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Fondi strutturali Europei 2000- 2000-2006 e Quadro Strategico Nazionale

Nel documento Relazione sullo StatoSanitario del Paese (pagine 143-146)

La situazione sanitaria del Paese

10. Fondi strutturali Europei 2000- 2000-2006 e Quadro Strategico Nazionale

2007-2013

Sulla base del contributo fornito dalle diver-se Amministrazioni centrali e dalle Regioni e sulla base di un processo partenariale mol-to serramol-to tra le Amministrazioni e le parti economiche e sociali si è arrivati alla formu-lazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN). Il QSN, previsto dall’art. 27 del Re-golamento CE 1083/2006, rappresenta il documento di programmazione con cui l’I-talia persegue gli obiettivi previsti dalla po-litica di coesione comunitaria 2007-2013. Lo Stato italiano, in particolare, ha indivi-duato 4 obiettivi e 10 priorità specifiche per la programmazione 2007-2013.

La strategia complessiva è dotata sia di ri-sorse di fonte UE, sia di riri-sorse di fonte na-zionale.

Il tema salute, seppure non presente in ma-niera specifica nel QSN, rappresenta un’area chiave di intervento sia nell’ambito degli obiettivi di servizio sia nell’ambito dei pro-grammi operativi regionali che evidenziano una particolare attenzione a progetti legati allo sviluppo dell’eHealth, al potenziamento infrastrutturale e dei servizi sociosanitari pubblici e alla promozione di progetti di ri-qualificazione in ambito urbano e rurale. Nell’ambito del QSN, il Ministero della Sa-lute è titolare di due progetti:

■ azioni di sistema e assistenza tecnica per gli obiettivi di servizio – progetto ADI; CXLIII

■ progetto operativo di assistenza tecnica (POAT Salute).

Obiettivo generale del Progetto ADI è sup-portare le Regioni del Sud nella pianifica-zione e attuapianifica-zione dei servizi di assistenza domiciliare programmati in modo integra-to sul terriintegra-torio (coinvolgendo tutti i servizi sociali, sanitari e assistenziali) e monitorati secondo criteri omogenei.

Il progetto è stato finanziato con risorse FAS per 1 milione di euro e attualmente si è conclusa la prima fase, finanziata con una prima tranche di 500.000 euro. Per il prossimo biennio, non appena verranno trasferite le risorse della seconda tranche (500.000 euro), si procederà con il Mini-stero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri allo svolgimento delle ulteriori attività di assistenza tecnica.

Il POAT è definito nell’ambito del Program-ma Operativo Nazionale Governance e As-sistenza Tecnica (PON GAT) Fondo Euro-peo di Sviluppo Regionale 2007-2013 e con riferimento all’Obiettivo II.4 “Rafforza-mento delle strutture operative e delle com-petenze nella Pubblica Amministrazione”. Il progetto, di durata triennale e per il pre-visto importo di 11.000.000 euro, afferisce al pertinente “Piano di Riorganizzazione e Rafforzamento delle capacità” articolato in due parti, tra loro funzionali:

■ il Progetto Operativo di Assistenza Tec-nica sulle singole policy, finalizzato a soddisfare il bisogno di supporto e di co-operazione istituzionale espresso dalle Amministrazioni Regionali dell’Obietti-vo Convergenza;

■ il Piano di Riorganizzazione Interna (PRI), promosso esclusivamente con ri-sorse interne all’Amministrazione, stru-mentale alla migliore gestione e imple-mentazione del POAT stesso, attraverso l’apposita Unità Operativa con compiti di indirizzo e di coordinamento.

Il progetto, attraverso l’erogazione di servi-zi di assistenza tecnica alle Regioni dell’O-biettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), mira al soddisfacimento dei fabbisogni regionali, individuati

princi-palmente sulla scorta dei documenti di pro-grammazione regionale 2007-2013, delle risultanze emerse dai numerosi incontri e scambi intervenuti con le singole ammini-strazioni regionali. I fabbisogni riguardano essenzialmente quattro macroaree:

■ gli strumenti di programmazione e di in-dirizzo per l’attuazione degli interventi; ■ le metodologie e le tecniche di

monitorag-gio e valutazione;

■ l’informazione sui contenuti e sugli aspet-ti che riguardano la gesaspet-tione degli inter-venti del settore;

■ la conoscenza degli strumenti per instau-rare reti di collaborazione e per entinstau-rare in contatto con esperienze significative a li-vello nazionale e di Unione Europea.

11. La ricerca sanitaria: realtà e

pro-spettive

Una sanità in linea con il progresso scienti-fico e tecnologico deve utilizzare lo stru-mento della ricerca e percepire questa come un vero e proprio investimento. Infatti, non c’è buona assistenza se non si fa una buona ricerca.

Quale strumento strategico per la politica sanitaria la ricerca finanziata dal Ministero della Salute presenta aspetti del tutto pecu-liari. Si articola in ricerca corrente e in ricer-ca finalizzata. La prima (ricerricer-ca corrente) è rivolta agli IRCCS, mentre la seconda (ricer-ca finalizzata) è aperta a tutti i ricer(ricer-catori del SSN. Entrambe si propongono all’inter-no degli obiettivi prioritari per il migliora-mento della salute della popolazione, per fa-vorire la sperimentazione di modalità di funzionamento, gestione e organizzazione dei servizi sanitari e delle pratiche cliniche, a migliorare l’integrazione multiprofessionale, la continuità assistenziale e la comunicazio-ne con i cittadini.

La ricerca finalizzata è rivolta ai destinatari istituzionali: Regioni, ISS, ISPESL, AgeNaS, IRCCS pubblici e privati e IZS, incentrata sull’elaborazione di progetti obiettivo e a partire dal bando 2009 è aperta a tutti i ri-cercatori del SSN. Per la realizzazione dei progetti i destinatari istituzionali possono avvalersi della collaborazione di altri Enti di ricerca pubblici e privati, delle Università e CXLIV

anche di imprese pubbliche o private, sulla base di accordi, convenzioni o contratti per lo svolgimento, nell’ambito di attività di ri-cerca multicentrica, di specifiche parti pro-gettuali.

La ricerca biomedica e l’innovazione tecno-logica stanno caratterizzando e trasforman-do profondamente i processi di cura e i ser-vizi sanitari. In tale contesto di innovazione, la strada da percorrere è quella di un patto nuovo dove Stato, Regioni, Università e im-prese lavorino insieme per una strategia di promozione e supporto della ricerca e svi-luppo (R&S), la cui applicazione rappresen-ta un punto qualificante ed essenziale per l’intero sistema nazionale.

Con queste premesse la conseguente strate-gia del Ministero della Salute è stata quella di favorire l’aggregazione degli Istituti ap-partenenti alla propria rete istituzionale, Regioni, IRCCS, ISS, IZS, ISPELS, con le Università e gli altri Istituti pubblici e priva-ti di ricerca.

L’obiettivo dal punto di vista della ricerca sanitaria è quello di far crescere la consape-volezza che la ricerca è finalizzata al miglio-ramento delle prestazioni fornite al cittadi-no, che potranno essere verificate sotto for-ma sia di un nuovo farfor-maco più efficace, sia di un nuovo modello organizzativo con ri-duzione dei tempi di attesa.

Questa impostazione trova un ulteriore rife-rimento nella situazione dei finanziamenti accordati negli ultimi anni, dove si è attuata la strategia di aumentare la massa critica del-la ricerca per affrontare problematiche a grande impatto sociale come le patologie tu-morali, senza trascurare l’innovazione per il governo clinico e per l’ottimizzazione della dimensione organizzativa dei servizi sanitari. Pertanto negli ultimi anni, proprio per espli-cita volontà, la ricerca traslazionale ha avu-to particolare risalavu-to creando sinergie tra ri-cerca di base e riri-cerca clinica, con la finalità ultima di trasferire nei tempi più rapidi pos-sibili le più avanzate innovazioni e cono-scenze al SSN e, dunque, al cittadino. I finanziamenti per la ricerca corrente han-no cadenza annuale e sohan-no finalizzati ad as-sicurare che le Istituzioni coinvolte possano, nell’ambito del proprio riconoscimento,

por-tare avanti le loro attività di ricerca istitu-zionale, nell’ambito delle linee di ricerca ap-provate. Queste sono ripartite attraverso la misurazione di performance scientifiche e assistenziali.

Per quanto attiene la ricerca finalizzata, at-traverso il Bando Ricerca Finalizzata 2009 il Ministero ha aperto a tutti i ricercatori del SSN la possibilità di presentare progetti di ricerca la cui valutazione, attraverso il siste-ma della peer review (valutazione tra pari), è affidata a revisori, che prevalutano i proget-ti, operanti all’estero e segnalati dal presti-gioso NIH-CSR (ente governativo statuni-tense dedicato alla selezione e al finanzia-mento dei progetti di ricerca biomedica). Il giudizio definitivo è affidato al Comitato di valutazione composto per due terzi da esper-ti stranieri.

Anche per il bando Ricerca Finalizzata 2010, attualmente in corso, che vede impe-gnati da parte dello Stato circa 82.127.000 di euro, è stato mantenuto lo stesso spirito ed è aperto a proposte di ricerca, prevalente-mente traslazionali, in tutte le aree della ri-cerca biomedica. Inoltre, per rafforzare le capacità del sistema di ricerca nazionale at-traverso il trasferimento di esperienze matu-rate all’estero, è prevista la riserva economi-ca di 10 milioni per i cosiddetti “progetti di ricerca estero” svolti in collaborazione tra ricercatori operanti nelle istituzioni dei De-stinatari Istituzionali e ricercatori italiani residenti stabilmente all’estero da almeno da tre anni. Questa scelta è stata voluta per non disperdere quel livello di esperienze e cono-scenze che gli italiani hanno portato e por-tano in giro per il mondo e per consentire, quindi, di rafforzare quei contatti e collabo-razioni per far sentire, da un lato, i ricerca-tori italiani residenti all’estero non abbando-nati dal sistema Italia e, dall’altro, rafforza-re il sistema della ricerca nazionale grazie all’immenso contributo che tali ricercatori possono dare al nostro Paese in termini sia di qualità sia di metodologie di lavoro. Altri 5 milioni sono stati riservati ai cosiddetti “progetti di ricerca cofinanziati” in cui l’in-dustria del settore biomedico italiano si im-pegnerà a cofinanziare con ulteriori risorse, almeno pari al finanziamento ministeriale, i CXLV

progetti di ricerca che risulteranno vincitori. Ciò consentirà di aumentare la capacità eco-nomica a disposizione della ricerca sanitaria e contribuirà a creare quel sodalizio tra il mondo della ricerca e il settore privato nell’interesse del cittadino.

Il Ministero della Salute è coinvolto in mol-teplici progetti europei a supporto della ri-cerca. In particolare, è coinvolto in una serie di progetti ERANET in cui gli Stati parteci-panti mettono in comune le proprie risorse per programmi di ricerca congiunta, attra-verso il finanziamento, ognuno per la sua competenza, di istituzioni nazionali chia-mate così a operare in comune su un conte-sto internazionale. In tale ambito, oltre al progetto ERANET TRANSCAN relativo allo sviluppo di progetti di ricerca traslazio-nale nel campo oncologico, il Ministero par-tecipa direttamente sia al progetto ERA-NET NEURON per la ricerca in campo neurologico, sia al progetto ERANET PRO-CHILD nel settore della pediatria, al pro-getto ERANET malattie rare e al propro-getto ERANET Emida sanità animale. È altresì impegnato nel supporto di progetti comuni-tari relativi allo sviluppo di Infrastrutture di Ricerca in Ambito Europeo (ESFRI) nel set-tore della ricerca sanitaria.

La ricerca nel settore veterinario

Nell’ultimo decennio la ricerca sanitaria italiana nel campo della medicina veterina-ria ha raggiunto un grado elevato di qualità e concretezza, e questo è frutto del lavoro di squadra che si è realizzato tra il Ministero della Salute, il cui competente Dipartimen-to coordina, promuove e finanzia le ricer-che, gli IZS e i Centri di Referenza Nazio-nale (CRN), che insieme all’ISS svolgono un’attività di ricerca strategica da un punto di vista istituzionale studiando e sviluppan-do nuove strategie diagnostiche, perfezio-nando e implementando quelle già consoli-date, standardizzando e validando i proto-colli operativi nel campo sia della sicurezza alimentare sia della salute animale e del be-nessere, soddisfacendo in questo modo la richiesta di prestazioni di elevati livelli di qualità, garantendo livelli uniformi di inter-vento su tutto il territorio nazionale. Il loro

operato, svolto in maniera capillare grazie anche alle sezioni diagnostiche territoriali, ha permesso al nostro Paese di crescere sia da un punto di vista sanitario, soprattutto nel settore della sicurezza alimentare, sia da un punto di vista economico, ottenendo ri-sultati apprezzabili nel settore delle esporta-zioni di alimenti di origine animale.

Per quanto attiene alla ricerca europea, si evi-denzia la partecipazione degli Enti che svol-gono ricerca nel settore veterinario ai proget-ti di ricerca del VII Programma Quadro dell’Unione Europea. Inoltre, attraverso lo svolgimento di un bando transnazionale che ha coinvolto 19 Paesi, 1 milione di euro è sta-to investista-to dal Ministero della Salute (Fondi RF 2009) in sanità animale, favorendo l’ag-gregazione dei migliori centri di ricerca euro-pei in tematiche ritenute strategiche a livello comunitario, con ottimi risultati da parte dei partner italiani che hanno partecipato al bando. Infine, bisogna sottolineare come la sanità pubblica veterinaria, alla luce di conti-nue nuove emergenze da fronteggiare, della globalizzazione dei mercati e dei cambiamen-ti climacambiamen-tici, sia unita a doppio filo alla sanità umana secondo il principio internazional-mente riconosciuto di “one-health”.

Nel documento Relazione sullo StatoSanitario del Paese (pagine 143-146)