CAPITOLO 5. Soluzioni attuabili
5.3. Funzione della finanza e necessità diffusione cultura finanziaria
Le performance future dell'economia non risultano sempre prevedibili a priori dato che vi sono fattori aleatori, come ad esempio, cambiamenti politici, rapporti tra gli Stati ed innovazioni tecnologiche, che possono rendere ardue le previsioni.
Nello specifico, nel mercato finanziario gioca un ruolo cruciale la previsione dell'imprevisto al fine di quantificare il rischio sotteso alle operazioni finanziarie.
La finanza svolge un ruolo primario nell'economia mondiale; essa ha il compito di redistribuire i fattori aleatori tra i vari operatori in modo tale che ognuno di essi possa assumersi il rischio in base alle proprie preferenze.
Secondo Marco Onado (2009) «Il ruolo importante della finanza non emerge solo in occasione delle grandi svolte dello sviluppo economico. [...] Fornisce alle imprese i mezzi necessari al processo produttivo e agli investimenti; come dicono Alesina e Giavazzi, consente di trasformare
65 le buone idee in imprese, posti di lavoro, occasioni di sviluppo; gestisce tutti i pagamenti che rendono possibile la circolazione di beni e servizi prodotti; offre alle famiglie gli strumenti per investire i propri risparmi, cioè per trasferire nel tempo i consumi e accumulare risorse per il futuro: per le spese importanti, per l'età della pensione, per ogni situazione incerta futura.».
Nell'antichità il filosofo greco Aristotele criticava la crematistica, ovvero l'arte di creazione di ricchezza, quando la soddisfazione dei bisogni degli individui era solo uno strumento per incrementare la ricchezza personale.
Quando l'attività economica di produzione e/o scambio è il mezzo e il soddisfacimento del bisogno è il fine siamo di fronte ad una visione positiva della ricchezza, mentre l'economia subisce dei danni nel caso in cui vengono invertiti mezzo e fine. E nello specifico la finanza sia per la filosofia aristotelica che per alcune religioni monoteistiche è considerata improduttiva per il fatto che la moneta, a differenza ad esempio della terra, non può generare altra moneta. Ad avvalorare questa tesi, tuttora nel mondo islamico è condannato concedere prestiti ad interesse.
Negli anni Trenta il grande economista Keynes (1936) sostenne che la finanza è paragonabile « a quei concorsi dei giornali, nei quali i concorrenti devono scegliere i volti più graziosi fra un centinaio di fotografie, e nei quali vince il premio il concorrente che si è più avvicinato, con la sua scelta, alla media fra tutte le risposte; cosicché ciascun concorrente deve scegliere, non quei volti che egli ritenga più graziosi, ma quelli che ritiene più probabile attirino i gusti degli altri concorrenti, i quali a loro volta affrontano tutti quanti il problema dallo stesso punto di vista.».
E inoltre nel valutare la caduta della borsa di Wall Street del '29, egli argomentava che «quando lo sviluppo del capitale di un Paese (gli USA) diventa sottoprodotto delle attività di una casa da gioco, è probabile che vi sia qualcosa che non va bene.».
L'America si può considerare la culla dell'innovazione finanziaria e alla luce di quanto è accaduto in seguito alla crisi dei subprime, emerge che non bastano trasparenza, regole e controllo da parte delle autorità, ma è necessaria altresì la diffusione tra la popolazione di un adeguata cultura finanziaria.
La popolazione europea, e pure quella statunitense, hanno una scarsa conoscenza degli strumenti finanziari infatti come sostenuto da Alesina (2008) «uno studio di Tito Boeri e Luigi Zingales rivela che più della metà degli italiani non conosce la differenza tra un'obbligazione e un'azione. [...] problemi simili esistono anche negli Stati Uniti e in Danimarca, paese con un tasso di istruzione elevato.».
66 A sostegno di ciò, nel 2011 è stata condotta da Annamaria Lusardi, una ricercatrice italiana e consigliere del Tesoro americano, un'analisi finalizzata a rilevare l'alfabetizzazione finanziaria in otto Paesi: Stati Uniti, Olanda, Germania, Italia, Svezia, Russia, Nuova Zelanda e Giappone.
In un articolo del giornalista Marco lo Conte apparso nel Il sole 24 ore viene specificato che «L'indagine prevedeva tre domande rivolte ai cittadini degli otto Paesi in questione, riguardanti tre concetti basilari in materia: comprensione del funzionamento del tasso di interesse composto, comprensione degli effetti dell'inflazione e gestione del rischio. I risultati non sono confortanti: in ogni angolo del pianeta la preparazione in campo finanziario è inadeguata. [...]. L'indagine evidenzia come chi risponde in maniera corretta alle tre domande tendenzialmente dispone di maggiori ricchezze e ha già messo mano a un piano previdenziale che consentirà di avere meno problemi economici al momento del pensionamento.». (Il Sole 24 Ore, 1/07/2011)
Inoltre, tuttora Annamaria Lusardi appoggia campagne dedite all'introduzione dello studio dell'economia nelle scuole primarie e secondarie e, come sostenuto da Paola Pica nel Corriere della Sera, la ricercatrice ritiene che «l'ignoranza finanziaria è un problema sociale chi non sa si dimostra meno propenso a risparmiare e a programmare la pensione, paga quasi sempre più spese, rischia di essere raggirato». La bassa alfabetizzazione finanziaria si accompagna «con i bassi livelli di reddito e la bassa scolarità ed è per questo che si può parlare di tassa sui poveri. E' importante educare alla finanza non solo nelle scuole ma anche nelle imprese, specie oggi che i mercati sono diventati così complessi.». (Corriere della Sera, 21/12/2012)
Molto spesso gli investitori con esigue conoscenze in campo finanziario hanno chiesto aiuto alle banche, le quali, in alcuni casi, hanno offerto consigli non oggettivi. Ciò si è verificato, ad esempio, quando le banche statunitensi hanno consigliato l'acquisto di pacchetti di mutui ipotecari ad alto rischio di insolvenza agli investitori meno avvenuti.