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1.6 L’innovazione sociale nei muse

1.7.2 Funzione sociale dei muse

La tendenza dei musei al rinnovamento dei loro mezzi e strumenti di comunicazione e almiglioramentodellerelazioni con la propria utenzapuò essere interpretataanchecome una conseguenza dei numerosi e importanti progressi che si sono verificatia livello tecnologico nell’ambitodellasocietà contemporanea. Dato il rilievo

34 degli strumenti tecnologici e digitali nella vita moderna, e dei numerosi servizi che utilizzano tali strumenti e che forniscono agli utenti esperienze innovative,checomportano un crescente coinvolgimento dei clienti, è ovvio che anche i musei siano stimolati a ideare modi innovativi e coinvolgenti per narrare le loro storie e interagire con i propri utenti (Bahkshi e Thorsby , 2010).

Negli ultimi decenni hanno avuto luogo cambiamenti e progressi fondamentali in campo tecnologico,che hanno avuto conseguenze di rilievosulla società moderna. Queste trasformazioni, in particolare, hanno contribuito in modo significativo a modificare il funzionamento dei musei, le modalità di esposizione delle loro collezioni e i modi in cui forniscono esperienze ai propri utenti. Più in generale, si sta assistendo a una fase di rapide innovazioni tecnologiche che influenzano la vita della gente a livello globale, esercitando un impatto di rilievo non solo sulle routine della vita quotidiana ma anche i modi in cui ci si avvicina, ci si relaziona e ci si avvicina agli altri (Clough, 2013). Inoltre, i progressi nelle tecnologie digitali hanno dato alle persone l'opportunità di beneficiare distrutture e servizi di qualità, che offrono opportunità interessanti e accessibili a tutti (ARUP, 2013). Tramite questa rivoluzione tecnologica, chiunque ne abbia interessehala possibilità di condividere informazioni di rilievo, approfondirenuovi argomenti e avere accesso a notizie particolari che, in passato, erano riservati solo agli specialisti. Immaginare un mondo senza queste tecnologie è ormai impossibile.

Attualmente, gli sviluppi in campo tecnologico non si limitano ad aree selettive, ma comprendono i settori più disparati della società, ognuno dei qualiè interessato da specifiche innovazioni. Pertanto, anche le istituzioni culturalisono pienamente coinvolte dall'innovazione tecnologica e, se così non fosse, correrebbero seri rischi di essere emarginate e superate da nuove forme di gestione e condivisione del sapere (Clough, 2013).

È noto che le tecnologie digitali hanno effetti dirompenti, nel senso che manifestano quasi sempre originalitàe differenze radicali rispetto a ciò che si utilizzava in precedenza, con l'effetto di rendere rapidamente obsoleti i prodotti e servizi dominanti esistenti nel mercato prima dell’introduzione di queste nuove tecnologie. Tuttavia, in alcuni casi è anche necessario considerare attentamente ciò di cui si dispone, per non affidarsi in modo sconsiderato a ciò che appare desiderabile solo perché è innovativo e alla moda, ma richiede un notevole impegno organizzativo ed economico. Al riguardo, Clayton Christensen, nel suo libro The Innovator's Dilemma (1997), ha spiegato

35 come sia fondamentale capire quando conviene mettere (o non mettere) in atto una conversione totale a una nuova tecnologia, in particolare nei casiin cui la tecnologia attualmente adottata dimostra dipoter essere ancora utilizzata con successo. Il pensiero di Christensenpone indubbiamente una sfida a molte istituzioni,che devono trovare il giusto equilibrio, considerando attentamentei modi in cui preservare il propriovaloreil più a lungo possibile, mantenendosi tuttavia, allo stesso tempo,aggiornatein modo ragionevole, in relazione a gli sviluppi digitali in corso, fra i quali sono chiamate a scegliere ciò che è più fattibile e adatto al conseguimento dei propri obiettivi.

Tra le istituzioni anzidette figurano quelledel settore museale,che hanno finalmente riconosciuto pienamente la necessità di corrispondere alle trasformazioni sociali in corso. La trasformazione digitale, per i musei, diventa essenziale per renderli più presenti sul piano sociale, poiché si è ormai inin un'epoca in cui gli individui si sono abituati ad accedere a una quantità enorme di informazioni, mediante dispositivi mobili dotati di caratteristiche avanzate e in continuo progresso. Ne consegue che i visitatori dei musei si aspettano, anche nell’ambito di tali istituzioni,l’offerta di strumenti, strutture e informazioni il più possibile completi e aggiornati.

Pertanto, allo scopo di far fronte alle esigenze di una società in rapida evoluzione, i musei devono essere in grado di compiere la propria missione primaria, che consiste nel trasmettere cultura, ma senza trascurare di conformarsi ai criteri e alle nuove richieste che emergono dai cambiamenti sociali in atto (Novak et al., 2001). La capacità di soddisfare standard innovativi, riconsiderando i propri compiti e attività alla luce di esigenze mutevoli, costituisce in larga misura una reazione almutamento sociale in corso.

Per ottenere un buon risultato utilizzandoconvenientementele innovazioni, è oggi necessario acquisire familiarità con l’uso della tecnologia digitale. Le tecnologie digitali,se correttamente scelte e utilizzate, consentono di arricchire le esperienze dei visitatoridiesposizioni museali, coinvolgendoli completamente e offrendo altresì alle istituzioni interessate l'opportunità di estendere la propria offerta a un pubblico più vasto,in precedenza non interessato o non servito adeguatamente. Ciò offre ai musei possibilità molto maggiori, rispetto al passato, di diventare reali mediatori della cultura, offrendo ai propri utenti nuove idee, valori e conoscenza. Al riguardo, Vicenteet al. (2012, p. 653) definiscono l'attuale ruolo dei musei come promotori di conservazione, valorizzazione e sostegno del patrimonio culturale e della creazione artistica, facilitando

36 l'accesso e il coinvolgimento nella cultura e proteggendo il pluralismo, la libertà di espressione e la diversità culturale.L'avvento della tecnologia digitale ha creato nuovi spazi nei musei, per allestire sia una visione fisica delle opere esposte, sia una visione virtuale, che rende più completa la prima, fornendo contemporaneamente non solo l’apparenza di ciò che viene presentato agli utenti, ma anche i contenuti e la conoscenza attinenti (Von Hippel, 2005).

Utilizzando l'accesso digitale, che offre alle istituzioni pressoché infinite opportunità di coinvolgimento del pubblico, le mostre sono diventate sorprendentemente più attraenti e coinvolgenti per un pubblico sempre più numeroso di visitatori. D’altra parte, l'esperienza diretta derivata dalle mostre andrà oltre la visita personale al museo poiché sviluppa e favorisce l'apprendimento derivante da approfondimenti post-visita. Nina Simon, designer e autrice del libro “The

ParticipatoryMuseum” (2010), immagina un’anteprima prospettiva di come saranno i

musei in futuro,ovvero un luogo in cui le azioni di ogni persona sono collegate con quelle degli altri in contenuti cumulativi e mutevoli da mostrare, condividere e ricombinare. Un luogo in cui le persone discutono degli oggetti esposti con amici e sconosciuti, condividendo storie e interpretazioni diverse. Un luogo in cui le persone sono invitate su base continuativa a contribuire, a collaborare, a co-creare e a scegliere esperienze e contenuti in un ambiente progettato e intenzionale. Più persone lo visito e più benefici se ne possono trarre.(Simon, 2010, pp. 67-68).

Come sottolinea Simon, al giorno d'oggi lenuoveforme d’interazione tra individui e tecnologie digitali hannoindotto le istituzioni museali a interpretare le prospettive di un mondo che cambia. Rivoluzionando il loro ruolo nella società, i musei devono accettare un periodo di transizione e sviluppo per affermarsi come mediatori culturaliin grado diguidarela società all'evoluzione e al progresso,non solo promuovendo le convinzioni della comunità circostante, ma collegandosi ancheadaltrecomunità e interagendo con esse al fine di coinvolgere un numero più ampio di individui.In tal modo, i musei hanno il potenziale per diventare attori influenti e significativi all'interno della società, essendo in grado di attrarre numerosi visitatori da tutto il mondo e di comunicare con loro attraverso un linguaggio comune. Pertanto, le istituzioni devono riconoscere le loro incomparabili risorse e capacità, amplificate dalla rivoluzione digitale, per diventare sempre più sensibili ai cambiamenti dinamici che interessano la società a livello globale. A tal fine, è ovvio che i musei devano puntare all'ampliamento della loro utenza, non

37 limitanfosi ai propri locali fisici, in modo da sviluppare e migliorare le proprie capacità agli occhi di un vasto pubblico.

Anche prima dell'introduzione della moderna tecnologia digitale, numerosi specialisti ed esperti del settore museale avevano percepito l’esigenza delle istituzioni museali di rinnovare la propria posizione all'interno della società. Tra questi, Stephen Weil, nel suo libro “MakingMuseumsMatter”, ha posto le basi per l'applicazione delle tecnologie digitali all'interno dei musei. L'autore ha suggerito che i musei sono importanti solo se sono percepiti,dalle proprie comunità,come fornitori di qualcosa che ha valore al di là delle loro semplici esposizioni di opere d’arte fisiche (S. Weil, 2002, p.41).

Weil ribadisce l'urgenza che i musei diventino più significativi nella società odierna, adottando nuove tecnologie che li aiutino a coinvolgere e attrarre il pubblico. Poiché i progressi della tecnologia digitale estendono il suo campo di applicazione, potrà aumentare in paralleloanche il ruolo dei musei. In una società che cambia continuamente e progressivamente, i musei dovrebbero perciò percorrere nuove strade nel campo dell'innovazione tecnologica per scoprire modi innovatividipromozionedei loro programmi e attività, diventando sempre più orientati al visitatore.