• Non ci sono risultati.

GLI INVENTARI DEI BENI NELLE DIMORE SIGNORILI VENEZIANE.

DISTRIBUZIONE E FUNZIONE DEGLI AMBIENTI NEL CINQUECENTO.

2.2 GLI INVENTARI DEI BENI NELLE DIMORE SIGNORILI VENEZIANE.

Leggendo le voci citate negli inventari attentamente studiati da Isabella Palumbo Fossati Casa, riguardanti le abitazioni di mercanti e patrizi veneziani dell'ultimo trentennio del Cinquecento, ci imbattiamo nel termine «lettiera» che vuole indicare il letto destinato al sonno61, solitamente realizzato in legno di noce, altre volte di pero intagliato o addirittura in ferro dorato.

Nelle descrizioni che riguardano le camere da letto troviamo anche gli «adornamenti», dettagli che contraddistinguono il letto, come il «cavezzale», i «cussini», «stramazzi», le «coltri» le «schiavine» i «linzuoli»62. Spesso vengono specificati anche i tessuti che il più delle volte erano pregiati.

Il letto, completato da alcuni materassi, sistemati uno sopra l'altro, da coperte e da copriletti, poteva essere ben lavorato e dorato; spesse volte a questo poteva essere accostato un secondo letto di piuma più semplice.

Nelle camere dei patrizi, inoltre, il letto di semplice noce si presentava a forma di baldacchino ben decorato63.

Gli inventari specificano anche la mobilia presente nelle stanze da letto e altri particolari.

Troviamo semplici letti di piuma, casse, scrigni, tavoli, sedie, sgabelli, vesti, tappeti, quadri, per lo più a soggetto votivo (siamo in un'epoca che conosce parallelamente il fiorire della grande pittura), «secchi», «inginocchiatoi», «altarini» e utensili come «posate» «tavaglioli» «fazoletti «traverse».

Questo ci induce a pensare che ambenti del genere non erano destinati solo ed esclusivamente al sonno, ma anche ad altre attività.

61 Per lettiera si intende il telaio in legname del letto.

62 I. Palumbo Fossati Casa si è interessata a trascrivere diversi inventari delle dimore veneziane del

Cinquecento. Si veda La casa veneziana di Gioseffo Zarlino nel testamento e nell'inventario dei beni del

grande teorico musicale, «Nuova Rivista musicale italiana», n. 4, 1986, Roma-Torino: ERI, 1986, pp.

633-649; Il collezionista Sebastiano Erizzo e l'inventario dei suoi beni, «Ateneo Veneto», n.s. XXII, vol. 22, n. 1.-2, 1984,Venezia, pp. 201-217; Si vedano inoltre l'Inventario di Marina da Ponte, l'Inventario di Zuan Maria de Rafael, cerchier da barche, l'Inventario di Iseppo Locatello, fruttariol in Rialto, l'Inventario de Gaspare Zanchi, avocato, l'Inventario dei Beni di Zuanne Balbiani, L'inventario dei beni di Donato Da Leze in Interieurs venitiens a la Reinassance, maison, societè et culture, Paris: Michel de Maule, 2012.

63 Per esempio P.G. Molmenti, La grandezza in La storia di Venezia nella vita privata: dalle origini

alla caduta della Repubblica, 3 voll., Trieste: LINT, 1973, I, p. 361, parla dell'appartamento della

Esaminando gli inventari presentati dalla Palumbo Fossati Casa, non emergono precise indicazioni circa le destinazioni d'uso dei letti, di cui viene descritta solo la struttura.

Tuttavia studi che si concentrano sulla classe mercantile e sulle condizioni di vita in cui essa si trovava a vivere, prendono in considerazione soprattutto la folta schiera di coloro che provenivano dalla Germania, parlandoci della tipologia dei letti e quindi della loro destinazione d'uso.

Attraverso l'analisi delle voci inventariali che riguardano il Fondaco dei Tedeschi64, venendo a sapere della disposizione degli ambienti all'interno, possiamo conoscere l'arredo delle camere risalente alla prima metà del Cinquecento. Per ottenere informazioni sul Fondaco ci si può rivolgere anche allo scritto di Francesco Sansovino, che nel suo scritto fa una breve digressione dello spazio e dell'organizzazione dei mercanti tedeschi a Venezia65 .

La mobilia presente è riportata in tre inventari; vediamo ad esempio una stanza che nel 1533 viene indicata come camera principale, sistemata al primo piano nobile. Qui tra l'arredo ci sono un camino, dei mobili in noce, cinque cassapanche per gli abiti accostate alla parete della porta d'ingresso, un tavolo, una poltrona, diverse sedie, un grande letto a baldacchino con tende e una piccola scrivania.

Queste peculiarità permettevano di identificare tale ambiente come soggiorno e sala di ricevimento.

Una porta di comunicazione conduceva dalla camera principale alla cosiddetta camera secondaria, che era suddivisa in due ambienti. Nel primo si trovava lo studio dotato di scrivania e di casse, dove erano conservati i documenti commerciali. Nel secondo ambiente erano sistemati due letti e un lavabo.

Anche al secondo piano nobile del complesso troviamo una stanza, che, sfarzosa

64

Il Fondaco si presentava non solo come magazzino destinato ad accogliere merci, ma anche come vera e propria abitazione dei mercanti che prendevano in affitto una o più camere. Per il Fondaco dei Tedeschi si veda F. H. Barbon, I segni dei mercanti a Venezia nel Fondaco dei Teddeschi, Cornuda: Antiga, 2005; G. Romanelli, Il Fondaco dei Tedeschi in Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord ai

tempi di Bellini, Durer e Tiziano, catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Grassi 5 settembre 1999 – 9

gennaio 2000), a cura di B. Aikema, L. Brown Beverly, Milano: Bompiani, 1999, pp. 76-81; C. Wirtz,

Mercator in fontico nostro: i mercanti tedeschi fra la Germania e il Fondaco dei Tedeschi a Venezia in Presenze tedesche a Venezia a cura di S. Winter, Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2005, pp. 1-48.

65 F. Sansovino, Della Venetia città nobilissima descritta da M. Francesco Sansovino hora

ampliata et accresciuta da D. Giustiniano Martinoni primo prete titolato di SS. Apostoli. Libro Otto,

quanto quella descritta al piano sottostante, era arredata come soggiorno di rappresentanza, il cui nucleo centrale era costituito da un grande letto di ferro, in parte dorato, con baldacchino. Qui c'erano sette sedie, un tavolo e quattro cassapanche, il tutto in noce66.

Gli studi di Fortini Brown insieme ai precedenti di Isabella Palumbo Fossati Casa e Sibylle Backmann67, ci dicono che nella Venezia del XVI secolo si era soliti adibire una stanza a camera da letto e sala di ricevimento contestualmente: nelle case dei patrizi e dei mercanti, un letto di rappresentanza posto nella stanza padronale era considerato uno status symbol da mostrare anche agli ospiti. Le camere erano quindi multifunzionali. Evidentemente facendo bella mostra di un letto elegantemente allestito e coperto da fini tessuti, si volevano ostentare le privilegiate condizioni nelle quali si trovavano a vivere i mercanti benestanti.

Le analisi della Fortini Brown tendono a sottolineare il fatto che, anche se tedeschi, qui gli ornamenti erano in linea con gli standards - presenti nelle case dei mercanti veneziani - di uno stile di vita elevato, funzionali a proporre un certo status symbol determinato dal letto di rappresentanza, dalla tappezzeria di cuoio alle pareti, da tessuti e da dipinti che le arricchivano e da mobili pregiati68. L'abitudine di presentare nelle ricche dimore veneziane il letto, all'interno delle stanze da soggiorno di rappresentanza, come vedremo, perdura fino alla metà del Settecento, quando si assisterà a un rinnovamento delle abitudini circoscritte alla camera da letto.

Negli inventari invece non vengono presentate camere, oltre a quella del padrone di casa, né troviamo la descrizione di ambienti forniti di alcove che contengano letti. Peter Thornton spiega che un tipo di letto che non viene direttamente menzionato negli inventari è proprio quello inserito all'interno di una nicchia. Dato che questa

66

Gli spazi descritti sono della compagnia Fuggerdi Augusta e di Johannes Hofer.

67 P. Fortini Brown, Behind the walls: the mercant culture of venetian elites in Venice

Reconsidered: the history and civilization of an italian city-state, 1297-1797, a cura di J. Martin, D.

Romano, Baltimore: The Johns Hopkins University press, 2000, pp. 295-338; I. Palumbo Fossati Casa

Interieurs venitiens a la Reinassance op. cit., 2012; S. Backmann, Abitare e lavorare nel Fondaco dei Tedeschi di Venezia: l'arredo delle camere (1508-1650) in Spazi Veneziani: topografie culturali di una città, a cura di S. Meine, Roma: Viella, 2014, pp. 59-89. Grazie a tali studi dedicati al lavoro e alla vita

che si svolgeva nel Fondaco dei Tedeschi si è in grado di ricostruire la vita quotidiana in questo importante centro di scambi commerciali dove i tedeschi risiedevano, a partire dall'organizzazione dei loro spazi. Vengono così fornite delle prospettive inedite sulla vita di tutti i giorni di quella istituzione. Collegando i dati che corrispondono a fonti storiche e fonti epigrafiche dei locatari delle camere con le informazioni sulla cultura materiale ricavate dagli inventari pervenutici, si tenta di ricostruire le strutture e gli usi delle stanze nel contesto comunicativo e sociali, di farsi così un'idea della vita reali che i mercanti tedeschi conducevano nel Fondaco.

68

faceva parte della struttura dell'edificio - solitamente ricavata nel rivestimento a pannelli - non poteva essere citata in una lista di mobili, anche se ci si potrebbe aspettare almeno una tenda utile a celare l'apertura69.

La denominazione degli ambienti che troviamo accennati negli inventari trova corrispondenza in quella delle stanze rappresentate nelle piante di Serlio.

Nello specifico, nel progetto LII della Columbia University, l'architetto parla di

portego, camere, camerini, mezzadi e magagini.

2.3 RAPPRESENTAZIONE DI CAMERE DA LETTO E LETTI NELL'ARTE VENEZIANA