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Giordani contro Zaia: mai i terreni gratis

Il sindaco ribadisce il "no" alla donazione dell' area est: «Una promessa di Bitonci sconfessata dalla volontà degli elettori»POLO DELLA SALUTE » TENSIONE TRA COMUNE E REGIONE

di Filippo TosattoIl profilo del nuovo policlinico universitario è un cubo di Rubik maneggiato da giocatori discordi e in qualche caso inesperti. Inseguirne le esternazioni verbali, oltre che una sfida alla pazienza dei lettori, rappresenta un esercizio di modesto interesse pratico. Meglio, allora, ricapitolare le parziali certezze acquisite, riassumibili in un paio di evidenze. La rotta bifronte intrapresa dalla sanità del Veneto colloca un polo della salute altamente specializzato e di respiro regionale in un sito diverso da via Giustiniani, riservando a quest' ultima un presidio ospedaliero rimodellato sulle esigenze urbane, con una ripartizione sostanzialmente paritaria dei 1600 posti letto totali previsti a regime; tale soluzione coinciderà - almeno, si spera - con l' indifferibile riordino dell' offerta medicale padovana (attualmente frammentata, onerosa e non priva di inefficienze) con il progressivo esodo degli ambulatori e delle degenze di Sant' Antonio e Iov negli spazi sgomberati dalle cliniche ad alta intensità di cure. Il piano, se e quando decollerà, avrà una tempistica decennale, procederà per step successivi e infine - tra costruzioni, demolizioni, traslochi, infrastrutture accessorie e dotazioni aggiuntive con l' ovvia esigenza di garantire la continuità delle cure e la manutenzione degli edifici che ospitano pazienti - comporterà un impegno di spesa vicino al miliardo; è questa la stima degli esperti di Palazzo Balbi, condivisa dal direttore della sanità Domenico Mantoan, incaricato dal governatore Zaia di coordinare la programmazione di medio periodo d' intesa con lAzienda ospedaliera e Ateneo. Restano i nodi irrisolti, a cominciare dalla fatidica scelta del sito, affidata al tavolo tecnico presieduto da Luciano Flor e attesa per il 27 novembre. Nel ribadire, una volta ancora, che a far pendere l' ago della bilancia verso Padova est fu la donazione dei terreni promessa da Massimo Bitonci, Luca Zaia ha ventilato l' ipotesi di tornare all' opzione precedente, ovvero l' ovest-Euganeo, qualora Sergio Giordani insista nel niet alla cessione gratuita dell' area comunale di San Lazzaro. Circostanza puntualmente confermata dal sindaco "civico" nonostante la Corte dei Conti, per voce del procuratore generale Evangelista, abbia escluso il rischio del danno erariale più volte sbandierato da Palazzo Moroni. «Ripeto che, in ogni eventualità, non ho intenzione di elargire gratuitamente beni patrimoniali dei padovani e del Comune di Padova», è la nota diffusa da Giordani «è un' opzione di buon senso che si rifà a tutti i casi analoghi che ritroviamo nel territorio regionale. A Padova, da giugno, c' è una nuova amministrazione; quella della cessione gratuita è una scelta che non condivido e alla quale non abbiamo nessuna intenzione di allinearci, vista anche la chiara espressione degli elettori».Tant' è. Agli occhi del sindaco la priorità «irrinunciabile» è rappresentata «dalla reale, radicale e duratura valorizzazione della vocazione ospedaliera dell' attuale sito giustinianeo. Prospettiva che dovrà comprendere una nuova progettualità strutturale, risorse e tempi certi, nonché una programmazione sanitaria che ne conservi le elevate funzioni mediche»; quanto al luogo destinato al nuovo polo, il capo dell' amministrazione manifesta una sostanziale neutralità («Confermo la massima volontà ad un atteggiamento disponibile e aperto al confronto con tutti... ») e, pur non ammainando il vessillo del "nuovo su attuale"

(peraltro già bocciato dal tavolo tecnico nella sua formulazione più ampia) riconosce de facto l' ultima parola alla Regione, finanziatrice dell' operazione, limitandosi a rammentare che a porre un "veto politico" sull' ubicazione ovest fu una Giunta, quella bitonciana, «non riconfermata dagli elettori». Conclusione provvisoria: al di là delle schermaglie verbali è improbabile che l' entità della somma richiesta dal sindaco a Zaia (20-30 milioni) provochi l' inversione di marcia di un piano così ambizioso.

Qualche scossone, semmai, potrebbe riservarlo l' imminente sentenza del Consiglio di Stato sull' azione risarcitoria della società Finanza e Progetti che a quell' ipotesi ha (invano) lavorato. Lo sapremo presto, assai presto.

FILIPPO TOSATTO

16/11/2017 La Nuova di Venezia e Mestre pagina 37 hanno rinvenuto il suo nome nei registri di laurea e neppure nell' elenco dei medici abilitati alla professione con l' esame di Stato».Lo ha ricordato ieri in aula la sostituto procuratore Chiara Imposimato, chiedendo ai giudici della Corte dei Conti del Veneto di condannare Andrea Stampini a restituire un milione e 581 mila euro, ovvero quanto guadagnato dal 1997 al 2014 come ginecologo ostetrico, con funzioni anche di primario, in diverse Usl del nordest. Forte di un atto notarile che attestava l' avvenuta laurea, Stampini ha infatti operato dal 1978 al 2015, come ginecologo ostetrico (con funzioni anche di primario) a Ferrara, Portomaggiore, Riva del Garda, Bassano del Grappa e - dopo la pensione - come medico dello studio Efds, convenzionato con l' Usl di Dolo. Proprio per questa sua ultima attività, è sotto processo davanti al Tribunale di Venezia per le gravissime lesioni neurologiche subite da un neonato di Camponogara, nato durante un parto seguito da Stampini quale consulente dell' ospedale di Dolo. Domani, infatti, riprenderà il processo penale che vede il geometra - questo risulta ai Nas il titolo di studio in possesso di Stampini - imputato non solo per il reato di esercizio abusivo della professione medica, ma anche di «grave negligenza, grave imprudenza e grave imperizia» per aver guidato il parto senza averne le competenze, nel «far praticare all' ostetrica manovre dannose, inidonee o comunque errate per far fronte a una complicanza insorta, aggravata dalla sconsiderata applicazione della ventosa ostetrica», causando al piccolo danni neuropsichici permanenti e invalidanti.Nella sua requisitoria, la pm contable Imposimato ha infine ricordato come l' imputato sia sotto processo anche a Vicenza.Da parte sua, l' avvocato difensore Maurizio Servido - che rappresenta Stampini insieme al collega Giuliano Onorati - ha invece sostenuto nella sua arringa come «non vi sia prova della mancata laurea di Stampini», contestando la giurisdizione della Corte dei Conti del Veneto e chiedendo, in subordine, la sospensione dei procedimenti in attesa che abbiano termine i processi penali. Punto sul quale la pm Imposimato ha, al contrario, ribadito l' autonomia di giudizio della magistratura contabile, tanto che la Corte dei Conti di Trento ha già condannato Stampini a restituire 484 mila euro di onorari, poi «purtroppo ridotti in Appello a 20 mila». Da ieri, la Corte dei Conti - presieduta da Guido Carlino - è in camera di consiglio per decidere: sentenza attesa entro un mese.©RIPRODUZIONE RISERVATA.

ROBERTA DE ROSSI

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