• Non ci sono risultati.

I Gerosolimitani in Liguria in età medievale tra tensioni politiche e compiti istituzionali *

II. Dinamiche social

3. I Gerosolimitani in Liguria in età medievale tra tensioni politiche e compiti istituzionali *

Non intendo ripercorrere in senso diacronico le vicende dei Gerosolimitani sul territorio ligure in età medievale, per ricostruire le quali non paiono an- cora esaustive le numerose monografie antiche o recenti, spesso redatte ad onore e gloria dell’Ordine, prevalentemente attente ad una puntuale repor-

tatio dei documenti o incentrate sugli aspetti artistici delle varie commen-

de. Occorrerebbe uno spoglio sistematico dei fondi archivistici locali, con un particolare riguardo per i notai convenzionalmente definiti ecclesiastici, oltre accurate indagini all’Archivio Vaticano e a quello dell’Ordine a Malta, per non limitarsi a rivisitare i soliti Perasso o Muzio, autori di raccolte documentarie indubbiamente pregevoli più che talune compilazioni di loro recenti epigoni.

Prima di arrivare ad una valida opera di sintesi sono necessarie prelimi- nari monografie settoriali, circoscritte nel tempo e nello spazio, attente a varie problematiche, come l’insediamento dell’Ordine, il patrimonio e la sua gestio- ne, la personalità e l’operato dei vari precettori, i rapporti delle commende con i poteri civili ed ecclesiastici locali, oltre che con la Santa Sede. L’edizione dei più antichi cartulari genovesi e savonesi ha proiettato gli studiosi soprattutto sul periodo delle origini, sulla fondazione dell’ospedale e della chiesa, sulle

*

Testo pubblicato originariamente come I gerosolimitani in Liguria in età medievale tra ten-

sioni politiche e compiti istituzionali, in Cavalieri di San Giovanni e territorio. La Liguria tra Provenza e Lombardia nei secoli XIII-XVII, Atti del convegno, a cura di J. Costa Restagno,

Bordighera 1999, pp. 165-190.

 Mi limito a citare le opere più recenti nelle quali è ricordata la bibliografia locale preceden- te: G. M. DELLE PIANE, San Giovanni di Pré, commenda dell’ordine di San Giovanni di

Gerusalemme, di Rodi e di Malta in Genova, Genova-Venezia 1973; L. TACCHELLA, I cavalieri di Malta in Liguria, Genova 1977; ID., Le origini del Gran Priorato di Lombardia e Venezia del sovrano militare Ordine di Malta, Venezia 1992; C. CATTANEO MALLONE, Gli Hospitalieri di San Giovanni a Genova, Genova 1994.

 N. PERASSO, Le chiese di Genova, ms.del sec.XVIII, in Archivio di Stato di Genova (d’ora innanzi citato ASG), ms. 836; N. D. MUZIO, Sancti Iohannis Ordinis Hierosolimitani de capi-

te Arene Genue vetustissima documenta publica..., ms. del 1730, in Biblioteca civica Berio di

Genova. Su questi eruditi locali V. POLONIO, Erudizione settecentesca a Genova. I manoscritti

beriani e Nicolo’ Domenico Muzio, in La Berio, VII, 1967, pp. 5-24; M. ANGELINI, La cultura genealogica in area ligure nel XVIII secolo: introduzione ai repertori delle famiglie, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, n. s., XXXV, 1995, pp. 189-212.

Giovanna Petti Balbi, Governare la città : pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale, ISBN 978-88-8453-603-7 (online), ISBN 978-88-8453-604-4 (print), © Firenze University Press

figure dei primi precettori, sulla formazione del patrimonio fondiario attra- verso cospicue donazioni e lasciti che testimoniano il favorevole impatto del- l’Ordine sulla società locale.

Non è stata comunque adeguatamente valutata e da taluni addirittura ignorata la connessione tra le vicende dei Gerosolimitani e quelle della società e del territorio ospitante, tra i percorsi e l’attività di cavalieri e commendatori e le strategie delle famiglie che li esprimono. Non mi pare ad esempio privo di significato il fatto che a fronte degli oscuri precettori (si fa per dire, in quan- to molti hanno predicati nobiliari) e comunque estranei al mondo ligure del periodo delle origini, dal Trecento appaiono invece alla guida delle commen- de cavalieri di prestigiose casate rivierasche, della Lengueglia e del Carretto, sostituiti nel Quattrocento da esponenti delle élites politiche ed economiche genovesi, legati al potere civile o religioso.

L’essere cavaliere di San Giovanni era certo un segno di distinzione morale, ma indicava anche l’appartenenza ad un ceto sociale privilegiato perché, salvo deroghe, i monaci-cavalieri dovevano essere nobili. Ora è significativo che dalla metà del Trecento, da quando anche in Liguria i populares raggiungono dignità politica ed adottano comportamenti e stili di vita tali da farli assimilare e confon- dere con i nobili, questi di origine sia feudale sia consolare puntino decisamente verso l’Ordine di San Giovanni, in quanto il cavalierato, per non parlare del prio- rato, rimane uno dei pochi titoli qualificanti preclusi a questi nuovi parvenu. E come non vedere nella designazione dei precettori, oltre motivazioni di ordine sociale, anche il riflesso della dinamica politica e religiosa del momento, dello spirito di rivalsa che persone, famiglie, enti della Riviera di Ponente hanno sem- pre manifestato contro l’oppressiva tutela genovese e pensare invece per le vi- cende quattrocentesche alle interferenze sempre più palesi di dogi, governatori, papi nella vita dell’Ordine, al punto che la carica di commendatore, considerata una mera fonte di reddito, pare uno strumento per gratificare fautori e parenti.

E proprio su questo aspetto trascurato dalla storiografia locale, sui diffici- li rapporti tra commenda, poteri locali e istituzioni, che finiscono per condi- zionare l’attività e la vita dell’ente, intendo formulare alcune considerazioni, privilegiando il Tre-Quattrocento, quando meglio documentate appaiono vi-

 Su queste famiglie G.A. SILLA, Storia del Finale, Savona, I, 1964; J. COSTA RESTAGNO, Ceti

dirigenti e famiglie di Albenga: feudo, città e territorio, in La storia dei genovesi, IV, Genova

1984, pp. 145-178; R. PAVONI, Liguria medievale, Genova 1992; G. PETTI BALBI, Magnati e

popolani in area ligure, in Magnati e popolani nell’Italia comunale, Atti del 15 convegno inter-

nazionale di studi, Pistoia 1997, pp. 243-272 [ora anche in questo volume].

 II carattere nobiliare dell’Ordine viene solennemente ribadito nello statuto del Gran Maestro Ugo de Revel (1258-1277). Su questo aspetto A. LUTTRELL, Templari e ospitalieri in Italia, in

Templari e ospitalieri in Italia: la chiesa di San Bevignate a Perugia, Perugia 1987, pp. 1-11, ora

in ID., The Hospitallers of Rhodes and their Mediterranean World, London 1992, I.

II. Dinamiche sociali

147

cende ed attività di cavalieri e commendatori. Avverto che, a fronte di un tema che sembra potersi aprire a trattazioni di vaste dimensioni, ho preso in esame il solo caso genovese, sia per la maggior familiarità con le vicende locali, sia perché le mie ricerche si sono svolte in prevalenza all’Archivio di Stato e all’Ar- chivio capitolare di Genova.

È nella logica delle cose e nello spirito dell’Ordine che a Genova, luogo di imbarco per pellegrini e mercanti che intendono portarsi verso i Luoghi Santi, in un punto strategico per la navigazione, sia sorta già intorno al 1180 la prima fondazione giovannita della regione, la chiesa di San Giovanni di Pré, a cui si affiancano l’ospedale ed altri edifici atti ad espletare compiti assistenziali, su- bito sottoposti al priorato di Lombardia. Per le stesse ragioni la seconda fon- dazione giovannita viene effettuata nel 1196 a Savona, città marittima rivale di Genova, anch’essa alla confluenza di itinerari che portano i pellegrini al mare, sottoposta al precettore di San Giovanni.

Molto si è scritto su questo periodo: si è cercato di ricostruire, talora fa- cendo confusione tra i nomi, la successione dei precettori, taluni dei quali come sant’Ugo entrati nell’agiografia o come Guglielmo di Voltaggio partico- larmente coinvolto nella vita politica del Comune, e si è tentato di tener die- tro all’irradiazione dell’Ordine sul territorio ligure. Ovunque i Gerosolimitani incontrano consensi e favori, come dimostrano ad esempio il numero dei fra-

tres presenti a Prè, non mai meno di dodici oltre il commendatore0, l’ade- sione di donne all’ospedale, la frequenza e la consistenza delle donazioni che permettono una significativa presenza lungo le Riviere e nell’Oltregiogo. La distribuzione geografica di chiese e ospedali rivela, in Liguria come altrove,  Una testimonianza epigrafica ricorda l’inizio dei lavori della domus genovese degli Ospedalieri e il nome del fondatore, fra Guglielmo. L’insediamento sarebbe localizzato sopra l’antica chiesa of- ficiata dai canonici del Santo Sepolcro, la cui presenza è attestata almeno nel 1143: TACCHELLA,

I cavalieri di Malta, cit., pp. 11-19.

 Chiesa ed ospedale, sotto il titolo di Santa Margherita e di San Leonardo, furono eretti da quat- tro cittadini di Savona che li donarono subito al precettore genovese. In segno di gratitudine e a ricordo dell’evento ogni anno il precettore di Pré inviava a Pasqua un agnello al più anziano membro delle famiglie fondatrici: P. ACCAME, Notizie e documenti inediti sui templari e ge-

rosolimitani in Liguria, Finalborgo 1902, pp. 90-91; P. NOBERASCO, Savona e l’ordine di San Giovanni di Gerusalemme, in Atti della Società Savonese di Storia Patria, VI, 1923, pp. 115-125;

G.M. DELLEPIANE, Un intervento del gran maestro di Malta fra Giovanni d’Homedes a favore

della commenda gerosolimitana di Savona, in Liguria, VII, novembre 1981, pp. 17-18.

 V. PERSOGLIO, Sant’Ugo cavaliere ospedaliere gerosolimitano e la commenda di San

Giovanni di Pré, Genova 1877. Cfr. anche il contributo di P. Cosola in questo stesso volume.

 V. PEIRANO, Guglielmo di Voltaggio commendatore nei cavalieri di Malta, fondatore della

chiesa di San Giovanni di Pré, Genova 1879.

0 Queste stime si desumono dai documenti notarili che ricordano, talora in dettaglio, il nome e la provenienza degli ospedalieri, con le qualifiche di prete, capellano, custos infirmorum, medico.  Cfr. ad esempio Luoghi di strada nel medioevo. Fra il Po, il mare e le Alpi occidentali, a cura di G. SERGI, Torino 1997.

un progetto coerente di scelte insediative tese a sfruttare le potenzialità di un itinerario o di un incrocio stradale, di un luogo fortificato, di un porto, di un corso d’acqua, capaci di richiamare pellegrini, viandanti, mercanti e quindi anche laici votati al loro ricovero, alla loro assistenza, alla loro difesa lungo gli itinerari più frequentati.

Anche senza voler interpretare come segno di prestigio per la commenda genovese il fatto che a metà del secolo XII ne sia precettore Lantelmo dei conti di Lomello, il che mi pare possa invece far pensare ad uno stretto controllo da parte del priorato di Lombardia, o ancora il titolo di marca di Genova con cui viene designata nel 1302 la precetteria, con una dizione che fa semplice- mente riferimento a quella storica altomedievale del territorio, si può affer- mare che il pieno Duecento rappresenta per San Giovanni di Pré un momento particolarmente favorevole, a seguito del fervore religioso e della generosità dei laici e del nuovo clima di guerra santa alimentato dalle imprese di Luigi IX, per il ruolo che Genova assume nell’allestimento di navi e di flotte per la crociata e per le vicende orientali in cui si trova coinvolto l’Ordine, assurto a baluardo militare e navale della cristianità contro i turchi.

Anche i rapporti con il Comune genovese paiono abbastanza buoni, nono- stante le divergenze per il possesso di Cervo: il priore di Lombardia è tra gli emissari del re di Francia che nel 1248 trattano il noleggio delle imbarcazioni genovesi ; nel ‘58 e nell’87, in occasione del conflitto tra genovesi e veneziani per il possesso di San Giovanni d’Acri, i Giovanniti combattono a fianco di Genova, come in occasione dell’affare di Tripoli del 1288, mentre Manuele Zaccaria diventa nel ‘92 ammiraglio delle galee armate contro i saraceni con

 Nel 1151 a Cremona il vescovo Oberto investe fra Lantelmo del fu Ottone conte di Lomello, quale procuratore del Gran Maestro e precettore dell’ospedale di Genova, dell’ospedale di San Michele nell’omonimo borgo di Cremona: TACCHELLA, Le origini del gran priorato, cit., p. 42. Il Cattaneo Mallone (Gli Hospitalieri, cit., p. 166) identifica addirittura Lantelmo come capostipi- te della famiglia genovese Lomellini.

 In occasione del capitolo generale tenutosi il 13 maggio 1302 nella chiesa di San Pietro di Asti. Sull’importanza di questo documento, in cui sono elencate tutte le precettorie ed i precettori del priorato di Lombardia, insistono tutti gli studiosi dell’Ordine: cfr. anche il contributo di R. Bordone in questo stesso volume. Per quanto attiene alla Liguria vengono ricordati fra Pagano Scacavallo castellano di Cervo, fra Giacomo del Bosco precettore di Diano, fra Manuele da Voltri precettore di San Leonardo a Cavi di Lavagna, fra Giacomo de Riva precettore di Chiavari.  L. T. BELGRANO, Documenti inediti riguardanti le due crociate di san Ludovico re di Francia, Genova 1859; G. CARO, Genova e la supremazia nel Mediterraneo (1257-1311), trad. it., Atti della

Società Ligure di Storia Patria, n. s., XIV-XV, 1974-75; R. LOPEZ, La prima crisi della banca di Genova (1250-1259), Milano 1956.

 Sulle vicende di questa località, feudo giovannita dal 1198, cfr. da ultimo L. TACCHELLA,

Cervo e Rocchetta di Cairo, due feudi liguri nella storia del sovrano militare ordine di Malta,

Genova 1996.

 Annali di Caffaro e de’ suoi continuatori, a cura di L. T. BELGRANO - C. IMPERIALE DI SANT’ANGELO, FISI, I-V, Roma 1890-1929, IV, 1926, pp. 35-36; V, 1919, p. 90.

II. Dinamiche sociali

149

il contributo finanziario dell’Ordine, per non ricordare l’apporto dato dai ge- novesi alla conquista di Rodi iniziata nel 1306.

Non altrettanto limpide sono le relazioni con la chiesa locale. Spia di un clima di tensione può essere il contrasto di giurisdizione sorto tra la commen- da e la chiesa delle Vigne che Innocenzo IV aveva cercato di comporre nel 1249, la vertenza con il monastero di San Siro che si trascina dal 1243 al ‘52 quando Innocenzo IV ordina di dare esecuzione alla sentenza a suo tempo emessa dall’arcivescovo di Genova0, la bolla che Gregorio X indirizza nel ‘72 all’arcivescovo in favore degli ospedalieri di Lombardia con la quale rinnova privilegi e immunità già concesse nel 1255 da Alessandro IV o ancora il fatto che nel 1335 il precettore sottoponga se stesso, l’ospedale e la chiesa di San Giovanni alla giurisdizione dell’arcivescovo per ottenere il diritto alla resti- tuzione dei beni sottratti. All’inizio del Trecento comunque la commenda di Pré appare particolarmente ricca e vitale, sotto la guida di fra Bertolino del Carretto: nel 1305 annovera sette fratelli, di cui uno prete, oltre il commenda- tore che gestisce grosse somme di danaro e tratta con i Peruzzi, i banchieri fiorentini che hanno fatto grossi prestiti all’Ordine per l’impresa di Rodi.  Annali, cit., V, pp. 143-144. Su Manuele R. S. LOPEZ, Benedetto Zaccaria ammiraglio e

mercante nella Genova del Duecento, Messina-Milano 1933, n. ed. Firenze 1996; E. BASSO, Gli Zaccaria, in Genova: un impero sul mare, Cagliari 1994, pp. 32-62.

 A. LUTTRELL, The Hospitallers at Rhodes: 1306-1421, in History of the Crusades, Wisconsin, II, 1975, pp. 278-313, ora in ID., The Hospitallers in Cyprus, Rhodes, Greece and the West, 1291-1400, London 1979, I; ID., Rhodes: base militaire, colonie, métropole de 1306 à 1440, in

Coloniser au moyen âge, edd. M. BALARD - A. DUCELLIER, Paris 1995, pp. 235-240; ID., The Genoese at Rhodes: 1306-1312, in Oriente e Occidente tra medioevo ed età moderna. Studi in onore di G. Pistarino, Genova 1997, II, pp. 737-761.

 Il papa aveva delegato per la composizione l’abate di Sant’Andrea di Sestri ed il prevosto di Santa Maria di Castello: DELLE PIANE, San Giovanni di Pré, cit., p. 73; TACCHELLA, I cavalieri

di Malta, cit., p. 46.

0 Su questa lunga vertenza esiste una copiosa documentazione: Le carte del monastero di San

Siro di Genova (1225-1253), II, a cura di S. MACCHIAVELLO - A. TRAINO, Fonti per la storia della Liguria, VI, Genova 1997, docc. 468-470, 502, 513, 516, 553.

 J. DELAVILLE LE ROULX, Cartulaire général de l’Ordre des Hospitaliers de S. Jean de

Jerusalem, I-IV, Paris 1894-1906, II (1261-1300), Paris 1899, n. 3463, Orvieto, 30 luglio. Ne esi-

ste una copia trascritta a Genova dal notaio Corrado Stefano di Lavagna il 5 dicembre per volere dell’arcivescovo Gualtieri di Vezzano.

 Il documento è pubblicato dal Tacchella che lo trae dal Perasso: TACCHELLA, I cavalieri di

Malta, cit., pp. 55-56.

 Il 18 novembre 1305, alla presenza dei confratelli dell’ospedale fra Bertolino acquista una casa situata in contrada Porta dei Vacca, attigua alle mura, per 930 lire di genovini: ASG, notai ignoti 2, fasc. 3. Nel gennaio dello stesso anno fra Ottolino di Sanremo procuratore dell’ospedale e fra Garessio precettore dell’ospedale di San Giovanni di Gavi raggiungono un compromesso nella vertenza tra i due enti per l’eredità di due coniugi: ASG, not. Andreolo de Lanerio, cart. 147/II, ff. 135r-v. Nel 1336 i frati sono già ridotti a quattro oltre il precettore fra Rolando: PERASSO, Le

chiese di Genova, cit., f. 316.

 Prima del 1305 il gerosolimitano Martino di Santo Stefano, cubiculare del papa, quietanza fra Bertolino e Giovanni Cocarello cittadino genovese per 3600 fiorini d’oro pagati a Genova dalla

La difficile situazione creatasi in Oriente, la necessità di difendere Rodi ed altre località dagli attacchi degli infedeli, che alimentano l’idea del passagium

generale o particulare, della crociata variamente sostenuta, incrementano i sussidi mirati e coinvolgono più di altre sedi quella genovese che sembra trar- re profitto dal nuovo clima spirituale. Nel 1311, in quanto compresa nel prio- rato di Lombardia a cui sono stati concessi particolari privilegi papali, anche la commenda di Pré è autorizzata a percepire i lasciti fatti ad passagium seu in

subsidium Terre Sancte e nel 1312 beneficia della soppressione dei Templari e

dell’attribuzione dei loro beni all’Ordine, ottenendo la chiesa di Santa Fede in città e proprietà in valle Scrivia, nella diocesi di Tortona e di Albenga.

In questi frangenti la commenda, sottoposta a tensioni esterne e dissidi interni che vengono in luce soprattutto al momento della nomina dei precet- tori, sembra esercitare una grande forza di attrazione soprattutto su signori e forze della Riviera di Ponente: si assiste così ad una sorta di appropriazio- ne della carica da parte di due eminenti famiglie rivierasche, i marchesi del Carretto, legati ad Avignone, ed i signori della Lengueglia, più vicini a Roma, che esprimono cavalieri, ammiragli, priori. Dai del Carretto escono il già citato Bertolino priore di Pré nel 1305, Manuele, ammiraglio dell’Ordine negli anni trenta e priore di Lombardia nel ‘35, e soprattutto Daniele. Egli presta servi- zio a Rodi e per questo con il favore papale gode di cospicue rendite di vari priorati, tra cui quello di Genova nel 1374; già priore di Lombardia nel ‘65, commendatore di Cipro, morirà proprio sulla via dell’Oriente a Chiarenza nel dicembre ‘78. I della Lengueglia, prestigioso casato albingauno, esprimono società dei Peruzzi di Firenze: ASG, notai ignoti 2, fasc. 2. Quest’episodio aiuta a capire perché qualche decennio dopo l’Ordine debba saldare oltre 570.000 fiorini d’oro a Peruzzi, Bardi ed altri mercanti banchieri fiorentini: G. BoSIo, Dell’historia della sacra religione et illustrissima militia di

S. Giovanni Gerosolimitano, Roma 1594, II, p. 51. In proposito, A. LUTTRELL, Interessi fiorentini nell’economia e nella politica dei cavalieri ospedalieri di Rodi nel Trecento, in Annali della Scuola Normale di Pisa, 2 s., XXVIII, 1959, pp. 317-326, ora in ID., The Hospitallers in Cyprus, cit., VIII.

 B. KEDAR - S. SCHEIN, Un projet de «passage particulier» proposé par l’Ordre de l’Hopi-

tal 1306-1307, in Bibliothèque de l’Ecole des Chartes, CXXXVII, 1979, pp. 211-226; S. SCHEIN, Fideles crucis. The Papacy, the West, the Recovery of the Holy Land 1274-1314, Oxford 1991; A.

BELTJENS, Aux origines de l’Ordre de Malta. De la fondation de l’Hopital de Jérusalem à sa

transformation en ordre militaire, Bruxelles 1995; M. BALARD, Chypre, les republiques mariti- mes italiennes et les plans de croisade (1274-1370), in Papers given at International Conference Cyprus and the crusades, Nicosia 1995, pp. 97-106; Acri 1291. La fine della presenza degli ordini militari in Terra Santa e i nuovi orientamenti nel XIV secolo, Perugia 1996.

 A. LUTTRELL, Gli Ospedalieri e l’eredità dei Templari, in I templari: mito e storia, Siena 1989, pp. 67-86, ora in ID., The Hospitallers of Rhodes, cit., III. Per l’ambito locale, DELLE PIANE, San

Giovanni di Pré, cit., p. 88; C. MARCHESANI-G. SPERATI, Ospedali genovesi nel medioevo, Atti della Società Ligure di Storia Patria, n. s., XXI, 1981, n. 611, p. 320.27

 Su questi personaggi ACCAME, Notizie e documenti inediti, cit., p. 98; DELLE PIANE, San

Giovanni di Pré, cit., pp. 103-104, TACCHELLA, I cavalieri di Malta, cit., p. 59, CATTANEO

MALLONE, Gli Hospitalieri, cit., p. 113 sgg.; A. LUTTRELL, Del Carretto Daniele, in Dizionario

II. Dinamiche sociali

151

Alfonso precettore di Pré nel ‘58 e Stefano nel ‘65, al quale succede Anselmo, distintosi personalmente nell’acquisto di armi per l’Ordine e celebre soprat- tutto per aver ospitato nel 1367 durante il suo soggiorno genovese Urbano V, secondo una consuetudine largamente diffusa in Europa che fa delle commen- de residenze per principi, papi, imperatori, duchi, piuttosto che per derelitti.

Questo pontefice, che forse si è reso personalmente conto delle difficoltà e della decadenza spirituale e materiale in atto a Pré, si mostra assai generoso nei confronti della commenda: nel ‘67 concede l’indulgenza plenaria a quan- ti visiteranno chiesa ed ospedale0, nel ‘69 per ovviare all’esiguità dei redditi che non permettono di provvedere pauperibus ad eam confluentibus necnon