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Fonte/i: archivi amministrativi dell’Agenzia per l’Impiego dell’Umbria.

Schemi riassuntivi degli studi finora svolt

1. Ambito e scopo della valutazione Area geografica: regione Umbria.

1.3. Fonte/i: archivi amministrativi dell’Agenzia per l’Impiego dell’Umbria.

1.4. Popolazione d’interesse: universo dei lavoratori iscritti alle Liste nel periodo di riferimento.

1.5. Obiettivi

Lo scopo del lavoro è quello di valutare l’effetto sulla probabilità di rioccupazione sia delle caratteristiche istituzionali della mobilità che delle caratteristiche individuali e professionali dei lavoratori da essa coinvolti. In particolare l’autrice vuole studiare le diversità tra beneficiari e non beneficiari dell’indennità di mobilità e tra gli iscritti al variare dell’età30.

2. Analisi descrittiva

2.1. Variabili utilizzate : sesso, età al momento dell’uscita dalla lista, classe di età (al momento dell’iscrizione), numero di persone a carico, qualifica professionale, settore di provenienza, durata di permanenza nella lista, godimento o meno dell’indennità, condizione rispetto alla lista alla data del 31 dicembre ‘98.

2.2. Campione : 12.073 soggetti, in prevalenza indennizzati (66%) e di sesso maschile (54%). 2.3. Distribuzioni considerate : distribuzione dei transitati per stato nella lista, classe di età e

diritto all’indennità, e per stato nella lista e sesso. 2.4. Evidenze salienti

I lavoratori senza indennità di mobilità presentano un tasso di assunzione a tempo pieno e indeterminato superiore rispetto ai lavoratori indennizzati e in particolare i lavoratori più anziani con diritto al sussidio hanno il più basso tasso di assunzione e il più alto tasso di cancellazione. Le donne presentano un tasso di assunzione permanente notevolmente inferiore a quello degli uomini.

29 L’autrice ha scelto tale periodo per escludere dalla propria analisi soggetti coinvolti da avviamenti in blocco, infatti

con la legge 451 del 1994 è stato vietato l’utilizzo delle liste di mobilità nel caso di ristrutturazione di gruppi industriali o di variazioni della ragione sociale.

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3. Analisi econometrica

3.1. Stima non parametrica della funzione di sopravvivenza

Si stima la funzione di sopravvivenza per diritto di permanenza in lista31 e la funzione di rischio rispettivamente per tipologia di lista32 e sesso. Queste funzioni empiriche confermano i risultati che si ottengono dalla stima del modello di durata.

3.2. Modello/i per la valutazione

Si stima un modello a rischi proporzionali con specificazione della durata sia tramite la distribuzione Weibull che tramite la distribuzione log-logistica e con variabili esplicative l’età al momento dell’uscita dalla lista, il numero di persone a carico, il diritto all’indennità, il sesso, la classe di età, la qualifica e il settore di provenienza dapprima nel campione complessivo e poi rispettivamente per tipologia di lista e sesso.

3.3. Risultati

Risulta esservi la combinazione di un effetto età e di un effetto durata del diritto alla

tutela33, nel senso che i lavoratori giovani presentano una maggiore probabilità di rioccupazione sia perché favoriti rispetto ai più vecchi nelle assunzioni da parte delle imprese considerato il loro minore salario di riserva (effetto età) sia perché caratterizzati da una minore durata del diritto a permanere in lista che li induce ad accelerare le uscite dallo stato di disoccupazione (effetto durata del diritto alla tutela). Anche il poter usufruire del sussidio e il fatto di essere donna influenzano negativamente la probabilità di rioccupazione. Il modello log-logistico indica un andamento non monotono della funzione di rischio che è inizialmente crescente e poi decrescente. Questo conferma l’evidenza empirica che i lavoratori, specie se indennizzati, tendono ad accelerare le proprie uscite in prossimità della scadenza del tempo concesso in lista. Dalla disaggregazione per tipologia di lista la durata del diritto non risulta significativa per i lavoratori senza prestazione di mobilità. Essi, disponendo per un breve periodo di tempo del modesto sussidio ordinario di disoccupazione, hanno un salario di riserva inferiore a quello degli indennizzati (che, come abbiamo visto, presentano un minore tasso di assunzione permanente), il quale non viene a dipendere dal tempo concesso in lista sulla base dell’età anagrafica al momento dell’iscrizione. Mentre i non indennizzati presentano una funzione di rischio decrescente, tale per cui cioè la probabilità di rioccupazione diminuisce col tempo trascorso in lista, per coloro che possono usufruire del sussidio il modello log-logistico indica un andamento del tipo già descritto. Questo infatti, nel campione complessivo, è dovuto alla prevalenza di individui con diritto all’indennità. Infine dalla disaggregazione per genere si nota che maggiori carichi familiari aumentano il rischio per gli uomini, ma lo riducono per le donne. Ciò riflette molto chiaramente la divisione tra i due sessi nel lavoro domestico e di mercato con evidente specializzazione delle donne nel primo tipo di occupazione.

4. Conclusioni

Il risultato rilevante emerso dall’analisi è l’effetto negativo prodotto dall’indennità, il quale è tanto più forte quanto maggiore è la durata del tempo concesso in lista. Esso viene ad associarsi all’effetto negativo dell’età, nel senso che coloro che hanno diritto a poter godere più a lungo dell’indennità sono caratterizzati da una minore probabilità di reimpiego sia perché discriminati dalle aziende in base all’età, nonostante il bonus più consistente che essi apportano, sia perché

31 Per classe di età di appartenenza. 32 Per diritto o meno all’indennità.

più selettivi nei confronti delle offerte di lavoro avendo un salario di riserva superiore. L’autrice afferma che per poter effettivamente favorire il rientro nel mondo del lavoro dei disoccupati in mobilità più che ridurre l’entità degli aiuti economici ad essi offerti, si dovrebbe ridurre la durata di tali concessioni.

Paggiaro A. e U. Trivellato (2002), “Assessing the effects of the ‘Mobility Lists’ programme by flexible duration models”, Labour, vol. 16 (n. 2), pp. 235-266.

1. Ambito e scopo della valutazione 1.1. Area geografica: regione Veneto.