostato sulle teorizzazioni che mettono in rilievo i concetti di vulnerabilità ed esclusione sociale, quali fattori che tendono ad influenzare e a generare disparità e disuguaglianza nella società contemporanea.

Un’ultima importante definizione fa riferimento al concetto di capabilities e si fonda sulla concezione tale per cui il benessere di una persona non dipenda soltanto dalle risorse economiche né dalla disponibilità di un certo paniere di beni e servizi, bensì dal tipo di vita che si è in grado di condurre. La povertà diviene, dunque, una condizione legata all’incapacità di realizzare le proprie funzioni. La realizzazione di questi traguardi o funzionamenti dipende non solo dall’ammontare di risorse economiche a disposizione, ma anche dalle caratteristiche personali, dal contesto familiare, economico, sociale e culturale di appartenenza. All’interno di questa cornice, i beni e le risorse a disposizione dell’individuo sono un mezzo per la realizzazione del proprio benessere, ma non sono essi stessi il benessere. Quest’ultimo deriva dunque dalle proprie capacità, in termini di libertà di scelta.

Pertanto, appare chiaro come il fenomeno della povertà non derivi esclusivamente da una condizione di deprivazione materiale ed economica, bensì dipenda da numerosi fattori quali la mancanza di opportunità di tipo relazionale, culturale e di istruzione.

In questo senso, il lavoro presentato ha avuto lo scopo di studiare il fenomeno della povertà da un punto di vista multidimensionale, attraverso l’analisi di alcune dimensioni ritenute più importanti e che riescono a catturare i processi sociali alla base del fenomeno. Tale impostazione ha richiesto un distacco dal fronte esclusivamente economico dei livelli di reddito, indicatore

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indispensabile, ma tuttavia riduttivo, che necessita di essere interpretato nella sua interrelazione con altre variabili influenti sul fenomeno stesso, quali l’accesso al mercato del lavoro, la condizione abitativa, le relazioni sociali e la rete di supporto a disposizione.

Il contesto preso in considerazione nell’indagine esposta è quello della realtà pisana e, nello specifico, quello della Caritas diocesana di Pisa in cui è stato possibile analizzare i nuovi processi di impoverimento e i nuovi bisogni emersi nel periodo di emergenza socio-sanitaria mediante i dati registrati dal sistema MIROD (Messa in Rete Osservatori Diocesani), utilizzato dall’ente.

Il caso di studio è quello del Centro di Ascolto della Caritas di Pisa presso cui sono state somministrate delle interviste semi-strutturate agli utenti che hanno avuto accesso ai servizi da esso offerti.

La presente ricerca rappresenta un’indagine pilota, di tipo quantitativo e a carattere descrittivo ed esplorativo, condotta su un collettivo di 30 nuovi beneficiari dei servizi offerti dalle diverse strutture della Caritas di Pisa selezionati tra i 416 nuovi accessi.

Dall’indagine emerge a pieno la complessità del fenomeno della povertà in cui la relazione tra le diverse dimensioni appare tutt’altro che lineare e univoca. È dunque possibile fare alcune osservazioni relative alle condizioni di povertà degli intervistati che tendono a confermare quanto emerge dalla letteratura e dagli studi di riferimento.

Per quanto riguarda le differenze rispetto all’anno 2019 e prendendo in considerazione il medesimo periodo di tempo, dal 10 marzo al 10 agosto, nell’anno 2020 si registrano 416 nuovi utenti dei servizi della Caritas di Pisa, oltre la metà rispetto all’anno precedente in cui si contano 204 soggetti nello stesso arco temporale.

Ciò che emerge è innanzitutto una diversa composizione in base al genere e alla cittadinanza rispetto al 2020: nell’anno 2019, infatti, si registra una maggioranza di donne (58,3%) al contrario dell’anno successivo in cui la maggior parte degli utenti risulta essere di sesso maschile.

Per quanto riguarda la cittadinanza si registra un aumento della popolazione straniera nel 2020 (75,5%) in cui la maggioranza è formata da cittadini di nazionalità filippina (24,5%) mentre nell’anno precedente una parte consistente era composta da cittadini italiani (38,7%).

Per quanto concerne, invece, la condizione lavorativa si riscontra una percentuale consistente di disoccupati in entrambi i periodi di riferimento, ma il dato più rilevante riguarda l’aumento del lavoro saltuario e irregolare rispetto al 2019, probabilmente causato dell’attuale periodo di crisi,

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che ha costretto molti individui a ricorrere a tale tipologia di lavoro per poter far fronte alle spese quotidiane, e si evince inoltre un incremento dei lavoratori stabili che si rivolgono ai servizi Caritas nel 2020.

Entrando nel merito delle interviste somministrate ai 30 beneficiari dei servizi Caritas, i dati mostrano come la comunità straniera sia quella maggiormente colpita dai nuovi processi di impoverimento. Questi processi sono probabilmente causati dalla condizione di precarietà abitativa, economica e lavorativa in cui si ritrovano gli individui stranieri a cui si aggiunge una parziale integrazione sociale.

Per ciò che riguarda la condizione abitativa solo una minima parte del collettivo ha subìto un cambiamento della propria situazione residenziale riscontrandone però un drastico peggioramento. La diminuzione delle problematiche abitative è probabilmente legata in modo particolare alla sospensione degli sfratti che ha caratterizzato questo periodo.

Considerando la condizione economica del collettivo emergono delle differenze sostanziali in relazione alla composizione del reddito e al genere poiché gli uomini presentano per la maggior parte un’unica fonte di reddito mentre le donne ne possiedono due. Ciò è dovuto al fatto che, come affermato dalle intervistate, oltre alla propria attività lavorativa si aggiunge quella del coniuge che senz’altro condiziona la situazione economica dell’intero nucleo familiare.

Infine, per quanto riguarda la composizione del reddito per la cittadinanza, si registra che gli italiani del collettivo abbiano a disposizione meno fonti di reddito rispetto agli stranieri anche se questi ultimi costituiscono la maggior parte del collettivo.

Una parte consistente degli intervistati dichiara inoltre di aver riscontrato una diminuzione del proprio reddito familiare a causa della pandemia e quasi la totalità degli stessi non rileva alcun miglioramento della condizione reddituale in seguito al periodo di restrizioni dichiarando di aver riscontrato delle difficoltà nel sostenere le spese quotidiane.

Si evince inoltre che le classi d’età più giovani, che sono quelle più attive nel mercato del lavoro, siano state sottoposte a maggiori forme di deprivazione materiale a causa di una perdita dell’attività lavorativa durante la diffusione della pandemia.

Un’altra dimensione indagata è la condizione professionale e lavorativa del collettivo tramite la quale è stato possibile far emergere come durante il lockdown si sia verificato un aumento consistente della disoccupazione e un calo del lavoro stabile. La categoria dei disoccupati risultava

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totalmente assente nel periodo precedente alle restrizioni in quanto impegnata in lavori saltuari e irregolari.

Circa l’analisi degli aiuti ricevuti dalle reti formali e informali del collettivo, si riscontra che la maggior parte dei soggetti ha potuto contare sull’erogazione di ammortizzatori sociali, sul sostegno da parte del Comune e dei propri familiari e amici, oltre ai servizi offerti dalla Caritas.

Inoltre, soltanto una minima parte del collettivo è stata seguita dai Servizi Sociali mediante degli aiuti di tipo alimentare. La restante parte non è stata seguita per diversi motivi: molti non hanno ricevuto risposte a causa dell’elevata affluenza di richieste di aiuto.

Nel periodo successivo al lockdown i dati più significativi mostrano, dunque, un incremento della disoccupazione che ha comportato un peggioramento della situazione economica; un aumento consistente dei sussidi erogati, in particolare il RdC, degli aiuti di tipo alimentare ricevuti da parte del Comune e del sostegno offerto dalla rete informale.

Tale lavoro mira ad attuare un’indagine esplorativa preliminare del fenomeno della povertà con l’intento di assumere informazioni che permettono di rendere più efficiente lo svolgimento dell’indagine principale.

Attraverso tale ricerca è stato possibile notare come periodi di crisi, sia essa sanitaria, sociale o economica, influiscano in maniera significativa sui processi di impoverimento e di deprivazione strutturale. Il carattere multidimensionale del fenomeno della povertà risulta perfettamente evidente dall’analisi dei diversi bisogni emersi dagli utenti intervistati.

Dalla ricerca condotta emergono diverse criticità circa le policy di contrasto alla povertà, soprattutto per quanto riguarda il RdC e il REM. La prima misura si è infatti rivelata un intervento prettamente assistenzialistico che impedisce ai beneficiari di costruire percorsi di reinserimento e inclusione sociale. Anche il REM non ha avuto i risultati sperati a causa dei diversi requisiti necessari per beneficiare dell’intervento.

Da non sottovalutare è inoltre la difficoltà che gli intervistati hanno avuto nella presentazione delle domande per usufruire delle diverse prestazioni la quale ha determinato l’esclusione dall’accesso a tali interventi, pur rientrando nei requisiti.

Per quanto riguarda, invece, il ruolo del Servizio Sociale emerge come alcuni tra gli intervistati non abbiano avuto modo di effettuare la presa in carico per diverse cause: la maggior parte del collettivo dichiara di non aver ricevuto alcuna risposta. Ciò ha rappresentato una grave difficoltà

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da parte dei Servizi Sociali territoriali nella gestione delle nuove richieste di aiuto, a causa del carico gestionale ed emotivo elevato dovuto all’emergenza socio-sanitaria.

Tali criticità rendono doveroso un adattamento delle diverse policy di contrasto alla povertà e dei vari enti e servizi socio-assistenziali verso la logica multidimensionale del fenomeno, pertanto è necessario:

▪ un potenziamento da parte dei Servizi Sociali territoriali mediante un aumento di risorse, operatori sociali e delle loro competenze che faciliti la gestione delle sempre più crescenti richieste di aiuto;

▪ favorire una maggiore coprogettazione e coprogrammazione tra i diversi enti pubblici e privati, con particolare riguardo al Terzo Settore ponendo l’accento sul processo di integrazione socio-sanitaria, del lavoro in équipe, della partnership e della sussidiarietà tra pubblico e privato sociale;

▪ permettere non soltanto un mero supporto economico che da solo non risulta sufficiente a contrastare l’acuirsi delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale, ma garantire anche una regolazione di un mercato del lavoro che assicuri meno disparità mediante l’introduzione di salari minimi più elevati e consistenti e la creazione di nuove politiche per favorire l’aumento dei posti di lavoro all’interno delle aziende;

▪ assumere come nuova priorità il contrasto alla povertà educativa, sempre più in aumento durante il periodo di emergenza, attraverso il sostegno educativo e la donazione di dispositivi digitali per la didattica a distanza;

▪ allargare il bacino di utenza che può accedere alle varie prestazioni mediante una riduzione dei requisiti necessari per usufruire degli interventi, in particolare per quanto riguarda il REM che si era proposto quale nuova misura volta a far fronte alle problematiche legate alla povertà e all’esclusione sociale durante il periodo di emergenza;

▪ una semplificazione delle modalità di accesso alle misure di sostegno che si discosti dall’impianto prettamente burocratico e incentivi lo sviluppo della digitalizzazione del paese al fine di garantire una maggiore facilità di accesso e che permetta ai cittadini di essere seguiti e aiutati nella presentazione della domanda, non soltanto dai patronati e dai CAF, ma anche ad esempio dai servizi sociali territoriali al fine di permettere una maggiore collaborazione fra i diversi enti che implichi una presa in carico della persona

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in maniera globale e un percorso di accompagnamento che promuova l’autodeterminazione dell’individuo.

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Appendice

Il questionario

La ringrazio molto per il tempo che mi dedica e per aver accettato di partecipare a questa ricerca. Si tratta di un’indagine che ha l’obiettivo di comprendere come stiamo affrontando questo periodo di emergenza sanitaria e che impatto ha avuto sulle nostre vite.

Per poter analizzare quanto mi dirà ho bisogno di registrare le sue opinioni. Lei autorizza la registrazione?

Per cominciare mi potrebbe dire quanti anni ha? È italiano o straniero?

Qual è la sua cittadinanza?

Questionario da sottoporre all’utente:

• Quali sono state le problematiche che il suo nucleo familiare ha affrontato a causa dell’emergenza sanitaria?

• Ha ricevuto delle risposte di aiuto durante l’emergenza sanitaria? Se sì, da parte di chi? Che tipo di aiuti ha ricevuto? Se no, perché?

• In seguito al lock down, ci sono stati dei cambiamenti nella sua vita e in quella dei suoi familiari? Se sì, di che tipo?

Traccia funzionale alla codifica:

• Quali sono state le problematiche che il suo nucleo familiare ha affrontato a causa dell’emergenza sanitaria?

Domande di approfondimento:

1. Ha perso il lavoro? 1 □ Sì

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2. Se sì, da quanto tempo non lavora?

1 □ Dopo il lockdown (dal 5 maggio ad ora)

2 □ Durante il lockdown (fra il 10 marzo e il 4 maggio) 3 □ Prima del lockdown (prima del 10 marzo)

3. Se no, è in Cassa integrazione? 1 □ Sì

2 □ No

4. Aveva un contratto di lavoro? 1 □ Sì

2 □ No

5. Se sì, che tipo di contratto aveva? 1 □ Determinato 2 □ Indeterminato 3 □ A chiamata 4 □ Altro (specificare) 6. Se no, perché? 1 □ Partita iva 2 □ Lavoro nero

7. Quali erano le sue fonti di reddito? 1 □ Reddito da lavoro

2 □ Aiuti da familiari e amici 3 □ Pensione

4 □ Sussidi

107 8. Quante fonti di reddito aveva?

1 □ Una fonte di reddito 2 □ Due fonti di reddito 3 □ Più fonti di reddito 4 □ Nessuna fonte di reddito

9. L’emergenza sanitaria ha provocato una diminuzione del reddito familiare? 1 □ Sì

2 □ No

10. Con chi viveva?

1 □ In nucleo familiare con solo coniuge/compagno-a 2 □ In nucleo familiare con coniuge e/o figli o parenti 3 □ In nucleo non familiare

4 □ Solo

5 □ Altro (specificare)

11. Nella sua famiglia qualcuno ha perso il lavoro? 1 □ Sì

2 □ No

12. Se sì, chi ha perso il lavoro nella sua famiglia? 1 □ Coniuge

2 □ Figli 3 □ Genitori 4 □ Altri parenti

13. È riuscito a far fronte alle spese quotidiane (affitto, utenze, spese alimentari e sanitarie…)?

1 □ Sì 2 □ No

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14. Qual era la sua situazione abitativa prima del lockdown? 1 □ Appartamento in affitto

2 □ Camera in affitto 3 □ Casa di proprietà

4 □ Casa di proprietà con mutuo 5 □ Ospite presso amici o parenti 6 □ Casa popolare

7 □ Altro (specificare)

• Ha ricevuto delle risposte di aiuto durante l’emergenza sanitaria? Se sì, da parte di chi? Che tipo di aiuti ha ricevuto? Se no, perché?

Domande di approfondimento:

15. Ha ricevuto degli ammortizzatori sociali? 1 □ Sì 2 □ No 3 □ In attesa 16. Se sì, quali? I __ II__ 1 □ RdC 2 □ REM 3 □ NASPI 4 □ Cassa Integrazione 5 □ Bonus badanti

6 □ Bonus lavoratori autonomi 7 □ Altro (specificare)

17. Se no, perché?

109 2 □ Per mancanza di residenza 3 □ Per disinformazione

4 □ Per mancanza di competenze tecniche (utilizzo di computer/internet) 5 □ Per mancanza di requisiti ISEE

6 □ Altro (specificare)

18. Ha ricevuto degli aiuti dalla Caritas? 1 □ Sì (specificare)

2 □ No

19. Se sì, per quanto tempo? 1 □ Una volta

2 □ Meno di un mese 3 □ Più di un mese

20. Ha ricevuto degli aiuti da altre associazioni? 1 □ Sì (specificare)

2 □ No

21. Se sì, per quanto tempo? 1 □ Una volta

2 □ Meno di un mese 3 □ Più di un mese

22. Ha ricevuto aiuti da reti informali (parenti, amici, conoscenti…)? 1 □ Sì

2 □ No

23. È stato/a seguito/a dai Servizi Sociali? 1 □ Sì

110 24. Se sì, che tipo di aiuti ha ricevuto?

1 □ Alimentare 2 □ Economico 3 □ Altro (specificare)

25. Per quanto tempo? 1 □ Una volta

2 □ Meno di un mese 3 □ Più di un mese

26. Se no, perché non ha ricevuto degli aiuti? 1 □ Per mancanza di residenza

2 □ Per disinformazione

3 □ Per mancanza di requisiti ISEE 4 □ Altro (specificare)

27. Ha avuto accesso ai bandi comunali? 1 □ Sì

2 □ No 3 □ In attesa

28. Se sì, quali? I__ II__ III__

1 □ Buoni spesa 2 □ Bando APES 3 □ Bonus campi solari 4 □ Bonus affitto 5 □ Bonus acqua 6 □ Altro (specificare)

111 29. Se no, perché non ne ha avuto accesso?

1 □ Per mancanza di cittadinanza italiana 2 □ Per mancanza di residenza

3 □ Per disinformazione

4 □ Per mancanza di competenze tecniche (utilizzo di computer/internet) 5 □ Per mancanza di requisiti ISEE

6 □ Altro (specificare)

• In seguito al lock down, ci sono stati dei cambiamenti nella sua vita e in quella dei suoi familiari? Se sì, di che tipo?

Domande di approfondimento: 30. Ha ricominciato a lavorare? 1 □ Sì 2 □ No 31. Se sì, da quanto tempo? 1 □ Meno di un mese 2 □ Più di un mese 3 □ Più di due mesi

32. Se sì, che tipo di lavoro svolge attualmente? 1 □ Lavoro saltuario e irregolare

2 □ Lavoro precario 3 □ Lavoro stabile 4 □ Altro

33. La situazione economica è migliorata? 1 □ Sì

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34. Quali sono le sue fonti di reddito? 1 □ Reddito da lavoro

2 □ Aiuti da familiari e amici 3 □ Pensione

4 □ Sussidi

5 □ Nessun reddito

35. Quante sono le sue fonti di reddito? 1 □ Una fonte di reddito

2 □ Due fonti di reddito 3 □ Più fonti di reddito 4 □ Nessuna fonte di reddito

36. La situazione abitativa è cambiata? 1 □ Sì

2 □ No

37. Se sì, qual è la sua attuale situazione abitativa? 1 □ Appartamento in affitto

2 □ Camera in affitto 3 □ Casa di proprietà

4 □ Casa di proprietà con mutuo 5 □ Ospite presso amici o parenti 6 □ Casa popolare

7 □ Altro (specificare)

38. Con chi vive?

1 □ In nucleo familiare con solo coniuge/compagno-a 2 □ In nucleo familiare con coniuge e/o figli o parenti

113 3 □ In nucleo non familiare 4 □ Solo

5 □ Altro (specificare)

39. Attualmente riesce a sostenere le spese quotidiane (affitto, utenze, spese alimentari e sanitarie…)?

1 □ Sì 2 □ No

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