• Non ci sono risultati.

LA GENESI DELL'«ESPRIT DES LOIS» E L'IDEALE REPUBBLICANO DEL GIOVA- GIOVA-NE MONTESQUIEU

I. IL PIÙ INASPETTATO DEGLI ELOG ROBERT FILMER, LA MOGLIE VIRTUOSA E IL PATRIARCA POCO PATRIARCALE

1. LA GENESI DELL'«ESPRIT DES LOIS» E L'IDEALE REPUBBLICANO DEL GIOVA- GIOVA-NE MONTESQUIEU

Per più di un secolo gli studiosi di Montesquieu si sono confrontati su una questione di grande importanza per l'interpretazione complessiva del suo pensiero, intorno alla quale si è sviluppato un dibattito ormai ampia-mente sedimentato nella letteratura. Si tratta dell'ipotesi secondo cui negli anni giovanili Montesquieu avrebbe sviluppato una profonda ammirazione per le repubbliche, tanto da elevarle a forma di governo ideale e, almeno in linea di principio, superiore alle monarchie.

elabo-rata quando ancora non erano noti molti degli scritti giovanili, lasciati ine-diti da Montesquieu, ed è stata applicata non solo alle Lettres persanes, ma soprattutto ai primi otto libri dell 'Esprit des lois. Per cogliere la genesi di questa lettura bisogna risabre almeno ad un articolo di Paul Janet (1823-1899), professore di storia della filosofia alla Sorbona, apparso nel 1871. In questo studio (poi ripubbHcato a più riprese) egli sosteneva che i primi otto bbri dell' Esprit fossero espressione di idee politiche molto differenti rispetto al resto dell'opera, e notava molte affinità tra questi e le Lettres per-sanes sotto il dupHce profilo della critica alla monarchia e della presentazio-ne delle repubbliche.

Riguardo alla prima questione, Janet rintracciava in alcuni passi di Montesquieu una dupbce immagine della monarchia: quella di un governo tendenzialmente instabile, destinato a degenerare verso la repubbbca o ver-so il dispotismo, e quella di una forma decaduta, che aveva raggiunto il proprio splendore nei tempi passati.1 A questa rappresentazione si con-trapponeva, secondo Janet, il giudizio espresso da Montesquieu sulle re-pubbbche: nate dall'amore della libertà, esse erano definite «santuario del-l'onore, della reputazione e della virtù»;2 stando a queste affermazioni, concludeva Janet, era chiaro che proprio per la presenza della virtù le re-pubbHche godessero, agli occhi del giovane Montesquieu, di un'indubbia superiorità rispetto alle monarchie.3

Sulla base di quest'anahsi comparativa tra Lettres persanes ed Esprit des lois Janet si spingeva fino a supporre che la prima parte del capolavoro del 1748 fosse stata composta intorno al 1721 (anno della prima edizione delle Persanes), in ogni caso prima della partenza dei viaggi.4 Si trattava, vale la pena notarlo, di un'ipotesi di carattere deduttivo, fondata non tanto su ri-scontri biografici o su anàhsi materiab dei documenti, ma sul raffronto tra i

1 P. JANET, Comparaison des théories politiques de Montesquieu et de Jean-Jacques Rousseau, pubblicato dapprima in «Revue des cours littéraires», VILI, 1871, pp. 556-561 e poi ristampato in appendice ad un ampio capitolo dedicato a Montesquieu in ID., Histoire de la science politique

dans ses rapports avec la morale, Paris, 1887 (3° ediz.), 1913 (4° ediz.), voi. II, pp. 465-477, spec. pp. 469-470. In sostegno, Janet citava brani da Lettres persanes CU, e L'Esprit des lois III, 3,5,7 (in realtà 6). Quello di Janet è stato definito «arride génial» da R. SHACKLETON, La genèse de «L'Esprit des lois», «Revue d'histoire littéraire de la France», LII, 1952, n. 4, pp. 425 e da P.

VERNIÈRE, L'«Esprit des lois» ou la raison impure, Paris, 1977, p. 32.

2 MONTESQUIEU, Lettres persanes, L X X X I X , in ID., Qsuvres complètes, texte presentò et an-notò par Roger Caillois, Paris, 1949-1951, voi. I, p. 264: «mais le sanctuaire de l'honneur, de la réputation et de la vertu semble ètre établi dans les républiques et dans les pays où l'on peut prononcer le mot de Patrie».

3 P . JANET, Comparaison cit., pp. 4 7 0 - 4 7 1 . I passi citati a sostegno erano tratti da Lettres

persanes, LXXXIX, L'Esprit des lois III, 3, VI (in realtà IV) 5.

4 P. JANET, Comparaison dt., p. 468. Da notare che Janet datava il ritorno dal viaggio in Europa nel 1728, mentre questo è l'anno della partenza di Montesquieu.

testi allora conosciuti, e sostanzialmente finalizzata a spiegare proprio la di-versità emersa all'interno dell 'Esprit des lois dall'analisi tematica.

Risultavano così due fasi piuttosto distinte nel pensiero di Monte-squieu, separate tra loro dall'esperienza dei viaggi: una prima caratterizzata dall'idealizzazione delle repubbliche - soprattutto antiche - ed un'altra in cui dominava il modello del governo moderato, forgiato sulla falsariga di quello inglese, che secondo Janet Montesquieu aveva imparato a conoscere ed apprezzare durante il soggiorno oltremanica.5

Comunque, Janet presentava l'ideale repubblicano di Montesquieu con una serie di riserve e precisazioni che ne ridimensionavano il fascino e la portata. Innanzi tutto, secondo lo studioso, l'ammirazione montesquieuia-na per le repubbliche egualitarie si fermava a livello di umontesquieuia-na «preferenza ideale», senza tradursi affatto in un vero e proprio programma politico: eco «della vecchia tradizione classica» e frutto di luoghi comuni e di una conoscenza imprecisa dell'antichità, la sua valenza si esauriva nella denun-cia della corruzione dei tempi moderni. In fin dei conti, se la repubblica descritta da Montesquieu non corrispondeva a quella che «noi concepiamo oggi», essa non era neppure il tipo di governo che egli riteneva possibile o auspicava.6

Le ragioni per cui Janet insisteva dapprima sull'ammirazione monte-squieuiana per le repubbliche, mettendo in luce un aspetto fino ad allora poco osservato, per poi depotenziarne la rilevanza politica devono essere ricercate nell'intento di fondo del suo articolo. Apparso nel momento in cui la Francia viveva il conflitto tra la Comune e la Terza Repubblica (1871), esso si presentava formalmente come un confronto tra Monte-squieu e Rousseau per metterne in luce i tratti comuni. E però facile scor-gere il tentativo di realizzare una sorta di intreccio tra il pensiero dell'uno e quello dell'altro, onde creare una posizione culturale intermedia, un punto d'incontro tra le opposte correnti che li assumevano come punti di riferi-mento ideologici, facendone gli esponenti di due posizioni politiche antite-tiche.7 Mostrare il lato rousseauiano di Montesquieu significava spuntare le

5 Infatti Janet riteneva che, quando Montesquieu ebbe l'occasione di conoscere dal vivo il sistema politico dell'Inghilterra (durante il suo soggiorno in questo paese), egli arrivò a compren-derne il funzionamento e apprezzarlo più di quanto non avesse fatto in precedenza, finendo per anteporlo alle repubbliche (ibidem).

6 P . JANET, Comparaison cit., pp. 471-473.

7 Ivi, pp. 465-467: «Le nom de Montesquieu veut dire libéralisme ou monarchie constitu-tionnelle, celui de Jean-Jacques Rousseau démocratie et république égalitaire. D'où il résulte que chacun, suivant le parti auquel il appartiene porte sur eux des jugements injustes et passionnés. [...] Nous transportons ainsi nos haines de partis dans l'histoire de la pensée. [...] Quand nous aurons rencontré bien des idées démocratiques dans Montesquieu, bien des principes de

conser-armi ai «politiques de la Restauratimi, les doctrinaires de l'école de Royer-Collard et de M. Guizot», che facevano appello al pensiero del Presidente, interpretato in chiave monarchico-costituzionale, proprio in funzione anti-rousseauiana.8 Al tempo stesso, Janet trasferiva, per così dire, su Monte-squieu l'ipoteca socialista ed egualitaria degli ideali repubblicani che grava-va su Rousseau, neutralizzandoli.9

A livello scientifico, l'ipotesi di Janet sulla composizione in due tempi dell'Esprit des lois, che era peraltro solo un accenno inserito in un quadro ben più vasto, suscitò molto interesse. Essa fu subito accolta, ad esempio, da Louis Vian.10 Man mano che gli scritti inediti di Montesquieu venivano pubblicati, emergevano nuovi elementi su cui mettere alla prova l'ipotesi di un ideale repubblicano coltivato nella sua giovinezza.11 Nel 1909 l'abate Joseph Dedieu pubblicava uno studio, destinato a lasciare il segno, sulla vation dans Jean-Jacques, peut-ètre aurons-nous rendu le premier plus sympathique aux démo-crates et le second moins désagréable aux conservateurs».

8 Ivi, p. 473.

9 Ibidem: «Qu'on ne reproche donc pas à Rousseau d'avoir encouragé les revendications socialistes et égalitaires. On vient de voir que Montesquieu serait tout aussi responsable que lui, s'il n'était plus vrai et plus juste de dire qu'ils ne sont responsables ni l'un ni l'autre: ce n'est pas leur faute si le préjugé de la vietile tradition classique s'est transformé dans la suite en un préjugé malheureusement trop pratique». La seconda parte dell'articolo di Janet era volta a mo-strare il lato montesquieuiano di Rousseau: la volontà generale non può andare contro la giustìzia, la repubblica è una forma di governo adatta solo ai piccoli stati, occorre distinguere il governo dal sovrano, bisogna tentare di correggere una costituzione prima di cambiarla, e così via: cfr. ivi, pp. 473-477.

10 L. VIAN, Histoire de Montesquieu, d'après des documents nouveaux et inédits, Paris, 1 8 7 9 ,

rist. anast. Genève, 1 9 7 0 , pp. 9 0 - 9 1 . Riguardo ai primi dieci libri dell'Esprit des lois, «M. P. Janet, de l'Institut, l'a fort bien remarqué, on les dirait contemporains des Lettres persanes: mème idéal, mème doctrine, mème ignorance du gouvernement parlementaire, mème médisance de la monar-chie. Montesquieu les a nécessairement écrits avant son voyage en Angleterre, puisqu'il y parie vaguement des libertés de ce pays et qu'il n'a pas l'air d'y comprendre le mécanisme de sa consti-tution, dont il devait faire une analyse si admirablement précise dans les onzième et douzième livres». Cfr. anche MONTESQUIEU, Le leggi della politica, a cura di A. Postigliela, Roma, 1 9 7 9 ,

p. 3 8 , n. 6 8 .

11 Uscirono dapprima Deux opuscules de Montesquieu, publiés par le baron de Monte-squieu, Bordeaux et Paris, 1891, comprendenti il De la considération et de la réputation e le im-portanti Réflexions sur la monarchie universelle en Europe. Buona parte delle opere giovanili di Montesquieu che erano rimaste inedite fu pubblicata un anno dopo: Mélanges inédits de

Monte-squieu, publiés par le baron de Montesquieu, Bordeaux et Paris, 1892. La prima pubblicazione degli appunti di viaggio è seguita di lì a poco: Voyages de Montesquieu, publiés par le baron Al-bert de Montesquieu, Bordeaux, 1894. Janet recensì i Deux opuscules e i Mélages inédits proprio a ridosso della loro pubblicazione, sul «Journal des savants» 1 8 9 2 (Dèe.), pp. 7 1 7 - 7 3 3 ; egli tornò sull'argomento con un'altra recensione anche l'anno successivo, sempre «Journal des savants»,

1 8 9 3 (Mars) pp. 1 4 2 - 1 5 7 . Da segnalare anche che Janet aveva curato un'edizione parziale

dell'E-sprit des lois, Paris, 1887, in cui erano pubblicati per intero i primi cinque libri, e a seguire sintesi degli altri: cfr. D. C . CABEEN, Montesquieu: A Bibliography, New York, 1 9 4 7 . Per l'importanza che le pubblicazioni degli inediti di Montesquieu, proseguite fino al 1950 circa, assumevano in quel periodo cfr. S. COTTA, Gli inediti di Montesquieu. A proposito di una recente pubblicazione,

tradizione politica inglese in Montesquieu.12 In Inghilterra egli aveva tro-vato, secondo Dedieu, le idee fondamentali sulla libertà, sul governo mo-derato, sul rapporto tra leggi, costumi e clima che poi aveva portato in Francia; mettere in luce queste idee significava toccare il nucleo vitale del suo pensiero, richiamare quelle nozioni che «par leur importance tou-jours actuelle, survivent aujourd'hui» - con buona pace della tradizione che, secondo Dedieu, aveva lavorato per esorcizzare l'opera del Presiden-te.13 Da questa prospettiva l'analisi di Dedieu arrivava facilmente a far pro-prie le ipotesi di Janet sull'ammirazione giovanile di Montesquieu per le re-pubbliche e sul viaggio in Europa come momento di svolta intellettuale. Dedieu descriveva un giovane Montesquieu ancora pieno di entusiasmo per le proprie idee, attinte dalle letture dei classici greci e latini, dove splen-devano i tratti di un'antichità grandiosa, resa affascinante dalle massime politiche di Platone e da quelle morali di Cicerone.14 Dedieu arrivava a scrivere: «Montesquieu serait républicain, s'il n'était monarchiste. Il l'est sincèrement, mais il l'est avec effort. Il sent que ce régime politique court, plus que jamais, vers l'abìme, c'est-à-dire vers le despotisme».15 Queste dunque le idee e le passioni politiche che Montesquieu aveva sviluppato prima dei viaggi e che Dedieu rintracciava sia nelle Lettres persanes sia nei primi otto libri deW'Esprit des lois\ a tal riguardo, l'adesione alle tesi di Janet era esplicita.16

Ad infrangere questo mondo ideale era intervenuta, secondo Dedieu come già per Janet, l'esperienza dei viaggi. Dedieu interpretava la decisione di compiere il periplo europeo come la risposta al desiderio di mettere le proprie idee alla prova della realtà.17 Egli poteva ormai disporre degli ap-punti di viaggio di Montesquieu, e vi trovava attestati tutto il disincanto e la delusione accumulati in Italia e in Olanda, repubbliche non più idealizzate ma viste nella loro concretezza.18 A suo parere, il nuovo orientamento

dal-12 J. DEDIEU, Montesquieu et la tradition politique anglaise en France. Les sources anglaises de «L'Esprit des lois», Paris, 1909, rist. anast. Genève, 1971.

13 Ivi, pp. 1-14, spec. 12-14.

14 Ivi, pp. 132-135.

15 Ivi, p. 136.

16 Ivi, pp. 134-135: «Aussi, M. Janet a-t-il pu parler, avec raison, du "contraste étonnant" qui existe entre les huit premiers livres et la suite de l'Esprit des lois». Montesquieu partiva per il viaggio in Europa «ayant un ensemble d'idées bien liées. Il est l'auteur des Lettres persanes, ces frivolités austères, et, selon toute apparence, il vient d ecrire les huit premiers livres de l'Esprit

des lois».

17 Ivi, pp. 131-132.

18 Ivi, pp. 136-142. Per quel che riguarda le osservazioni di Montesquieu sulle repubbliche del proprio tempo, si vedano i Voyages, in particolare le parti dedicate a Venezia, Genova,

l'ideale della virtù repubblicana a quello della moderazione indusse Mon-tesquieu a considerare anche queste forme di governo sotto il profilo della separazione dei poteri, ma da tale punto di vista esse gli apparvero superate dall'Inghilterra.19

In due opere successive, che a loro volta trovarono diffusione (una del 1913, che costituiva una sorta di analisi complessiva dell'opera del Presi-dente, e la seconda del 1943, impostata piuttosto come una biografia intel-lettuale) Dedieu riproponeva le linee portanti della sua tesi. Egli continuava ad attribuire l'ammirazione repubblicana dell'età giovanile alla formazione umanistica e letteraria, sensibile ai grandi ideali perché intrisa di apriorismo cartesiano e di cultura classica: due tendenze per ora prevalenti sulla vena di spirito critico e newtoniano - incline all'empirismo e alla verifica fattua-le - che pure si affacciava negli scritti cosiddetti 'accademici'.20 Così, con-cludeva Dedieu, nel 1727, tra studi eruditi e indagine sulla monarchia fran-cese, «la substance des huit premiers livres de l'Esprit des lois est à peu près acquise», salvo poi dover entrare in tensione con la realtà direttamente osservata.21

Henri Barckhausen, che aveva curato la pubblicazione degli inediti di Montesquieu e al quale si deve il merito di approfondite ricerche d'archivio molte delle quali sui manoscritti che ruotano attorno all'Esprit des lois -aveva conservato un silenzio quantomeno scettico sulla questione della composizione di quest'opera in due periodi differenti.22 Bisogna così

aspet-Olanda e Inghilterra, in MONTESQUIEU, CEuvres complètes, texte présente et annoté par Roger Caillois, cit., voi. I, pp. 544-584, 619-636, 862-875, 875-885. È disponibile una traduzione della parte riguardante il viaggio in Italia: MONTESQUIEU, Viaggio in Italia, trad. it. di Massimo Cole-santi, Roma-Bari, (1971) 1995.

19 J. DEDIEU, Montesquieu-et la tradition politique anglaise en Trance cit., pp. 156-157. 20 J. DEDIEU, Montesquieu, Paris, 1913, spec. pp. 5, 18-28, 38, 69-70, 124-130. ID., Monte-squieu, l'homme et l'oeuvre, Paris, 1943, pp. 66, 97-98,110-113. Per gli scritti accademici di Mon-tesquieu, si veda il Discours sur l'usage des glandes rénales pronunciato all'Accademia di Bor-deaux (1718), e il Projet d'une histoire physique de la Terre ancienne et moderne (1719). Oltre ad essi Montesquieu aveva pronunciato un Discours sur la cause de l'écho (1718), un Discours

sur la cause de la pesanteur des corps (1720) e un Discours sur la cause de la transparence des corps (1720); egli aveva inoltre letto le Observations sur l'histoire naturelle (1721). Su questi argomenti si vedano: A. POSTIGLIOLA, Montesquieu entre Descartes et Newton, e L . BIANCHI, Montesquieu naturaliste, in Montesquieu, les années de formation (1689-1720). Actes du colloque de Grenoble (26-27 septembre 1996), présentés et publiés par C. Volpilhac-Auger, Napoli-Paris-Oxford, 1999, pp. 91-108 e 109-124. Per un bilancio complessivo sull'atteggiamento 'naturalistico' di Montesquieu, dai primi scritti fino all'Esprit des lois, è utile R. MINUTI, Ambiente naturale e di-namica delle società politiche: aspetti e tensioni di un tema di Montesquieu, in Leggere l'«Esprit des

lois». Stato, società e storia nel pensiero di Montesquieu, a cura di D. Felice, Napoli, 1998, pp. 137-163.

2 1 J . DEDIEU, Montesquieu. L'homme et l'oeuvre cit., pp. 63, 66, 97-98.

22 Cfr. H. BARCKHAUSEN, Montesquieu. Ses idées et ses oeuvres d'après les papiers de La Brède, Paris, 1907. L'opera si compone di due parti: la prima rappresenta uno studio di carattere

tare il 1950 per una precisa, puntuale e convincente discussione della tesi Janet-Vian-Dedieu. Nella Introduction all'edizione «Belles Lettres» dell'E-sprit des lois, Jean Brethe de La Gressaye faceva il punto della situazione. Egli ricapitolava gli argomenti e i brani a favore di tale ipotesi e li discuteva uno ad uno, considerando anche gli scritti che nel frattempo erano stati pubblicati.23 Con grande sensibilità ed accortezza, egli mostrava che una più attenta lettura della corrispondenza e una corretta comparazione dei testi smentivano l'ipotesi dello iato cronologico nella composizione dell'E-sprit, e indicavano piuttosto che la redazione dell'opera non fosse iniziata prima del 173424 (in particolare, egli collocava la stesura dei primi nove libri nell'arco cronologico 1734-1738). Brethe de La Gressaye cercava poi di attenuare l'idea di una vera e propria contraddizione nella raffigura-zione delle repubbliche all'interno dell 'Esprit des lois avanzando l'ipotesi di un mutamento nella prospettiva di analisi assunta da Montesquieu.25

A questo punto, erano posti i due capisaldi principali intorno ai quali si svolgerà per lungo tempo il dibattito circa il pensiero di Montesquieu sulle repubbliche. Si può dire infatti che la 'tesi cronologica', nella versione più netta, venne a cadere,26 ma restò aperto il problema di spiegare la

discon-generale sulle idee di Montesquieu, la seconda raccoglie le importanti prefazioni alle edizioni degli inediti, tra cui anche quelli relativi all'Esprit des lois (studiati e già pubblicati in ID., Montesquieu,

l'«Esprit des lois» et les archives de La Brède, Bordeaux, 1904). Importanti contributi di Barckhau-sen anche sulle Lettres persanes e le Considératons. A lui si deve anche la prima edizione delle

Pen-sées (Bordeaux, 1899-1901). Per una recensione non molto positiva dello stesso al libro di Dedieu cfr. «Revue d'histoire littéraire de la France», XVII, 1910, n. 2, pp. 405-408: sulla conoscenza delle fonti inglesi da parte di Montesquieu gli studi successivi daranno però ragione a Dedieu.

23 Tra essi vi era la corrispondenza di Montesquieu (prima edizione critica, non completa, a cura di Francois Gébelin e André Morize nel 1914, Bordeaux, 2 voli.). In una lettera divenuta famosa, Montesquieu scriveva, a proposito dell'Esprit des lois: «je puis dire que j'y ai travaillé toute ma vie [...] Il y a vingt ans que je découvris mes principes». Dal momento che la missiva è datata 7 marzo 1749, un'interpretazione letterale confermava l'ipotesi che la redazione dell'E-sprit des lois fosse iniziata nel 1728 (cfr. MONTESQUIEU, Correspondance in ID., (Euvres complètes,

publiées sous la directions de André Masson, Paris, 1950-1955, voi III, n. 468 p. 1199-1201, [Montesquieu à Solar]). Il riferimento a «vingt années» di lavoro per portare a termine l'opera era noto anche prima della pubblicazione della corrispondenza, poiché contenuto nella Préface all'Esprit des lois (cfr. MONTESQUIEU, CEuvres complètes, texte présenté et annoté par R. Caillois., cit., voi. H, p. 231).

24 Cfr. MONTESQUIEU, De l'Esprit des lois, texte établi et presenté par Jean Brethe de La Gressaye, tome I, Paris, 1950, Introduction, pp. xixxi. In specifico, pp. xi-xrv per i testi che po-trebbero far pensare ad una prima redazione dell'Esprit des lois anteriore al 1728, e per i brani di tale data poi inclusi in esso. Per l'esposizione e la discussione critica della tesi Janet-Dedieu, cfr. pp. xiv-xvni.

25 Cfr. Ivi, pp. XVIII-XXI: mentre nei libri I-VIII Montesquieu si sarebbe dedicato all'esame della «natura» e dei «principi» delle tre forme di governo e alla deduzione delle leggi ad esse proprie, nel seguito dell'opera egli affrontava di petto il problema della libertà politica e delle sue condizioni.

l'in-tinuità tematica dei primi otto libri rispetto agli altri, e, vorrei sottolineare, la loro somiglianza con le opere giovanili di Montesquieu. Rispetto a queste due problematiche, le risposte si sono organizzate secondo alcune linee di tendenza che è opportuno esporre succintamente.

Due anni dopo il lavoro editoriale di Brethe de La Gressaye, Robert

Documenti correlati