Tra i due foglietti della tonaca vaginale interna si forma la cavità vaginale o vagina del maschio, caratterizzata dalla presenza di un sottile strato di liquido. L’accumulo di liquido costituisce una patologia chiamata idrocele: si gonfia il testicolo che crea dolore e compressione.
Attraverso l’ecografia si può osservare l’integrità delle strutture dei genitali maschili per esempio di un feto.
La cavità vaginale deve mantenersi come cavità virtuale, altrimenti si ha l’idrocele.
Leonardo aveva già disegnato nel 1500 queste strutture ma per capirle sono dovuti passare almeno altri 300 anni. Lui pensava che il liquido seminale si formasse in un tubicino che partiva
Attraverso lo studio di un preparato istologico dello scroto e dell’epididimo, si può notare come in realtà la tonaca più interna non appartenga allo scroto, ma è invece una tonaca che va a rivestire il testicolo, chiamata tonaca albuginea. Essa è una capsula molto resistente, spessa, formata da tessuto connettivo denso che può immettere setti connettivali che dividono il testicolo in lobi.
All’interno sono presenti strutture giallognole che rappresentano i tubuli seminiferi.
Può succedere che per varie cause, come incidenti, aggressioni, autolesioni, ustioni ecc. possano mancare parti dello scroto o del pene, in particolare può mancare la cute che causa una perdita molto estesa di strutture che attraverso la chirurgia ricostruttiva vengono appunto ricostruite.
Gli ultimi strati dello scroto sono formati dalla cute con i follicoli piliferi. L’ultimo strato più interno è invece la tonaca albuginea che immette nei setti connettivali e va a dividere il testicolo in 250/300 lobuli piramidali. Tutti i setti vanno a confluire nel mediastino del testicolo. Togliendo tutte le cellule si nota solo lo scheletro connettivale dello scroto e quindi si possono intravedere delle logge che corrispondono ai lobuli creati dai setti connettivali nel testicolo. Ogni lobulo è pieno di tubuli seminiferi , i quali partono e finiscono dalla stessa parte, cioè partono dal mediastino girano intorno al lobulo e tornano al mediastino cosicché tutti confluiscono al mediastino per poi andare fuori dal testicolo e portare il liquido seminale.
Martina Vultaggio.
A coprire il testicolo ho la tonaca albuginea ,chiamata così perché è molto chiara. Nel caso i cui venga fatta una macerazione tale per cui tutte le cellule vengano eliminate ho che rimane solo il collagene. Questo permette di vedere come si formano i lobuli e come è riempito il lobulo. Quindi la tonaca albuginea presenta un setto connettivale in alto al centro. L’ arteria testicolare come tutte le arterie presenta una tonaca intima, una tonaca media ed una tonaca avventizia. L’ orientamento delle fibre collagene associate alle fasce (in questo caso ad una grande arteria come quella testicolare) segue l’ asse dove poggiano le cellule: sia endoteliali, sia muscolari, sia i fibroblasti. Il letto dell’arteria segue dunque questo asse longitudinale e quindi le fibre si orientano in quel verso.
Nella tonaca media le fibre muscolari sono circolari quindi lo spazio dove erano alloggiate le fibre che ormai ho macerato non lo vedo ma identifico perfettamente la tonaca media e intuisco che l’
avventizia è quella che va a continuarsi con la tonaca albuginea. All’ interno dei lobuli dopo macerazione delle cellule trovo la membrana basale del tubulo seminifero.
Il testicolo ha un’ asse che va da 4 a 4.5 cm con un diametro anteroposteriore di 3 cm, un diametro trasversale di 2,5 cm e un peso che compreso quello dell’epididimo arriva a 20-30 gr. Se incidiamo lo scroto, vediamo la cute esterna, il muscolo cremastere, i setti connettivali che si insinuano tra ogni lobulo del testicolo e il mediastino testicolare. [Curiosità: I gorilla ha le gonadi piccole rispetto al suo peso. Il bonobo che ha un’ attività sessuale molto assidua ha le gonadi molto grandi.] Nei bambini è possibile misurare la distanza anogenitale, anche per valutare se i caratteri sessuali secondari progrediscano in maniera naturale, quindi si misura la distanza tra l’
orifizio anale e la base posteriore dello scroto. Il miglior modo per valutare la spermatogenesi è attraverso la citologia che usa cellule ottenute mediante una piccola incisione sullo scroto. Si fa una lieve pressione in modo che il testicolo fuoriesca in superficie a questo punto si fa ancora una piccola incisione e poi con le forbici e poi lo si vede al microscopio valutando lo stato di quel paziente invece che fare una sezione del testicolo o una biopsia che sarebbe una tecnica molto aggressiva e potrebbe creare delle complicazioni. Ogni lobulo dei testicoli (250-300) è formato da 3 o 4 tubuli seminiferi. Ogni tubulo è lungo 30 a 150 cm per un totale di 250 m ,con un diametro medio tra 150 e 250 micrometri (per un uomo adulto normale fertile); mai al di sotto di 100 perché
corrispondenza del mediastino testicolare c’è un insieme labirintico di tubicini che formano parte delle vie spermatiche intratesticolari: la rete testis. Nella rete testis andranno a confluire, infatti partono e vi finiscono, i 3-4 tubuli seminiferi di ogni lobulo. Attraverso la rete testis fuoriesce il contenuto dei tubuli cioè gameti e secrezione, che insieme formano il liquido seminale. Questo passa per la prostata, per la vescichetta seminale e la ghiandola bulbo uretrale e solo dopo si ha il secreto maturo che può eiaculare essendo ora liquido seminale.
Nel testicolo si distinguono 3 compartimenti morfofunzionali:
1) tubulare, rappresentato dal tubulo seminifero che si chiamerà tubulo. Se non ha il lume è un cordone e può rappresentare un problema di infertilità;
2) peritubulare, contiene le cellule mioidi o peritubulari intorno al tubulo seminifero, è poco sviluppato nell’ uomo e si vede bene solo con la microscopia elettronica;
3)interstiziale, è rappresentato da uno stroma di tessuto connettivo particolare che contiene le cellule endocrine dette cellule di Leyding o interstiziali testicolari con citoplasma grande, nucleo rotondo, eccentrico e prominente.
Il tutto è bel vascolarizzato.