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La gestione dei rapporti

Nel documento { ANDI AMO (pagine 40-43)

internazionali

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Da un lato, l’impossibilità del movimento tra nazioni - e, a seguire, all’interno della stessa nazione - ha portato alla sospen-sione o alla cancellazione di un grande numero di importanti incontri, interna-zionali e non. Inoltre, bisogna ammettere che, per forza di cose, l’emergenza ha spinto tutti i professionisti del settore a rivolgersi in prima battuta alla situazione domestica, rimboccandosi le maniche per stabilizzare il panorama odontoiatrico a livello nazionale. Le nostre forze sono limitate: appare evidente come, per im-pegnarsi maggiormente su un fronte, si debbano distogliere energie da altri poli.

Eppure, questa è solo una faccia della medaglia. L’altra, che vorrei qui ricorda-re, si è esplicata in un numero di forme molto diverse tra loro, ma direi unite da un denominatore comune: la coscienza di essere tutti parte di questa tragedia.

Il COVID si è configurato, si sta ancora configurando, come una delle grandi pro-blematiche globali del nostro tempo; la definizione di pandemia mossa dall’OMS l’11 Marzo scorso indica anche questa dimensione, non muove da un valore pu-ramente denotativo basato su basi unica-mente epidemiologiche. La coscienza di essere all’interno di un problema comu-ne ha spinto molti a interrogarsi su come

le limitazioni vissute nel quotidiano fossero affrontate anche in altri contesti. Ecco allora la necessità di aprirsi all’estero, di confrontarsi e dialogare con i professionisti di tutto il mondo.

Come ha risposto ANDI a queste esigenze?

Ci sono state numerose iniziative in questo ambito e per ragioni di spazio posso solo riassumerne alcune. A livello internazionale c’è stato un grande scambio di informa-zioni. Da un lato, abbiamo avviato fin dai primi giorni di marzo un’intensa attività epistolare con le associazioni estere, nella convinzione che solo confrontando le nostre risposte con quelle dei nostri vicini avremmo potuto ca-pire come meglio affrontare la crisi. Sotto questo punto di vista, siamo rimasti sorpresi dalla positività con cui questa iniziativa sia stata raccolta e corrisposta: come ho già detto, centinaia di migliaia di dentisti in tutto il mondo si sono trovati, negli ultimi mesi, ad affrontare le stesse dinamiche e le stesse limitazioni. Al di là dei dati tecni-ci, normativi e procedurali, anche il solo contatto con altri professionisti ci ha aiutato a mettere la crisi in una pro-spettiva adeguata, riflettendo sulle soluzioni da affrontare in maniera più bilanciata.

In secondo luogo, a livello scientifico e non, questi mesi hanno visto una vera e propria esplosione nel mondo dell’in-formazione: articoli scientifici e divulgativi, riviste, giornali online, blog, qualsiasi mezzo è stato usato in maniera

mas-siccia per diffondere informazioni sulla pandemia in atto.

Si capisce come, in mezzo a questa produzione, accanto al materiale di vitale importanza per gestire gli aspetti più tecnici e delicati della pandemia, ci sia stata anche una pro-liferazione di notizie non confermate, smentite, o falsate in partenza: distinguere il grano dal loglio è diventato quindi più importante che mai. In questo siamo stati aiutati da una rete mai vista prima di collaborazione internazionale:

banche dati, seminari, aggiornamenti e webinar sono stati costruiti e messi in condivisione da numerose associazioni, diventando una presenza costante delle nostre giornate.

Una apertura di questo genere, così articolata e comples-sa, sarebbe stata impensabile senza una collaborazione in-ternazionale, senza quei contatti che ormai da anni legano ANDI alle maggiori associazioni di categoria estere, e senza i canali di comunicazione aperti dagli organi internazionali.

Quale è stato il contributo degli enti internazionali?

La mobilitazione degli istituti internazionali, dentro e fuori il mondo della medicina, è stata fondamentale per coor-dinare gli sforzi che stanno portando, almeno in Europa, a un progressivo ritorno alla normalità. Per ragioni di spazio, mi devo limitare al solo mondo dell’odontoiatria.

Il CED (Consiglio Europeo Dentisti) si è mosso con deci-sione e sicurezza fin dai primi momenti per contrastare l’emergenza. La sua azione è stata quella di articolare e mettere in contatto i professionisti del settore,

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gliendo e distribuendo i dati sulla progressione del virus e le misure prese da ordini e associazioni di categoria tramite una attività continuativa di inchieste e questiona-ri. Inoltre, il CED ha svolto il compito di portare le istan-ze evidenziate all’attenzione degli istituti europei; una azione, quindi, di natura politica nel senso più pieno del termine, e in linea con la natura costitutiva del Consi-glio. Da parte nostra c’è stato un contatto e uno scambio continuativo con la dirigenza CED, alla cui presidenza si trova, siamo orgogliosi di ricordarlo, un attivo membro ANDI, Marco Landi, che ringraziamo ancora per il lavoro svolto. L’interazione con l’Europa ci ha permesso di es-sere informati direttamente sulla situazione internazio-nale e misurare le nostre preoccupazioni con quelle di altri paesi.

Dal canto suo FDI (Federazione Internazionale Odontoia-tri), data la sua conformazione e la sua natura precipua-mente scientifica, ha risposto all’emergenza con tempi diversi, ma con lo stesso entusiasmo. I diversi corpi di cui si compone FDI hanno attivato una attività di scan-ning dei diversi settori dell’odontoiatria, raccogliendo dati preziosi sulla risposta odontoiatrica al COVID. Inol-tre, grazie ad una intensa attività di webinar aperti a tutti, ha contribuito ad allargare la diffusione delle informazio-ni raccolte e l’aggiornamento dei suoi membri. In questo

senso, FDI è riuscita a seguire lo sviluppo della risposta al COVID da una angolazione complementare.

Quali i progetti per il futuro?

Ci aspetta un anno intenso sotto tutti i fronti. Le attività, i gruppi di lavoro, i meeting devono riprendere, per as-sicurare una gestione della pratica odontoiatrica quanto più aggiornata, interconnessa e dinamica possibile. Le prime date fissate sono 18-21 Novembre 2020, per il doppio incontro ERO e CED a Bruxelles; date, è eviden-te, ancora solo probabili, vincolate ai tempi e gli sviluppi di una pandemia che, è bene ricordarlo, in Europa è an-cora presente e in altre aree del mondo sta avanzando a pieno regime. Da parte nostra, possiamo dire come questa pandemia ci abbia costretti ad accelerare sulla strada dell’informatizzazione e della digitalizzazione, le grandi sfide del futuro. Anche per questo, se le limita-zioni ai movimenti dovessero protrarsi, saremo pronti a riprendere le attività da remoto. In questa forma, proprio in questi giorni, stanno ripartendo le attività dei vari grup-pi di lavoro internazionali, che vedono la partecipazione di numerosi membri ANDI. Va da sé che come avremo nuovamente la possibilità di viaggiare, la saluteremo con gioia e sollievo, a significare che un momento così diffi-cile si sia, finalmente, concluso. { }

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