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Funzione monetaria del Bitcoin

La diffusione del Bitcoin: profili economici, giuridici e regolamentar

2.2 Funzione monetaria del Bitcoin

Dopo aver illustrato nascita e storia della nuova criptomoneta ed averne esaminato il funzionamento sotto il profilo tenico, sorge spontaneo interrogarsi sul come si comporti effettivamente il Bitcoin se equiparato alle principali funzioni della moneta così come descritte nel primo capitolo.

La divisa in questione possiede indubbiamente notevoli potenzialità per affermarsi come mezzo di scambio nel senso economico del termine. Le operazioni di pagamento sono molto semplici e basta essere in possesso di un e-wallet per iniziare ad eseguire transazioni in BTC: i costi sono bassissimi o nulli, è possibile pagare in mobilità con un codice QR e il sistema di pagamento risulta essere in grado di funzionare ovunque senza intermediazioni e senza nomi collegati al proprio portafoglio virtuale. L’efficacia come strumento di scambio tuttavia è misurata in termini di numero di operazioni effettuate e, quindi, direttamente proporzionale al numero di soggetti disposto ad accettarlo come strumento solutorio. La popolarità tuttavia, alimentata da un effetto concatenato di eventi, tra cui l’allargamento di beni e servizi acquistabili, sta crescendo alimentando una certa tendenza che inizia a traghettare il sistema fuori dalla nicchia.

Il portale Riviera Bitcoin, avvalendosi dei dati reperibili sul sito coinmap.org, ha condotto una ricerca sul territorio italiano per studiare il grado di accettazione dei bitcoin come metodo di pagamento. In data 2 giugno 2014 su coinmap risultano registrate 200 attività che accettano BTC come corrispettivo per l’alienazione dei propri prodotti e servizi. Il grafico sottostante mostra come, ad eccezione per la campania, il numero di attività che accettano la moderna crypto-currency sia proporzionale alla popolosità delle regioni.

Doveroso ricordare al lettore che si discute in merito ad un fenomeno recente: come esposto nel capitolo precedente di questa tesi, i primi bitcoin fecero la loro comparsa soltanto cinque anni fa e l’impatto mediatico che ha portato a livello mainstream l’interesse verso tale moneta complementare è ancora più attuale. Gli analisti dello studio in questione si sono dunque chiesti da quanto tempo gli esercizi commerciali intervistati abbiano iniziato ad accettare criptovaluta. Il seguente grafico mostra i nuovi negozi per intervallo di tempo di un anno. Dal 2012 in poi ogni anno ha superato il

Figura 16 Diffusione degli esercizi commerciali che accettano bitcoin in Italia per regione di appartenenza

 

precedente e considerando che i dati del 2014 si riferiscono solo ai primi cinque mesi dell’anno, il gradimento sembra essere in fervente espansione.

Secondo Hayek (1976), ne La denazionalizzazione della moneta, il fantasma dell’instabilità monetaria mette a rischio gli usi della moneta diversi da quella di mero mezzo di scambio. Una delle maggiori perplessità tra quelle sollevate contro la moneta ideata da Nakamoto risiede nell’eccessiva volatilità che ha contraddistinto il trend dei prezzi in questi primi anni di vita. Tale criticità induce a temere che l’attuale valore di negoziazione non sia ancora stabile da rappresentare un’unità di conto completamente affidabile. Come unità di conto, una moneta instabile non permetterebbe calcoli realistici; come standard per pagamenti differiti, una moneta che si rivaluta agevolerebbe i soggetti che prestano, disincentivando allo stesso tempo il ricorso al credito. A tal riguardo fa ben sperare il grafico elaborato dal portale di informazioni Blockchain.info che sembra mostrare un rallentamento delle oscillazioni di prezzo.

Molti ritengono che la motivazione principale sottostante all’evidente volatilità dei prezzi che ha caratterizzato il trend degli ultimi dodici mesi sia dovuto all’attuale situazione di incertezza normativa. Le maggiori oscillazioni di mercato sono spesso alimentate dalle dichiarazioni rilasciate dai governi e autorità monetarie quotidianamente. L’esempio più evidente di questo fenomeno negli ultimi mesi è stato il divieto e unbanning dei bitcoin dalla Cina. La volatilità diminuirà quindi in modo direttamente proporzionale al volume di mercato e alla fiducia degli utilizzatori.

Quale riserva di valore presenta forti attitudini poiché come ripetutamente evidenziato, differentemente dalle fiat money, il Bitcoin è progettato affinchè possa imporsi quale moneta deflazionaria, così come lo erano le divise sotto il sistema monetario gold

standard.22 Tali peculiarità ne favoriscono le potenzialità di apprezzamento nel corso                                                                                                                

22 In realtà per i paesi sotto il gold standard non si è evidenziata una vera e propria deflazione. Quel che

interessa ai fini della trattazione è che il bitcoin, come il gold standard, si basa su un sistema di offerta inelastica della domanda.

 

del tempo e, salvo lo scoppio di bolle speculative, si può definire quale valido strumento di deposito di valore rispetto a divise soggette ad inflazione.

Paesi come Argentina e Kenya potrebbero sicuramente giovare dell’adozione di una moneta priva di debito intrinseco. Differentemente da aree che godono di una relativa stabilità valutaria le cose sono molto diverse in paesi come Venezuela e Argentina ove si registrano tassi di inflazione galoppante. Il ministro dell’economia argentino, Alex Kicillof, per il mese di maggio 2014 ha indicato un’inflazione dell’1,4%. Preoccupante quanto dichiarato dall’Istituto nazionale di statistica che sostiene di aver registrato dall’inizio dell’anno un aumento dei prezzi del 13,5% per non parlare di fonti non ufficiali che asseriscono che tale tasso abbia addirittura sfiorato il 40%. In simili circostanze ricorrere a una valuta complementare come il Bitcoin potrebbe rappresentare un riparo per coloro che desiderano affrancarsi da dinamiche inflazionistiche e restrittività legislative.